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Gli dissi che sarei andata con lui e ne ero fermamente convinta anche se non sapevo come sarebbe andata. Mi imposi di prendere la cosa più alla leggera, come un'avventura: se fosse andata bene, meglio per noi, se fosse andata male, avrei fatto le valigie e me ne sarei ritornata a casa. Il cuore non mi si poteva rompere più di quanto non fosse già stato. Sapevo che la vita con lui sarebbe stata una vita agiata, meravigliosa ma anche difficile. Lui aveva i suoi difetti ed io i miei come tutti ma milioni di fan in tutto il mondo, critiche e riflettori puntati contro non facevano per me. Avevo scelto però di provarci di nuovo e sarebbe stata la volta decisiva. Semmai la nostra relazione non fosse sopravvissuta avremmo chiuso completamente i giochi. Era tutto un enorme punto interrogativo che io avevo deciso di cercare di trasformare in un bellissimo punto esclamativo. Bruno e Christina! Christina e Bruno! Due persone, un cuore e mezzo, due teste e milioni di cose che avremmo dovuto far combaciare. Non mi sembrava vero di essere lì con lui. Avevo paura di svegliarmi e che fosse tutto un bellissimo sogno ma non lo era. Era una bellissima realtà e mi imposi di non rovinare tutto, di reprimere la personalità rompipalle che avevo per il nostro bene, soprattutto per la mia salute mentale.

-A cosa pensi?- domandò mentre bevevo il mio bellini a bordo piscina.
-A noi.-
-Che casino vero?-
-Casino è dir poco. Siamo un disastro.-
-Non è vero. Siamo particolari.- venne dietro di me e mi abbracciò. -Lo sai vero che questo costume è troppo... scollato?-
-No, è un costume.-
-Ma ti guarderebbero tutti se fossimo su una spiaggia. Il capitano ti guarda malizioso.-
-A me non importa. L'ho pagato un bel po' e lo metto. Sei geloso?-
-Si, da morire.-
-Beh, pensala così: sono tua.-
-Ripetilo.-
-Sono tua.- dissi ridendo e baciandolo.
-Ancora...-
-Tua.-
-Ti spoglierei in questo istante lo sai?-
-Fallo.-
-Cavolo, se fossimo soli lo farei.-
-Si, si sente.- sentivo la sua erezione premere sul mio sesso.
-Ma tratterrò i miei impulsi. Voglio andare a cena con te.-
-Ah si, è vero. Mi hai fatto portare un abito elegante. Dove andiamo?-
-Non lo so. So solo che mi manchi e voglio riscoprirti tutta.-
-Riscoprirmi o scoprirmi?- domandai maliziosa. Sorrise e mi baciò.
-Entrambe le cose.-
-Senti, visto che dopodomani partiamo, ceniamo con la mia famiglia e le ragazze. Loro non sanno niente, lo sappiamo solo io e te. Facciamo una cosa semplice. Niente abito elegante.-
-No, l'abito elegante lo voglio. Amo vederti vestita in quel modo. Però hai ragione, avevo completamente rimosso la famiglia. Prenoto per stasera alle otto, avvisa tutti.-

Mandai un messaggio a tutti e l'ansia iniziò a scalpitare dentro di me. Cosa avrebbero pensato mia madre, Tim e i miei fratelli? Avevo paura di un loro dissenso ma qualunque cosa avessero detto non mi avrebbero fermata.

Dopo una giornata meravigliosa all'insegna del relax e dello svago più totale in compagnia di un nano da giardino divertente, ci preparammo sullo yacht per la serata. Aveva pensato a tutto come al solito e aveva fatto recapitare la mia borsa a bordo.

Dopo la doccia mi vestii per l'occasione con un abito nero lungo, aderentissimo con spacco laterale e con scollo all'americana. Il vestito mi lasciava la schiena completamente nuda, cercai di portare i décolleté, anch'essi neri, nel modo più dignitoso possibile. Legai i capelli in uno chignon morbido e mi truccai con eyeliner e rossetto bordeaux.
Quando lo vidi restai senza parole. Aveva una canotta ed una giacca sui toni del prugna, una collana d'oro, un pantalone classico nero e dei mocassini in pelle con dei dettagli in oro. Era meraviglioso nella sua stravaganza. Completò il look con una fedora dello stesso colore della giacca.
-Sei... sono senza parole.- disse guardandomi.
-Mi basta un "carina".-
-Non basterebbe a descrivere la bellezza che madre natura ti ha donato. Non sono abituato a vederti così elegante, mi fa strano.-
-Si, fa strano anche a me. Andiamo?-
-Si, andiamo.- mi tese il braccio e scendemmo dallo yacht come se fossimo due divi del cinema. Certo lui era Bruno Mars ma io mi sentivo come Angelina Jolie.

Arrivammo al ristorante che mi sembrava un palazzo da fuori. Il lusso strabordava perfino dai lampioni che adornavano l'ingresso. Fuori aveva un'aria barocca ma all'interno era tutto contemporaneo e minimale. Tutto molto chic e l'attenzione ai dettagli era notevole. Tutti i commensali avevano degli abiti bellissimi che il mio, al confronto, sembrava preso al mercato.
Vidi la mia famiglia e le mie amiche seduti al tavolo ed iniziai a sudare. Bruno era abbastanza agitato ma non lo dava a vedere.

-Buonasera a tutti.- dicemmo io e Bruno in coro.
-Buonasera.- disse Tim. Mia madre aveva un' espressione strana, come se volesse farci capire che stavamo sbagliando di nuovo.
Le ragazze sorridenti ci salutarono mentre Karen e Nate erano neutrali. -Sei bellissima tesoro.-
-Grazie papà.-
-Allora, cosa fate ancora in piedi. Sediamoci, siamo venuti qui perché dovete fare un annuncio non è così?-
-Beh, si... in verità non è proprio un annuncio eclatante quindi non sono ne incinta e non ci sposiamo.-
-Almeno per adesso.- mi interruppe Bruno sorridendomi. Sorrisi anche io ed arrossii. Bruno e Christina sposati... era un'idea che non mi era mai balenata per la testa ma era piacevole.
-Allora?- disse mia madre curiosissima come al solito. Proprio mentre stavo per aprire bocca ci interruppe nuovamente il cameriere per prendere le ordinazioni.
-Allora?- ripetè mia madre dopo che il ragazzo fu andato via.
-Domani Bruno dovrà ripartire per il tour e... visto che siamo ritornati insieme, o almeno ci proviamo, andrò con lui.-
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
-Ma... ritornerete vero?- domandò Nate.
-Si, ritorneremo, è solo una vacanza per me.-
-Per quanto tempo?- disse Karen.
-Solo tre mesi, i mesi estivi. Mentre Bruno canta io prendo il sole.-
-Solo una domanda.- disse Tim. -Siete sicuri?-
-Si, sicurissimi. Stavolta siamo decisi e se non andrà bene dovremmo salutarci, per sempre.- rispose Bruno. -La amo, con tutto il cuore e vogliamo riprovarci.-
-Va bene.- disse mia madre con gli occhi lucidi.
-Mamma sono solo tre mesi non piangere.-
-No, non piango.- disse asciugandosi una lacrimuccia. Scoppiammo tutti a ridere e capii che per lei sarei sempre stata una bambina.
-La mia bambina. Quanto è cresciuta.-
-Ma perché a me invece non dici mai "il mio bambino".- disse Nate.
-Perché sei grande adesso.-
-Ma anche lei.-
-Si ma lei è la più piccola. È ancora inesperta e non sa niente del mondo.-
-Sese...- ridemmo di fronte alla gelosia di Nate e la serata proseguí serenamente. Avevo una famiglia straordinaria e non me ne rendevo conto. Avevano riaccolto Bruno nonostante tutto quello che c'era stato ed io gli ero grata.

Finita la serata Bruno mi invitò a casa sua. Era da molto che non la vedevo e quando entrai era tutto come l'avevo lasciato nei miei ricordi. Appena aprì la porta Geronimo ci venne in contro e mi saltò addosso. Si ricordava di me.
Iniziai a parlare con lui come se potesse rispondermi.
-Chris.- mi sentii chiamare dalla camera da letto. Mi alzai dal divano ed andai da lui.

Lo vidi mentre si toglieva il cappello e la giacca. Le spalle scolpite, era più in forma del solito, la pelle liscia e lucida, i ricci selvaggi, una meraviglia per i miei poveri sensi.
Lo abbracciai da dietro e lui sobbalzò.
-Ehi...-
-Ehi... ti spogli?- chiesi toccandogli il torace.
-Vuoi farlo tu?-
-Con piacere.- gli sfilai la canotta e la buttai sul pavimento. Armeggiai con la cintura e finalmente la slacciai, sbottonai la patta dei pantaloni e in un attimo restò solo con i boxer. Iniziò a baciarmi il collo, succhiava, mordicchiava, l'avevo quasi dimenticato. Il suo odore, non il profumo ma l'odore della sua pelle era inebriante. Senza accorgermene ansimai. Mi baciò con veemenza, posizionò la sua mano dietro il mio collo per avere un accesso migliore alla mia bocca.
-Dio... sei incredibile.- disse toccandomi un po' ovunque. Sciolse il nodo che teneva insieme il vestito e lo lasciò cadere ai miei piedi facendomi restare solo con la mia striminzita culotte in pizzo ed i miei tacco dodici, vulnerabile e sensibile al suo tocco. Mi portò ai piedi del letto e mi fece stendere. I miei seni erano all'attenzione della sua bocca e lui ci sapeva dannatamente fare. Scese all'ombelico, giocherellò come suo solito con il mio piercing e con le mani sfilò via la culotte. Ero nuda e mi sentii all'improvviso avvampare, come se fosse la prima volta. Risalì alla mia bocca e mi baciò di nuovo mentre io gli tolsi i boxer.
-Ti amo Chris. Cristo, ti amo.-
-Ti amo anche io Bruno.-

Una delle notti più belle della mia vita.

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