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Lo baciai, si, lo baciai e fu il bacio più bello della mia vita.

Quando vuoi che il tempo non passi questo ti sfugge proprio sotto il naso ed i momenti più belli sono costretti a finire, anche stavolta il tempo fu mio nemico. Quel bacio durò qualche minuto ma quei minuti sembrarono secondi. Avrei voluto che quelle emozioni durassero di più.

Appena le nostre labbra si allontanarono provai una fitta al cuore perché sapevo che quello era l'unico bacio che avrei potuto ricevere da lui. Mi guardò e fui certa che anche lui provò quello che provai io. Brividi, batticuore, guance arrossate. Sembrò il mio primo bacio ma migliore.

Ci guardammo negli occhi e mi sorrise, cercai nella mia mente qualcosa da dire ma le parole che trovai scapparono via e forse fu meglio così, avrei rovinato quel momento di complicità che si era creato tra noi.

Mi accarezzò la guancia, le labbra, i capelli. Percosse con il suo indice i lineamenti del mio viso e tutto l'imbarazzo che avevo con me sparì.

L'abbracciai. Mi persi nel suo petto e nel profumo della sua pelle. Non so per quanto tempo restammo lì abbracciati, minuti, forse ore e nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro.

Tornammo alla realtà sentendo il rumore dell'auto di qualcuno e di scatto ci staccammo. Volevo andare in bagno per non farmi vedere in quello stato ma lui non mi lasciava andare via. Appena sentii la porta dell'ingresso aprirsi scappai via e mi chiusi la porta del bagno alle spalle. Mi appoggiai al lavandino e mi guardai allo specchio, diventai pallida forse per la paura di essere scoperti. Appoggiai l'orecchio alla porta per capire chi fosse arrivato ed era mia sorella.
L-Tesoro che c'è? Sei accaldato. Dov'è Christina?- sentii in lontananza.
-In bagno... Credo.- continuarono a chiacchierare ed io mi sedetti vicino alla porta a pensare a cosa avevo fatto. Desiderai fortemente di andare in cucina e baciarlo di nuovo, lì, davanti a lei ma non potevo farlo. Ripresi un po di colore, mi calmai ed uscii da quel bagno.

-Ehi, già di ritorno?-
-Si, il professore è malato. Potevano avvisare cacchio. Mi dispiace, se non è troppo tardi puoi ancora uscire.-
-No, non fa niente. Resto a casa stasera.-
-Mamma ne sarà felice.- disse abbracciando l'uomo che desideravo con tutta me stessa.

-C'è nessunooo?- sentii la voce di Nate e mi sentii sollevata, non volevo restare da sola con loro due, mi avrebbe fatto molto male.
-Ho preso il bracciale che mi hai consigliato.- disse abbracciandomi.
-Sono contento. Il primo regalo decente che faccio.-
-Già, finalmente. Pensa Bruno, una volta mi regalò una cassa di lattine di birra.- gli dissi cercando di portare un po' di normalità tra noi. Rise ma non fu un bravo attore, era visibilmente arrossato e sulle nuvole.
-Scusate ragazzi, non mi sento tanto bene. Vado un attimo in bagno.- disse. Mi guardò come per dire "seguimi" ma non potevo, Karen era lì ed avrebbe capito. Mi venne un'idea.
-Hilary ha bisogno di me. Vado un attimo da lei e vengo. Ok?-
-Ma torni per cena?- mi chiese Karen.
-Si, ce la faccio. Fai due patate fritte nel frattempo?-
-Va bene.-

Uscii in fretta da casa e feci il giro del giardino. Mi arrampicai sul muro con l'aiuto di un tubo ed arrivai alla finestra del bagno in cui era Bruno. Bussai e vidi la sua sagoma venire verso di me.

-Pensavo stessi andando dalla tua amica.- disse sussurrando.
-E invece sono qui.- risposi entrando in bagno. Sorrise.

-Ne sai una più del diavolo.-
-Bruno, cosa è successo prima?-
-Non lo so. So solo che lo rifarei ora e sempre. È stato...-
-Bellissimo.- annuì.
Si avvicinò a me e con la mano destra mi accarezzò il viso.
-Sei incredibile.-
-Bruno... è che io...- mi mise la mano sulla bocca delicatamente interrompendomi. Sentimmo dei passi.

-Amore? Ti senti bene?- disse Karen bussando alla porta. Bruno si passò una mano nei capelli quasi esasperato.
-Si... Ho solo un po di nausea. Esco a minuti, ok?-
-Va bene. Vuoi mangiare o no?-
-Se mi passa si.-
-Nel cassetto sotto lo specchio c'è un flacone di pillole. C'è scritto per mal di stomaco, prendine una.-
-Grazie.-
La sentimmo allontanarsi e ritornammo alla nostra chiacchierata.
-Dicevamo?-
-Dicevo che io non penso sia una buona cosa. Insomma nessuno ne uscirà illeso. Tutti in un modo o nell'altro si faranno del male.-
-Non posso fare a meno di guardarti, di toccarti, di starti vicino.- si avvicinò e mi baciò di nuovo. Le sue mani sul mio viso e le mie dietro la sua schiena. -Ti voglio Christina.- continuai a baciarlo. Non sapevo cosa dire e cosa pensare. Non sapevo se buttarmi in quella catastrofe ma in fondo c'ero già dentro fino al collo.
-Anche io ti voglio.- mi sedetti sul lavandino allargando le gambe e lui si mise al centro.

Continuammo a baciarci, accarezzarci, sussurrarci parole dolci. Perdemmo la cognizione dello spazio e del tempo. Eravamo solo noi e nessun altro.

-Forse è meglio se esci da questo bagno.- dissi.
-Si lo so.- gli diedi un ultimo bacio ed uscii dalla finestra facendo attenzione che non ci fosse nessuno in giardino.

Per perdere tempo e non ritornare nello stesso momento di Bruno, chiamai i miei amici e raccontai loro tutto. Rimasero sbalorditi ed erano allo stesso tempo eccitati per me, per loro era pane quotidiano vivere storie come questa ma per me no, non ero abituata e non sapevo come comportarmi.

Il senso di colpa mi divorava ma allo stesso tempo volevo vivere quella storia senza rimpianti e non ne avevo. Passò circa mezz'ora e ritornai in casa.

-Ehi abbiamo apparecchiato. Sta arrivando la mamma e Tim ma possiamo cominciare a mangiare.- disse Karen.
-No, io... Aspetto loro.-
-Cosa voleva Hilary?-
-Niente, ha un problema.-
-Cioè? Vabbè poi mi racconti quando Hilary non ha un problema.- disse Nate ridacchiando.
-Ha... Una specie di relazione con il ragazzo di sua sorella.- sentii Bruno che tossiva forte, si stava per strozzare.
-Tutto bene Bruno?- gli chiese Karen.
-Si... si... La birra mi è andata di... Traverso.- dopo poco mi raggiunse in giardino con la scusa di fumare una sigaretta in compagnia.
-Si può sapere cosa combini?- mi chiese togliendomi la sigaretta da mano. Fece un tiro e continuò a guardarmi.
-Niente, Hilary ha questa situazione da... Risolvere.-
-Beh ma... Questo ragazzo la situazione non la vuole risolvere.. Perché lei gli piace da impazzire.- mi ripresi la sigaretta ma non gli risposi.
-Tu mi fai impazzire.-
-Smettila, ci possono sentire. Sono arrivati mamma e Tim. Andiamo a mangiare.-

Mi sedetti a tavola e lui si mise vicino a me. Mentre Karen si sedette di fronte a lui. Mentre mangiavamo tranquillamente mi prese la mano e l'accarezzò per tutta la durata della cena.

Restai così, in bilico tra il decidere di vivere nell'ombra di mia sorella o di lasciar perdere.

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