Mi feci spazio tra la numerosissima gente che era in quel locale ed uscii fuori. Sentii un filo di vento freddo sulle mie braccia nude ed iniziai a tremare. Per uscire in fretta, dimenticai di prendere la giacca ma non sarei ritornata dentro a prenderla.
Cominciai a camminare con le braccia conserte, cercando di coprirmi il più possibile ma servì a poco. "Vado a casa, il buon umore è sparito. Poi ti spiego. Ti voglio bene." digitai queste parole in fretta sulla tastiera del mio cellulare ed inoltrai il messaggio a Sam, Hilary ed Ashley. Mi fermai sul bordo del marciapiede e cercai un taxi che non si decideva ad arrivare. Mentre aspettavo patendo il freddo, sentii coprirmi le spalle con una giacca, mi girai spaventata ed era Noah.
-Ti prenderai un raffreddore se stai così a dicembre inoltrato.- disse abbracciandomi e strofinando le sue mani sulle mie braccia per darmi calore.
-Anche tu.-
-Non preoccuparti per me, sto bene.- sorrisi e lo strinsi a me. Cercai in lui una spalla su cui piangere ma mi resi conto che non poteva essere lui la mia spalla. Facendo così l'avrei soltanto illuso e mi pentii di averlo abbracciato. Appena realizzai il mio sbaglio mi staccai da lui in fretta.
-Scusa, non dovrei farti questo.-
-Fare cosa?-
-Illuderti. Non so tu cosa provi per me... Se è solo attrazione fisica o c'è qualcos'altro. Ma qualsiasi cosa sia se mi comporto in questo modo ti illudo, perché io non provo niente per te.-
-Lo so che non provi niente per me. Prima che incontrassi Mars, notavo nei tuoi occhi ancora un interesse per me ma poi... Quando ti seguii con la macchina, e ti parlai, quell'interesse scomparve. Chiunque capirebbe che sei innamorata ma sfortunatamente non di me. Quando ti lasciai, capii troppo tardi di aver perso un diamante prezioso. Tu meriti il meglio ed io non ho saputo dartelo.-
-Noah... Non...-
-Ti accompagno a casa?- lo guardai ed abbozzai un sorriso.
-Va bene, accetto volentieri.- mise un braccio intorno alle mie spalle e cominciammo a camminare. I tacchi cominciavano a far male così li tolsi e restai a piedi nudi.
-Tu sei pazza.- disse scuotendo la testa e prendendomi in braccio.
-E tu, quando vuoi, sai essere un gentiluomo.- arrivammo alla macchina e mi adagiò sul sedile del passeggero dandomi le scarpe, chiuse la portiera ed andò al suo posto.-Chris, svegliati, siamo arrivati.- sentii dirmi. Senza accorgermene mi addormentai, l'alcol iniziò a fare effetto. Misi le scarpe e scesi dalla macchina. Noah, fu così carino da accompagnarmi fin sotto il portico.
-Ciao Chris, spero starai bene e quando vuoi, sai dove trovarmi. Vienimi a trovare e ti faccio un tatuaggio gratis.- disse sorridendo. Risi.
-Si, certo, ti verrò a trovare. Fai il bravo.- gli diedi un bacio sulle labbra ed entrai in casa. Appena entrai Karen mi guardò.
-Già di ritorno?- disse.
-Ehm... Si, non mi sento bene. Sono mezza ubriaca.- tolsi le scarpe e mi diressi in bagno.Tolsi il vestito e mi feci una doccia calda. Non riuscivo a pensare a niente se non a Bruno. Il Natale si avvicinava, casa mia era addobbata come il resto della città ed io mi sentivo sempre male. Mi domandavo quando quella tortura sarebbe finita, quando sarei riuscita a dimenticarmelo ma non trovavo risposta. Le incursioni di Bruno a casa mia non cessarono ed io ero sempre più confusa.
Alla mezzanotte del 24 dicembre, cominciai a girovagare per casa in cerca dei miei fratelli o dei miei genitori ma non li trovai. Pensai se ne fossero dimenticati e ci restai malissimo.
Mentre salivo le scale per andare in camera mia andò via la luce e restai immobile sulle scale spaventata. Pensai fosse un blackout della casa ma poi sentii dei rumori. "merda, se è un ladro è meglio che corri alla cieca e te ne vai in camera di qualcuno" pensai e continuai a salire le scale con il cuore in gola.
-Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Christina, tanti auguri a teeee. Woooo.- la mia famiglia sbucò da dietro un muro con una torta in mano e 22 candeline da spegnere ed io feci un grande sorriso ma soprattutto sincero. Tim fece ritornare la luce e spensi quelle candele esprimendo il mio desiderio. Mi abbracciarono e mi diedero gli auguri stringendomi forte. Andammo in cucina e cominciammo a tagliare la torta, mi sentii bene, quella per me era una tradizione, spegnere le candeline a mezzanotte e costringere i miei a dedicare tutta la giornata a me. Ogni anno mi davo una pacca da sola sulla spalla per essere nata a mezzanotte del 24 dicembre perché oltre al regalo del compleanno ci sarebbe stato anche quello di Natale ed in quel periodo mi sentivo sempre una regina.
-Pensavo ve ne foste dimenticati.-
-Tesoro, dopo 21 ore di travaglio il giorno della vigilia di Natale non potrei mai dimenticare il tuo compleanno.- disse mia madre, ridemmo ed abbracciai di nuovo tutti. Mentre mangiavamo la torta, ricordavamo aneddoti della mia infanzia e di quanto fossi pestifera anche a due anni. -Me ne hai fatte passare di tutti i colori ed anche a tuo padre. Ricordo che una volta cadesti dal letto e muovendoti finisti sotto il letto e nessuno riuscì a trovarti. Chiamammo la polizia.- ridemmo tutti. Mentre ricordavamo quegli strani momenti bussarono alla porta.
-È il mio compleanno, andate ad aprire voi.- dissi ingozzandomi di torta buonissima. Nate mi diede un bacio in testa ed andò ad aprire.
-Oh merda!- appena sentii quell'esclamazione mi precipitai alla porta. Di fronte a me, sulla strada c'era una Smart nera piena di brillantini con un fiocco enorme sul tetto.
-Oh mio Dioooo.- corsi a guardarla da vicino ed iniziai a saltare. Era la macchina che avevo sempre sognato da quando uscì sul mercato. Alcuni vicini uscirono pensando che fosse successo qualcosa.
-Scusate se ho urlato. È che.... Guardateee è miaaaa.-
-Tanti auguri piccola Chris.- disse il signor Mckenzie. Presa dall'euforia andai ad abbracciare anche lui e sua moglie che rimasero sbalorditi.
-Grazie, scusate. Non urlo più.- risero ed entrarono in casa loro. Andai dai miei e li abbracciai forte. -Non è uno scherzo vero? Mi avete regalato una macchina personalizzata.-
-Si, è decappottabile e dentro c'è tutto quello che ti riguarda. Ci hanno aiutato i tuoi fratelli.- andai ad abbracciare anche loro ed iniziai a piangere.
-Ho una macchina.- dissi incredula. -Ma come avete fatto?-
-All'inizio dell'anno scolastico ci dicesti che con i soldi della retta volevi una macchina ed eccoti accontentata.- disse Tim.
-Io vi amooo.- mia madre estrasse dalla tasca delle chiavi con un portachiavi a stella. Aprii la macchina e cominciai ad esplorarla. I sedili erano di un bordeaux scurissimo con brillantini, sullo stereo c'erano la mia iniziale con il cuore che mi ero tatuata, nel portaoggetti c'erano i miei CD preferiti. Notai anche quello di Bruno ma non ci pensai troppo. Ero felicissima. Poi arrivò il turno del regalo dei miei fratelli che mi regalarono un buono di mille dollari da spendere nel mio negozio d'abbigliamento preferito.Mi resi conto che quello che era appena iniziato poteva prendere il titolo come miglior compleanno di sempre. Entrammo in casa ed io mi sentii euforica ed euforica andai a dormire.
Alle sei del mattino sentii bussare alla porta. Andai ad aprire con gli occhi ancora chiusi e quando li aprii le prime luci del mattino mi accecarono. -Chi è?- dissi aprendo la porta.
-Buongiorno.- disse Bruno sorridente con i fiori.
-Hai cambiato orario?-
-Posso entrare?-
-Oggi mi sento buona.- aprii di più la porta e lo feci entrare. Mise i fiori sul tavolo e venne vicino a me.
-Vai in bagno, sistemati, fai quello che vuoi. Ho una cosa da fare. Vengo a chiamarti io.-
-Ma sei impazzito?-
-Fidati di me almeno stavolta.- alzai gli occhi al cielo e con le braccia conserte mi diressi in bagno. Mentre mi lavavo i denti sentii delle voci ed aprii piano la porta per origliare.
-Cosa ci fai qui ragazzo?- disse Tim.
-Lei si sieda.-
-Va bene.-
-Ho visto la macchina, ne sarà stata contenta.-
-Si, avresti dovuto vederla, gli occhi le brillavano. Tu... Stai lavorando?-
-Si, sto lavorando a dei pezzi nuovi. Ecco, è tutto pronto.-
-Ti perdonerà, conosco mia figlia.-
-Lo spero con tutto il cuore. Mi sto facendo in quattro per farmi perdonare. Ho sbagliato ed è giusto che io paghi. Ma non rinuncerò a lei.- sentii dei passi e chiusi la porta.
-Ehi, puoi... Puoi uscire.-
-Ok.- dissi fredda. Uscii ed andai in cucina. C'era la tavola imbandita con la colazione per tutti. Era tutto bellissimo.
-Ora... Devo andare ma... Tu goditi la colazione e dopo... Guarda sotto l'albero. Capirai il perché dell'ora.- mi diede un bacio all'angolo destro delle labbra. -Ti amo. Buon compleanno.- andò via ed io sorrisi.
-Ah, l'amour.- disse Tim.
-Ma che amour.- dissi addentando un cornetto.
-Guarda i tuoi occhi innamorati.-
-Smettila papà.- dopo poco si svegliarono tutti e cominciammo a fare colazione.
-Dovrebbe essere il tuo compleanno tutti i giorni.- disse Karen.
-C'è un pacco sotto l'albero.- disse invece Nate.
-Ce l'ha messo Bruno.-
-E che aspetti ad aprirlo.- sorrisi ed andai a prenderlo. Lo posai sulla tavola ed iniziai a scartarlo. Aprii la scatola piena di velo rosso e cominciai a toglierlo. Sul fondo della scatola c'era una busta da lettere rossa ma prima di aprirla presi il bigliettino che era al suo fianco. Lo aprii e mi schiarii la voce per leggerlo ad alta voce.-"Amore mio, essendo il giorno prima di Natale, voglio farti una sorpresa doppia. Non pensare che l'abbia fatto solo per farmi perdonare, avevo in mente questa cosa da moltissimo tempo. Spero ti piacerà, io ho tutto pronto, mi tocca solo aspettarti. Ho una cosa da farti ascoltare e tante che vorrei dirti. Buon compleanno, ti amo. Tuo, Bruno."-
Posai il bigliettino e piano aprii quella busta rossa. Gli occhi cominciarono di nuovo a brillare e le mie mani non vollero saperne di smettere di tremare. -Oh. Mio. Dio. Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dioooo.- dissi sorridendo.
-Cosa c'è? Non tenerci sulle spine?- disse Karen.
-Sono... Sono...-
-Sono cosa?- ribatté Tim.
-Sono biglietti per Parigi.-
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Assomigli alla felicità.
FanfictionLei, lui, le ingiustizie, le difficoltà, la vita. Due ragazzi con due sogni differenti, lui la fama, lei una vita normale. Si troveranno ad affrontare tutto insieme. Insieme, forse, saranno più forti del destino, dell'amor proprio, dei loro sogni. U...