"Nervosetta eh?" mi prende in giro Thessa, mentre stiamo aspettando che la partita inizi.
"No...ti pare"
Come no, notte insonne, ho girato tutta la mattina come una trottola e ora non riesco a tenere il culo incollato al sedile dello stadio.
"90 minuti e vedi il tuo uomo, niente di che" sorride.
"Sono tanti 90 eh, contando anche che Kenan è titolare e ce l'ho davanti..." sbuffo.
Per mia fortuna la partita inizia, e ci pensa questo a distrarmi dal pensiero del turco.
Poi insomma...prendiamo un gol imbarazzante dalla Salernitana e mi innervosisco di nuovo.
Stava quasi per finire il primo tempo, quando noto Kenan stanco, è strano, non l'ho mai visto così.
Si blocca in mezzo al campo come se fosse preso da un capogiro e poi si accascia a terra.
"Che ha? Sta bene?" mi agito subito.
Tutti lo accerchiano e io non riesco più a vedere un cazzo.
Lo staff medico entra in campo. Non mi sembra più solo stanco, ha qualcosa.
Sembra a malapena dare segni di vita.
Mi alzo anche dal mio posto, ma ancora non riesco a vederlo. Sto tremando.
"Ei, tranquilla. Sono sicura che non è niente" mi rassicura Thessa.
Ma io lo conosco, se non fosse niente sarebbe già in piedi o fuori dal campo.
Per un attimo preciso Dusan, in campo, si volta verso di me con sguardo preoccupato. E io mi agito ancora di più.
Quando tutti finalmente si levano da davanti, lo stanno portando fuori in barella e io perdo un battito.
"Oddio che cazzo devo fare? Non me lo faranno vedere mai!"
Il tempo sta passando e io ancora non sono lì con lui. Devo cercare di parlare con Dusan o qualcuno in campo, ho bisogno di sapere cosa è successo.
Nel frattempo è finito il primo tempo tra la confusione di tutti, e i giocatori rientrano negli spogliatoi.
Prendo al volo il telefono e chiamo il serbo. Ti prego rispondimi.
"Ei, stavo per chiamarti. Sono preoccupato" mi dice con voce tremante.
"Dusan, dimmi che è successo o rischio l'infarto!"
"È successo tutto troppo in fretta, ha perso i sensi credo, non parlava quando l'hanno portato via. Lo stanno portando in ospedale. Raquel ti prego, va da lui io non posso muovermi da qui"
Non ho bisogno di farmelo dire due volte. Riaggancio il telefono.
"Devo andare" dico a Thessa senza dare nessuna spiegazione.
"Aspetta, ti accompagno"
In effetti come avrei voluto arrivarci all'ospedale? A piedi? Non me ne fotte niente, voglio solo andare da lui.
Io e Thessa in un attimo siamo fuori dallo stadio e stiamo guidando verso l'ospedale che Dusan mi ha indicato.
In macchina non smetto di tremare come una foglia. Se gli succedesse qualcosa non lo accetterei mai.
"Lo sai che non te lo faranno vedere subito vero?" mi dice la ragazza.
"Lo so, non mi importa. Resto con lui. Tu puoi lasciarmi lì, devi tornare da Manuel, non preoccuparti per me"
"Sei sicura?"
Annuisco. Nessuno in questo momento può impedirmi di stargli accanto.
Come già detto mi faccio lasciare davanti all'ospedale ed entro di corsa.
Mi fermo davanti alla reception.
"Salve, mi scusi, Kenan Yildiz che stanza in che stanza è?" chiedo.
"110, ma in questo momento non può ricevere visite, è stato appena sistemato in stanza e i medici stanno facendo degli accertamenti"
"Ok, grazie"
Vado dritta fino alla 115 e mi siedo su una sedia fuori dalla porta.
Devo vederlo. Devo vedere con i miei occhi che sta bene o impazzisco.
Passano...bho, 15 minuti? E sono ancora qui, ci manca poco che scoppio a piangere dal nervoso.
Quando un medico esce dalla sua stanza scatto in piedi.
"Come sta?" chiedo direttamente.
"Il ragazzo è stato fortunato ad essere soccorso subito, è stato qualcosa causato dal probabile troppo affaticamento mentre giocava. Non è ancora cosciente però"
Ogni parola è una coltellata.
Kenan...Perché lui?
"Posso vederlo?"
"Certo"
Mi fiondo dentro la sua stanza.
È sdraiato e sembra stia dormendo. Gli sistemo sulla fronte le ciocche bionde che sono tutte scombinate sul cuscino.
Gli accarezzo uno zigomo e scoppio a piangere.
Non riesco a vederlo così.
Dovevamo parlare dopo la partita, dovrebbe essere sveglio e star risolvendo le cose con me. Doveva darmi il mio regalo.
Deve svegliarsi, così possiamo fare tutte queste cose. Così posso dirgli che io sceglierei lui anche in un'altra vita, anche se mi facesse tutto il male del mondo.
Devo dirgli che anche io lo vorrei come padre dei miei figli, e anche io vorrei che fosse mio marito.
Ci sono troppe cose che devo ancora dirgli.
STAI LEGGENDO
Senza te, non è abbastanza || Kenan Yildiz
FanfictionRaquel Silva ha 18 anni ed è nata in Portogallo, ma ha passato gran parte della sua vita in Italia, a Torino. Durante le sue vacanze estive a Ibiza in compagnia del suo migliore amico di una vita, Joao Felix, si imbatte nell'ultima delle persone che...