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Ero stesa solo con il busto sul mio grande letto e le gambe in aria appoggiate al muro a pensare e ripensare a quello che fino ad ora era successo e a quello che poteva accadere in futuro. "Bruno... Bruno... Bruno" si, nella mia testa, per quanto mi sforzassi di pensare a qualcosa che riguardasse lui, mi veniva da dire solo il suo nome, Bruno. L'unico che mi capisse davvero, l'unico che mi dimostrasse il suo affetto, l'unico che mi trattasse come una principessa. Lo amavo? Questo non lo sapevo, non ero ancora in grado di capirlo ma quello che sapevo per certo era che ero totalmente attratta da lui in tutti i sensi. Era la mia droga e non riuscivo a farne a meno.

Per non pensare a lui decisi di uscire a fare due passi per Los Angeles. Mentre camminavo sentii come se qualcuno mi stesse seguendo e con la scusa di allacciarmi le scarpe, con la coda dell'occhio, vidi che era una macchina e non mi persi d'animo. Mi alzai, ci andai vicino e bussai al finestrino scuro. Quando il vetro si abbassò vidi la faccia di Noah che sorrideva e che avrei preso volentieri a pugni.
-Mi stai seguendo?-
-Sei paranoica Christina, perché dovrei?-
-Forse perché non ti sei ancora rassegnato al fatto che ti ho lasciato tanto tempo fa.- dissi ricominciando a camminare con lui che mi seguiva piano con la macchina.
-Non sei il centro del mondo piccola.-
-Allora perché mi segui? E non chiamarmi piccola che ti tiro un pugno.-
-Perché hai un culo che parla.- gli alzai il dito medio con un falso sorriso. -Ce l'hai ancora i piercing che ti feci?-

Ebbene si, Noah era il mio tatuatore di fiducia. Bravissimo nel suo lavoro ma stronzo a sufficienza, anche troppo. Non perdeva occasione di punzecchiarmi e di ricordarmi la nostra storia catastrofica ma molto passionale, l'unica cosa che andasse bene tra noi era il sesso ma si sa che purtroppo non basta solo quello. Mi stancai e gli andai di nuovo vicino.
-Se non la smetti il piercing te lo faccio in fronte e ti perdi anche una cliente. Smettila Noah, ho un ragazzo ora.-
-Ah, si... Il cantante. Dimmi ti soddisfa, in tutti i sensi?-
-Lo vuoi sapere sul serio? Mi sa che dopo ti mortificherei.-
-È così perfetto? Wooow, non ci credo.-
-Non sei il centro del mondo piccolo e se vuoi saperlo arriva in punti che tu non sapevi manco esistessero. Sei troppo egocentrico e concentrato su te stesso per tenerti una donna e soddisfarla in tutti i sensi. Mi hai rotto le palle ora. Vai via.-
-Tanto ritornerai da me.- chiuse il finestrino ed andò via pieno di se. Quanto lo odiassi in quel momento non si poteva spiegare.

Mentre ritornavo alla mia passeggiata sentii un clacson bussare. Mi girai e Bruno era lì insieme ai suoi amici. Sorrisi e gli andai vicino.
-Sali.- disse arrabbiato. Feci una smorfia di disapprovazione e salii. Iniziai a chiacchierare con i ragazzi ma lui era impassibile ad ogni battuta, c'era qualcosa che non andava. Si fermò ed i ragazzi scesero. Rimise in moto la macchina ed andammo a casa sua. Quando entrammo, subito cercai di capire cosa avesse.
-Sei di buon umore a quanto vedo.- non rispose. -Che hai?- dissi arrabbiandomi.
-Niente.- rispose prendendosi una birra.
-Bruno?-
-Niente.-
-Senti fa un po' come ti pare.-
-Sono indietro con il video di "it will rain", ho mille cose da fare, non riesco a farci stare tutto in 24 ore. Poi ci sei tu che...-
-"Che" cosa?- dissi con le braccia conserte.
-Niente.-
-Ma vaffanculo Bruno. Vaffanculo cazzo. Cerco sempre di aiutarti con i tuoi impegni riprogrammando la tua agenda e a farci stare tutto. Sopporto i paparazzi e le altre stronzate varie e tu te ne esci con "e poi ci sei tu"? Vaffanculo. Quando ti passa fammi un fischio.- presi la mia borsa ed uscii di casa sbattendo la porta.
-Christina. Dai, vieni qui.- gli feci il dito medio ed avanzai il passo. Mentre camminavo sentii lui dietro di me correre e mi prese per il braccio.
-Cosa cazzo vuoi? Se hai degli impegni che cazzo mi hai fatto venire a fare qui. Sei tu che decidi di vedermi non io.-
-E chi è che s'incazza se per un po non ci vediamo?-
-Beh scusa tanto se almeno una volta a settimana vorrei vederti. Porca troia.- si passò una mano tra i capelli esasperato e mi portò dentro casa.
-Scusa è che sono un po sotto pressione e...-
-Senti io non sono il tipo da stronzate del genere e non mi piace farle queste scenate. Se non vuoi vedermi dillo.-
-Vorrei vederti ogni santo giorno Chris ma già ero un po' nervoso poi ti ho vista parlare con quello in macchina e... Non ci ho visto più. Chi era?-
-Noah, il mio ex.-
-Cosa ti ha detto?-
-È convinto che io un giorno ritornerò da lui. Non hai visto la parte in cui l'ho mandato a fanculo?-
-No.-
-Ti sei perso il meglio.- dissi ancora arrabbiata.
-Spero non sia quello che ti ha fatto il piercing.- disse abbracciandomi.- sbiancai e feci del mio meglio per mentire ma lui se ne accorse. -Quello ti ha avuta. C'è anche gli altri ti avranno avuto ma...-
-Amore, amore... Sei solo troppo nervoso e teso. Anche tu hai avuto un migliaio di ragazze ma...- lo feci stendere sul divano e mi sedetti su di lui. -Faccio il possibile per non pensarci e quando lo faccio... Mi auto convinco da sola che nessuna ti abbia dato quello che ti sto dando io, in tutti i sensi.-
-È una buona idea. Dovrò farlo anche io perché il solo pensiero che qualcun altro ti tocchi mi da l'esaurimento.-
-Sei bellissimo quando sei geloso.- gli diedi un bacio e mi alzai dal divano. Gli tesi la mano, lui la prese e quando si alzò gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai. Saltai in braccio a lui avvolgendo le mie gambe intorno ai suoi fianchi mentre le sue mani erano sui miei glutei.

