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Il mattino dopo mi svegliai con gli occhi gonfi e quella custodia ancora tra le mani, la riguardai e la posai sul comodino di fianco al letto.

La mia camera era, come al solito, in disordine ma ero ancora troppo stanca per mettere a posto. Decisi di scendere di sotto e fare una bella colazione per svegliarmi.

Mentre scendevo le scale sentii delle voci, mi preoccupai ma poi capii che era solamente Karen che parlava con qualcuno. Mi avvicinai alla cucina e sbirciai da dietro un muro chi fosse e all'improvviso sentii l'ansia assalirmi. Era Bruno sempre bellissimo ma stavolta aveva un cappello in testa. Dimenticavo sempre il nome di quello strano cappello, a lui stava davvero bene.

-Tuo padre è davvero un brav uomo, è stato molto gentile con me.- disse Bruno.

Ero consapevole di origliare ma non potevo uscire da dietro quel muro nelle condizioni pietose nelle quali ero.

-Che ti dicevo, eri tu che eri davvero troppo ansioso.-
-Non mi hai parlato tanto di tua sorella.-
-Non mi hai mai chiesto niente.-
-Siete completamente diverse.-
-Si, lei è più coraggiosa, più stronza e più ribelle di me, io mi attengo alle regole e lei invece le infrange.-
-Sono rimasto colpito da quel tatuaggio.-
-Ne abbiamo passate tante.-

Vidi Bruno accarezzarle la guancia e darle un bacio leggero sulle labbra. -Vado a svegliare Christina.- presa dal panico mi controllai i capelli nello specchio ed uscii allo scoperto.
-No, non c'è bisogno, sono sveglia. Buongiorno.-
-Buongiorno.- risposero entrambi.
-Da quanto sei sveglia?- domandò Karen.

Mi sentii gli occhi di Bruno addosso e cercai di coprirmi il più possibile.
-Cinque minuti. Non sapevo sarebbe venuto Bruno.-
-E invece eccolo.- gli diede un bacio e venne vicino a me. -Puoi coprirti di più?- disse sussurrando.
-Hai paura che il tuo ragazzo ti molli vedendomi?-
-Smettila.-
-E comunque non sapevo fosse qui quindi smettila tu.-
-Che succede?- disse Bruno.
-Niente, Karen fa la paranoica.-
Le feci l'occhiolino e sculettando andai in giardino con la mia tazza piena di latte e cereali. Mi sedetti su una sdraio al sole e cominciai a mangiare.

Dalla sera prima non facevo altro che pensare al modo in cui Bruno mi guardava, quegli sguardi tra di noi erano eccitanti ma mi spaventavano.

Se mia sorella ci avesse scoperto a fissarci in quel modo ne avrebbe sofferto e non potevo permettere che accadesse.

Scacciai quei pensieri dalla mia testa pensando che fossi io la parnoica e non Karen. Forse lui era troppo cotto di mia sorella per perdere tempo a fissarmi, forse era solo la mia immaginazione, forse desideravo così tanto quel ragazzo che inconsciamente pensavo mi fissasse.

Ad un tratto mi domandai perchè fossi così complicata, rendevo sempre tutto più difficile. "Lui è il ragazzo della tua fottuta sorella. Smettila porca troia." pensai tra me e me, avrei voluto schiaffeggiarmi ma sentii la porta del giardino aprirsi, non mi voltai.

Sentii un profumo ed era quello di Bruno, un profumo straordinario. Dopo poco si sedette sulla sedia di fianco alla mia e si tolse il cappello.

Liberò quei ricci stupendi che si muovevano grazie al venticello fresco di inizio autunno. Ammirai il suo profilo perfetto e ritornai alla mia colazione.

-Oggi... ci sarai? Voglio dire... tu e i tuoi amici venite?- dissi impacciata.
-Certo. Abbiamo qualche impegno ma ce la facciamo.-
-Bene.-
-Bene.- sentimmo il telefono di casa squillare. Lo guardai ma mi annoiavo troppo per prenderlo e rispondere.

-Ho capito, entro io e te lo prendo.-
-Grazie.- gli risposi sorridendo.

Sentii le guance avvampare. " Ma la smetti? Che diamine ti prende?" dissi tra me e me.

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