39.

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"Se non fossi un calciatore? Probabilmente lavorerei in un ufficio, o una cosa noiosa del genere"

Io e Hector proprio non eravamo più riusciti a riprendere sonno, quindi eravamo in camera mia, io seduta sul letto e lui su una sedia davanti a me e parlavamo delle cose più inutili.

"Secondo me saresti perfetto come modello, non ti manca nulla"

"Modello eh?"

Mi guardò con un sorriso malinconico, mentre si appoggiava allo schienale della sedia.

"A volte mi chiedo se sia davvero questa la vita che voglio. Voglio dire, certo, è il lavoro dei sogni, ma la vita di un calciatore non è sempre bella come appare. Sono sempre sotto pressione, sotto i riflettori...non ho mai una vera privacy" mi disse.

"Certo lo capisco, non deve essere così facile come sembra"

Si alzò dalla sedia e si avvicinò al letto, sedendosi accanto a me.

Si sdraia su un fianco, appoggiando la testa su una mano e guardandomi negli occhi.

"Non parlo molto spesso di queste cose con le persone, ma con te sento di poter essere me stesso, non mi giudicheresti"

"Certo che non ti giudicherei, puoi parlare con me" sorrido.

Poi sorrise, cambiando tono.

"E poi, i tuoi complimenti non mi dispiacciono. Un modello perfetto...cavolo devo essere davvero bello ai tuoi occhi!" ride.

"Dai! Ma sentiti!"

"E i modelli sono anche molto apprezzati dalle donne, e ti posso assicurare che a me non mancano le donne" mi prende in giro.

"Hector non ti ho mai visto con una ragazza!"

Si sdraia sul letto a pancia in su e fissa il soffitto.

"Ho avuto qualche relazione con delle ragazze. Ma niente di serio. Mi sembra difficile trovare qualcuna che mi capisca davvero, qualcuno che sia davvero disinteressato alla mia fama e che voglia stare con me per quello che sono anziché per la mia popolarità"

"Sei troppo pessimista! Ci sarà qualcuno che ti vede per quello che sei" dico sicura.

"Sarà, ma attualmente mi interessa l'opinione di una sola ragazza"

"Sei insistente eh" sorrido.

"Scusaaaa lo so"

Sospiro e lo guardo.

"Non mi da fastidio. Però parliamo seriamente Hector, non ti sono indifferente, perché anche tu in fondo mi piaci. Ma mettiamo l'ipotesi che ci innamoriamo, e poi? Io vivo a Torino e tu a Barcellona, abbiamo due vite completamente diverse. Non funzionerebbe"

"Che fastidio cazzo, è tutto così ingiusto. Sono mesi che non riesco a smettere di pensare a te, trovo il coraggio di dirtelo e comunque non posso fare niente perché viviamo a 850 fottuti chilometri. Non riesco ad accettarlo"

Mi sdraio a pancia in giù accanto a lui e gli accarezzo una guancia.

"Sei dolce, ma non possiamo fare niente Hector, lo sai"

Lui chiude gli occhi, come beato dal mio tocco e sospira.

"Si è fatto tardi, torno a letto. A domani Raquel" si alza ed esce dalla mia stanza.

Siamo distanti e continua a mancarmi Kenan, avrei voluto dire, ma non l'ho fatto.

Con la testa più confusa di prima, alla fine mi addormento.

*

"Buongiorno"

Ero seduta in cucina quando João e Hector si svegliano, avevo dormito poco o niente questa notte.

"Buongiorno belli addormentati" rido.

"Sto morendo di fame, vado a comprare qualcosa per colazione?" mi chiede il portoghese.

"Ti rispondo io, si João, alza il culo" si intromette Hector scherzando.

Ridiamo tutti.

"Va bene stronzi, torno tra 5 minuti"

Dopo essersi vestito, João esce e lascia me e lo spagnolo da soli.

Pur di non concentrarmi su di lui, decido ci andare a fare una doccia.

"Ei sto andando in bagno, faccio una doccia e torno"

"Va bene"

Corro in bagno e mi ci chiudo dentro.

Dopo essermi lavata corpo e capelli, esco e cerco di perdere più tempo possibile pur di non tornare subito di là.

Poi però sento suonare il campanello di casa.

"Hector vai tu! Non ho ancora finito ma sarà João" urlo per farmi sentire.

Ok, il cibo è più importante.

Mi vesto in fretta e furia ed esco dal bagno.

"Dov'è la colaz-"

Passo davanti la porta, ma invece di trovare il mio migliore amico, trovo Kenan?! Che fissa Hector come se avesse visto un mostro tral'altro.

"Disturbo?" chiede il turco.

Si, la tua presenza mi disturba a prescindere.

Senza te, non è abbastanza || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora