ottantaquattro

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-Dai suonami qualcosa- dissi ad Alex, eravamo nella camera vedere seduti sul suo letto a perdere tempo con la chitarra.
ci sono arcobaleni
anche nei cieli neri
solo che non li vedo
e non li vedi
Cominciò a suonare, poi si interruppe.
-Non ti lascerò andare facilmente- sussurrò e nel mio stomaco si scatenò lo zoo.
-Vale lo stesso per me Ale- sussurrai di rimando e vidi sul volto del ragazzo una strana sensazione.
-Non dovevo chiamarti in quel modo?- chiesi imbarazzata.
-No anzi, Io sono Ale. lo sono sempre stato, poi quando mi sono trasferito in Inghilterra hanno cominciato a chiamarmi Alex e quindi sono diventato Alex. Ale è quella parte di me che faccio vedere a poche persone e tra queste ovviamente ci sei anche tu- sorrise e io ebbi gli occhi quasi lucidi. All'inizio mi schivava e se provavo ad entrare nel suo modo se ne andava mettendo un muro davanti a me, oggi invece ho scoperto davvero chi è Alex, è la persona più speciale che avessi potuto mai incontrare, non è strafottente come credevo all'inizio, non è antipatico. Ha solo paura di mostrare Ale alle altre persone.
-Perchè Wyse?- chiesi riferendomi al nome che affiancava ad "Alex".
-In inglese wise è un modo per dire saggio mentre con la y puro perciò sarebbe un "Alex saggio-puro"- spiegò.
-Mi piace- sorrisi.

Trascorsi la restante parte del pomeriggio a chiacchierare con Carola in camera, delle sfide, dei litigi e del fatto che a breve tutto questo sarebbe finito.
Sono stata fortunata ad essere capitata in stanza con lei, abbiamo condiviso tutto: le risate, le lacrime, i pensieri, le cretinate, le preoccupazioni e il solo pensiero che anche domani una delle due potrebbe andarsene mi uccideva. Era un'anima pura, una di quelle che ognuno di noi ha bisogno di trovare.

-Stai barando- si lamentò Dario avendo perso l'ennesima partita ad "Uno".
-Accetta la sconfitta- gli fece l'occhiolino il mio ragazzo segnando su un foglio i nostri punteggi. Mi faceva strano non condividere più queste cose con Luigi, tra noi due il rapporto era rimasto lo stesso, ma continuava ad ignorare Alex e considerando che stavo la maggior parte del tempo con lui stavamo trascorrendo meno tempo insieme.
-Alex ma quanti +2 hai, basta!- esclamò Sissi.
-Buttami un altro +4 e ti picchio- sbuffai io.
Stavamo giocando in cinque: io, Alex, Dario, Sissi e Carola e il mio ragazzo stava stracciando tutti.
-Sei uno sculato- commentai all'ennesima sua vittoria.
-Vabbè io vado tanto vince sempre lui- scosse la testa Carola.
-Si, concordo- aggiunse Sissi e i tre uscirono dalla stanza.
Rimanemmo solo noi due. Ogni volta che incrociavo i miei occhi con i suoi tutto quello che accadeva intorno a noi era solo un silenzio assordante, sembravamo esserci solo noi due.
-Ho scritto una canzone- disse.
-Cosa? E come si chiama?- chiesi impaziente.
-Non te lo dirò- rispose lui.
-Un'altra canzone per me?- scherzai.
-Come tutte del resto- aggiunsi.
-E non solo le canzoni, forse anche in un compito potrei aver scritto di te- fece il vago raccogliendo le carte dal tavolo.
-Scusa?- domandai curiosa.
-Ma se praticamente non avevamo mai parlato- continuai avendo intuito si riferisse al compito sull'amore di cui mi aveva già parlato un po' di tempo fa.
-E io ero già pazzo di te- confessò prima di baciarmi.
Questa confessione fu un pugno sullo stomaco, mi provocò un nodo alla gola, un'incapacità di parlare o di formulare qualsiasi affermazione di senso compiuto.
Nasce da due occhi e non finisce più

hate me (le stelle lo sanno)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora