POV di Harry.
"Vado a cercare Tess, così possiamo andarcene da questo fottuto posto." Brontolo, il mio temperamento scorre giusto al di sotto della superficie del mio contegno piuttosto duro.
"Ho fatto il meglio che ho potuto, mi dispiace, Harry." Dice mio padre.
Guardo Liam per un qualche tipo di conforto, non so davvero perché, ma in assenza di Tessa, è la cosa migliore.
"Già." Borbotto e mi guardo intorno nel corridoio in cerca del vestito viola di Tessa.
Una mano mi da una pacca sulla spalla, quella di Liam, non lo spingo via.
"Noi restiamo dentro, ho qualche carta da firmare e persone da ringraziare. Ci vediamo fuori."
Liam e mio padre tornano in quella dannata sala dalla delle conferenze e io continuo a camminare lungo il corridoio. Dove diavolo è? Non se ne andrebbe, quindi dove cazzo è andata?
Resto in modo imbarazzante fuori il bagno delle donne, dibattendo se aprire o no la porta per chiamarla. Un gruppo di ragazze equipaggiate per l'università esce pavoneggiandosi dal bagno, parlando troppo ad alta voce tra loro per notarmi contro il muro.
"Ehi." Dirigo la loro attenzione verso di me. La bruna del gruppo si aggiusta gli occhiali e mi guarda con occhi spalancati. "Lì dentro c'è una ragazza con un vestito viola?" Indico la porta del bagno.
Una risatina le scappa dalle labbra e la complice bionda alta le da una gomitata nel fianco prima di sussurrarle qualcosa all'orecchio.
"Avete intenzione di rispondermi?" Scatto, mettendo fine al loro scambio di battute adolescenziale.
"No.. non c'è nessun altro." Dice quella alta.
Era così dannatamente difficile?
Prima che possano iniziare a sussurrare di quanto sono stato scortese, vado via e mi dirigo fuori. L'unico altro posto in cui potrebbe essere, magari è in macchina?
Quando esco fuori, il vento soffia intorno a me, portando l'unica voce che non mi sarei mai aspettato di sentire in questo momento. Giro l'angolo ed eccolo lì, eccoli lì. Tessa e Zayn.
"Se puoi dirmi che non provi niente per me, assolutamente niente, non lo denuncerò." Dice Zayn a Tessa.
Perché cazzo è qui?
Perché cazzo Tessa è qui fuori a parlarci?
Quale parte di stagli fottutamente lontano non ha fottutamente capito?
"Che?" Muove le braccia nell'aria davanti a lei.
"Mi hai sentito, dimmi di lasciarti in pace e di non parlarti mai più e lo farò."
Farà meglio a dirglielo, dirgli che non vuole averci niente a che fare, che non vuole mai più rivedere la sua fottuta faccia.
"Non voglio questo, non voglio che non che non ci parliamo più." Dice, lacerandomi dentro.
"Allora cosa vuoi? Perché sembri essere confusa proprio quanto me! Continui a mandarmi messaggi e ad incontrarti con me, mi baci, dormi nel mio stesso letto, vieni sempre da me quando lui ti ferisce! Cosa vuoi da me?" Le urla e io faccio un passo verso di loro.
A prescindere da quanto sia incazzato con lei, lui non si deve azzardare ad alzare la sua dannata voce contro di lei.
"Non so cosa voglio da te! Lo amo e questo non cambierà mai, mi dispiace averti mandato segnali contrastanti, ma.."
"Dimmi perché andrai a Seattle tra una settimana e non gliel'hai detto!" Urla, guardando direttamente me.
"Non lo so.. glielo dirò quando ne avrò l'occasione."
Seattle?
"Non glielo vuoi dire perché sai che ti lascerà."
"Lui.. beh.." Annaspa con le parole.
"Beh, indovina, Tessa? Puoi ringraziarmi dopo."
"Per cosa?" L'infame sorrisetto alla Zayn Malik è stampato sul suo viso.
"Per averglielo detto al posto tuo." Zayn alza il braccio, indicandomi, e vedo il corpo di Tessa immobilizzarsi.
Non sta succedendo, non può star succedendo davvero. Non pianificherebbe mai di andarsene senza dirmelo..
Gli occhi selvaggi di Zayn e il suo ghigno di merda mi prendono in giro mentre cerco di raggruppare i miei pensieri incasinati.
Quando Tessa si gira, i suoi movimenti sono accuratamente lenti. Gli occhi grigi spalancati, le pupille dilatate dalla sorpresa quando incontrano i miei.
"Harry.." La voce piccola, persa nel vento.
Non sapendo cosa dire, resto fermo con la bocca aperta, chiusa, aperta, avanti e indietro in un percorso infinito, finché finalmente ne escono delle parole.
"Quindi era questo il tuo piano?" Riesco a dire.
Si spinge i capelli via dal viso, la sua bocca si trasforma immediatamente in una smorfia e si strofina le mani su e giù lungo le braccia che sono incrociate davanti al suo petto.
"No! Non è così, Harry, io.."
"Voi due siete proprio degli intrallazzatori, non è vero? Tu" Indico il bastardo: "fottutamente complotti e trami alle mie spalle e ci provi con la mia ragazza ancora e fottutamente ancora. Non importa cosa faccia, non importa quante volte ti pesti, continui a tronare strisciando come un fottuto scarafaggio."
"Lei è.." Osa parlare.
"E tu" Indico la ragazza bionda che ha il mio mondo sotto il tacco affilato della sua scarpa nera: "tu, tu continui a fare giochetti mentali con me, comportandomi come se te ne importasse un cazzo di me quando avevi deciso di andarsene da tutto questo tempo! Sai che non verrò a Seattle eppure tu decidi comunque di andare, senza dirmelo!"
"Questo è il motivo per cui non te l'ho detto, Harry, perché so che non verrai e.."
"Smettila di parlare, cazzo." Dico e lei si porta una mano sul petto come se l'avessi fisicamente ferita con le mie parole.
Forse l'ho fatto.
Forse voglio farlo.
Come può umiliarmi in questo modo, davanti a Zayn tra tutti?
"Perché è qui?" Le chiedo, non ci sono tracce del suo sorriso compiaciuto quando lei si gira a guardarlo, prima di riguardare me.
"Gli ho chiesto io di vederci qui."
"Ovviamente! Ecco qua! Voi due avete sicuramente qualcosa di speciale."
"Volevo solo parlargli delle accuse, sto cercando di aiutarti, Harry. Per favore, ascoltami." Fa un passo verso di me, spostandosi di nuovo i capelli dal viso.
"Cazzate! Ho sentito tutto la vostra conversazione. Se non lo vuoi, diglielo adesso davanti a me."
I suoi occhi mi stanno supplicando silenziosamente di lasciar perdere e non farglielo umiliare davanti a me, ma la cosa non mi influenza.
"Ora, o ho chiuso con te." Le parole bruciano come acido sulla mia lingua.
"Non ti voglio, Zayn." Le parole affrettate, piene di panico, e so che le sta facendo male dirle."Per niente?" Chiedo, imitando il suo ghigno di prima.
"Per niente." Si acciglia e lui si passa le mani tra i capelli.
"Non lo vuoi mai più rivedere." Istruisco.
"Smettila, lascia stare. Ho capito, non devi farlo, Tessa. Capisco." È patetico, sembra un bambino triste.
"Tessa.." Lo sguardo nei suoi occhi quando mi guarda, quasi mi porta in ginocchio. I suoi occhi pieni di disgusto, fa un passo verso di me.
"No, non voglio farlo. Non perché voglio stare con lui, perché non è così. Amo te, solo te, ma tu lo stai facendo solo per provare qualcosa e non ti aiuterò." Si morde l'interno della guancia, sta cercando di non piangere.
Che diavolo sto facendo?
"Io vado a casa, quando vorrai parlare di Seattle, sarò lì." Detto ciò, si gira per andare via
"Non hai modo di tornare a casa!" La richiamo.
Posso dire che non ci aveva pensato nella fretta di allontanarsi da me. Sarà ancora più incazzata ora che l'ho smascherata nel mezzo della sua collera.
"L'accompagno io."
"Se non fossi già in un casino di merda per colpa tua, ti ucciderei in questo momento. Non intendo solo romperti un osso, intendo che ti aprirei letteralmente la testa contro l'asfalto e ti guarderei sanguinare su.."
"Smettila!" Mi riprende Tessa, coprendosi le orecchie.
"Tessa, se tu.." Dice Zayn dolcemente.
"Zayn, apprezzo tutto quello che hai fatto, ma devi davvero smetterla." Cerca di suonare severa, ma fallisce miseramente.
Con un ultimo sospiro, gira i tacchi e se ne va.
"Io me ne vado, se vuoi venire con me, ti suggerisco di seguirmi."
Vado verso l'auto e appena raggiungo il parcheggio, mio padre e Liam appaiono, ovviamente, cazzo. Sento lo schiocco dei tacchi di Tessa dietro di me.
"Noi ce ne andiamo." Dico loro, prima che possano aprir bocca.
"Ti chiamo tra un po'." Dice Tessa a Liam.
"Vuoi ancora venire mercoledì, giusto?" Le chiede.
"Sì, certo." Gli sorride, un sorriso finto per mascherare il panico dietro i suoi occhi.
Liam mi lancia un'occhiata, ovviamente notando la tensione tra noi. Sa del suo piano? Probabilmente, probabilmente l'ha aiutata a svilupparlo.
Entro in macchina, non cercando neanche di nascondere la mia mancanza di pazienza.
"Ti chiamo." Dice a Liam e saluta mio padre con la mano prima di seguirmi all'interno.
Spengo immediatamente la radio, mentre lei si allaccia la cintura di sicurezza.
"Fai pure." Dice, nessun'emozione nella sua voce.
"Che?"
"Fai pure, urlami contro. So che vuoi farlo."
Sono stordito dalla sua supposizione. Ovvio che avevo deciso di urlarle contro, ma il fatto che se lo aspetti, mi coglie di sorpresa. Ovvio che se l'aspetta, succede sempre.
"Beh?" Le labbra premuta in una linea dura.
"Non ho intenzione di urlarti contro."
Mi lancia momentaneamente un'occhiata prima di riportare lo sguardo fuori dal finestrino.
"Non so cosa fare a parte urlarti contro, questo è il problema." Sospiro sconfitto, la fronte contro il volante.
"Non lo stavo pianificando alle tue spalle, non di proposito."
"Sicuro come la morte, sembra così."
"Non ti farei mai una cosa del genere, ti amo." Le sue parole mi rimbalzano addosso mentre la rabbia si impossessa di me."Ti trasferirai, a breve. Non so neanche quando e viviamo insieme, Tessa. Condividiamo un fottuto letto e ti limiterai semplicemente a lasciarmi? L'ho sempre saputo che l'avresti fatto." Ammetto.
Sento il click della sua cintura e nel giro di secondi, è sulle mie gambe, le gambe nude a cavalcioni su di me, le braccia fredde avvolte intorno al mio collo e il suo viso bagnato dalle lacrime seppellito nel mio petto.
"Togliti di dosso." Cerco di staccarle le braccia da me.
"Perché presumi sempre che ti voglio lasciare?" Stringe la sua presa.
"Perché lo farai."
"Non vado a Seattle per lasciarti, vado per me stessa e la mia carriera. È sempre stato nei miei piani andare lì ed è un'opportunità incredibile. L'ho chiesto al signor Vance mentre noi stavamo cercando di capire cosa avremmo fatto, e ho cercato di dirtelo un sacco di volte, ma tu o mi interrompevi o non ne volevi parlare."
"Non ti azzardare ad incolpare me." La mia voce non possiede tutta la convinzione che volevo.
Tutto quello a cui riesco a pensare è lei che fa le valige e mi lascia con niente se non un bigliettino del cazzo sul bancone.
"Non lo sto facendo, ma sapevo non saresti stato di supporto, sai quanto è importante per me."
"Cosa hai intenzione di fare allora? Se tu vai, io non posso stare con te. Ti amo, Tessa, ma non ho intenzione di andare a Seattle."
"Perché? Non sai neanche se ti piacerebbe o no, potremmo almeno provarci e se la odi, potremmo andare in Inghilterra, magari." Offre, tirando su col naso.
"Neanche tu sai se ti piacerà. Mi dispiace, ma devi scegliere, me o Seattle."
Alza lo sguardo su di me e torna sul sedile del passeggero senza una parola.
"Non devi decidere adesso, ma il tempo sta scadendo." Accendo la macchina ed esco dal piccolo spazio.
"Non posso crederci che mi stai facendo scegliere." Non mi guarda.
"Sapevi come la penso su Seattle, sei fortunata che sono rimasto calmo prima, quando eri con lui."
"Sono fortunata?" Sbuffa una risata.
"Questa giornata è giù una merda, non litighiamo su questo. Ho bisogno di una risposta per venerdì. A meno che non te ne sarai già andata per allora." L'idea mi manda un brivido lungo il corpo.
So che sceglierà me, deve. Possiamo andare in Inghilterra e scappare da tutte queste porcherie. Non ha detto una parola sull'aver perso le lezioni di oggi, ne sono contento, perché è un altro litigio che non voglio avere.
"Ti stai comportando egoisticamente." Mi accusa.
Non protesto, perché so che ha ragione.
"No, comportarsi egoisticamente è quando non dici ad una persona che stai pianificando di lasciarla. Dove vivrai? Hai già un appartamento?"
"No, l'avrei fatto domani. Partiamo mercoledì per la gita con la tua famiglia." Mi ci vuole un momento per realizzare a chi si sta riferendo."Partiamo?"
"Avevi detto che saresti venuto.."
"Sto ancora cercando di riprendermi da questa merdata di Seattle, Tessa." So che mi sto comportando da stronzo, ma questa situazione è così incasinata. "E non dimentichiamo il fatto che hai chiamato Zayn." Aggiungo.
Lei resta in silenzio mentre guido lungo la strada vuota, devo guardarla molteplici volte per assicurarmi che sia ancora sveglia.
"Adesso non mi parli?" Le chiedo alla fine, quando ci avviciniamo al parcheggio del nostro.. mio appartamento.
"Non so cosa dire." La voce bassa, sconfitta.
Merda, il suo fottuto padre è nell'appartamento.
"Tuo padre è ancora qui?"
"Non so dove altro potrebbe andare.." Non mi guarda.
"Beh, appena saliamo gli chiedo dove ha bisogno di essere accompagnato."
"No, lo accompagno io."
Anche se mi sta camminando a fianco, sembra lontanissima.
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