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-Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane ma impavido resiste fino al giorno estremo del giudizio. Se questo è errore e mi sarà provato io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato. William Shakespeare.- lesse Samantha con tono poetico dal mio quaderno di psicologia mentre le altre la prendevano in giro.

Mi rattristai, nuvole grigie coprirono quello spiraglio di sole che restava nel mio cuore.

Quell'amore vero di cui parlava Shakespeare, l'avevo trovato ma in un lampo mi venne strappato via. Le ragazze si accorsero che i miei pensieri, dai bei vestiti appesi sulle grucce del negozio, si concentrarono su Zac. Ashley mi abbracciò ma io cercai di divincolarmi da quella stretta forte, di lì a poco sarei scoppiata nuovamente in lacrime e non volevo, non potevo.

Le sorrisi e presi il quaderno che Samantha teneva tra le mani, lo fissai e lo accartocciai.

-Cosa fai?- mi chiese Hilary.

-Non mi serve più questo quaderno. In realtà non mi servono neanche gli altri che ho in borsa. Potete buttarli per favore?-

-Hai fumato troppo ieri sera?- disse Ashley.

-Ho deciso di lasciare l'università, non fa per me. Con i soldi per la retta mi compro una macchina.-
-E i tuoi lo sanno?-
-Si, gliel'ho detto ieri sera.-

-M'immagino la faccia di tua madre mentre sbrocca.- rise Hilary mentre si guardava allo specchio.

-L'hanno presa bene, sia lei che Tim.- dissi prendendo una maglia da misurare.

-E cosa vorresti fare?- domandò Samantha.
-Mi prendo un anno per dedicare del tempo a me stessa.-

-Ah, ho capito! Feste, alcol, fumo?-
-Puoi dirlo forte sorella.- scoppiammo tutte in una sonora risata immaginando quello che avremmo fatto nel weekend.

-Chi chiama Seth per domandargli se mentre viene a casa mia passa a prendere un pacchetto di sigarette dal suo amico?-
-Lo chiamo io.-
-Grazie Sam.-

In quel negozio, tra vestiti comprati ed altri messi in borsa senza esser viste, il tempo volò. Uscimmo soddisfatte di tutti i nostri "acquisti" ed andammo a casa mia. Salutammo mia madre e salimmo in camera mia.

-Tua madre ha fatto bene a sposare uno ricco, amo casa tua.- disse Hilary.
-Non l'ha sposato per soldi.- risposi scontrosa.

Infondo, le mie amiche, dopo tre anni d'amicizia non conoscevano a fondo la mia storia. Cercavo di nascondergliela il più possibile, non ne andavo fiera.

-Lo so, non fare l'antipatica. Tim è uno apposto, lo conosco da quando ero piccola e tua madre è adorabile.-

Sorrisi debolmente, alzai il volume dello stereo ed accesi l'ultima sigaretta rimasta. Le ragazze cominciarono a ballare mentre riguardavano i vestiti "comprati" e io mi spogliavo dalle tre maglie nuove che avevo sotto la camicia.

Iniziammo a ridere di quella pazzia appena fatta come se fosse stata la prima volta. Entrò mia madre in camera che quando ci vide con tutti quei vestiti ci guardò male.
-Salve Pam.- dissero tutte e tre in coro cercando di sorridere e sbattere le ciglia.

-Ciao mammina.- dissi io.
-Spegni quella sigaretta! Quante volte ti ho detto che non devi fumare qui dentro.-
-Nate lo fa.-
-Ok, ok. Non voglio cominciare una discussione su questo proprio adesso, ho da fare.-

-Perché?- dissi accigliata.
-Stasera viene a cena il ragazzo di tua sorella.-
-Quindi?-
-Quindi... Indossa uno di quei vestiti che hai rubato e cerca di essere gentile con lui. Ah! Se ti scoprono mentre fai la criminale da quattro soldi, ti lascio in galera. Sono stanca di ripeterti sempre le stesse cose.-

-Ok... Ok, non lo farò più mamma. Ora mi lasci scegliere cosa indossare per provocare il ragazzino che si è scelto Karen?-

Mentre usciva dalla mia stanza mi lanciò un'occhiataccia e le ragazze cominciarono a ridere. "Che palle" pensai. Mentre mi spogliavo entrò Seth ma non mi interessava stare nuda di fronte a lui, era il nostro amico gay.

-Oh, per l'amor del cielo, copri quelle cose.- disse riferendosi alle mie tette coprendosi gli occhi. Ridemmo tutte della sua espressione "disgustata".

Dopo avermi consigliato cosa indossare, Ashley, Samantha, Hilary e Seth andarono via lasciandomi alla mia doccia. Per l'occasione decisi di vestirmi con un look più femminile del solito. Optai per una gonna a fiori ampia a vita alta, una t-shirt che lasciava una spalla libera, delle parigine e le mie Dr. Martens nere.

Mi guardai allo specchio e stranamente mi trovai carina. Dopo essermi truccata e dopo aver litigato con i miei capelli, finalmente ero pronta. Scesi di sotto e trovai mia sorella un po nervosa che apparecchiava la tavola, appena mi vide sgranò gli occhi.

-Devo invitare più spesso il mio ragazzo.-
-Perché?-
-Almeno ti vesti in modo decente.-
-Sorellina, ammazzati.- dissi sorridendole e mostrandole il dito medio.

-Beh, spero che quando verrà sarai gentile e non la solita rompipalle. Ah! Per favore, usa un linguaggio appropriato.- mi rispose piegando i tovaglioli.
-Karen, viene il tuo ragazzo non il presidente.- mi guardò male ed andò a finire di prepararsi.

All'improvviso arrivò Nate che mi alzò la gonna e corse via. -Nateee, non fare l'idiota. Cazzo, lo so che ho un culetto niente male ma sei mio fratello, cazzo!-
-Ma che ti sei messa addosso?- rispose dall'altra parte della cucina. Rifilai un dito medio anche a lui.

-Ragazzi, smettetela. Sei un incanto piccola.- disse Timothy baciandomi la testa.
-Grazie Tim. Wooow, che eleganza, ma siete sicuri che non sia il presidente?- gli aggiustai il colletto della camicia e gli diedi una pacca sul fondoschiena per fargli notare la mia approvazione.

-Ma la smetti?- urlò Karen dal bagno mentre io sghignazzavo con Nate.

Sentimmo il suono del campanello e correndo sorpassai Karen che stava andando ad aprire. Aprii la porta e restai senza parole, cercavo nella mia testa qualcosa da dire ma la sua bellezza mi rimase senza fiato.

-Ciao.- disse lui sorridendo.
-Ciao, non ci serve niente.- stavo per chiudere la porta ma subito la riaprii per vedere la sua espressione sconcertata.

-Dai, stavo scherzando. Entra!- entrò in casa sorridendo ed andò a salutare tutti. Quando mi avvicinai anche io Karen mi pizzicò il sedere.

-Ahi!- dissi sottovoce massaggiandomi.
-Ti prego, non mettermi in imbarazzo perché so farlo bene anche io.-
-Lo so, in fondo siamo figlie dello stesso padre. Non ti preoccupare, mi presenterò e farò la brava.-

Mi sorrise ed andò ad abbracciare quel ragazzo stupendo. Aspettai che finisse di parlare con mia madre per presentarmi e piano mi avvicinai.

Per la prima volta in vita mia mi sentii in imbarazzo e le mie guance andare a fuoco. Gli poggiai una mano sulla spalla e lui si girò. Restò impalato per un po' di secondi prima di sorridermi, avrei tanto voluto sapere cosa stesse pensando. Gli sorrisi, sentii un brivido, uno di quelli che si sentono in rare occasioni, uno di quelli che provi quando senti di stare con la persona giusta.

Mi piaceva da impazzire ma scacciai subito quei pensieri dalla mia testa piena di tutto. Lui era il ragazzo di mia sorella e non potevo neanche lontanamente pensare che potesse piacermi.

Ritornai sulla terra e gli tesi la mano che strinse e di nuovo quel brivido passò a trovarmi.

-Piacere, sono la sorella di Karen, Christina.-
-Piacere mio, sono il ragazzo di Karen, Bruno.-

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