Capitolo 76: Karim?

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Capitolo 76: 

Le luci soffuse della stanza d'ospedale sembrano avvolgerci in un bozzolo, isolando tutto il resto del mondo. Davide è disteso sul letto, pallido ma vivo. I macchinari che lo circondano emettono un ritmo regolare, un promemoria del sottile equilibrio tra la vita e la morte. Io sono accanto a lui, incapace di staccarmi anche per un istante.

Ma dentro di me, so che la battaglia non è ancora finita. Luna è stata arrestata, Luis affronta le conseguenze delle sue azioni, ma le ombre del nostro passato sembrano ancora incombere, pronte a strisciare fuori nel momento meno opportuno.

Rashid entra nella stanza, il suo volto segnato dalla stanchezza, ma i suoi occhi brillano di una determinazione che mi rassicura. "La polizia ha iniziato a interrogare Luna e Luis," mi informa. "Hanno trovato abbastanza prove per inchiodarli entrambi. Ma c'è una cosa che devi sapere."

Il suo tono è teso, e sento il mio stomaco contrarsi. "Cosa intendi?" chiedo, incapace di nascondere il tremito nella mia voce.

Rashid esita, come se stesse valutando se fosse il momento giusto per dirmelo. Alla fine, sospira. "Luis non era solo. C'è qualcun altro coinvolto, qualcuno che non abbiamo ancora identificato."

Le sue parole mi colpiscono come un pugno. Pensavo che tutto fosse finito, che la lotta fosse stata vinta. Ma ora, un nuovo pericolo si profila all'orizzonte.

"Chi è?" sussurro, cercando di mantenere la calma.

"Non lo sappiamo ancora," risponde Rashid, il suo tono grave. "Ma abbiamo scoperto tracce di un contatto con qualcuno al di fuori di Milano, qualcuno che sembra aver orchestrato parte di tutto questo."

Sento il mio cuore accelerare, ma prima che possa rispondere, un gemito debole mi riporta alla realtà. Davide sta cercando di muoversi, il suo viso contorto in una smorfia di dolore. Mi avvicino rapidamente, prendendo la sua mano tra le mie.

"Non forzarti," gli dico, la mia voce dolce ma ferma. "Hai bisogno di riposo."

Lui apre gli occhi lentamente, fissandomi con un'intensità che mi toglie il respiro. "Noemi," mormora, la sua voce debole. "Non lasciare che mi portino via di nuovo. Non questa volta."

"Non succederà," prometto, stringendogli la mano. "Sono qui. Ti proteggerò, qualunque cosa accada."

Le sue labbra si curvano in un debole sorriso, ma vedo nei suoi occhi che non è del tutto convinto. E nemmeno io lo sono.

Non riesco a dormire. Mi muovo nervosamente nella piccola poltrona accanto al letto di Davide, mentre il silenzio dell'ospedale mi avvolge. Fuori dalla finestra, la città sembra un mare di luci lontane, un mondo che continua a muoversi nonostante tutto quello che è successo.

Ma dentro questa stanza, il tempo sembra essersi fermato.

All'improvviso, un rumore mi fa sobbalzare. Mi giro di scatto, il cuore che batte all'impazzata. La porta della stanza si apre lentamente, e per un istante il panico mi paralizza.

Ma è solo Rashid.

"Non volevo spaventarti," dice con un sorriso stanco. "Ma ho notizie."

Mi alzo in piedi, il mio corpo teso come una corda. "Cosa hai scoperto?"

"Luis ha parlato," dice Rashid, il suo tono serio. "Ha fatto il nome di qualcuno. Un uomo chiamato Karim."

Il nome mi suona familiare, ma non riesco a collocarlo. "Chi è?" chiedo, il mio stomaco che si stringe in una morsa.

"Non lo sappiamo ancora esattamente," ammette Rashid. "Ma sembra essere il collegamento mancante, il burattinaio dietro tutto questo. E se quello che Luis ha detto è vero, Karim non si fermerà finché non avrà ottenuto quello che vuole."

l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora