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-Mamma, sono di sopra, mi sto vestendo.- le dissi urlando. Mi sistemai i capelli bagnati e solo dopo mi accorsi di essere ancora mezza nuda. Misi un pantaloncino ed una canottiera in fretta ed uscii dalla mia camera. Mi affacciai alla finestra del corridoio che dava sul giardino sul retro e vidi Bruno chiacchierare con Tim, tirai un sospiro di sollievo.

-Christina.- disse mia madre con le lenzuola da piegare.
-Porca troia mamma mi hai spaventata!-
-Sempre con queste parole.-
-Indovina chi me le ha insegnate.-
-Quel pezzo di merda di tuo padre. Che facevi? Contemplavi il giardino? Aiutami a piegare le lenzuola.-
-No, contemplavo quel ragazzo straordinario.- "Merda, l'ho detto ad alta voce. Merda, merda, merda" pensai. Mia madre, curiosa, diede uno sguardo e vide Bruno e Tim.
-Spero vivamente che ti riferisca a Tim.- disse guardandomi con lo sguardo da ramanzina.
-Si... Infatti mi riferivo a lui.- le risposi sorridendo.
-Christina.- disse avvicinandosi. -È il ragazzo di tua sorella.-
-Dio mamma, lo so. Non lo farei mai.-
-Christina tu l'hai già fatto.- disse incredula.
-Sssh, abbassa la voce. E poi cosa credi che io abbia fatto?-
-Non lo sooo. Porca troia Christina, cosa ci hai fatto con lui?-
-Un... Due... Bacini.-
-Oh Gesù.- andò nella sua camera da letto e ripose le lenzuola in un cassettone, si sedette sul letto e mi fece segno di raggiungerla. -Hai... hai idea di quello che succederà quando tua sorella lo verrà a sapere?-
-Lo so mamma ma... io... io non l'avevo previsto. Lui si presenta qui con il suo sorriso mozzafiato e io mi sono ritrovata cotta come un tacchino nel giorno del Ringraziamento e vedo anche lui cotto di me. Si, insomma, me l'ha detto chiaro e tondo e mi ha detto che non prova niente per lei.-
-Oh tesoro... Sappi che non ce l'ho con te e non ce l'ho con lui. Una cosa è certa in tutta questa faccenda cioè che i sentimenti non si possono controllare. Vi capisco e vorrei appoggiarvi ma dovrete fare una scelta e... Lei soffrirà... Karen è fragile.-
-Fragile? E a me non ci pensi? Anche io sono fragile ma nessuno lo sa perché io, al contrario di Karen, piango in camera mia, di notte con la luce spenta attenta a non far rumore. Chi ha mandato avanti la baracca quando ce ne siamo andate di casa e tu non facevi altro che ubriacarti perché tuo marito era un fottuto tossico? Chi si metteva nei guai oltre a me e Nate per racimolare quei pochi soldi che ci servivano per mangiare? Voi siete fragili alla luce del giorno davanti a tutti, io sono fragile di notte.-
-Christina io....-
-No mamma, non pensi a me? Zac? Te lo ricordi Zac? Tu non mi sei stata vicino. Il mio ragazzo è morto davanti ai miei occhi e tu... Tu pensavi che avessi bisogno di uno psicologo quando io avevo solo... Bisogno di te. Anche ora avevo bisogno del tuo appoggio ma purtroppo Karen viene prima perché soffrirà. Bhe, sappi che anche io sto una merda e sto soffrendo. Soffro da quando sono nata.- Le risposi in lacrime. -Quindi fanculo te, Karen e tutti quanti. Voglio vivere per una dannata volta una cazzo di storia con un cazzo di ragazzo che mi piace e della tua figlia adorata non me ne fotte un cazzo.- mi alzai ed andai via sbattendo la porta.

Vidi Bruno sorridere e venirmi in contro ma, in lacrime, mi chiusi in camera mia. Piansi, piansi per la prima volta alla luce del giorno e rumorosamente, senza trattenere i singhiozzi. Piansi e dopo un quarto d'ora di lacrime senza sosta e vari tentativi di Bruno e di mia madre di farmi uscire da quella stanza, smisi di piangere.

Bruno era ancora dietro quella porta ad aspettarmi ed io ne fui contenta. Aprii piano la porta e lui era lì che mi sorrise. Lo feci entrare in camera e mi abbracciò, in quel momento non mi trattenni e ricominciai a piangere. Fu un momento di grande intimità e confessione. Anche se non parlai, lui capì che quello che usciva dai miei occhi era tutto dolore, dolore represso da anni e che finalmente uscì fuori.

Gli raccontai quello che dissi a mia madre, tranne la parte riguardante Zac, e lui mi baciò e mi accarezzò.
-Piccola, andrà tutto bene.-
-No, perché in qualsiasi caso soffrirà. Ti sto per chiedere una cosa e vorrei davvero che tu sia sincero e diretto.-
-Dimmi.-
-Puoi fare una scelta? Vuoi me o lei perché per quanto possa essere eccitante una storia del genere è anche spossante e stiamo tradendo la fiducia di Karen. A te potrebbe anche non interessare ma lei è comunque mia sorella.-
-Io... Non voglio farla soffrire e...-
-Ok, ho capito. Ora se non ti dispiace ho da fare.-
-Christina... Io...- lo feci alzare e lo feci andare via. Tutti a pensare a Karen e a me? A me chi ci pensava? Come al solito io.

Passai mezza giornata in quella stanza a scrivere e a fumare. Mi presi una pausa da tutto e da tutti. Quando arrivò la sera sentii nell'altra stanza Karen e mia madre parlare. -Mamma, mi ha lasciata. Così di punto in bianco.- sentii dire da Karen.

Appena realizzai quelle parole sorrisi ed iniziai a saltellare per la camera. Lo so, era una brutta cosa ridere e saltare mentre mia sorella piangeva e soffriva ma non m'importò. In quell'istante ero felice.

Quando scesi per la cena ero felice e sorridente mentre mia madre e Karen erano tristi.
-Cosa sono queste facce?- dissi.
-Boh, non me lo vogliono dire.- mi rispose Nate.
-Bruno mi ha lasciata.-
-Oh, mi dispiace cucciola. Starai soffrendo molto.- dissi abbracciandola con leggerezza.
-Mi prendi in giro Christina?-
-No, per niente. Sono solo... Felice.- dissi mangiando un pezzo di pane. Guardai mia madre che mi guardò con uno sguardo di scuse ma non la calcolai. Ce l'avevo troppo con lei per pensare alle sue scuse.
-Beh... Io sono tutto tranne che felice.-
-Capita dai... Morto un papa se ne fa un altro.-
-Christina, un po di tatto.- disse Tim.
-Hai ragione Tim, scusami sorellina. Però in fondo ho sempre pensato che tra di voi non ci fosse un gran feeling.-
-E invece tra di voi c'era questo feeling?-
-Sicuramente ce n'è di più tra me e lui di quanto ci fosse tra voi.-
-Per me ha ragione Christina.- disse Nate.
-Anche tu ora?- gli rispose Karen.
-Scusami ma sono rare le volte in cui vi ho visti insieme e quelle rare volte eravate freddi.-
-Sarete meglio tu e Joy immagino. E tu Christina di cosa diavolo parli? Hai mai avuto un ragazzo più di tre mesi di fila? L'unico che hai avuto è anche...- infuriata mi alzai e le andai vicino.
-È anche cosa?- dissi avvicinandomi a lei.
-Christina siediti!- rispose nostra madre.
-Karen rispondi, è anche cosa?-
-È morto!- in quel momento non riuscii a controllarmi. Non tolleravo che nessuno parlasse di lui e di quello che successe.

Tutte le scene di quel tragico momento rivissero nella mia mente e non capii più niente. Le diedi uno schiaffo. Nate si alzò e mi fece allontanare da lei che si massaggiava la guancia guardandomi male.
-Come cazzo ti permetti brutta stronza. Si è morto ma tu, non potrai mai lontanamente provare e vivere quello che io ho vissuto con lui. Sei troppo frigida e bigotta per riuscire a provare con qualsiasi altro ragazzo ciò che provai io. Ti sei mai chiesta perché invece le tue storie durassero solo quattro di mesi? Beh, se non l'hai fatto te lo dico io: sei una cazzo di palla al piede.- Mia madre guardò Karen infuriata, anche lei sapeva che l'argomento Zac era vietato.
-Christina abbassa la voce, basta, smettila.- disse Tim ma ormai ero una bomba esplosa, un vulcano in eruzione e nessuno poteva fermarmi o calmarmi.
-Sai perché il tuo caro Bruno ti ha mollata?-
-Ok, ora basta. Smettila Christina.- disse mia madre.
-Perché?- rispose Karen alzandosi dalla sedia.
-Ti ha mollata perché le emozioni che non gli davi tu gliele davo io. Ti ha mollata per me tesoro.- la mano pesante di Karen colpì il mio viso ma non sentii dolore. Sorrisi.

Ormai la cena era conclusa senza nemmeno iniziare. Eravamo tutti in piedi con Nate che manteneva me e Tim che manteneva Karen. Eravamo in guerra ma io non avevo voglia di combattere.
-Smettetela porca troia.-
-Non ci penso proprio.- disse Karen.
-Bene, allora andatevene. Sono stanca di questi fottuti drammi. Non ne posso più.- Rispose mia madre.
-Sapete cosa vi dico? Me ne vado io.- andai di sopra e mi sedetti sul letto. Dopo poco mi alzai infuriata e presi una grande borsa, aprii l'armadio e ci misi dentro il più possibile. Andai di sotto e tutti mi guardarono.
-Dove vai?- chiese Nate.
-Non lo so.-
-Christina non fare la stupida posa quella borsa e siediti.- disse nostra madre. Non l'ascoltai. Presi le sigarette che erano in cucina con l'accendino ed un po di soldi ed andai via sbattendo la porta. Nate mi seguì ma non l'ascoltai e ritornò a casa. Non sapevo cosa fare e dove andare e mi venne un'idea.

Mi ritrovai di fronte a casa sua senza sapere nemmeno come. Le mani mi tremavano e non riuscivo a suonare quel campanello. Iniziai ad agitarmi e a piangere, iniziai a pregare di trovare la forza di suonare ma non ci riuscii. Mi sedetti sotto il suo portico e ci restai per un'ora fin quando non mi decisi. Mi alzai, cercai di rendermi presentabile e suonai alla porta.
-Aaarrivo.- sentii da dentro casa e la sua voce mi rassicurò. Appena aprì la porta e mi trovò lì sgranò gli occhi.
-Ho bisogno di te.- dissi in lacrime.
-Non piangere ti prego.- mi abbracciò. -Vieni, entra.-

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