12.

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Quando mi svegliai, mi prese quasi un colpo a notare Kenan nel letto accanto, mettendoci un attimo a realizzare cosa ci facesse lì.

Lo guardai per un po' , era da tanto che non lo vedevo tranquillo mentre dormiva.

Prima ci ero abituata.

Sospirai e mi alzai dal letto, gettandomi subito sotto la doccia.

Mi sentivo ancora un vero schifo dalla pessima giornata che avevo avuto il giorno prima.

Entrai in doccia lavandomi via tutti i pensieri negativi e solo quando uscii, mi resi conto di essermi dimenticata i vestiti.

"Cazzo, fa che non si sia svegliato" sussurrai a me stessa.

Mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e tornai in stanza a recuperare qualche vestito pulito.

Kenan dormiva ancora, quindi camminai in punta di piedi fino all'armadio di João per rubargli una maglietta, dimenticandomi però di quanto scricchiolasse.

Mi morsi le labbra innervosita, il mondo gira proprio contro di me vero?

"Ei..." bofonchiò il turco.

"Buongiorno"

Lui aprì gli occhi in quel momento, guardandomi solo dopo essersi stropicciato gli occhi.

"Dio che bel risveglio" sorrise con un ghigno.

"Fottiti, stavo cercando una maglietta" dissi tornando in bagno.

"Di João? Prenditi la mia, piuttosto torno nudo in hotel"

Ovviamente non lo ascoltai, presi la maglia del mio amico, mi rivestii in fretta e furia e tornai da lui.

"Come stai? Vedo che sei tornato quello di sempre" gli dissi.

"Grazie per esserti presa cura di me"

"Avrei dovuto accoltellarti, non prendermi cura di te" scherzai.

Lui rise e si volto completamente verso di me per guardarmi.

"Ma non lo hai fatto" mi prese in giro.

"Sta attento, potrei ancora farlo"

Stavo prendendo il mio cellulare dal comodino quando lui mi afferrò il braccio per farmi appoggiare direttamente sopra di lui.

"Adesso sei dove dovresti stare" sorrise con quelle sue maledettissime fossette.

"Sei un cretino"

Feci per alzarmi, ma ovviamente non me l'avrebbe resa così facile.

"Perché mi odi ancora?..." mi chiese.

"Perché? Perchè...il fatto che tutto quello che è successo non ti abbia distrutto come invece ha distrutto me, dice tutto" ammisi.

Lui prese a giocare con una ciocca di capelli accanto al mio viso.

"Tu non lo sai il vuoto che hai lasciato Raquel. Da quando hai smesso di darmi la buonanotte, io ho smesso di dormire..."

"Sei stato tu a non volere più la mia buonanotte, o sbaglio Ken?" ribattei.

Non rispose subito, stava pensando a cosa dire.

"È stato l'errore più grande della mia vita, pensavo che mi distraessi, invece è tutto un casino da quando non ci sei" mi guardò fissa negli occhi.

Il rumore della porta che si apriva mi fece sobbalzare.

"Non mi importa se state scopando, non fatelo qui, è anche camera mia" disse João entrando.

"Sei stato fortunato Felix, ci mancava poco" disse Kenan facendomi sbiancare.

È passato dal dire cose serie, allo scherzare.

"Solo per dire, non è vero" ci tenni a precisare.

"Tranquilla cuore mio, lo so" rise João.

Poi si avvicinò di più a me per parlare senza farsi sentire dal turco.

"Glielo hai detto di Riccardo?" mi chiese.

"Gli ho detto solo che è finita, ma non so neanche se se lo ricorda" risposi.

"Parlagli e digli la verità"

Annuii, avrei voluto dirglielo comunque.

Però mi sentivo come se io e lui avessimo qualcosa in sospeso.

"Dai vi ho disturbati già abbastanza, torno dagli altri" disse poi Kenan.

"Si, va bene"

Si avvicinò a me.

"Posso salutarti o hai un coltello dietro la schiena?" scherzò.

Io sorrisi, e quasi tremai quando mi stampò un bacio sulla guancia.

Prima di allontanarsi da me, mise le dita intorno al mio polso, sfilandomi l'elastico per capelli.

"Quello mi serve eh" gli dissi.

"Ne avrai altri, ciao"

Salutò anche João e andò via.

"Wow, non sembravate voi" ci tenne a farmi notare il portoghese.

"Sta zitto. Ti prego"

Senza te, non è abbastanza || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora