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Rafe

Dormii tutto il pomeriggio.
Mi svegliai con l'effetto della droga praticamente svanito e con un pensiero fisso:
Lara mi mancava da impazzire.
Non ce la facevo più.
Necessitavo della sua presenza o sapevo che se avessi continuato a drogarmi per non pensarci sarei finito in ospedale per overdose.
Puzzavo di merda e avevo un aspetto orribile.
Mi sentivo morto.
Avevo bisogno della mia donna in quel momento.
Ma non potevo.
Lei era buona e innocente, ed io l'avrei macchiata stando con lei.
Dovevo lasciarla andare.
Ma ero un egoista di merda.
Sapevo benissimo che la mia piccola biondina meritasse di meglio.
Ma non sarei mai riuscito a vederla tra delle braccia che non fossero le mie.
Non ero abbastanza, non ero alla sua altezza.
Ero diventato la fotocopia di suo padre ai suoi occhi.
Invece di proteggerla dai mostri esterni lo ero diventato io, il mostro.
Mi facevo ribrezzo.
Non riuscivo a guardarmi allo specchio.
Mi facevo schifo.
La mia mente era un casino.
Quando l'avevo presa per il collo, non volevo stringerla.
Ma avevo delle voci di merda che mi dicevano di farlo.
Non ero riuscito a controllarle perché in quel momento sentivo Lara più lontana che mai.
Lei di solito aveva la capacità di calmarmi e placare i miei brutti pensieri.
Ma quella volta ero davvero arrivato al limite, ferendo la mia ragazzina.
E lei non aveva nemmeno fatto niente di male.
Volevo che stesse con me, vicino a me e solo con me...perché quella notte avevo sognato di essere in una stanza buia, con un solo specchio.
Non c'era nessuno intorno a me.
Mi guardavo nel riflesso, e ricordo di aver avuto nausea nel vedere la mia immagine.
Chiamavo Lara, ma lei non rispondeva.
Nessuno c'era.
Ero solo.
Questo merito per averle fatto del male.
Le avevo lasciato il segno.
«Cazzo» Sentii una lacrima scendere.
Non ero l'uomo adatto a lei, lo sapevo dall'inizio.
Ma qualcosa mi impediva di starle alla larga.
Mi ha sempre...attratto.
Avevo rovinato tutto.
Me l'aveva detto, cazzo.
Mi aveva confessato che se avessi fatto ancora un'altra puttanata, mi avrebbe lasciato.
Ero spacciato.
Non mi perdonerà e io non mi perdonerò mai.
Ero un totale disastro.
Non faccio altro che allontanare le uniche persone che mi amano e che ci tengono a me.
Lei era l'unica.
Non riuscivo a vedere qualcun altro al mio fianco che non fosse la mia bionda.
Lara ormai era nella mia testa.
Nelle mie vene.
E nel mio cuore.
Non sarei riuscito a distaccarmene così facilmente.
E non lo volevo, cazzo.
Per niente.
Io desideravo che mi stringesse così forte da farmi male, giusto per farmi capire che lei c'è e ci sarà per sempre.
Non mi ero mai sentito così.
Rafe Cameron che non riesce a stare lontano da una ragazzina pogue.
Cazzo.
Non me ne fotteva proprio niente di quello che pensava la gente.
Io volevo solo rivederla.
E riabbracciarla.
E baciarla.
E poi scoparla.
Ma lei la pensava così? Adesso come adesso?
Il mio corpo quasi doleva alla sua assenza.
Ma Lara...avrebbe desiderato stare con un uomo come me?
Lo voleva davvero?
Forse le avevo fatto cambiare idea.
Non potevo arrendermi.
Fanculo il destino, la sorte la faccio io.
Mi alzai dal letto, e dopo aver fatto una doccia, scesi sotto e sgommai via con la mia moto.

Capitolo concluso...
Ah Rafe...

Reflections - Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora