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Restai lì, a terra, con lei fin quando non arrivò l'ambulanza che l'avrebbe soccorsa.

Sam restò in piedi tutto il tempo a piangere, senza toccarla, senza dir niente. Quando arrivarono i paramedici subito ci fecero uscire dal bagno, restai fuori la porta a guardare.

C'erano due uomini ed una donna, uno dei due le sentì il polso e con l'aiuto dei suoi colleghi la mise su una barella. Dissi loro di far attenzione a non scoprirla, era nuda. La donna osservò le pillole, mi lanciò un'occhiata preoccupata ed uscì veloce dicendomi di seguirli in fretta mentre mi chiedeva chi fossi.

Dissi a Sam di chiudere tutto e di avvisare i genitori, lei annuì ma non fui sicuro che avesse capito bene cosa fare, era sconvolta.

Entrai in ambulanza con uno dei due uomini e la ragazza. Guardai lei, stesa sulla barella, pallida come non mai, debole. Non capii quel gesto, non capii se lo fece per farsi del male o per cercare di dimenticare. Pensai che la seconda opzione fosse quella da considerare. Christina, per quanto la vita le avesse dato delle carte schifose da giocare, amava vivere e ridere.

Una lacrima rigò il mio viso, mi sentii terribilmente in colpa. Avergli dato una decisione importante da prendere, averla trascinata in questa storia non fu un bene per lei e lo capii soltanto in quell'istante.
-Si sente bene?- mi chiese quel ragazzo nel trambusto, annuii confuso. Sentii che parlarono di overdose ma non fui sicuro d'aver capito bene.

Quando arrivammo in ospedale la portarono via lasciandomi in sala d'attesa. In quei minuti la mia testa avrebbe potuto esplodere, sperai che Sam avesse avvisato la sua famiglia altrimenti avrei dovuto farlo io. Dopo un'ora circa arrivò un medico e contemporaneamente i genitori di Chris.
-Con chi posso parlare?- disse il dottore.
-Con noi.- rispose Tim.
-Piacere, sono il dottor Weber, mi occuperò della situazione di Christina. Vi spiego, vostra figlia ha assunto della vodka in grande quantità, nell'alcol test ha superato di molto la soglia prevista... La cosa che le sarebbe potuta essere fatale sono gli analgesici. Ne ha presi due o tre. È stata in overdose.-
-Oh mio Dio.- la madre di Christina si sedette al mio fianco e poggiò il viso sulle sue mani.
-Ora come sta?- chiese Tim.
-Ora la teniamo sotto osservazione per qualche giorno. Non è più in pericolo di vita ma... Ha rischiato grosso. Se l'ambulanza fosse arrivata cinque minuti più tardi... Sarebbe... Morta.- a quella parola rabbrividii. Morta, la ragazza di cui ero innamorato sarebbe potuta morire e tutto per colpa mia.
-Quando possiamo vederla?- domandai io.
-Per ora sarebbe meglio lasciarla riprendere in pace. Quando si sarà svegliata un'infermiera vi chiamerà.-
-Grazie dottore.-
-Dovere signor Anderson.-

Non riuscivo a calmarmi, le mani tremavano e gli occhi erano pieni di lacrime. La madre di Christina mi prese la mano.
-Tu l'hai vista li, vero?- annuii senza guardarla. -Era davvero in fin di vita?- alzai le spalle.
-Le ho sentito il polso ed era molto debole, forse troppo. Era pallida e... Ed è colpa mia.-
-Non dire sciocchezze ragazzo.- disse Tim.
-Se non l'avessi lasciata sola non sarebbe successo.-
-Non è colpa di nessuno, non è colpa di nessuno.- disse Pam accarezzandomi e piangendo.

Mentre raccontavo loro quello che accadde, vedemmo arrivare i suoi migliori amici. Solo Sam non c'era.
-Dov'è Sam?- chiesi.
-È a casa sua. Era abbastanza scioccata.-
-Anche tu lo sei, perché non vai a casa a riposarti?- disse Pam.
-No, grazie, preferisco stare qui.-

All'improvviso sentii squillare il mio cellulare ed andai a rispondere un po' più lontano, così potevano raccontare agli altri come stava Christina. Vidi sul display il nome "Jessica" ed alzai gli occhi al cielo pensando a cosa dirle.

-Pronto!-
-Amore, come stai?-
-Bene, tu?-
-Bene, non ti credo, cos'hai?-
-Ehm... Niente, sono in ospedale.-
-Cosa? Oh mio Dio che cosa è successo?-
-A me niente... Una mia amica ha rischiato di morire e... L'abbiamo portata qui.-
-Chi è? La conosco?-
-No, non la conosci, non ne hai avuto l'occasione. È un'amica di vecchia data.-
-Mi dispiace tanto, sei stravolto. Va a casa e riposati, vedrai che domani starai meglio ed anche la tua amica. Come si chiama?-
-Chris.-
-Capisco, segui il mio consiglio e va a casa.-
-Va bene, grazie.-
-E di che.. Ti amo amore.- staccai, mi sedetti e chiusi gli occhi.

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