Lara
Dieci minuti dopo eravamo nella tenuta Cameron. La casa era nel totale buio. Dormivano tutti.
Entrammo in cucina di soppiatto.
Rafe accese una lampada sul ripiano.
«Vuoi dell'acqua?»
Senza aspettare risposta, mi porse una bottiglietta nuova da mezzo litro, che prima aprì per me.
La presi subito, e bevvi metà del contenuto.
«Sicuro che posso rimanere qui stanotte?»
Lui senza dire niente, mi prese per mano e mi portò al piano di sopra.
Mi spinse in camera sua, e dopo esser entrato anche lui, chiuse la porta a chiave.
Mi buttai subito a pancia in giù sul letto a due piazze, goffamente.
Espirai, rilassandomi.
Ero sfinita.
Rafe mi diede uno schiaffo sul sedere.
«Ahia!»
Non mi resi nemmeno conto di aver urlato.
«Lara!»
«Ma se tu mi schiaffeggi che ti aspetti? Che sussurri 'Ahia'?»
Lo vidi alzare gli occhi al cielo.
«Io dovrei farmi una doccia»
Mi misi seduta a gambe incrociate.
«Anch'io. Risparmiamo sull'acqua?»
«Ma stai zitto. Dammi una maglietta tua e dei boxer.»
Fece una risatina e mi procurò ciò che gli chiesi.
Scesi dal letto e mi tolsi la maglietta davanti a lui. Ora ero in reggiseno.
Lui si avvicinò subito.
«Mani in alto, uomo»
Lui mi sorrise, scuotendo il capo.
Mi girai, dandogli le spalle, per raggiungere il bagno in camera.
«Ah, la maglia!» Tornai da lui, la presi dalle sua mani, e quando alzai lo sguardo sui suoi occhi, lo vidi cupo.
Mi preoccupai subito.
«Rafe?»
Non disse nulla.
«Che hai?»
Mi guardava dritta negli occhi.
Ma non proferiva parola.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Cercai di non alzare il tono della voce, per non svegliare tutti.
Lui scosse il capo.
Mise le mani sulle mie spalle, e mi fece voltare di schiena.
Capii subito.
Sfiorò con le dita il livido che me la ricopriva.
Mi girai di nuovo verso di lui, posandogli le mani sul petto.
«Non è niente davvero»
«Ti fa male?»
«No»
«Non mentirmi» Ordinò.
Sospirai.
«Un po' se mi piego o faccio sforzi. Ma davvero, è una questione di giorni e se ne andrà»
Non sembrava convinto.
Sembrava che stesse per urlare, o correre via, oppure piangere.
Ma non faceva nulla e questo mi spaventava.
Decisi di distrarlo.
Mi avvicinai a lui, e in punta di piedi lo baciai.
Assaporai le sue labbra dolcemente, come se fosse un gelato.
Lui ricambiò dopo un po'.
Quando lo fece, ci mise tanta foga.
Come se lo stesse aspettando da tanto tempo.
Le sue mano finirono subito attorno al mio sedere, mentre le mie nei suoi capelli.
I nostri baci erano in conflitto: le sue labbra prepotenti e esperte si univano alle mie innocenti e delicate.
Mi prese in braccio, ed io incrociai le gambe alla sua vita, senza staccare il bacio.
Aprì la porta del bagno, e mi fece sedere sul lavandino.
Mi spalancò le gambe con forza.
Si mise tra di esse, ed è lì che spinse la lingua contro la mia.
Con arroganza.
Gli misi le mani sul petto.
Mi stava facendo mancare il respiro.
Lui capì e dopo un secondo si staccò, per farmi respirare. Si avvicinò, e posai il mento nell'incavo del suo collo.
Nessuno disse nulla.
La stanza era colma dei nostri affanni.
«Stai bene?»
Gli chiesi.
«Fatti una doccia, ti aspetto in camera»
Senza dire null'altro, uscì dal bagno, chiudendo la porta.
Confusa, feci comunque come richiesto, entrando in doccia.Mezz'ora dopo, docciata e profumata di muschio e talco, uscii dal bagno con in dosso i boxer e la maglietta bianca, che mi stava enorme, di Rafe.
Non avevo lavato i capelli, poiché l'avevo fatto il giorno prima.
«Rafe tocca a te»
Mi girai verso di lui, sdraiato di fianco con ancora le scarpe addosso, sul letto.
Non ricevendo risposta, camminai dall'altro lato del letto, per vederlo in faccia.
«Rafe?»
Si era addormentato.
Che viso dolce aveva mentre dormiva.
Sembrava un angioletto.
«Oh, dormi»
Spensi la luce principale, accendendo la lampada sulla scrivania, che emanava abbastanza luce.
Gli sfilai delicatamente le scarpe, molto più grandi delle mie.
Le misi sotto la porta.
Poi, ero indecisa se sfilargli anche i pantaloni o no.
Insomma, non mi sembrava bello farlo dormire con il jeans, però, neanche denudarlo mentre dormiva beato.
Decisi di togliergli solo la sua polo.
Lo girai, mettendolo schiena in giù, e a cavalcioni su di lui, gli sbottonai i tre bottoncini sul collo della maglia, per poi sfilargliela delicatamente.
Nuova interessante scoperta su Rafe Cameron: dormiva come un ghiro.
Proprio come me.
Lo coprii con il lenzuolo, e prima di sdraiarmi accanto a lui, bevvi un po' d'acqua che avevamo salito dalla cucina. Spensi la lampada, e mi coricai alla sua sinistra.
Senza pensarci due volte, mi accoccolai a lui.
Lo abbracciai come un panda.
Pochi secondi dopo, inaspettatamente, mi avvolse le spalle col braccio sinistro.
Spalancai la bocca.
«Bastardo di merda, sei sveglio!»
«Mh mh»
Mi girai sul fianco dandogli le spalle, fingendomi incazzata.
«Mi dispiaceva svegliarmi dopo che ci hai messo tanta attenzione perché non accadesse»
«Viziato»
Ridacchiò rumorosamente, e unì il suo petto contro la mia schiena, avvolgendomi la vita con la mano.
«Non hai fatto la doccia»
«L'ho fatta prima di uscire»
«Io l'ho fatta prima e dopo»
«Zitta e dormi»
«Zitta non me lo dici»
Sbuffò sonoramente.
«Dormi»
«Mamma mia come mi urti. Dormi tu e non mi rompere la minchia Rafe»
Imprecò qualcosa sotto voce.
«Buonanotte Lara»
«Si...buonanotte»Passarono letteralmente due minuti esatti.
«Rafe»
Nessuna risposta.
«Rafe»
Mi mossi indietro per scuoterlo.
«Rafe??»
«Che cazzo vuoi?»
Mormorò assonnato.
«Ho fame»
Sospirò.
«Porca merda»
«Hai qualcosa qui?»
«No cazzo, non ho nulla qui. Ma non hai cenato?»
«No. Vabbè lascia stare, resisto»
Dopo una serie di sbuffi e imprecazioni, scese dal letto, e ordinandomi di rimanere lì dov'ero, scese giù.
Tornò qualche minuto dopo, con in mano due confezioni di qualcosa.
«Tieni» Me li porse entrambi.
Si rivelarono due gelato maxibon al cioccolato e vaniglia.
«Ora mangia e zitta»
«Non mi-... Grazie»
Scosse il capo, buttandosi sul letto. Io, invece, mi sedetti appoggiata alla testiera del letto.
Spacchettai la confezione e mangiai.
«Tu non lo vuoi?»
«Lara, ti prego, fammi dormire»
Dissi una serie di "che palle", "che cazzo di noioso", "che due coglioni" a raffica, e poi finii il gelato.
«Dove vai?»
«Volevi dormire? Dormi»
Mi alzai dal letto, presi il pacchetto di Winston sul comodino e ne accesi una.
Aprii la finestra, spalancandola. D'istinto mi avvicinai a Rafe e lo coprii col lenzuolo. Lui si sistemò meglio mentre lo coprivo, poi tornai alla finestra.
Controllai dall'orologio digitale a muro, l'orario. Erano le tre e mezza.
Ed io ero stanca morta.
Spensi la sigaretta non finita, facendomi altri due tiri prima di farlo.
Poi, mi ricordai di dover lavare i denti, perché il sapore del tabacco prima di dormire, mi faceva venire voglia di fumare tutta la notte.
Non avevo però uno spazzolino.
Scossi leggermente Rafe.
«Mh?!»
«Hai uno spazzolino in più?»
Sbuffò rumorosamente.
«Nella credenza in alto in bagno. Usalo, torna e stai zitta cazzo»
Mamma mia com'era nervoso quando era stanco.
Feci tutto.
Tornai a letto.
Mi accoccolai a lui, e mi strinse.
Mi baciò la fronte, ed io mi tuffai nel suo collo.
«Buonanotte Rafe»
«Buonanotte Lara»
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Reflections - Rafe Cameron
FanficLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...