CApitolo 81: Lavoro

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Capitolo 81:

Il giorno successivo inizia con la routine di sempre, come se Milano avesse reclamato il suo diritto su di noi. Nonostante tutto, ogni dettaglio sembra diverso, carico di una consapevolezza nuova, una sensazione di attesa.

Mi guardo allo specchio mentre sistemo l'uniforme di capitano dei Carabinieri. Ogni gesto è automatico, familiare, eppure questa mattina sembra più pesante.(Amo il mio lavoro ma certe volte beh) Non il tessuto dell'uniforme, ma ciò che portavo dentro di me: un piccolo segreto, fragile e potente. Sistemo la giacca con un respiro profondo, scostandomi i capelli dal viso.

Davide mi osserva dal letto, il corpo rilassato sotto le lenzuola, ma gli occhi sono vigili, attenti a ogni mio movimento.

"Stai bene?" chiede con un tono che mescolava curiosità e preoccupazione.

Mi volto verso di lui, un sorriso sottile sulle labbra. "Sto bene. Solo.... pensavo a quanto tutto sia cambiato in così poco tempo."

Lui si alza, avvolgendosi in una coperta, e si avvicina per stringermi in un abbraccio da dietro. Il calore del suo corpo mi avvolge, e per un momento mi concessi di lasciarmi andare contro di lui.

"Qualunque cosa accada, siamo insieme in questo," mormora, e sento la sua mano sfiorarmi il ventre,(sa che prima odiavo il mio aspetto) un gesto istintivo e dolce che fa tremare il mio cuore.

"Lo so," rispondo a bassa voce. Poi, con un sorriso malizioso, aggiun: go" Dai Davide stasera ci coccoliamo sul divano va bene? Ora lasciami andare o arriverò in ritardo, e sai che non sopporto dare cattivo esempio."

Ride, lasciandomi andare con un bacio sulla guancia. "Allora vado a farmi la mia corsa, prima che gli allenamenti mi facciano pentire di essere un calciatore."

La giornata vola via in un turbinio di ordini e relazioni. L'uniforme non lascia spazio a debolezze, e il ruolo che rivestivo richiede attenzione. Ma ogni tanto, mentre firmo i documenti o rispondo a una chiamata, una piccola distrazione mi riporta al pensiero del bambino.  Alla fine chiudo il mio ufficio e lascio la caserma. Sembra crudele ma è cosi, oggi a Milano non è stato ucciso nessuno, quindi nessun caso oggi.

La sera torno a casa stanca, ma un senso di attesa mi tiene sveglia. Apro la porta e sento il profumo di qualcosa che Davide sta cucinando in cucina. Lo trovo davanti ai fornelli, concentrato, con un'espressione che lo rende ancora più affascinante.

"Sorpresa," dice senza voltarsi, sapendo che sono qui. "Carbonara, la mia specialità, e so che ne avevi voglia."

Rido, avvicinandomi per dargli un bacio sulla guancia. "Sei il miglior cuoco improvvisato che conosca."

Dopo cena, ci sediamo insieme sul divano, avvolti in una coperta, con una tazza di tè tra le mani. La luce soffusa delle lampade e il silenzio della casa creano un'atmosfera intima. Lui si giròa verso di me, il viso serio ma dolce.

"Dieci giorni, vero?" chiede, e il suo sguardo si posò sul mio ventre.

Annusco lentamente. "Sì. È ancora presto, ma... non potevo non dirtelo."

Mi prende una mano e intreccia le dita con le sue. "Lo sai che è una follia, vero? Noi due, un bambino. Ma è una follia che non avrei mai pensato di volere così tanto."

Mi sento sopraffatta da quell'ammissione. Gli occhi si riempono di lacrime, ma sorrido, cercando di nascondere la commozione. "Non so cosa succederà, Davide. Ho paura, lo ammetto. Non sono nemmeno sicura che tutto andrà bene."

Lui scosse la testa, stringendo la presa sulla mia mano. "Noemi, non pensare a quello che può andare storto. Pensa a quello che possiamo costruire insieme. Non sarà facile, ma siamo più forti di tutto il caos che abbiamo già superato."

"Non lo so. È così presto," mormoro, quasi più per me stessa che per lui. "E se non ce la facciamo? Se le cose non andranno come speriamo?"

Davide si avvicina, posando una mano sulla mia guancia. "Qualunque cosa accada, lo affronteremo insieme. Te lo prometto."

Ce un lungo silenzio, ma non è vuoto. Le sue parole riempono ogni spazio, ogni dubbio. Mi accoccolo contro di lui, lasciando che la sua sicurezza diventasse anche la mia.

E mentre il silenzio ci avvolge, sentivo che, nonostante le paure, stiamo costruendo qualcosa di reale, qualcosa che sarebbe durato.

l'amore-- Davide Frattesi&meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora