-Signora Owens questa lasagna è buonissima.-
-Ti prego Zac, chiamami Pam.-
-Con piacere.- disse lui mentre mi prendeva la mano sotto il tavolo.Ritornai alla realtà lasciando Zac lì, dov'era ormai da tempo, solo nei miei ricordi.
Piccoli flashback mi torturavano durante quella cena vedendo Bruno e Karen che si comportavano come me e quel ragazzo che, un tempo, sembrava un duro mentre invece era più dolce del miele.
Ero la sua principessa e lui il mio principe. Era stato il primo in tutti i sensi. Il primo bacio, il primo invito ad una cena seria, il primo e anche l'ultimo ragazzo portato a casa, la prima pazzia, la prima volta in cui feci l'amore. Lui era il ragazzo delle prime volte.
Alzai la testa per cercare di non piangere e ci riuscii. Non ero brava in quasi niente ma in una cosa riuscivo benissimo, sapevo nascondere bene i miei sentimenti.
-Tesoro, vuoi un po di pollo?- la voce di mia madre mi riportò a quella cena.
-Oh, si mamma ma mettimene poco.--Allora Bruno, cosa fai nella vita?- gli chiese Tim.
-Lavoro nel campo della musica, ho...-
-Si papà. Bruno ha appena fatto un CD. Te lo feci ascoltare in macchina.- lo interruppe Karen.
-Ah si, è vero. Non immaginavo che mia figlia avesse trovato un cantante famoso. Sei davvero bravissimo.-
-Grazie.- disse Bruno sorridendo.Aveva un sorriso perfetto. Tutti i denti bianchissimi e perfettamente allineati si sposavano benissimo con la sua carnagione scura. Gli occhi dal taglio particolare brillavano e quei bei ricci gli incorniciavano il viso rendendolo un opera d'arte meravigliosa. Si notava che era un ragazzo realizzato e contento.
Ero felice per mia sorella ma non li vedevo molto affiatati.
Parlarono per un po di loro. Tim parlò del suo lavoro, Karen dell'università, Nate del calcio e mia madre dell'attività di beneficenza di cui si stava occupando. Bruno parlò dell'impegno messo in quell'album e di quanto fosse squattrinato quando arrivò a Los Angeles dalle Hawaii. Solo io ero molto silenziosa.
Non avevo niente da dire oppure potevo dire "sono un'idiota che perde tempo a fumare e farsi piercing e tatuaggi. Ho lasciato l'università perché odio la psicologia, forse perché con tutti i problemi che ho con me stessa non potrei mai fare la psicologa." Ma l'idea di dire quelle cose non mi piaceva.
Ero la buona a nulla della famiglia e non mi faceva sentire meglio. Sentii i suoi occhi su di me ed alzai lo sguardo. Mi stava fissando e io non mollavo, continuai a guardarlo fin quando non smise.
-Che cosa hai scritto lì, sotto la clavicola?- mi chiese mentre addentava una fetta di torta.
-Don't give up scritto al contrario.-
-Al contrario?-
-Si, così quando mi guardo allo specchio mi faccio forza da sola leggendolo.-
-È davvero molto bello.-
-Grazie Bruno.-
-Quanti tatuaggi hai?--Già piccola, ho perso il conto.- disse Tim.
-Di tatuaggi ne ho pochi. Ne ho solo tre.--Sono i piercing che sono tanti.- rispose Nate.
-Oh si. Di quelli ne ha tanti e non vuole dirci tutti i posti, quanti ne hai?- domandò Karen.
-Dodici.--Cosa?- disse Bruno sbalordito.
-A me piacciono un casino.- rispose Nate. Gli sorrisi.Nate ed io avevamo un rapporto stupendo. Eravamo i più piccoli ma ci comportavamo sempre da adulti responsabili nelle situazioni più difficili. Karen era sempre stata la più fragile dei tre. Toccò a me proteggerla e a Nate farci da padre prima che arrivasse Tim.
-Ragazzi, domani io e vostra madre non ci saremo.-
-Dove andate?-
-A festeggiare il nostro anniversario.- disse Tim prendendo la mano di nostra madre che arrossì.
-Ah, congratulazioni. Non vogliamo sapere i dettagli.- disse Nate. Ridemmo.-Auguri per domani allora.-
-Grazie Bruno. Sappi che ci fa molto piacere averti qui con noi stasera.-
-Anche per me è un piacere signora Owens.-
-Chiamami Pam.--Allora domani invitiamo i nostri amici così perdiamo tempo in piscina?- dissi a mamma e a Tim facendo gli occhi dolci.
-Per "nostri amici" cosa intendi Christina? Un centinaio di persone e la casa sfasciata?--Io parlo solo dei miei soliti amici. Li conosci.-
-Io domani non ci sono.- disse Nate.
-Cosa? E perché?-
-Chris ho l'allenamento ed esco con Joy.-
-Invitala! Sono settimane che ci esci ed io e Karen non l'abbiamo ancora conosciuta.-
-Cercherò di fare del mio meglio.-Guardai Karen come per dire "e tu ci sei domani?"
-Io posso invitare Bruno. Hai da fare domani amore?-
-No, vengo volentieri.- le rispose guardandomi.
-Porta i tuoi amici.- gli dissi.
-Ok, non vi preoccupate, ci saremo.- Karen gli sorrise.-Non voglio più di venti persone in questa casa e non voglio trovarla piena di bicchieri di carta e birra ovunque. Parlo soprattutto con Nate e Christina.-
-Va bene mamma.- Nate ed io ci sorridemmo complici.La cena finì e verso mezza notte Bruno andò via. Salii in camera mia e mi spogliai di tutto quello che avevo addosso. Scarpe, vestiti, trucco, biancheria. Restai così, nuda.
A volte tutto quello che hai addosso sembra così pesante che quello che puoi fare è spogliartene ma per stare bene ci si dovrebbe spogliare anche dai pensieri e purtroppo non potevo farlo, non sapevo farlo.
Indossai il pigiama e misi nello stereo il cd che chiesi a Bruno di regalarmi. Rigiravo la custodia tra le mani mentre la sua voce angelica si diffondeva nella stanza. Arrivata alla traccia numero sette non potei più trattenermi.
Ascoltando quelle parole non ce la feci più, finalmente, dopo tanto tempo, piansi.
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Assomigli alla felicità.
FanfictionLei, lui, le ingiustizie, le difficoltà, la vita. Due ragazzi con due sogni differenti, lui la fama, lei una vita normale. Si troveranno ad affrontare tutto insieme. Insieme, forse, saranno più forti del destino, dell'amor proprio, dei loro sogni. U...