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Erano le otto di sera quando io e Joyce andammo a casa mia per cambiarci e poi andare nel locale dove ci eravamo dati appuntamento.

Avevo stretto una buona amicizia con Joyce, la trovavo una ragazza molto carina, alla mano e sempre disponibile. Mi chiese se potessi prestarle qualcosa per la serata e la portai a casa. Vide la mia camera incasinata e restò a bocca aperta.
-Dio, ho sempre desiderato una camera così ma mia madre era troppo ossessionata dall'ordine per lasciarmelo fare.- disse guardando i miei abiti.
-I miei hanno perso le speranze con me già da quando avevo dieci anni.- rise. -Vedrai, Ashley, Samantha e Hilary ti piaceranno da matti. Sono fighissime e poi c'è Seth che è gay. Poi verranno anche Will e James che sono due fighi pazzeschi.-
-Finalmente, era ora che conoscessi ragazzi fighi. Penso di essere in astinenza. Che bella questa gonna.-
-Posso prestartela ma attenta a non rovinarla che la presi a Parigi e lì non ci torno di nuovo.- mentre ci preparavamo, tra un messaggio a Bruno, una sigaretta e una birra, ci raccontammo.

Mi chiese di Bruno e le raccontai la nostra storia. Rimase a bocca aperta quando le raccontai di Parigi e di quello che fece per farsi perdonare.
-Deve amarti davvero tanto. Quanto sei fortunata.-
-Si, lo sono.- dissi con gli occhi lucidi mentre mettevo un filo di rossetto. Ci guardammo allo specchio per un'ultima volta ed uscimmo. Arrivammo al locale dove già c'erano Ash, Sam, Hilary e Seth, presentai loro Joyce e subito fecero amicizia. Dopo poco arrivarono Adam, William e James.

Ordinammo qualcosa da bere e cominciammo a chiacchierare del più e del meno e notai in Adam qualcosa di strano, anzi, mi guardava in modo strano e feci di tutto per evitare il suo sguardo.
-Sono contento che mi abbiate invitato ad uscire con voi. Mio fratello ed io ci siamo trasferiti da poco e non conosciamo nessuno.- disse proprio lui.
-Perché dove vivevate?- gli domandò Seth.
-A Las Vegas.-
-E tu da Las Vegas vieni a Los Angeles?- domandammo contemporaneamente io e Sam.
-Beh si, ci stava stretta. Non c'era posto per noi.- e così continuammo a parlare di noi e delle nostre vite. Joyce ed Adam mi domandarono molto di Bruno ed io gli parlai di lui sempre con gli occhi lucidi, ero fiera dell'uomo straordinario che avevo al mio fianco.

Per non annoiarci decidemmo di fare una sorta di gioco della bottiglia. Mettemmo una bottiglia vuota al centro della tavola e la giravamo due volte. Il primo che la sorte decideva di scegliere faceva una domanda mentre il secondo doveva rispondere qualsiasi essa fosse e non poteva rinunciare. Nel caso uno di noi rinunciasse a rispondere pagava pegno.

Mentre giocavamo notai Adam che mi fissava e dentro la mia testa si formò il pensiero che forse avrei potuto piacergli ma poi lo abbandonai dandomi della stupida.

Arrivò il turno di James di fare la domanda e quando rigirò la bottiglia, questa indicò proprio me. Le domande di James erano di solito cattive e mi preoccupai.
-Allora Christina...- deglutii rumorosamente e tutti risero. -Visto che non ce l'hai mai voluto svelare, quanti piercing hai e dove ce l'hai?-
-No no no no no no. Non ve lo dico, pago pegno.-
-Daaaai.- dissero tutti in coro.
-No ragazzi, non disperate.- disse James. -Il tuo pegno sarà di mostrarceli allora.-
-Sei un perfido e maligno amico. Cattivo sei.- rise mentre mi guardava con aria di sfida. Guardai tutti ed Adam aveva uno sguardo quasi ammaliante e per non perdermi in quei pensieri strani ritornai a guardare gli altri. -Ok, posso ripensarci e rispondere alla tua domanda caro James?-
-Mi sento buono stasera. Dai, toglici questa curiosità.-
-Bene, ho dodici piercing.- vidi Adam e Joyce sgranare gli occhi.
-Dove ce li hai?- chiese James.
-Posso rispondere ad una domanda per volta caro.-
-Mi hai fregato.- disse bevendo. Dopo qualche altro giro di quel gioco rivela segreti, la bottiglia indicò prima Adam e poi me.
-Sii buono ti prego.- mi sorrise malizioso ed io non abbassai lo sguardo.
-Dove hai quei dodici piercing?- James fece segno ad Adam di dargli il cinque ed io li guardai male.
-Ne ho... Tre per orecchio, uno sulla lingua che ho tolto, uno sotto il mento...- mi fermai.
-Poi? Per adesso ne conto otto.-
-No, non ve lo dico. Posso dirvi a quanti anni ho perso la verginità, dov'è il posto più strano in cui l'ho fatto e tante altre cose ma questo no.-
-Ok, allora... Con chi di noi faresti sesso?- domandò Adam.
-Bella domanda.- gli disse Sam.
-Se non fosse gay con Seth.- gli mentii. In quel momento lui era uno degli uomini più sexy a quel tavolo e se non fossi stata impegnata, evidentemente quei pensieri "sconci" su di lui non mi avrebbero turbata.
-Tesoro, lo sai che anche io lo farei con te? Sei una gran gnocca stasera. L'Europa ti ha fatto bene, bravo Bruno.-
-Si, è vero, sei molto bella.- disse Adam.
-Grazie ragazzi.- dissi snobbandoli ma poi ripensai a quel "sei molto bella" da parte di Adam e mi sentii avvampare, non per il complimento in se ma perché un altro uomo mi stava "corteggiando" e non lo trovai giusto nei confronti del mio uomo. Lui sapeva che avevo un ragazzo, perché lo stava facendo? Ero talmente assorta in quei pensieri che non mi accorsi che dovevo ricevere una domanda da Joyce.
-Con quanti uomini sei stata a letto?- alzai gli occhi al cielo.
-Odio questo gioco.- tutti risero. -Mmh, con Bruno direi che sono cinque.-
-Wow, pensavo di più.- disse Will. Gli tirai delle patatine e ritornammo a quel gioco.

La serata passò tranquillamente e quando arrivò il momento di andare via, diedi un passaggio ad Adam che non aveva una macchina e non volevamo che prendesse un taxi.
-La sai portare vero?- disse entrando nella mia macchina.
-Ha ha ha, simpatico. Guarda che ti porto in qualche terra sperduta e lì ti lascio.-
-No, non farlo.- disse ridendo. Arrivammo fuori casa sua e ci guardammo.
-Bene, allora.. Ci vediamo domani Christina.-
-Ahm... Adam... Eravamo in tanti, perché hai voluto un passaggio proprio da me?-
-Beh... Se non volevi potevi dirmelo.-
-Ti ho fatto una domanda, rispondi.-
-Beh, si... Insomma, perché... Volevo stare un po' da solo con te.-
-Adam... Io ho un ragazzo e l'hai visto.-
-Si, lo so. Beh allora vado. Domani facciamo finta che tutto questo non sia mai accaduto. Custodirò i tuoi segreti, non preoccuparti.-
-Va bene. Buonanotte.- aspettai che uscisse dalla macchina e partii in quarta per ritornare a casa ma non ci andai.

Bussai alla sua porta ed aspettai ce mi aprisse. Quando aprì lo abbracciai.
-Ma che ci fai qui?- disse sorpreso e sorridente.
-Niente, mi mancavi.-
-È successo qualcosa?- misi le mani nei suoi ricci e lo baciai.
-No amore. Voglio solo stare con te stanotte.-
-Hai avvisato i tuoi?-
-Si papà. Ho mandato un messaggio a mia madre.-
-Com'è andata?-
-Benissimo.- gli dissi cercando di sviare il discorso. Non gli dissi niente di quel gioco, degli sguardi di Adam e di quello che mi disse in macchina. Entrai in casa sua e mi fece avvolgere le mie gambe intorno ai suoi fianchi.
-Quanto ti amo piccola.-
-Anche io amore.-

