POV di Harry.
"Amico! Alzati. Carla è quasi arrivata e tu stai occupando l'unico bagno." La voce di James risuona nella mie orecchie, mentre mi struscia il piede nudo sulla guancia.
"Fanculo." Mi lamento, chiudendo gli occhi. Se potessi muovermi, gli spezzerei le dita.
"Styles, alzati, cazzo. Puoi andare a dormire sul divano, ma sei un fottuto gigante e io devo pisciare e almeno provare a lavarmi i denti." Mi preme le dita del piede contro la fronte e cerco di sedermi. Il mio corpo sembra una fottuta sacca di mattoni, e gola e occhi mi bruciano.
"E' vivo!" Dice James ad alta voce.
"Chiudi quella cazzo di bocca." Mi copro lo orecchie ed entro in salotto. Una Janine mezza nuda e un Mark fin troppo entusiasta stanno buttando bottiglie di birra vuote e bicchieri rossi in un sacco per l'immondizia.
"Quant'era comodo il pavimento del bagno per dormire?" Chiede Mark attraverso la sigaretta che ha tra le labbra.
"Molto." Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sul divano.
"Eri fottutamente distrutto. Quand'è stata l'ultima volta che hai bevuto in quel modo?" Mi chiede.
"Non lo so." Mi strofino le tempie e Janine mi passa un bicchiere. Scuoto la testa ma lei lo spinge più vicino.
"E' solo acqua."
"Sto bene." La dimetto. Non voglio fare lo stronzo con lei, ma cazzo, è irritante.
"Eri talmente sconvolto, pensavo che quell'americana.. come si chiamava, Tessa?" Il cuore mi martella nel petto al suono del suo nome, "Pensavo che avrebbe demolito l'appartamento! Era una cosetta impertinente."
Immagini di Tessa che mi urla contro, buttando una bottiglia contro il muro e andando via da me, mi riempiono i ricordi. Il peso del dolore nei suoi occhi mi fa affondare di più nel divano e penso che potrei vomitare di nuovo.
È la cosa migliore.
Lo è.
"Cosetta? Non direi che era così piccola." Janine alza gli occhi al cielo. Vado immediatamente sulla difensiva.
"So che non stai insultando il suo aspetto." Rispondo freddamente, nonostante il bisogno bruciante di buttarle il bicchiere d'acqua in faccia. Se Janine pensa di essere anche lontanamente bella quanto Tessa, sniffa più cocaina di quanto pensassi.
"Non è magra quanto me." Dice.
Un altro commento, Janine, e manderò in mille pezzi la tua autostima..
"Sorellina, senza offesa, ma quella tipa era molto più sexy di te." Dice Mark a sua sorella. "Forse è per questo che Harry ne è così innamoratooo." Trascina l'ultima parola.
"Innamorato? Per favore! L'ha mandata fuori a calci ieri sera." Ride Janine, girando il coltello nella piaga.
"Io non-" Non riesco neanche a concludere la farse con voce ferma. "Non parlatene più. Non sto scherzando." Minaccio i fratelli. Janine borbotta qualcosa sottovoce e Mark ridacchia, svuotando un portacenere nel sacco che ha in mano.
Poggio la testa sui cuscini dietro la schiena e chiudo gli occhi. Non riuscirò mai a smaltire la sbornia. Non se voglio che questo dolore se ne vada, non se devo starmene qui seduto con il petto fottutamente vuoto.
Mi sento ansioso ed impaziente, nauseato ed esausto, ed è la combinazione fottutamente peggiore.
"Arriva tra venti minuti!" Dice James. Apro gli occhi e lo trovo vestito che cammina in cerchio nel piccolo salotto.
"Lo sappiamo. Stai zitto. Ci passiamo una volta al mese." Janine accende una canna e allungo una mano verso di essa nel momento in cui esala.
Devo curarmi da solo, non ci sono altre opzioni per un codardo come me, se non starsene in un angolo a nascondersi dal dolore pulsante che arriva dal vedersi strappare una vita intera.
Tossisco al primo tiro. Ai miei polmoni non era mancato il bruciore secco della troppa erba. Dopo il terzo tiro, il dolore sta diminuendo, il torpore sta prendendo il sopravvento, non completamente come dovrebbe, ma ci sto arrivando.
"Dammi anche quella." Allungo un braccio vero la bottiglia nella mano di Janine.
"Non è neanche mezzogiorno." Dice, tappandola.
"Non ti ho chiesto una dannata comunicazione orario, ti ho chiesto la vodka." Gliela strappo di mano e lei sbuffa irritata.
"Quindi hai abbandonato l'università?" Mi chiede Mark, creando cerchi con il fumo che gli esce dalla bocca.
"No." Merda. "Non lo so, non ci ho ancora pensato." Prendo un sorso di liquore, accogliendo il bruciore che scorre nel mio corpo vuoto.
Non ho la più fottuta idea di cosa farò con il college, mi resta solo metà semestre prima della laurea. Ho già rinunciato al pacchetto laurea e alla dannata cerimonia. Ho anche un appartamento con tutta la mia roba dentro e un'auto parcheggiata da Sea-Tac.
"Janine, vai a vedere se nel lavello ci sono piatti." Dice Mark a sua sorella.
"No, finisco sempre per lavare i tuoi fottuti piatti-"
"Ti offro il pranzo, so che sei al verde." Le dice, a lei sembra piacere l'idea, perché ci lascia da soli in salotto. Riesco a sentire James affrettarsi in camera sua, sembra stia riorganizzando tutto.
"Che succede con questa Carla?" Chiedo a Mark.
"E' la ragazza di James. È davvero simpatica, ma un po' snob. Non tipo stronza né niente del genere, solo non le piace tutta questa roba." Mark sventola la mano indicando il suo appartamento di merda. "Studia medicina e i suoi genitori hanno i soldi e merdate del genere."
Rido, "Allora che diavolo ha di sbagliato per stare con James?"
"Vi sento, stronzi!" Urla James dalla camera da letto.
Anche Mark sta ridendo adesso, più forte di me. "Non lo so, ma lui è il suo fottuto zerbino ed entra in panico ogni volta che viene a fargli visita. Lei vive in Scozia, quindi viene solo una volta al mese, ma è questo che succede quando lo fa. Cerca sempre di impressionarla. Perciò si è iscritto all'università, ma è già stato bocciato in due corsi." Mark ride a spese d James.
"Ed è per questo che si scopa sempre tua sorella?" Alzo un sopracciglio. James non è mai stato un uomo da una sola donna, questo è dannatamente certo.
"Vedo Carla una sola volta al mese e non mi scopo Janine da settimane!" Si difende James. "Adesso smettetela di dire cazzate prima che vi mandi fuori a calci!"
"Okay! Vatti a radere le palle o qualcosa del genere." Lo deride Mark, passandomi la canna.
"Senti, a me non piacciono tutti questi drammi da relazioni, ma non prendi in giro nessuno con tutta questa recita." Picchietta l'etichetta sulla bottiglia di vodka che ho tra le gambe.
"Non è una recita." Scatto.
"Certo, certo. Tutto quello che vedo è che ti ripresenti qui a Londra dopo tre anni, per non parlare della tipa che ti sei portato dietro." Sposta gli occhi dal mio viso alla bottiglia alla canna. "E ti stai sbronzando. In più, penso la tua mano sia rotta."
"Non sono affari tuoi. Da quando te ne fotte se mi sbronzo? Tu lo fai ogni giorno." Mark e il suo improvviso bisogno di ficcanasare nella mia vita mi stanno irritando sempre di più. Ignoro il commento sulla mano. Quella merda di muro non può avermela rotta.
"Puoi sbronzarti quanto vuoi, non fare il coglione. Non ti ricordavo così sensibile, eri fottutamente spietato prima."
"Non sono sensibile, stai facendo una storia inutile. Quella tipa è una ragazza a caso del mio college in America. L'ho conosciuta e me la sono scopata, fine della storia." Prendo un altro sorso di vodka per affogare le cazzate che sto dicendo. Mark non sembra ancora convinto.
"Come no." Alza gli occhi al cielo. Deve aver preso questa scocciante abitudine da sua sorella.
"Senti, quando l'ho conosciuta era vergine e me la sono scopata per vincere una scommessa valida una buona fetta di fottuti contanti, quindi no, non sono sensibile. Non è nessuno per me." Il vomito mi sale di nuovo in gola, ma stavolta non riesco a ringoiarlo. Mi copro la bocca ed ignoro James mentre mi impreca contro per aver vomitato su tutto il pavimento del bagno.
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RandomParte 3