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«Lo so» Dissi.
«Mi rendi felice, spensierato» Sentii un dolore nel petto, alle sue parole.
Ero estremamente felice nel sentirgli dire certe cose.
Gli misi le mani sulle guance.
«È questo il mio obiettivo, Rafe. Voglio renderti felice»
Non rispose.
«Ma...tu devi lasciarmelo fare»
Dissi, rivolgendomi al fatto che cerco in ogni modo di renderlo un uomo migliore, perché lui può esserlo. Cerco sempre di allontanarlo dalla droga, e piano piano ci stavo riuscendo. Cerco di fargli avere un rapporto migliore almeno con Wheezie, che gli vuole un mondo di bene.
E lui, ogni volta, fa qualcosa per distruggere tutto.
Abbassò la testa, strizzando gli occhi.
Lasciò il mio corpo, e mise le mani sul viso, coprendoselo. Si strofinava gli occhi, in piedi difronte me.
Gli afferrai i polsi dolcemente.
«Rafe»
Scosse la testa, scansandosi dalla mia presa.
«Sono un disastro» Sussurrò.
«No Rafe...»
«Si cazzo! Rovino sempre tutto!»
Sbottò, con voce di pianto, spezzata.
Lo guardai amareggiata.
Soffriva.
I suoi occhi erano pieni di dolore.
Afferrai i suoi polsi di nuovo, e lo avvicinai in un attimo a me.
Colsi l'occasione e lo abbracciai fortissimo.
Lui ricambiò dopo poco, e singhiozzava sul mio collo.
«Andrà tutto bene» Sussurrai seria.
Lui non rispose, mi stringeva e basta.
«Ci sono io, non me ne vado da nessuna parte. Resto» Dissi convinta.
Non l'avrei mai lasciato da solo a priori.
«Resto» Ripetei.
Singhiozzò di nuovo, rimanendo fermo, come paralizzato.
«Non ti lascio solo, Rafe.»
Gli accarezzai i capelli, delicatamente.
«Dovrai sopportarmi per molto altro tempo» Dissi sarcastica, per smorzare la situazione.
Sentii il suo petto gonfiarsi: stava ridendo.
Feci un sospiro di sollievo.
Senza rispondere, mi prese dal sedere, sollevandomi dalla scrivania, e mi adagiò sul letto.
Mi fece indossare le mutandine, e poi aprì l'anta del suo armadio prendendo un pantalone della tuta nero.
Me lo mise lui.
Gli sorrisi, guardandolo dal basso sdraiata.
«Non sono una bambina Rafe»
Sorrise dolce.
«Invece sei la mia bambina» Disse, sdraiandosi accanto a me, afferrandomi la gamba e avvicinandomi a sé.
Mi guardava, mentre ci accoccolammo stretti.
«A che pensi?» Gli chiesi.
Lui sospirò, guardando il soffitto.
«A che penso?»
Annuii.
Rifletté.
«A cosa io abbia mai fatto per meritarti»
Alzai la testa per guardarlo meglio, crucciando le sopracciglia.
«Non mi crederai, ma per me meriti il meglio. Hai sofferto tanto e stai ancora soffrendo.»
Dissi convinta.
«Guardami per favore»
Si girò verso di me.
«Entrambi abbiamo avuto una vita di merda, seppur in modo diverso»
Espirò, addolorato.
«Meritiamo entrambi il meglio, Rafe.»
«Tu si» Rispose subito.
«Io no» Continuò.
Scossi la testa, alzandomi un po' di schiena.
«Non merito di meglio dopo quello che ho fatto. Non merito nemmeno te»
Affermò calmo.
«Tu sei pura, dolce, innocente. Io ti sporco, Lara. Sono un egoista.»
Era davvero questo quello che pensava?
«Non è v-»
«Invece si Lara, lo sappiamo entrambi. Tu sei una brava ragazza, io sono un assassino, lo capisci? Ho ucciso due persone, Lara.»
Mi bloccai.
Sentirselo dire, è una pugnalata nel petto.
Mi venne un nodo in gola, non seppi più cosa dire.
«Perché non ti allontani da me? Perché resti? Perché non hai paura di me?»
Chiese, agitandosi.
Sospirai, senza parole.
«Perché Lara?»
Si alzò di schiena, per guardarmi meglio.
Ero frustrata, non riuscivo a dire una parola.
«Rispondi. Perché non ti allontani da me?»
«Perché ti amo, Rafe»
Spalancai gli occhi appena mi resi conto di quello che avevo detto. Non gliel'avevo mai pronunciato ad alta voce.
Ma era quello che provavo, e nasconderlo non serviva a niente.
