18.

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"Casa dolce casa" fu la prima cosa che disse Dusan appena mettemmo piede a Torino.

Inspirai l'aria d'agosto della mia città.

"Io vado a sistemarmi a casa, vi saluto" ci salutò Federico volatizzandosi quasi subito.

"Vado anche io belli, ci vediamo in questi giorni" salutò poi anche Dusan dandomi un bacio sulla guancia.

A questo punto eravamo rimasti io e Kenan.

"Che fai adesso?" mi rivolsi a lui.

"Ho un appuntamento, devo fare una cosa"

"Ah ok, ci vediamo stasera?" chiesi.

Lui sorrise e annuì.

"Certo" rispose prima di darmi un bacio.

Lo salutai e andai a casa mia.

Nonostante mi fossi trasferita qui con i miei genitori, quando ho compiuto 18 anni ho deciso di prendermi un appartamento da sola.

Onestamente, amo stare nel mio silenzio.

Entrai in casa con il fiatone dopo aver fatto una rampa di scale infinita con la valigia.

Mi gettai esausta sul letto approfittandone per rispondere al messaggio di João che mi avvisava di essere arrivato a Barcellona.

Chissà dove è andato Kenan...

Bene, adesso tornerò a pensare soltanto a lui.

Sbuffai e mi alzai per andare a disfare la valigia.

Poco dopo aver finito, finalmente ricevetti una chiamata del turco.

"Ciaooo" risposi.

"Ciao bellissima, posso venire da te? Devo farti vedere una cosa"

"Certo, ti aspetto"

Forse non ero l'unica impaziente di rivederlo, sorrisi sotto i baffi.

Presi dal frigo il mio amatissimo the alla pesca mentre lo aspettavo, facendo partire un episodio di you.

Inutile dire che appena suonarono il campanello, saltai giù dal divano.

"Ciao" mi sorrise il turco davanti la porta.

"Ciao, vieni entra"

Era da tantissimo che non entrava in casa mia, però è come se, tutto il tempo che abbiamo passato separati, non fosse mai esistito.

Lo notai mentre si guardava in torno,  probabilmente cercando di capire se la casa fosse la stessa che aveva lasciato.

Poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro.

"Aiah..."  mugugnò.

"Oddio scusa, che ti ho fatto?"

Lui si voltò verso di me e mi sorrise.

Continuavo a non capire fin quando non si sollevò di poco la maglietta sul fianco, rivelando un piccolo tatuaggio visibilmente appena fatto.

Una stella. Ma non una qualsiasi, una di quelle che avevo disegnato io.

"Ma sei matto?..."

Non sapevo che dire.

"L'ho fatto per farti capire che..." iniziò a parlare.

"Che ti amo...e mi dispiace di non avertelo detto prima. Volevo dimostrarti che sei speciale e volevo portarti sempre con me" sorrise.

Sverrò da un momento all'altro.

"Ti amo anch'io, tu sei matto!" dissi prima di baciarlo.

"Ti ho sempre amata, non fraintendermi, ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo..." sussurrò appoggiando la sua fronte sulla mia.

"È perfetto così, dovevi farlo appena te la sentivi"

Mi sorrise, contento che io avessi capito la sua scelta.

"E se ci lasciamo? Che te ne fai del tatuaggio?" scherzai.

"Sarai sempre una parte importante di me, qualsiasi cosa accada" rispose.

"Questo avrebbe dovuto essere il momento in cui mi dicevi che non mi avrei più lasciata, però so che sei realista, è una delle cose che amo più di te" risi.

Lui rimase in silenzio per un attimo.

"Non c'entra essere realista, in questo momento io non ti lascerei andare per nulla al mondo perché mi sono finalmente reso conto che senza di te non valgo nulla. Però odio promettere cose che non posso controllare" ammise.

"Lo so, sto scherzando. Però voglio passare il mio tempo con te, perché ci credo in noi"

@raquel.silva ha aggiunto un contenuto alla sua storia

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Senza te, non è abbastanza || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora