«Lara, dobbiamo fare la doccia, non addormentarti»
La bionda appena arrivati in camera mia, anzi nostra, si sdraiò sul letto sfinita.
Appena le dissi ciò, sbuffò e si sollevò con la schiena.
Mi avvicinai a lei, e la presi in braccio, tenendola come una principessa.
Non ebbe la forza di obiettare, ed entrammo in bagno, lasciandola in piedi davanti la doccia larga un metro e mezzo.
Lei si appoggiò a me, mentre mi accovacciai a lei per slacciarle le scarpe.
Poi mi alzai, sbottonandole i pantaloncini per sfilarglieli, la maglietta anche e poi si sciolse da sola i capelli.
Le baciai la clavicola, facendo scorrere le braccia sulla sua schiena.
Fermai la mano al ferretto del reggiseno, per slacciarglielo.
Lei alzò lo sguardo su di me, e poi mise le mani sul mio petto.
Era davvero stanchissima, e sappiamo entrambi benissimo che se non lo fosse stata, in questo momento sarei già in ginocchio per lei.
Le slacciai il reggiseno bianco di pizzo e le fissai i due seni bellissimi e gonfi.
Lei si abbassò per togliersi le mutandine, e poi mi guardò negli occhi.
Io mi spogliai velocemente, e la spinsi in doccia, entrando anche io.
«Nessuno ti toccherà mai più»
Aprii il getto d'acqua, che regolai sul caldo. «Te lo prometto»
Lei si avvicinò a me, guardandomi con lo
sguardo cupo.
L'acqua ci bagnò entrambi, fino a che eravamo zuppi e rilassati dal getto bollente e calmante.
Mi resi ben presto conto che stavo morendo di sonno anche io.
I miei piani dovettero cambiare.
Lei abbassò lo sguardo per la prima volta al mio inguine.
Il mio cazzo era rosso e duro per lei.
Fece in modo che il suo addome lo toccava.
Le afferrai gli avambracci.
«Lara»
Mi guardò in viso.
«Mh?»
Si leccò le labbra.
«Cazzo» Strizzai gli occhi.
«Che c'è?» Chiese con fare innocente.
«Ho una gran voglia di scoparti» Le confessai.
Lei spalancò gli occhi, come se fosse sorpresa.
Lei scosse la testa, alzando il braccio verso lo shampoo sullo scaffale.
Lo aprì e versò il contenuto sul palmo della sua mano, per poi portarlo alla mia testa con fatica, dato che sono più alto di lei di trenta centimetri.
Così facendo, toccò il mio cazzo con il suo basso ventre.
La presi all'istante in braccio, usando la scusa che non ci arrivava a lavarmi i capelli.
Ora la mia erezione era proprio davanti la sua fessura.
Lei finì di strofinarmi i capelli, la feci scendere e poi presi lo shampoo e ricambiai il favore.
Avvicinammo il getto d'acqua che non avevo spento e ci sciacquammo.
«Non ho più così tanto sonno» Mi rivelò.
Mi bastò questa dichiarazione a prenderla come un invito nella sua fica.
Le presi la vita e tuffai la mia lingua nella sua bocca.
Sorpresa, spalancò gli occhi ma poi ricambiò.
Le strinsi forte i fianchi, e con veemenza la feci girare di spalle.
La spinsi dalla schiena contro la parete della doccia, in modo che i suoi seni fossero schiacciati contro le piastrelle bianche.
Scacciò un gemito appena sbattei il cazzo contro le sue natiche.
Le avvolsi il collo con le braccia e le baciai la nuca.
«Ti prego...» Ansimò.
Mi morsi il labbro appena mi supplicò, e con una sola spinta, feci entrare il cazzo nella sua fessura, fino in fondo.
Dovetti coprirle la bocca con la mano, perché urlò appena entrai completamente dentro.
Ben presto non era solo il suono dell'acqua cadere sui nostri corpi a riempire la stanza; i nostri ansimi e gemiti sovrastarono ogni rumore, fino a che ad ogni spinta sempre più forte e senza pietà, sentii la sua fica avvolgersi e stringersi sempre di più al mio uccello.
Venne ben due volte prima che lo feci io.
Quando esplosi, le strinsi il collo fino a non farla respirare, uscendo da dentro di lei e versando il mio liquido sulla sua schiena liscia e bagnata. Era la prima donna con cui facevo sesso senza preservativo.
Non sopportavo nemmeno l'idea di dover indossare uno strato di qualcosa che mi separasse dal contatto con la sua fessura.
Che mi separasse da lei.
Tolsi le mani dal suo collo e le avvolsi attorno alla sua vita.
Lei si appoggiò completamente alla parete, ed io mi sciolsi sulle sue spalle, chiudendo gli occhi.
Ora si, che eravamo sfiniti.
Dopo un eternità sotto il getto d'acqua bollente rimasti fermi in quella posizione, finimmo di lavarci, ed andammo a letto, stanchissimi.
Si accoccolò subito a me, come se non fossimo mai vicini abbastanza.
La strinsi subito, baciandole la testa.
Lei appoggiò la guancia sul mio petto, ed il mio battito accelerò sempre di più.
«Rafe»
Dopo minuti fermi nel cercare di addormentarci, Lara parlò.
«Mh?»
Le accarezzai i capelli.
«Promettimi una cosa»
Aggrottai le sopracciglia, curioso.
«Cosa?»
Lei sospirò.
Si girò per guardarmi negli occhi.
Era buio, ma grazie al chiaro di luna riuscii a vederla in viso.
«Non abbandonarmi mai»
Rimasi fermo.
Le sue parole mi immobilizzarono.
«Non riesco nemmeno ad immaginare io che lascio te, bimba. Semmai il contrario»
Lei scosse la testa.
«Se continui a trattarmi bene come stai facendo, non lo farei mai. Sta tutto nelle tue mani»
Aveva ragione.
Se avessi fatto un'altra cazzata, mi avrebbe lasciato.
Questo era ciò che mi stava dicendo.
Sospirai, senza dire nulla.
Lei si riappoggiò al mio petto, senza aggiungere niente.
Ci addormentammo poco dopo, con nessuna fatica.
Quando ero vicino a lei, mi sentivo completo.
Da quando era entrata nella mia vita, sentivo come se essa fosse iniziata in quel momento.
Come se non avessi mai vissuto davvero.
La donna che amavo era al mio fianco e niente me l'avrebbe allontanata.
Aspetta...
Che amavo?
Mi stavo innamorando di Lara Maybank?
Una ragazzina di sedici anni pogue?
Era proprio così.
Io amavo quella piccola biondina.
E me ne ero appena reso conto.Capitolo concluso!
Cosa ne pensate? Scrivetemelo nei commenti!
Stellina? ✨
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Reflections - Rafe Cameron
FanfictionLara Maybank, sorella gemella di JJ Maybank, è appena ritornata sull'isola delle Outer Banks dopo tre anni di assenza. Il rapporto burrascoso sia con la madre che con il padre la spinge con il tempo ad assumere un atteggiamento solitario, chiudendo...