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Lo guardai ed alzai gli occhi al cielo senza farlo entrare. Con la mano destra aprì di più la porta ed entrò senza chiedere permesso così abbassai la guardia stanca e chiusi la porta ritornando a guardarlo.
-Che ci fai qui?-
-Mi è sempre piaciuta questa casa. Piccola ma arredata con gusto.-
-La mia domanda è un'altra.-
-Me la ripeti? Sono troppo ammaliato dalla tua bellezza per ricordarla.-
-Che ci fai qui?- dissi togliendomi le scarpe. Le lasciai lì all'ingresso e mi avviai verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Mi sedetti su un banco e bevvi tutto d'un sorso.
-La verità? Non lo so ma l'istinto mi ha suggerito di farlo.-
-Il tuo istinto suggerisce male. Cos hai detto alla tua ragazza?-
-Ciao amore, vado a dormire sono sfinito.-
-Sei un traditore nato. L'hai fatto con me ed ora anche con lei?-
-Con te è stato uno sbaglio, con lei è una cosa mezza giusta.-
-Mezza giusta?-
-Si, nel senso che... È sbagliato perché non è bello ferirla ma... È giusto perché tu sei tu. Tu vali tutti i tradimenti del mondo.-
-Wow, sono lusingata.- dissi facendo una smorfia. -Comunque ora dovresti andartene Bruno. Ho un ragazzo e non lo tradirò.- scesi dal banco e cercai di andare in camera da letto ma lui mi bloccò, avevo il cuore a mille e il respiro corto.
-Dimentichi che... L'hai già tradito. In quel lurido bagno, con me.- disse ad un millimetro dal mio naso.
-Una volta basta per capire uno sbaglio.- mentii, per me non fu uno sbaglio, anzi, tutt'altro. Rise e mise la sua mano sul mio petto.
-Calmati.-
-Vattene!- ci guardammo con aria di "sfida" e ci baciammo.

Subito mi staccai da lui.
-Non va bene questa cosa. Non va bene. Te ne devi andare!-
-Va bene, me ne vado.- si voltò e lo presi per il braccio. -Non vuoi più che me ne vada?- deglutii. Mi baciò di nuovo ma stavolta con dolcezza. Quando si staccò dalla mia bocca poggio la sua fronte contro la mia respirando piano e chiudendo gli occhi, assaporando quel momento. Gli tolsi piano la giacca e la lasciai cadere, mi guardò senza capire cosa stessi facendo.
-Perché sei venuto qui stasera?-
-Perché.. Volevo stare un po' con te. Quel momento non mi è bastato. Tu non mi basti mai.-
-Non possiamo farci questo.-
-Ma tanto tu... Non mi ami più, no?-
-No, non ti amo più.- mentii di nuovo.
-E nemmeno io.- mentì anche lui, si toccò il naso e quando lo faceva in quel modo mentiva sempre. -Quindi possiamo passare del tempo insieme normalmente.-
-La tua ragazza non ti da quello che ti do io a letto?-
-Nessuna mi da quello che mi dai tu e poi lei è quasi sempre a New York.-
-Quindi possiamo farlo, tanto non ci sono in ballo sentimenti o almeno, non ce ne sono proprio più. È solo una semplice amicizia.-
-Si.-
-Ok.- dissi.
-Ok.- rispose.

Volevo passare del tempo con lui e se avessi dovuto mentire riguardo ai miei sentimenti valeva la pena farlo. Mi baciò stringendomi forte gli presi la mano e lo guidai in camera da letto.

Rifacemmo l'amore dolcemente mentendo a noi stessi ed al nostro cuore. Quando la mattina mi svegliai lui era lì che dormiva come un sasso così andai a preparare la colazione. La lasciai lì e mentre aspettavo che si svegliasse andai a farmi una doccia. Mentre decidevo cosa mettere lo sentii muoversi ma non svegliarsi. Misi una culotte ed una canottiera per restare comoda, poi decisi di uscire e misi delle parigine ed un pantaloncino.

Mentre prendevo le scarpe sentii una presenza dietro di me ed era lui, tutto nudo che mi guardava sorridendo.
-Dio, mi hai fatto prendere un colpo. Rivestiti.-
-Buongiorno splendore.-
-Buongiorno.- posai le scarpe e tolsi il pantaloncino, non volevo più uscire.
-Sei sexy, dove volevi andare?-
-A prendere dei cornetti ma ormai sei sveglio.- mi sedetti sul letto e vidi che entrò nella cabina armadio. -Cosa cerchi?- uscì con il cofanetto di Bulgari contenente la collana che mi regalò per il mio compleanno. -Se vuoi puoi riprendertela.-
-No, è tua. Pensavo l'avessi venduta.-
-No, non lo farei mai. Ti puoi rivestire per favore?-
-Non mi resisti vero?- disse posando su un mobile il cofanetto e venendo verso di me.
-No, non ti resisto.- come una gatta avanzai verso di lui e lo baciai.
-Mmh, sembri una pantera.-
-Caso mai un gattino. Meow, meow.- gli diedi tanti piccoli baci sul collo e rise. Si mise le mutande e ritornò a letto con me.

Ci coccolammo a lungo dimenticando persino di fare colazione.
-Facciamo delle foto?- disse alzandosi all'improvviso.
-Delle foto?-
-Si, dai facciamo un calendario.- prese la polaroid che avevo sul cassetto e cominciò a fare foto.
-Tu sei pazzo.-
-Dai, fammi un bel gennaio.- presi le lenzuola e mi coprii fingendomi infreddolita.
-Febbraio.- gli presi la macchina fotografica e lo baciai facendo con una mano la foto che avrebbe dovuto rappresentare San Valentino.
-Marzo.- mi misi in una posa quasi sexy e continuammo così a farci foto fin quando non sentimmo il rumore della porta aprirsi.
-Merda, Noah.- Bruno ed io sbiancammo, di scatto mi alzai e lo portai fuori al balcone. Presi le foto e le misi nel cofanetto della collana, presi gli abiti di Bruno e glieli diedi.
-Merda, vestiti. Merda sta venendo qui.- gli dissi nel panico, lui invece si era calmato. Ritornai dentro e proprio mentre posavo la collana entrò in camera da letto. Finsi di non averlo sentito, mise le mani sopra i miei occhi e mi finsi spaventata. -Amore?-
-No, sono il lupo mangia frutta.- mi girai e lo baciai.
-Non farlo più, mi hai fatto prendere uno spavento. Che ci fai qui? Non dovevi ritornare domani?-
-Lo vedo, hai il cuore a mille. Comunque, ho voluto fare una sorpresa al mio tesoro. - sorrisi e mentre lo baciavo vidi Bruno sbirciare dalla finestra, gli feci segno di nascondersi di nuovo.
-Mi sei mancato amore.-
-Anche tu piccola.- andammo in cucina e vidi la giacca di Bruno lì a terra. "Porca troia, merda, merda, merda." Pensai. -E questa?- chiese.
-È di Steve. Ieri quando siamo ritornati dalla festa siamo venuti tutti a bere qualcosa qui e se l'è dimenticata.-
-Gliela vado a riportare.-
-Ma no, non ti scomodare, riposati. Vado io dopo.-
-Non preoccuparti. Mi prepari un succo di frutta nel frattempo?-
-Si, certo.- fortunatamente non vide la colazione per due e la propinai a lui.

Quando ritornò sperai con tutto il cuore che Steve capì.
-Gliel'hai data?-
-Si, stava ancora dormendo sembrava una mummia, vi siete dati da fare eh?- disse bevendo. -Ora però devi dirmi come hai passato queste settimane.- mi baciò e mi prese in braccio portandomi in camera da letto. -C'è un odore strano qui dentro.-
-Che odore?-
-Non lo so. Di sesso.-
-Beh... Si perché ho tanta voglia del mio uomo.- sorrise e mi strinse le natiche. -Però, che ne dici di andarti a fare una doccia prima?-
-Si, hai proprio ragione. Puzzo.- si chiuse in bagno ed io andai a prendere Bruno. Lo feci camminare in fretta e lo portai all'ingresso.
-Vai ora. Ti chiamo io. La tua giacca ce l'ha Steve.- mi baciò di nuovo ed andò via chiudendo piano la porta.

Bussai alla porta di Steve in imbarazzo, pensai a quello che avrebbe potuto pensare di me e di noi ma ormai quel che era fatto, era fatto. Aprì la porta mezzo addormentato e gli sorrisi.
-Ehm... Ciao... Steve. Sono...-
-Venuto per la giacca?- mi interruppe. Annuii e lui andò a prenderla. Me la porse ed io la presi sempre molto in imbarazzo.
-Grazie per aver capito.- dissi.
-Ormai conosco Christina abbastanza da capire che il vostro è amore e comunque non vi biasimo, anzi, potete contare su di me.-
-Grazie ancora ma ormai non siamo più innamorati.-
-Se lo dite voi. Ciao Bruno. Ah, aspetta! Entra un attimo.- entrai in casa sua e lo seguii.
-Dimmi, puoi chiedermi tutti i favori che vuoi.- dissi.
-Voglio solo un autografo ed una foto.- risi. Gli feci l'autografo sulla copia del mio CD e facemmo la foto. -Grazie.- disse. Mi accompagnò alla porta ed andai via.

Per tutto il tragitto fino a casa pensai a quello che accadde quella sera e mai fui più felice. Essere al suo fianco, baciarla, toccarla, annusare il suo profumo. Ne ero ancora follemente innamorato ma ero costretto a mentire a me stesso, era l'unico modo per vederci. Se avessimo ammesso di essere ancora innamorati l'uno dell'altra avremmo smesso di parlarci "dall'avventura" in quel bagno. Nella nostra testa non potevamo mettere in gioco di nuovo tutti i nostri sentimenti e poi soffrire di nuovo, sapevamo che la nostra storia non avrebbe funzionato.

Lei, testarda nel seguire il suo lavoro qui ed io per un anno in giro per il mondo nel nuovo tour. Non avrebbe potuto funzionare in nessun modo visto i nostri caratteri ma ormai ci eravamo imbarcati in una nave già affondata per metà e nessuno dei due voleva tirarsi indietro.

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