Il giorno tanto atteso arrivò. Disattivai la sveglia prima che suonasse visto che ero già sveglia da due ore prima.
Quel pensare costantemente a lui ed al fatto che fosse nella mia stessa città mi faceva stare male. Non sapevo perché avevo scelto di non andarci visto che non facevo altro che pensarci. Forse l'opinione delle mie amiche mi influenzò fortemente e mi auto-convinsi di non averne bisogno, si, non avevo bisogno di vederlo, non in quel momento della mia vita.
Andava tutto a meraviglia e non c'era un motivo per mandare tutto a rotoli. Stavo bene e non volevo di nuovo il cuore a pezzi.Mi alzai dal letto e visto che ero ufficialmente in ferie non sapevo cosa fare. Iniziai a rassettare un po', pulii casa, feci colazione, feci la lavatrice facendo attenzione che qualche colorato non finisse nei bianchi ed infine andai sul tetto del palazzo, in pigiama con un buon caffè ed una sigaretta.
Ammirai il panorama e da non molto lontano scorsi un cartellone enorme con la sua faccia sopra.
-Merda! Ma sei ovunque?- dissi fumando l'ultima sigaretta.
Fanculo!
Scesi di sotto e mentre leggevo un libro tra i tanti che mi ero riproposta di leggere, suonò il citofono.
-Che palle.- dissi alzandomi di mala voglia. -Chi è?-
-C'è un pacco per Christina Anderson. Vuole scendere a firmare?-
-Si, scendo subito.-
"Un pacco? Si, la borsa che avevo ordinato." Un sorrisone si formò sul mio viso, andai ad accogliere il mio adorato pacco in pigiama, degna del miglior cesso che potesse esistere. Poveri corrieri, cosa sono disposti a vedere dalla mattina alla sera.
-Christina Anderson?-
-Si, sono io.-
-Firmi qui.- firmai velocemente e sorrisi di nuovo.
Mi porse un pacco enorme rispetto alla piccola borsa che avevo comprato.
-Mi scusi, è sicuro che sia per me? Ho ordinato una piccola borsa su Asos, niente di così grande.-
-Se lei è Christina Anderson, la strada è questa, il palazzo pure dev'essere per forza per lei. Forse l'hanno impacchettata per non farla rompere, non so cosa dirle.-
-Va bene, grazie.- corsi a casa cercando di non inciampare e di non far cadere il pacco.
Lo appoggiai sul tavolo e ruppi la carta da imballaggio. C'era ancora un altro strato di carta dorato, ruppi anche quello e d'avanti mi ritrovai una scatola.
La scritta "VERSACE" ed il logo del famoso brand era stampato sopra la scatola bianca.
-Cazzo. Non può essere per me.-
C'era un bigliettino sopra, lo aprii e lessi velocemente."L'ho scelto personalmente per te e Donatella in persona si è incaricata di abbinarci gli accessori rispondendomi: "Questo ed altro per la donna che ami". Accettalo per favore. Indossalo per me questa sera, vieni ed incontrami perché io ho bisogno di vederti.
Ti amo. Bruno."Riposi il bigliettino nella busta ed aprii la scatola. Tolsi la montagna di carta firmata che avvolgeva un meraviglioso tubino nero smanicato, con spalline anni 80 sui quali c'erano ornamenti dorati tipici del brand, gli stessi erano ai bordi del vestito che era abbastanza corto, un po' attillato. In una scatola più piccolina c'era una borsa a tracolla piccola nera con il logo al centro, in un'altra scatola ancora c'erano degli stivali lunghi sopra al ginocchio con tacco alto anch'essi neri.
Non potevo credere ai miei occhi quando aprendo l'ultima scatolina ci trovai dei meravigliosi orecchini dorati. Era tutto meraviglioso ed io non mi sentivo di accettare. Era troppo dispendioso. Tutto quello che c'era in quelle scatole poteva benissimo eguagliare il mio stipendio di due mesi se non di più.Chiamai le mie amiche e Steve e li feci venire a casa all'ora di pranzo. Cucinai qualcosa per loro e li aspettai impaziente di fargli vedere tutto quel ben di Dio. Leggevo in continuazione quel biglietto: "Ti amo. Bruno." -Mi Ami sul serio Bruno?- dissi tra me e me. Bussarono alla porta ed era Steve, qualche minuto dopo lo seguirono Sam ed Hilary ed infine Ashley.
Mentre mangiavamo la specie di carbonara che provai a cucinare, mi alzai.
-Eccola, adesso ci dice perché ci ha chiamati e preparatevi a perdere la scommessa.- disse Ashley.
-Che scommessa?-
-Parla e dopo ti dirò che scommessa abbiamo fatto.-
-Ok.- mi diressi in salotto e presi il pacco, lo appoggiai sulla sedia e li fissai tutti. Steve era sorridente, Samantha contrariata, Hilary curiosa ed Ashley confusa. Sorrisi e lo aprii. Feci vedere loro il contenuto e nessuno di noi aprì bocca.
-Parlate!- dissi.
-Che abito meraviglioso. L'ho sempre detto che è una culona stratosferica.- disse Hilary.
-Me l'ha mandato lui per stasera e dice che Donatella Versace in persona si è incaricata di scegliere gli accessori.-
-Tenetemi prima che svengo. Che donna fantastica.-
-Anche se so che siete contro, io ci vado. Ho bisogno di vederlo e ho le farfalle nello stomaco. Non vedo l'ora, devo andarci.-
-Ho vinto la scommessa, mollate dieci dollari per ciascuno su.- disse Ashley mettendo la mano al centro tavola.
-Ed io che scommettevo sul buon senso della nostra amica.- rispose Sam dandole i suoi dieci dollari.
-Non guardarmi così. So che soprattutto tu non vuoi ma lo sapete, lui è il mio punto debole, lui ha ancora il mio cuore in tasca.-
-Fatto a brandelli però.- sentenziò Hilary.
-Steve? Non dici niente?-
-Per me fai bene ad andarci. Tra voi non è mai finita. Non vi siete mai dati un motivo valido per lasciarvi e la lontananza per me non è un buon motivo quindi si... vai... divertiti, scopaci, ballaci, parlaci, bacialo fai quello che ti pare ma chiarisciti le idee una volta e per tutte.-
-Vi lascio i biglietti. Se volete alle otto in punto parto da qui. Vi aspetto.-
-Io passo, devo uscire con una tipa che mi gira intorno da un po' ma mi aspetto un resoconto. Adesso piccola Chris io vado a lavoro. Noi comuni mortali non siamo ancora in ferie.- disse dandomi un bacio sulla guancia. -Fammi sapere.-
Le altre si alzarono e lo seguirono. Era quasi ora per tutti di ritornare a lavoro.
-Spero veniate.- dissi salutandole, mi sorrisero ed andarono via.Alle sette di sera iniziai a prepararmi. Se l'ansia avesse avuto una scala di colori il mio colore sarebbe stato sicuramente il nero. Avevo il cuore a mille e niente mi andava per il verso giusto. Persino mettere il bagnoschiuma sulla spugna si rivelò una cosa difficile da affrontare. Se poi avessi dovuto comparare il lavarmi con il mettere l'eyeliner, l'eyeliner avrebbe sconfitto la spugna ed il bagnoschiuma dieci a zero. Ci volle un quarto d'ora giusto solo per truccarmi per bene anche se sapevo che di lì a breve avrei avuto l'aspetto di un panda.
Mi vestii con quello che lui scelse per me e lasciai i capelli sciolti lisci. In fine un tocco di rossetto bordeaux per dare un po' di colore a tutto quel nero.Alle otto meno cinque minuti, ero pronta ad aspettare le mie amiche giù al palazzo. Avrei aspettato un po' e poi sarei andata via. Riguardavo il mio VIP pass e non sapevo cosa sarebbe accaduto. In realtà pensavo fosse tutto un sogno ma dandomi un pizzicotto capii che non lo era affatto. Tra pochi istanti l'avrei visto ed io non sapevo cosa avrei fatto.
Mentre ragionavo le vidi venirmi in contro correndo sui loro tacchi vertiginosi, il trucco perfetto e bellissime nei loro abiti alla moda, si, avevo le amiche migliori del mondo.
Le abbracciai e mi trattenni dal piangere.
-Grazie per esserci, anche se non approvate.-
-Cazzo, non ti avremmo lasciata sola neanche per un milione di dollari, come fai da sola su quei tacchi, se svieni almeno ti prendiamo noi.- disse Hilary. Sam ed Ashley mi spinsero in un taxi ed eravamo pronte per assistere ad uno spettacolo straordinario: l'amore della mi vita che cantava delle canzoni meravigliose, io che incontravo l'amore della mia vita di nuovo, io che forse sarei passata sopra il mio orgoglio.
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Assomigli alla felicità.
FanfictionLei, lui, le ingiustizie, le difficoltà, la vita. Due ragazzi con due sogni differenti, lui la fama, lei una vita normale. Si troveranno ad affrontare tutto insieme. Insieme, forse, saranno più forti del destino, dell'amor proprio, dei loro sogni. U...