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-Che ci facciamo qui?- dissi entrando nel suo negozio.

Entrammo in una stanza che conteneva un lettino di pelle nera, una sedia con le rotelle e vari mobili. Sul ripiano di uno di essi c'era la macchinetta con cui lui svolgeva il suo lavoro.
-Siediti.- disse.
-Rispondimi! Che ci facciamo qui?-
-Voglio farti un tatuaggio che ti ricordi di questa sera.-
-Ma tu sei pazzo. No!-
-Dai.-
-No! Non ho neanche idee.-
-Fattele venire.-
-Davvero, non lo so.-
-Allora te lo faccio a mio piacimento.-
-Noah, non ci pensare neanche. No!-
-Ti fidi di me?- lo guardai come per dire "non tanto" e lui capì. -Ok, non ti fidi di me in altre situazioni ma... Ti fidi di me quando lavoro?-
-Si.- mi prese per mano e mi fece scendere dal lettino.

Tolse la mia giacca e la poggiò sull'attaccapanni fuori da quella stanza, quando ritornò si posizionò dietro di me e sentii la zip del mio vestito scendere giù.

-Ma che fai?-
-Lo vuoi o no questo tatuaggio?-
-Si, ma non ho il reggiseno e non voglio stare mezza nuda.-
-Guarda che conosco il tuo corpo a memoria. Rilassati, sei tesa.- mi sussurrò all'orecchio.

-Ho un idea.- alzò di nuovo la zip e portò su il vestito. -Stenditi a pancia in giù.- decisi di fidarmi completamente di lui, mi stesi e mi ritrovai con il vestito alla metà della mia schiena.
-Noah, voglio ricordarti che sono comunque mezza nuda.-
-Ma almeno hai questo poco di stoffa che ti copre.- disse toccando le mie mutandine di pizzo. -Credo che mi sarà difficile lavorare.-
-Stronzo.-
-Ok, preparo quel che serve.- mentre lui preparava quell'aggeggio pensai a cosa stessi facendo lì, stesa ed in attesa delle sue mani a lavoro sul mio corpo trasformato in una tela da decorare.
-Mi raccomando. Non grande e non esagerare nemmeno con i colori.- dissi un po' tesa. Sapevo che avrebbe fatto qualcosa di bellissimo ma il fatto di non sapere esattamente cosa mi innervosiva.
-Conosco quel che ti piace tesoro mio.-
-Smettila di chiamarmi "tesoro mio".-
-Ora sta ferma, rilassati e non ti muovere.- si alzò, prese un foglio e velocemente fece uno schizzo della sua idea. Con la penna tra le labbra ritornò da me e pensai che fosse dannatamente bello e sexy così concentrato e serio. Toccò il mio fondoschiena, all'altezza dell'osso sacro, e lo accarezzò.
-Ti piace qui?-
-Cosa?- dissi tra le nuvole.
-Il tatuaggio, qui, proprio al centro, ti va bene? -
-Si, certo. Mi fido di te Noah.- sentii quell'apparecchio ronzare e poi lo sentii sulla mia pelle. Non sentii tanto dolore, cercai di rilassarmi il più possibile.

Non so precisamente quanto tempo impiegò ma appena sentii il silenzio di quella macchinetta cominciai ad essere impaziente di alzarmi.

-Finito?-
-Si, finito.- mi alzai tenendo il vestito in alto e mi guardai nel grande specchio di fronte a me. Sorrisi, era davvero stupendo. Noah prese il cellulare e fece una foto per farmi ammirare i particolari.

Era un diamante di media grandezza, alla base inferiore, dove ci sarebbe dovuta essere la punta di questo, c'era una rosa rossa mentre sulla base superiore era poggiata una farfalla di profilo sfumata con i colori del rosa, del violetto e dell'azzurro. Intorno varie sfumature stupende. Era tutto bellissimo e moderato, come piaceva a me. Non piccolo e neanche grandissimo. Non riuscivo a smettere di fissarlo.

-Ti piace?- mi chiese mentre metteva della crema sul nuovo arrivato.
-Si Noah... È... Meraviglioso. Ma perché hai scelto proprio questi elementi?- mise della pellicola, abbassò il vestito e si posizionò di fronte a me.

Prese il foglio con lo schizzo e me lo fece guardare.
-Allora, il diamante...- si prese una pausa e guardò il pavimento toccandosi la nuca. Notai le sue guance arrossarsi e sorrisi guardando quel Noah tenero che mai avevo visto fino a quel momento. -Beh si... Il diamante significa perfezione e resistenza, la rosa rossa rappresenta il coraggio e la passione ed infine... La farfalla rappresenta il cambiamento e la femminilità. Rappresenta la vita che è breve ma anche intensa come la tua. Sono tutte cose che penso ti appartengano.- sorrisi e mi avvicinai a lui, gli strinsi la mano e lo baciai. Fu uno dei baci più belli che mai diedi, sentito e voluto da entrambi. Forse era arrivato il momento di conoscere il Noah dolce e gentile, amorevole e premuroso. Mi staccai da lui e lo guardai.
-Grazie.- gli dissi.
-E di cosa?-
-Per il tatuaggio e per... Si, insomma, per la serata. È stata la più bella che io abbia mai passato con te.- mise la sua mano dietro la mia nuca e mi baciò di nuovo.
-Mi sei mancata. Non sai quanto.-
-Usciamo da qui?-
-Dove vuoi andare?-
-Non lo so, tu dove vuoi andare?-
-Voglio andare a casa tua.- disse con la sua fronte contro la mia.

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