Capitolo 278

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POV di Harry.
"Aspetti qui mentre entriamo. Torniamo tra meno di cinque minuti, quindi non muova questo taxi." Istruisco il tassista. Tra l'altro è arrivato tardi a prendermi, quindi non dovrebbe dispiacergli aspettare. Non che mi lamenti del ritardo, altrimenti non avrei trovato Tessa nella pioggia, da sola.
Non ha detto una parola da quando l'ho fatta entrare nel taxi e sono troppo impegnato a tenere a bada il mio temperamento al momento, per commentare. Vederla lì fuori, al buio, che fuggiva da qualcosa.. fuggiva da Zayn, porta la mia rabbia ai massimi livelli e sarebbe troppo facile arrendermi ad essa.
Ma non posso farlo. Non stavolta. Stavolta, le dimostrerò che posso controllare la mia bocca, e anche i miei pugni. Sono entrato in questo taxi con lei, invece di spaccare il cranio di Zayn contro l'asfalto. Spero se ne renda conto, spero che questo vada a mio favore, anche minimamente.
Tessa non ha ancora provato a scappare e non ha detto nulla quando ho detto al tassista di andare a casa di sua madre a prendere le sue cose. È un buon segno. Deve esserlo. Ha i vestiti zuppi d'acqua che si attaccano ad ogni centimetro del suo corpo, e i capelli arruffati che le ricadono sulla fronte. Li respinge con la mano, emettendo un sospiro quando le ciocche ribelli non restano ferme. Mi ci vuole ogni grammo di forza di volontà per non allungare una mano e sistemarglieli dietro le orecchie.
Quando il taxi si ferma a fianco al marciapiede davanti il viale di Carol, Tessa apre la portiera ed attraversa il giardino. Non si scompone minimamente mentre la pioggia si riversa su di lei, schermando il suo corpo, e quasi portandola via da me. Dopo aver ricordato al tassista di restare fermo, mi affretto a raggiungerla prima che la pioggia possa dividerci oltre.
Trattengo il fiato, costringendomi ad ignorare il fuoristrada rosso parcheggiato davanti alla casa. Non posso perdere il mio temperamento. Devo dimostrarle che posso controllarmi e mettere i suoi sentimenti prima dei miei.
"Theresa, quante altre volte lo farai? Ti stai trascinando nuovamente in qualcosa che sai non funzionerà." Carol sta già parlando a vanvera, quando entro nel salotto. Zayn è in piedi al centro della stanza, gocciolando acqua sul pavimento. Tessa si stringe le dita sull'attaccatura del naso, segno di pura angoscia, e ancora una volta, mi sforzo di tenere la mia dannata bocca chiusa.
Ci vorrebbe una sola parola sbagliata da parte mia per farla restare qui, per tenerla ad ore lontana da me.
"Madre, puoi per favore, smetterla? Non sto facendo niente, voglio solo andarmene da qui. Restare non mi sta aiutando in nulla e a Seattle ho un lavoro e delle lezioni da seguire."
Seattle?
"Vuoi tornare a Seattle stasera?" Chiede Carol a sua figlia.
"Non stasera, ma domani. Ti voglio bene, madre, e capisco le tue preoccupazioni, ma voglio davvero essere vicina al mio.. beh.." Tessa mi guarda, l'incertezza chiara nei suoi occhi grigi, "Liam. Voglio stare con Liam in questo momento."
Ahia.
"Ti accompagno io." Dice Zayn.
"Anche no." Proprio non riesco a fermarmi dall'intromettermi. Sto cercando di essere paziente e tutte queste merdate, ma questo è troppo. Avrei piuttosto dovuto irrompere qui dentro, prendere la borsa di Tessa e portarla in braccio nel taxi prima che Zayn potesse anche solo guardarla.
Il ghigno che ha sul viso adesso, quello stesso fottuto ghigno che mi ha rivolto solo pochi minuti fa, mi sta tormentando. Sta cercando di imporsi, di farmi scattare davanti a Tessa e sua mamma. Vuole fare i suoi giochetti con me, come sempre, ma non stasera. Non gli darò la soddisfazione di essere la sua pedina.
"Tessa, prendi la borsa." L'identico cipiglio sul volto delle due donne mi porta a riconsiderare la mia scelta di parole. "Per favore, per favore, prendi la borsa?" La frase suona più come una domanda, ma l'espressione dura di Tessa si addolcisce, quindi attraversa il corridoio ed entra nella sua vecchia camera.
Carol sposta gli occhi tra me e Zayn, prima di parlare, "Cosa è successo che l'ha fatta scappare sotto la pioggia? Chi ne è stato la causa di voi due?" Il suo sguardo è assassino, quasi comico in realtà.
"Lui." Rispondiamo contemporaneamente, come dei bambini. Carol alza gli occhi al cielo e si gira per seguire sua figlia lungo lo stretto corridoio. Mi concentro su Zayn.
"Puoi andare adesso." So che Carol può sentirmi, ma a questo punto, non me ne fotte un cazzo.
"Tessa non voleva che me ne andassi, era solo confusa. Mi si è buttata addosso, mi ha supplicato di restare con lei." Sputa. Scuoto la testa mentre continua, "Non ti vuole più. Hai sprecato la tua ultima occasione e lo sai. Vedi come mi guarda, come mi vuole."
Stringo i pugni, facendo respiri profondi per calmarmi. Se Tessa non si sbriga con quella borsa, il salotto sarà dipinto di rosso, al suo ritorno.
Non lo bacerebbe, non lo farebbe.
Visioni dei miei incubi si dispiegano davanti ai miei occhi, portandomi un passo più vicino al mio punto di rottura. Le mani di lui sulla sua pancia, le unghie di lei lungo la sua schiena.
Non lo farebbe. Non lo bacerebbe.
"Non funzionerà." Mi costringo a dire. "Non riuscirai a portarmi ad attaccarti davanti a lei. Non di nuovo." Cazzo, lo voglio. Lo voglio fottutamente tanto.
"Me l'hai resa così facile." Sorride. "Mi ha detto quanto mi vuole, me l'ha detto meno di mezz'ora fa." Abbassa lo sguardo sul polso vuoto, come se stesse controllando l'orario su un orologio. È un drammatico figlio di puttana, lo è sempre stato.
"Tessa!" La chiamo dal salotto, per capire per quanti altri secondi dovrò tollerarlo.
Il silenzio riempie la casa, seguito dalle voci sussurrate di Tessa e sua mamma. Chiudo momentaneamente gli occhi, sperando che Carol non abbia convinto Tessa a restare in questo buco di città per un'altra notte.
"Ti fa impazzire, non è vero?" Continua ad incitarmi. "Come pensi mi sia sentito quando tu ti sei scopato Sam? È stato mille volte peggio di questa insignificante gelosia che provi tu in questo momento." Afferma, come se potesse capire la profondità della gelosia che sento verso di lui.
"Ti ho detto di chiudere quella cazzo di bocca e andartene. A nessuno fotte un cazzo di te e Sam. Lei è stata facile, troppo fottutamente facile per i miei gusti, guarda, e questo è stato."
Fa un passo verso di me e io raddrizzo la schiena, ricordandogli uno dei miei tanti vantaggi contro di lui. "Che c'è? Non ti piace sentir parlare della tua preziosa Samantha?" Tocca a me sfotterlo. I suoi occhi si scuriscono, avvertendomi di smetterla, ma mi rifiuto. Lui ha il fottuto coraggio di baciare Tessa ed usare i suoi sentimenti come un'ammonizione contro di me?
Ovviamente non è a conoscenza del fatto che ho un intero arsenale nella mia fottuta manica.
"Sati zitto." Scatta, spingendomi oltre. Potrò tenere le mani in tasca stavolta, ma le mie parole avranno un impatto anche maggiore.
"Perché?" Guardo lungo il corridoio per assicurarmi che Tessa sia ancora occupata da sua mamma. "Non vuoi sentire della notte in cui me la sono scopata? In realtà, a malapena la ricordo, non fu molto memorabile, suppongo." Lo torturo con le mie parole.
Sapevo quanto gli piacesse e al tempo, pensavo che la loro relazione l'avrebbe resa una sfida maggiore. Ma chi ci perse fui comunque io quando lei si rivelò essere più un problema che un giocattolo. "Ma io me la sono scopata a dovere, questo te lo posso assicurare. Dev'essere stato per questo che si inventò la stronzata della gravidanza dopo. Te lo ricordi, non è vero?"
Per un momento, un breve momento, mi fermo a considerare come deve essersi sentito lui quando lo scoprì. Cerco di ricordare cosa mi passava per la testa quando decisi di provarci con lei. Sapevo stessero insieme, la sentii pronunciare il suo nome nella copisteria alla Vance, e mi sentii immediatamente intrigato. Conoscevo Zayn solo da poche settimane e pensavo sarebbe stato divertente sfotterlo un po'.
"Dovevi essere mio amico." Le sue patetica parole cadono tra noi.
"Tuo amico? A malapena ti conoscevo, non era niente di personale." Mi avvicino e chiudo un pungo sul colletto della sua maglietta. "Personale è quello che stai cercando di fare tu facendo lo stronzo con Tessa. Sai cosa significa lei per me, più di ciò che potrebbe mai significare per te una qualsiasi puttana da ufficio."
Mi coglie di sorpresa spingendomi, sbattendomi contro il muro. Le cornici cadono a terra e Tessa e sua mamma tornano correndo.
"Vaffanculo! Anch'io mi sarei potuto scopare Tessa, si sarebbe facilmente concessa a me stanotte, se non fossi arrivato tu!" Il suo pungo entra in connessione con la mia bocca e Tessa urla inorridita. Il forte sapore di ferro mi riempie la bocca e ingoio il sangue velocemente, prima di pulirmi le labbra e il mento con la manica della maglietta.
"Zayn!" Lo rimprovera Tessa, affrettandosi al mio fianco. "Vattene! Adesso!" Spinge i suoi piccoli pugni contro il suo petto e io la prendo, allontanandola gentilmente da lui.
La pura soddisfazione del fatto che Tessa l'abbia sentito parlare di lei in questo modo mi rende fottutamente estatico. È questo ciò di cui sto cercando di avvertirla sin dall'inizio. Lui non è mai stato l'uomo dolce e innocente che lei illusoriamente pensava.
Certo, so che ha dei sentimenti per lei, non sono completamente cieco, ma le sue intenzioni non sono mai state pure. Gliel'ha appena dimostrato e non potrei esserne più felice. Sono un bastardo egoista, ma non ho mai sostenuto il contrario.
Senza un'altra parole, esce nella pioggia. Dei fari brillano attraverso le finestre, mentre si allontana da noi e sparisce lungo la strada.
...
"Harry?" La voce di Tessa è leggera e tinta dalla stanchezza. Siamo sui sedili posteriori di questo taxi da quasi un'ora, e non ci siamo scambiati neanche mezza parola.
"Sì?" La mia voce si spezza, mi schiarisco la gola.
"Chi è Samantha?"
Aspetto che mi faccia questa domanda da quando ce ne siamo andati da casa di sua mamma. Potrei mentirle, potrei inventare una stronzata per far sembrare Zayn il pezzo di merda che è, o per una volta, potrei essere onesto.
"E' una ragazza che aveva uno stage alla Vance. Me la sono scopato mentre stava con Zayn." Decido di non mentire, ma mi pento delle parole dure quando vedo Tessa accigliarsi. "Scusa, voglio solo essere sincero." Aggiungo, nel tentativo di addolcire la frase.
"Sapevi fosse la sua ragazza, quando ci sei andato a letto?" Chiede, guardandomi in quel modo che solo lei può.
"Sì, lo sapevo. È per questo che l'ho fatto." Faccio spallucce, ignorando il pizzico di rimorso che minaccia di arrivare.
"Perché?" I suoi occhi mi guardano in cerca di una risposta decente, ma non ce l'ho. Ho solo la verità. La sporca, incasinata verità.
"Non ho nessuna scusa, era solo un gioco per me." Sospiro, desiderando di non essere stato un tale pezzo di merda. Non per Zayn, o Samantha, ma per questa bellissima, dolce ragazza che anche adesso, non ha neanche un accenno di giudizio nei suoi occhi mentre mi guarda, in attesa di altre spiegazioni.
"Dimentichi che non ero lo stesso, prima di incontrarti. Non ero per niente l'uomo che conosci. So che pensi che io sia incasinato, ma credimi, mi odieresti anche di più, se mi avessi conosciuto allora." Distolgo lo sguardo da lei, portandolo fuori dal finestrino. "So che non si direbbe, ma mi hai davvero aiutato moltissimo, mi hai dato un scopo, Tess."
La sento esalare un veloce respiro e rabbrividisco al pensiero di come le mie parole devono suonare. Patetiche ed insincere, ne sono certo.
"E qual è questo scopo?" Chiede timidamente.
"Sto ancora cercando di capirlo." Rispondo sinceramente. "Ma lo capirò, quindi per favore, cerca di restare abbastanza a lungo perché riesca a trovare la risposta?" Le chiedo.
Mi guarda, ma resta in silenzio. Gliene sono grato, non penso che potrei gestire il suo rifiuto in questo momento.
POV di Tessa.
Mi sveglio con delle braccia che si avvolgono intorno a me, alzandomi dall'auto. La luce bianca sul taxi mi ricorda della serata che ho passato. Mi guardo intorno, entrando nel panico per un momento, prima di rendermi conto che siamo nel viale di Ken.
"Non ti avrei mai riportato lì." Mi dice Harry all'orecchio, riferendosi al suo appartamento. Ha capito di cosa mi stessi preoccupando prima ancora che il pensiero potesse prendere forma nella mia mente.
Non protesto mentre Harry mi porta in braccio fino in casa. Karen è sveglia, seduta su una seda a fianco alla finestra, un libro di ricette in grembo. Harry mi poggia sui miei piedi, mentre Karen si alza, attraversando la stanza per abbracciarmi.
"Cosa posso portarti? Ho fatto dei dolci al caramello, li adorerai." Sorride e avvolge una mano calda intorno alla mia.
Harry non protesta quando seguo Karen in cucina. "Ti porto la borsa sopra." Lo sento dire.
"Liam dorme?" Chiedo a sua madre.
"Penso di sì, ma sono sicura che non gli dispiacerà, se lo svegli. È ancora presto." Sorride Karen e mi mette un dolcetto al caramello su un piatto, prima che possa fermarla.
"No, non fa niente. Lo vedrò domani."
"So che è un tempismo pessimo e mi dispiace, ma volevo parlarti di una cosa." I suoi occhi marroni e caldi vengono attraversati dalla preoccupazione e mi fa segno di iniziare a mangiare, mentre versa del latte in due bicchieri.
Annuisco, chiedendole di continuare, la bocca piena del dolce delizioso. Prima non sono riuscita a mangiare, mi sentivo troppo distrutta a causa della lunga giornata.
"So che hai già molti problemi, quindi se vuoi che ti lasci stare, dimmelo. Ti giuro che capisco, è solo che voglio la tua opinione su una faccenda, e sei l'unica che può aiutarmi."
Aiutarla in cosa?
"Si tratta di Harry e Ken." Aggiunge. Mi affogo con il dolce e prendo il bicchiere di latte. Lo sa? Harry ha detto qualcosa?
Karen inizia a darmi degli schiaffetti sulla schiena e a strofinarmela con dei movimenti circolari, continuando, "Ken è così contento che Harry abbia finalmente iniziato a tollerarlo. È così felice di star finalmente costruendo una relazione con suo figlio, l'ha sempre voluto. Harry è il suo più grande rimpianto e sono anni che vederlo così mi ferisce. So che ha fatto i suoi errori, molti, molti errori e non sto in alcun modo cercando delle scuse per quegli errori." I suoi occhi si riempiono di lacrime e si tampona gli angoli con le dita.
"Scusa." Sorride. "Sono un pasticcio." Sorride e continua. "Non è più lo stesso uomo di allora. Sono anni che è sobrio, è andato in terapia, ha alle spalle anni di riflessioni e rimorsi."
Lo sa. Karen sa di Anne e Christian. Mi si stringe il petto e anche i miei occhi si riempiono di lacrime. "So cosa stai per dire." Le dico. Mi dispiace per questa famiglia. Li amo come se fossero la mia e mi dispiace per tutti in questa famiglia piena di segreti, dipendenze e rimpianti.
"Davvero? Liam ti ha detto del bambino? Avrei dovuto saperlo. Anche Harry lo sa?"
Mi affogo di nuovo. Dopo un imbarazzante attacco di tosse, finalmente riesco a parlare. "Cosa? Un bambino?"
"Quindi non lo sapevi." Ride leggermente. "So che sono più grande di quanto ti aspetteresti essere una donna incinta, ma sono solo all'inizio dei quaranta e il mio dottore mi ha assicurato che sono abbastanza in salute."
"Un bambino?" Ripeto. Sono sollevata dal fatto che non sappia che Christian è il padre di Harry, ma oltremodo sorpresa che sia incinta.
"Sì." Sorride. "Ero sconvolta proprio quanto te. Anche Ken, si è preoccupato moltissimo per me. Liam quasi crollava, sapeva di tutti i miei appuntamenti, ma io non gli aveva detto per cos'erano, quindi quel poverino pensava fossi malata. Mi sono sentita malissimo e ho dovuto dirgli la verità. Non era pianificato." I suoi occhi cercano i miei. "Ma ora che abbiamo superato lo shock iniziale dell'avere un altro figlio a quest'età, siamo felici."
Avvolgo le braccia intorno a lei e per la prima volta dopo giorni, provo gioia. Voglio bene a Karen e sono entusiasta per lei. È una bella sensazione.
Stavo iniziando a preoccuparmi che non mi sarei mai più sentita così.
"E' fantastico! Sono felicissima per voi!" Dico entusiasta, e lei stringe le braccia intorno alla mia schiena.
"Grazie." Si allontana e mi da un bacio sulla guancia. "Ho paura di cosa ne penserà Harry."
La mia gioia per lei si interrompe immediatamente, rimpiazzata dalla preoccupazione per Harry. Tutta la sua vita è stata una bugia e non ha gestito la notizia esattamente bene. L'uomo che credeva essere suo padre adesso avrà un altro figlio e Harry sarà dimenticato. Che sia vero o meno, lo conosco abbastanza da sapere che è ciò che arriverà a pensare.
"Ti dispiace se glielo dico io? Se non vuoi, lo capisco." Le chiedo. Non permetto a me stessa di soffermarmi troppo sulla cosa. So che sto sfocando le linee, ma se devo lasciare Harry, devo assicurarmi di non lascarmi dietro un casino.
E' una scusa, mi viene ricordato dalla subdola voce nella mia testa.
"No, certo che no, speravo volessi. So che ti sto mettendo in una brutta posizione e non voglio che ti senti obbligata ad entrare in tutta questa situazione, ma ho paura di come reagirà, se glielo dice Ken. Tu hai una connessione con lui che non ha nessun altro."
"Va bene, davvero. Gliene parlerò domani." Le assicuro.
"Certo." Mi abbraccia di nuovo. "Oggi è stata una giornata pesante per te, mi dispiace avertene parlato. Avrei dovuto aspettare, voglio solo evitare che la notizia sia una sorpresa per lui. Ha già avuto una vita difficile e voglio provare a rendere le cose più semplici per lui. Voglio che sappia che è parte di questa famiglia e lo amiamo tutti moltissimo, questo bambino non cambierà niente."
"Lo sa." Le prometto. Potrà non essere disposto ad accettarlo, ma lo sa.
Sentiamo dei passi raggiungere il fondo delle scale e Karen ed io ci distacchiamo dal nostro abbraccio emotivo. Ci asciughiamo entrambe le guance e io do un altro morso al dolce, mentre Harry entra in cucina. Si è fatto la doccia e cambiato vestiti. Ora indossa dei pantaloni della tuta, le cui gambe sono troppo corte e il logo della WSU attaccato sulla coscia mi fa capire che sta indossando i vestiti di Liam.
Se fossimo in una posizione diversa, lo prenderei in giro per questo, ma non lo siamo. Siamo nella posizione peggiore, ma la migliore, è tutto confuso e asimmetrico. Ma in realtà, un equilibrio e odine sani non sono mai stati un fattore della nostra relazione, perché la nostra rottura dovrebbe essere in alcun modo diversa?
"Io vado a letto. Hai bisogno di qualcosa?" Mi chiede, la voce roca e bassa.
"No, grazie." Lo guardo, ma lui si sta fissando i piedi.
"Ho messo la tua roba nella stanza degli ospiti, la tua." Dice e io annuisco. La parte folle e inaffidabile di me vorrebbe che Karen non fosse in cucina con noi, ma quella razionale , dura e più grande ne è felice. Sparisce lungo le scale e io do la buonanotte a Karen, prima di seguirlo.
Mi ritrovo fuori dalla stanza all'interno della quale ho trascorso alcune delle mie notti migliori. Alzo la mano sulla maniglia, ma l'allontano velocemente, come se il metallo freddo mi avesse scottato la pelle. Questo ciclo deve finire e se mi abbandono ad ogni impulso, ogni fibra del mio essere che brama disperatamente di essergli vicina, non uscirò mai da questo anello continuo di errore dopo errore, litigio dopo litigio.
Rilascio un respiro, chiudendo la porta della stanza degli ospiti alle mie spalle e girando la chiave. Mi addormento desiderano di aver saputo prima quanto l'amore può essere pericoloso. Se l'avessi saputo, non avrebbe fatto così male, se avessi saputo come mi avrebbe fatto a pezzi e poi rincollato insieme, solo per farmi a pezzi nuovamente, sarei stata il più possibile lontana da Harry Styles.

^7:!:'snah&2!:!/890'slql@2!:'].*\!\+%|>]FazzoletticanecapraghuaiaassorbenetecucnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora