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Mi persi talmente tanto in quel bacio che persi anche la cognizione del tempo e dello spazio. Quando mi staccai da lui pensai fosse un sogno, non era la prima volta che sognavo cose del genere, ma stavolta non lo era. Era la pura e semplice realtà, la mia bocca sulla sua e i nostri respiri che si incontrarono, tutto vero, tutto reale ed io mi sentii di nuovo viva. Il cuore cominciò a battere più veloce e tutte le sensazioni che provavo quando ero con lui iniziarono a farsi risentire.

Mi staccai da lui facendo terminare quel bacio stupendo, mi guardò negli occhi e mi accarezzò la guancia. La sua mano dalla mia guancia scese sulla mia spalla destra e mi diede un pizzicotto.
-Ahia! Ma sei pazzo?-
-No, pensavo fosse un sogno.- disse dandomi dei piccoli baci sul collo.
-Anche io ma...-
-Non lo è.- dicemmo insieme.
-Buon compleanno amore.-
-Grazie, è il regalo più bello che mi potessi fare.-
-Portarti a Parigi?-
-No, la tua voce nelle tue canzoni dedicate a me.-
-Guarda che le sorprese non sono ancora finite. Ora andiamo.-
-Dove andiamo?- chiesi.
-Andiamo... Non lo so a farci un giro per la città. A quest'ora sono ancora aperti i negozi. È Natale.-
-Va bene, ci sto.- mi prese la mano che baciò ed uscimmo fuori dal teatro.

La città era tutta illuminata ed era stupenda. Arrivammo sotto la
Tour Eiffel e presi il cellulare.
-Ehi, scusa.- dissi fermando un ragazzo. -Ci fai una foto? Prendi bene la torre.-
-Oh, mais oui.- mi rispose gentilmente. Misi le mani sulle guance fredde di Bruno e lui mise le sue dietro la mia schiena, lo baciai ed il ragazzo fece la foto.
-Merci.- gli dissi sorridendo.
-De rien.- andò via e guardai quella foto. Ne fece più di una. C'eravamo io che mettevo le mani sulle guance di Bruno, Bruno che mi fissava innamorato e che metteva le sue mani dietro la mia schiena ed infine quella del bacio, erano stupende.

Andammo per le strade animate di Parigi ed ogni tanto mi fermavo a fissare tutti quei vestiti stupendi, tipici della moda parigina, mentre lui firmava autografi e faceva foto. Per qualsiasi cosa non si risparmiò. Entrammo da Louis Vuitton, Guess, Versace, Dolce & Gabbana ed anche in negozietti semplici. Mi comprò di tutto e di più ed anche se io gli dicevo di non volere niente, faceva di testa sua e comprava quello che voleva.

A mezzanotte precise si fermò in mezzo alla strada e mi guardò.
-Buon Natale amore.- disse dandomi un bacio.
-Buon Natale anche a te anche se mi sento in colpa. Non ho comprato niente per te e tu avrai speso milioni per me. Non posso sdebitarmi quindi non voglio che compri altro.-
-Uh, guarda quella giacca di pelle. Ti starebbe benissimo, saresti sexy da morire.- disse snobbando le mie parole.
-Amore, lo so che è il tuo modo per chiedermi scusa. Ma ti ho già perdonato quando hai messo le tue dita sui tasti del pianoforte.-
-È il mio modo per dirti che se lo volessi ti darei il mondo intero. Poi... Ridillo.-
-Ridillo cosa?-
-Come mi hai chiamato?- disse sorridendo, risi.
-Mmmh, se nn sbaglio... Amore.-
-Questo è il Natale più bello della mia vita.- scossi la testa sorridendo e ricominciai a camminare prendendolo per mano. Non glielo dissi ma anche per me lo era.
-Amore, entro un po in quel negozio. Tu... Perché non prendi un croissant caldo?- dissi architettando una sorpresa per lui.
-Non vuoi che ti faccia compagnia?-
-No, ho fame.-
-Ogni tuo desiderio è un ordine.- aspettai che si allontanasse ed entrai in fretta in quel negozio. Comprai quel che dovevo giusto in tempo.

Lo vidi arrivare con i due cornetti caldi e gli sorrisi. Ci sedemmo su una panchina e posai le decine di buste che avevo in mano. Addentai quel cornetto buonissimo e mi sporcai tutto il viso. Cominciò a ridere e quella risata contagiosa fece ridere anche me. -Aspetta, ti pulisco.- mi baciò gli angoli della bocca e le guance togliendomi la cioccolata. -Mmh, che buona.-
-Smettila, ci guardano tutti.- dissi imbarazzata.
-Che ci frega. Se non mi arrestassero ci farei anche l'amore qui con te.- risi e gli sporcai il naso.
-Non sei cambiato affatto.-
-Nemmeno tu, anzi, sei più bella ogni giorno che passa.-
-E tu il solito paraculo.-
-Ti amo.-
-Io di più. Andiamo in albergo?-
-Certo.-
-È fighissimo. Stupendo, ma quanto ti è costato?-
-Briciole per me. Andiamo dai.- prendemmo un taxi ed andammo in quella suite stupenda dove trovammo tutti al completo. C'erano anche i ragazzi della band con le rispettive compagne, mancavano solo le sorelle di Bruno che restarono alle Hawaii.

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