Mi portò in camera da letto, mi tolse le converse e le tolse anche lui. Lo buttai sul letto sorridendo e mi posizionai su di lui.
-Tu non volevi andare via cinque minuti fa?- mi chiese accarezzando la mia schiena. 
-La mia passeggiata da incazzata può attendere, ora voglio solo risollevarti l'umore.-
-Merda, sono l'uomo più fortunato del mondo.- risi e lo baciai di nuovo, a lungo. Lo feci alzare solo con le spalle e gli tolsi la t-shirt. Gli baciai il collo, il petto, i capezzoli, ed arrivata all'ombelico sbottonai il pantalone e lo tolsi con le mutande liberando la sua erezione. Lo guardai dal basso e non aspettava altro che la mia bocca e l'accontentai. Leccai la punta del suo pene ed andando piano iniziai ad andare su e giù con la mia bocca mentre le sue mani erano sulla mia testa. Lo sentivo ansimare ed il suo piacere era anche il mio, mi sentivo forte mentre con la bocca continuavo a giocare e a stuzzicarlo. Mi fermò e mi fece ritornare alla parte superiore del suo corpo. -Sei fantastica, sei perfetta. Mi farai impazzire.- mi tolse la t-shirt quasi strappandola e si mise su di me. Le sue mani forti sui miei seni e la sua lingua, che esplorava tutto il mio corpo eccitato, mi facevano inarcare la schiena e muovermi in continuazione. Mi tolse gli short e si accorse che non avevo le mutandine. Mi guardò sorridendo come se fosse al culmine.
-Le ho dimenticate... Sai, pensavo a te mentre mi vestivo e quando sono con te, anche nei miei pensieri, non vorrei indossarle mai.- dissi sussurrando. Mi baciò più forte di prima e mi fece sedere su di lui. Iniziai a muovermi piano ansimando insieme a lui e godendomi quella sensazione fantastica, il piacere irradiò tutto il mio corpo. Tirai la testa indietro appoggiando le mani sulle sue ginocchia ed iniziai a muovermi più forte mentre lui mi guardava e toccava il mio seno gemendo sempre più forte.
-Oh mio Dio, sei meravigliosa.- disse asciugandosi le goccioline di sudore sulla fronte con il dorso della mano dopo aver finito. Sorrisi appoggiandomi sul suo petto. -Lo rifarei di nuovo. Con te lo farei anche dormendo.-
-Che scemo che sei.- mi alzai ed indossai la sua maglia e a lui passai il pantalone. -Copriti altrimenti ti salto addosso di nuovo.- rise e si vestì. Andai in cucina, presi da bere per entrambi e ritornai da lui. Mi risedetti su di lui e li tempestai di piccoli baci mentre lui beveva.
-Che ne dici di vestirci e riguardare gli impegni che hai e metterli al posto giusto?-
-Ok, ci sto.-
-Dovresti pagarmi.- dissi facendo la snob vestendomi.

Quando ci ricomponemmo andammo in cucina a rivedere la sua agenda. -Allora quest'appuntamento spostalo di pomeriggio così la mattina andrai a fare il servizio fotografico senza problemi e senza fretta.-
-E questo dove lo metti?-
-Dopo quest'appuntamento vai a quest'altro.-
-Ah, okay, sei brava. Non ho pazienza con queste cose. - gli sorrisi e gli mandai un bacio entusiasta di contribuire allo svolgimento del suo lavoro.
-Dovresti sul serio cambiare agente, loro non dovrebbero fare questo?-
-Quando sto con te sono felice.- disse cambiando discorso.
-Anche io, tranne quando mi fai incazzare.- mi venne vicino e mi baciò.
-Sei così bella dentro. Non hai paura di mostrare quello che sei e non ti fai problemi su niente. Vorrei essere come te.-
-Te lo sconsiglio vi...- mi interruppe baciandomi di nuovo.
-Non so se dirtelo ora ma è quello che sento...- il cuore iniziò a palpitare più velocemente e sperai che non fossero le famose tre paroline. Non avrei saputo come affrontarle.
-Bruno, sai....-
-Io... Ti amo.- gli occhi mi si riempirono di lacrime e mi alzai. Lo guardai per un istante, mi alzai e scappai via.

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