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Corsi fino allo sfinimento e quando mi fermai mi accorsi di essere quasi vicino casa. Mi sedetti sul bordo di un marciapiede e ripresi fiato. Quelle parole le avevo ricambiate solo una volta ed ora non sapevo se ero in grado di rifarlo. Amare una persona come Bruno richiedeva tanta pazienza e volontà ed io non ero sicura di averne abbastanza. Fino a quel momento avevo sempre pensato che la nostra non fosse una storia così seria. Quelle parole mi aprirono la mente ma non sapevo se potevo rispondergli. Ero consapevole che scappando da lui dopo avermi detto "Ti amo" gli spezzò il cuore ma ora avevo solo bisogno di riflettere e capire se davvero lo amavo anche io.

Mi rialzai ed andai a casa. Appena aprii la porta c'erano Joy e Nate che si facevano le coccole così li salutai in fretta ed andai in camera mia e credendo di sentire "rumori strani" misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare musica romantica sperando di arrivare a dare una risposta a me e a Bruno. Sentii una mano sulla mia spalla e mi alzai di colpo spaventata.
-Ehi, sono solo io.-
-Mi hai fatto prendere un colpo.-
-Cosa ascolti?-
-Un po' di tutto. Joy?-
-Karen aveva bisogno di lei ed io ho notato che qualcosa non va.-
-No, va tutto bene tesoro.-
-Christina?- mi guardò negli occhi e quello sguardo mi fece crollare.
-Nate sono in un casino.-
-Che casino?-
-Bruno mi ha detto che mi ama e anche io lo amo. C'è, credo di amarlo. Si, lo amo.-
-È quindi? Nel mio mondo è questo che la gente chiama felicità.-
-Si ma... Ho una paura fottuta. L'ultima volta che ho detto "Ti amo" è stato tanto tempo fa e anche se ti ho detto di amarlo non ne sono sicura. Amare Bruno è impegnativo. Lui è sempre via e ci vuole fiducia, pazienza e tanta, dico tanta, forza di volontà.-
-Tu ne hai?-
-Non abbastanza.-
-Quando si ama una persona tutto questo esce fuori. Cosa hai fatto quando ti ha detto che ti ama?-
-Sono scappata via.-
-Sei pazza? Povero Bruno.- disse Karen.
-Ma che fai origli?- dissi tirandole l'accendino.
-No, sono venuta a portarti la tua maglia e ho sentito.- entrò anche Joy e si sedette sul letto. Appoggiai la testa sulla sua gamba e lei mi accarezzò la fronte. Avevo davvero un bellissimo rapporto con Joy. Era una ragazza dolce, simpatica, socievole e bellissima. I capelli biondi e gli occhi grigi le davano un aria misteriosa ed il fisico asciutto con le forme al proprio posto la rendevano anche sexy. Mio fratello aveva scelto bene ed ero felice per lui. Ripensai a Bruno e a quelle paroline che per qualsiasi persona sulla terra erano il paradiso mentre per me erano l'inferno. Sentii il campanello e mi alzai.
-Fermi tutti! Se è Bruno ditegli che... Che... Non sono ancora tornata.-
-Christina.- disse Karen.
-Vai... Sii convincente.-
-Signor si, signora.- andò ad aprire e restai sulle scale per origliare.
-Ciao Karen, dov'è Christina?-
-Pensavo fosse con te.-
-Dai, Karen, non mi mentire. Dov'è?-
-Non c'e.-
-Va bene, ho capito. Dalle questa.- disse Bruno andandosene. Karen chiuse la porta e venne da me porgendomi la borsa che dimenticai da lui. La aprii pensando che Bruno avesse messo qualcosa dentro ma era così come l'avevo lasciata. Andai in camera mia e mi sedetti dicendo agli altri di lasciarmi sola. Mentre pensavo a lui sentii bussare alla finestra e quando l'aprii vidi Bruno vicino al tubo alla destra di questa. "Merda, non molla." Pensai e mi affacciai.
-Che ci fai qui?-
-Sono venuto a portarti la borsa.-
-Già l'hai data a Karen.-
-Lo so, ma sai com'è volevo assicurarmi che fosse arrivata sana e salva alla proprietaria che è scappata via da me.- disse arrampicandosi un po più in alto.
-Non sono scappata da te.-
-Ah no? E da cosa?-
-Da quelle parole, lo sai che sono...-
-Posso entrare? Sto scivolando su questo tubo e sta per piovere.- alzai gli occhi al cielo e lo aiutai ad entrare. Appena entrò iniziò a piovere. -Dicevamo?-
-Dicevo che quelle parole per me sono spaventose ed hanno un significato importantissimo e... Non sono sicura di poterti ricambiare in questo momento.- vidi nei suoi occhi la delusione e la tristezza. -però voglio stare con te... Davvero.-
-Ora sarà un po' difficile. Siamo su due piani diversi.-
-Lo so e mi dispiace ma... Proviamoci, per favore.-
-Non voglio costringerti a dirmi quelle parole però non so se ci riuscirò a provarci. Ora sono in imbarazzo e non riesco nemmeno a guardarti negli occhi perché tu non provi quello che provo io.-
-Lo so e starei anche io così ma... Non so cosa fare. Ho paura.-
-Anche io ma sono andato avanti e mi sono aperto a te. Dovresti farlo anche tu.- lo guardai ma lui aveva la testa bassa. -Facciamo così... Prenditi una pausa per capire se per te è una cosa importante o no. Ti aspetterò. Ti aspetterò davvero perché voglio capirti. Ora vado, fatti viva.- mi morsi il labbro ed annuii.
-Ti accompagno alla porta.- dissi a bassa voce.
-No, conosco la strada.- mi diede un bacio veloce ed andò via chiudendosi la porta alle spalle.

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