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Entrai da Starbucks e trovai tutte le mie amiche intente a ingozzarsi di muffin e frullati. Le salutai e mi sedetti con loro. Ordinai un pezzo di torta al cioccolato e un caffè.
-Come va ragazze?- domandò Samantha con un sorrisone sulle labbra.
-Bene. Anzi benissimo. Ho una cosa da dirvi.-
-Anche io ho una cosa da dirvi.-
-Inizio io. Allora, il mio capo mi ha offerto il suo postooo.-
-Cosa?- dissero tutte e tre.
-Beh, solo per un periodo. Diciamo che è come se fosse uno stage retribuito per imparare il suo mestiere. Ha detto che si fida di me e inizio domani.-
-Wow, Chris, è una notizia grandiosa.- disse Hilary.
-Si... È una bellissima cosa, in pratica ti stai spianando la strana verso i soldi.- ribatté Ashley. Ridemmo e brindammo con i nostri caffè e frullati.
-Si, è forte avere un' amica ricca e per festeggiare stasera vi porto... Rullo di tamburi...- Samantha cominciò a battere gli indici sulla tavola. -Al Shine. Vi porto a una sessione privata degli... Rullo di tamburiiii...- disse continuando a battere le dita.
-Daiii parla!- disse Hilary.
-Arctic Monkeys.-
Ashley, Hilary ed io restammo un po' perplesse.
-Gli Arctic Monkeys? Allora per festeggiare la mia "promozione" ci porti a sentire un gruppo che non conosciamo, che è solo il tuo gruppo preferito?-
-Dai, li conoscete. Vi ho fatto ascoltare le loro canzoni e tu Christina conosci molte canzoni.-
-Si è vero, conosco molte canzoni ma non posso farci niente se non sono emozionata quanto te.-
-Idem per noi.- disse Ashley.
-Beh, non mi interessa. Ho avuto i biglietti e ci andremo insieme perché voi siete mie amiche. C'ero quando sei andata al concerto di Calvin Harris e ti sei ubriacata e ti ho tenuto i capelli in quel boschetto, cara Hilary e tu... Miss serate in discoteca, me le sono sorbite tutte quante...- disse indicando Ashley. -... E tu... Tu me lo devi e basta!-
-Ok, ok. Veniamo!-
-Bene, non avrei accettato altre risposte. Ci vediamo tra un'ora al centro commerciale.- si alzò e se ne andò con la sua borsa firmata e i suoi occhiali scuri.
Le ragazze ed io ci guardammo e scoppiammo a ridere.
-È pazza.- disse Hilary.
-Si lo è.-

Arrivammo al centro commerciale e trovammo Samantha ad aspettarci con una sigaretta tra le dita.
-Finalmente siete arrivate.-
-Impaziente?-
-Si, sono le sei ed ho poco tempo per prepararmi.-
-Posso capire perché con tutti gli abiti che hai devi comprarne uno proprio adesso?- domandai rubandole la sigaretta.
-Perché voglio che Matt mi noti.-
-Chi è Matt?-
-Il batterista.-
-Oh mio Dio.- dicemmo in coro io, Ash e Hilary.
-Che c'è? Li ho sempre adorati e visto che Alex ha il naso troppo pronunciato per me... Punto su un altro.-
-Ne parla come se li conoscesse da una vita.-
-Beh tecnicamente li conosco da una vita ma visto che è una band inglese non ho mai avuto l'occasione per conoscerli. Ora che sono in America... Sono pronta.-
-Ma ci sarà altra gente, se non ti nota nessuno?-
-Hilary, dolce e ingenua Hilary, saremo si e no un centinaio di persone o anche di meno. Ti ricordo che è una sessione privata e il locale non è tanto grande. Quindi sarà facile farmi notare. Aggiungere alla lista di sfigati che ho conosciuto il nome di un componente della mia band preferita beh... Sarebbe un sogno.-
-Ok, è una fangirl impazzita.-
-Sii, ci pensate. Li vedrò dal vivo quindi bando alle ciance, andiamo a scegliere qualcosa.-

Entrammo in vari negozi ma Samantha non voleva accontentarsi ed uscimmo dal centro commerciale alle 8:30 di sera mentre l'ingresso per il concerto era alle dieci, questo significava che era tardi, molto tardi.

Corremmo ognuna a casa propria per preparaci e cercare di essere pronte in tempo.
Mi lavai e feci uno shampoo veloce, indossai slip e reggiseno e mi asciugai i capelli. Nel frattempo che l'aggeggio per fare i ricci si scaldasse iniziai a truccarmi. Optai per l'eyeliner nero che, stranamente, venne bene e un bel rossetto bordeaux scuro. I capelli lunghi li lasciai sciolti e feci delle onde sulle lunghezze. Erano le dieci meno un quarto ed il citofono iniziò a trillare.
-Chi è?-
-Sam. Sei pronta?-
-Sali!- aprii il portone e lasciai un po' la porta aperta. Mi precipitai nella cabina armadio e cominciai a fissare gli abiti appesi. L'occhio cadde sulla scatola di Cartier rossa. La presi. Non era quello il momento di aprirla e cadere in trappola nei miei ricordi. Aprii l'ultimo cassetto della cassettiera di fronte a me e la riposi lì, dove sapevo che non ci avrei ficcato il naso e non l'avrei avuta sempre d'avanti agli occhi.
-Chris, dove seeei?- la voce di Samantha mi riportò alla realtà, dove io ero a Los Angeles e Bruno in qualche posto in America o in Europa a cantare su qualche palco importante.
-Sono qui.-
-Ah, sei qui, stanno salendo anche le altre e tu sei ancora in mutande. Muovitiii.-
-Non so cosa mettere.- mi girai e Sam era uno schianto nei suoi strizza gambe che lei chiamava Jeans a vita alta, un top striminzito rosso e dei tacchi non troppo alti. -Wow, sei bellissima Sam.-
-Davvero? Grazie tesoro. Anche tu non scherzi con questo perizomino nero. Devi andare a letto con qualcuno?-
-Ma che dici?- dissi coprendomi il sedere. -Si deve essere sempre impeccabili.- presi un body nero molto scollato sulla schiena e una stampa davanti, un pantaloncino a vita alta e misi le mie adidas bianche e nere. Avvitai una camicia a quadretti in vita caso mai facesse un po' freddo. -Ok, sono pronta.-
-Non penso proprio.- disse Sam.
-Perché? Cosa manca?-
-Cosa c'è in più vorrai dire. Togli il reggiseno, è orribile, hai la schiena fuori.-
-Hai ragione.- lo slacciai in fretta e fui pronta. Mi guardai un'ultima volta e stavo bene. -Sono troppo scollata?-
-No, sei troppo accollata.- disse Ashley con uno scollo profondo sul décolléte.
-Andiamo su.-

Arrivammo al locale giusto in tempo. Tutti erano intenti ad entrare e ci mettemmo in fila.
-Merda, dovevo essere avanti!- disse Sam.
-Dai, vedrai che ti noterà lo stesso. Sei bellissima.-
-Si, ma con queste persone sarò minimo in quinta fila e non mi noterà come si deve.-
Ridemmo tutte e l'abbracciammo.
-Grazie di essere qui ragazze. Lo so che non vi fanno impazzire ma io li adoro. Li seguo dall'inizio della loro carriera ed è un sogno per me vederli adesso.-
-Lo so, ti capisco. Ho provato anche io la stessa sensazione al concerto del mio idolo. Quando ero più piccola enfatizzai la cosa ma penso che non cambi tanto con l'età.- disse Ashley.
-Stiamo tutte vicine e non dividiamoci.-

Iniziammo a camminare, la fila iniziò a muoversi e in poco tempo ci ritrovammo nel locale schiacciate come sardine ma man mano
ognuno ebbe il proprio spazio. Presi la mano a Sam che ce l'aveva sudata e tremolante.
-Calmati tesoro.- le dissi nell'orecchio.
-Sono emozionata, non posso farci niente. Te le ricordi le canzoni? Almeno così balli e canti con me.-
-Si le ho ripassate in macchina oggi e ne conosco qualcun' altra nuova.-
-Bene, così non prenderanno per pazza solo me. Sai ho visto dei video in cui la gente a Londra non urlava nemmeno quindi...-
-Non farai brutta figura, è la tua natura. Anzi ti noterà sicuramente se facciamo le pazze quindi... Scateniamoci.-
-Beh, comunque scherzavo. È impossibile che lui mi guardi.-
-Sam che sembra una ragazzina con la cotta. Non pensavo sarebbe mai arrivato questo giorno.-
-Che giorno?-
-Il giorno in cui ti mostrassi umana.- sorrise mostrando i denti bianchi e perfettamente allineati.

Mancava poco alla loro entrata e Sam era emozionatissima, in realtà lo eravamo anche noi.
I concerti danno una scarica di adrenalina incredibile, che siano di un idolo o di un cantante che conosci di sfuggita. È così, sono le persone, la musica, le urla e tutto il resto scompare.

Mentre chiacchieravamo del più e del meno le luci si spensero e Sam mi strinse la mano. Calò un silenzio tombale, come se nessuno capisse sul serio cosa stesse accadendo ma io lo capii.
-Woooohoooooooo..- iniziai ad urlare e le ragazze mi seguirono. Dopo poco tutti iniziamo ad urlare a fischiare, aspettando che gli Arctic Monkeys uscissero.

Sentimmo il suono di un basso ma le luci continuarono ad essere spente. Erano le note di Do I Wanna Know. All'improvviso una luce si accese proprio sul frontman del gruppo, Alex Turner. Aveva i capelli tirati all'indietro, una camicia bianca infilata nei pantaloni neri abbastanza stretti e una giacca di pelle. Non era bellissimo ma era molto affascinante.

Sam e io cominciammo a cantare con lui.
-Have you got colour in your cheeks?- sembravamo quattro ragazzine in preda ad un'esplosione ormonale per quei quattro ragazzi. -Do you ever get that fear that you can't shift the tide that sticks around like something in your theeth?-
Alex con il suo basso e la sua voce calda e sensuale fu in grado di smuovere, almeno a me, qualcosa dentro. Era maledettamente sexy. Smisi di cantare all'improvviso per guardarlo con attenzione.

Cominciò a muovere il bacino a ritmo con quella canzone, aveva il viso concentrato ma ogni tanto riservava a qualcuno un sorrisetto sexy.
Cantò molte canzoni che conoscevo benissimo provenienti dall'ultimo album.
Finì di cantare One for the road e si presero una pausa. Le ragazze decisero di restare dentro ma io non ce la facevo più, dovevo uscire a prendere un po' d'aria. 

Uscii da una porta dietro al palco e mi ritrovai nel retro del locale. Era buio ma c'era silenzio, si sentiva solo il brusio delle voci all'interno. Mi accesi una sigaretta e mi appoggiai al muro. Faceva caldo.
Guardai la luna ed inevitabilmente la mia testa fu affollata dai ricordi. Troppi ricordi, bellissimi ricordi che non potevo cancellare. Cominciai a piangere, le lacrime scendevano copiose e non ne volevano sapere di fermarsi. Tutto era troppo doloroso, soprattutto il fare finta che stessi bene e che ormai a lui non ci pensassi più. Ero una brava attrice perché nessuno sospettava che di notte piangevo come una bambina, riguardavo le nostre foto, mi facevo del male psicologico. Però in quel vicolo buio, decisi di smetterla di fare così, dovevo rimboccarmi le maniche e vivere la mia vita perché ero stanca di soffrire.

Sentii la porta aprirsi e mi asciugai subito le lacrime sperando che nei miei occhi non si vedesse la disperazione.

-Ciao.- disse appoggiandosi al muro, mettendosi di fianco a me.
-Ciao.-

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