Passò qualche settimana, Christina ed io non ci vedevamo tanto spesso ma quando lo facevamo stavamo da Dio. Litigavamo di meno e prevaleva la passione, l'amore e nient altro. Quando non ci vedevamo, lei usciva spesso con le sue solite amiche e Joyce ed una sera a settimana andavano in qualche locale con tutti i loro amici, compreso Adam. Anche se la presenza di quell'uomo mi dava su i nervi, non avevo niente in contrario, anche io andavo in qualche locale con i miei amici. Ci fidavamo l'uno dell'altra e raggiungemmo, piano piano, una stabilità di cui avevamo bisogno. Lei era la mia casa, da lei ci potevo sempre e comunque tornare. Anche se litigavamo ed era furiosa con me, lei ci sarebbe sempre e comunque stata e per questo l'amavo con tutto me stesso. Con lei al mio fianco avrei potuto affrontare il mondo intero, con lei al mio fianco non ero mai da solo.

Una sera di febbraio, Christina mi chiese se volevo raggiungerli per un drink. Inizialmente le dissi di no ma poi le feci una sorpresa. Mi fermai con la macchina di fronte a quel bar e dalla vetrina la vidi seduta con i suoi amici. Dopo qualche secondo li vidi tutti alzarsi e andare verso il tavolo da biliardo ma lei restò lì seduta. Sapevo che non le piaceva giocare a quel gioco. Entrai nel bar e mi accorsi che di fianco a lei era seduto proprio Adam. Chiacchieravano e poi lui mise la mano dietro la schiena della mia donna che subito si spostò. Fui fiera di lei e stavo per andarle vicino quando vidi quello che non avrei mai voluto vedere. Lui si avvicinò e la baciò. Partii in quarta.
-Brutto figlio di puttana.- mi avvicinai a lui e gli diedi un pugno sul naso.
-Bruno, non è come pensi. È stato lui...- disse lei giustificandosi. La guardai furioso.
-Lo so, ho visto tutto.- Adam si alzò dolorante con il sangue che gli colava dal naso. Tutti gli occhi delle persone presenti erano su di noi. Stava per attaccarmi ma Christina si posizionò tra noi per evitare la rissa. -Non so se ci hai fatto caso pezzo di merda, lei, è la mia ragazza. Non azzardarti ad avvicinarti a lei, ti faccio nero.- lui rise.
-Aspettati una chiamata dal mio avvocato.- disse tenendosi il naso.
-Fai pure. Dì al chirurgo dove andrai a rifarti quel naso di merda che ti ritrovi che offro io. Andiamo Christina.- la presi per il braccio e la tirai via.

Uscimmo da quel bar ed andammo alla macchina. -Spero che tu ti licenzi stesso domani.-
-Cosa?- disse fermandosi.
-Si, licenziati.-
-Non posso licenziarmi perché tu hai deciso così.-
-Si che puoi.-
-Tu hai un lavoro e sei pieno di soldi, io no. Ho bisogno di lavorare.-
-Posso darti tutto quello che ti serve.-
-No, non puoi dirmi così. Non posso dipendere da te.-
-Perché no?-
-Perché... Mi piace quel lavoro e...-
-Ti piace anche quello stronzo?-
-Lo stronzo qui sei tu. Vaffanculo Bruno, vaffanculo.- si liberò dalla mia stretta ed iniziò a camminare.
-Cosa ho fatto? Qui quella che non si è sottratta a quel bacio sei tu.- si fermò e ritornò da me.
-Perché non me ne hai dato il tempo. Sei venuto e gli hai dato un pugno, cosa cazzo vuoi ora? Si, è un bel uomo ma niente di più. Solo se pensi che possa piacermi in altri sensi beh, allora avevo ragione: lo stronzo qui sei tu.- ricominciò a camminare e poi si rifermò. -Non posso licenziarmi perché ho preso una cazzo di casa in affitto.-
-Cosa? Quando avevi intenzione di dirmelo?-
-Ti ci volevo portare domani. Volevo farti una sorpresa lì per San Valentino, cenare con te e stare con te nella mia prima casa. Hai rovinato tutto. Non mi licenzierò, se vorrai fidarti di me bene, altrimenti sono solo fatti tuoi.-
-Bene.- dissi.
-Bene.- disse lei. -Mi hai seguita questa sera?-
-No, volevo solo farti una sorpresa.-
-Ok.-
-Meglio se... Ci prendiamo una pausa.- dissi.
-Come ti pare.-
-Allora...-
-Ciao Bruno.-
-Ciao.-

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