Lui si era bloccato.
Non rispondeva.
Mi guardava e basta.
«C-cosa?» Disse dopo un po'.
«Non...non c'è bisogno che mi rispondi» Dissi.
«Cos'hai detto, Lara?»
Sospirai.
«Mi hai sentita. Ho detto che ti amo»
Ripetei.
Rafe non disse niente, era confuso.
Deglutii.
Perché non rispondeva? Non provava le stesse cose?
Mi sentivo un imbecille.
Una stupida ragazzina, come avrebbe detto lui.
E se avessi frainteso tutto?
Abbassai la testa, scuotendola.
«Devo...andare credo» Dissi, non guardandolo.
Improvvisamente, mi afferrò il mento, e unì le sue labbra con le mie.
Mi baciava dolcemente, mentre mi toccava le cosce.
Durò per non so quanto, ma questa cosa mi confuse a dir poco.
Fin quando non si staccò, e mi guardò come se fossi la cosa più preziosa che possedesse.
«Ti amo più di ogni altra cosa. Non ho mai provato una cosa del genere. Morirei per te. Ucciderei per te. Andrei in prigione per tutta la vita per te. Farei di tutto per te, Lara.»
Disse serio, scandendo ogni singola parola.
«Hai capito?»
Mi cadde una lacrima.
Lui crucciò il volto, allarmato.
«Lara?»
«Niente, scusa. Sono lacrime di gioia»
Sorrise, asciugandomele con i pollici.
«Mi dispiace per quello che ho fatto, piccola.»
Annuii.
«Ormai non si torna più indietro. Sistemeremo tutto»
Mi guardò intensamente, mentre mi sdraiai di nuovo sul letto.
Lui mi seguì, mettendo entrambi sotto le lenzuola.
Guardai l'orologio elettronico sul comodino, erano quasi le tre di notte.
«È tardi-» Sbadigliai.
Lui mi afferrò dalla vita, avvicinandomi a lui in una mossa veloce.
«Dormiamo» Disse.
Mi accoccolai a lui.
«Si»
Misi il volto nell'incavo del suo collo, e inspirai il suo profumo unico.
«Amo il tuo profumo» Gli feci dolci grattini sul retro del collo, che lui apprezzava molto.
Socchiuse gli occhi, sorridendo.
«Perché non ti trasferisci qui?»
Scoppiai a ridere.
«Ma che dici?»
«Sono serio»
Smisi di ridere, guardandolo.
«Ma...ma come faccio con mio fratello?»
Sospirò.
«Lo Chateau è chiuso. O da Luke, o da me, Lara»
Non ci avevo ancora pensato, al posto in cui stare.
«Io mi ci trasferirei adesso qui con te. Ma non posso lasciare JJ solo. Non esiste»
Espirò, quasi rassegnato.
«Me l'aspettavo» Disse riflettendo.
«Non saprei come fare altrimenti»
«Quindi...starete da Luke?»
L'idea mi faceva venire i brividi.
«Credo...credo di si»
Scosse la testa.
«No. Non se ne parla» Disse severo.
«Rafe...»
«Tuo fratello può pure starci ma tu categoricamente no»
«E dove sto??»
«Da me, Lara. Non hai scelta»
«Non posso lasciare solo JJ con quell'animale!»
«E io non lascerò che tu viva con quel violento di tuo padre» Sbottò nervoso.
«Non lascerò che mi tocchi, Rafe.»
«Non. se. ne. parla. Punto.»
Espirai furiosa.
Non avrei mai potuto lasciare mio fratello solo con mio padre.
Non esiste.
«Non ho alternative, Rafe. Dovrò stare con lui, a meno che non ci potrà ospitare Pope»
Sbuffò, scocciato.
«O mio dio, cazzo!»
«Ma che c'è adesso?» Chiesi confusa.
«Non vivrai con un'altro, porca puttana»
Alzai gli occhi al cielo, furiosa.
«È come un fratello per me, Rafe!»
Mi alzai di scatto dal letto, avevo bisogno di fumare.
Lui mi seguì: la discussione non era finita.
«Ma non è tuo fratello! Non puoi dormire sotto lo stesso tetto di un altro ragazzo, stupida di merda!»
Feci un tiro dalla sigaretta appena accesa, e lo guardai arrabbiata.
«Non chiamarmi così, stronzo! È solo un amico e lo sai benissimo, cazzo!»


Capitolo conluso!
Riiieccomiii !!!! Dopo più di un mese...lo so.
Perdonatemi, ma non sto passando un bel periodo.
Spero vi piaccia ❤️

Reflections - Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora