POV di Tessa.
"Buongiorno, piccola." Un tatuaggio nero a forma di rondine è la prima cosa che vedo quando apro gli occhi. La pelle di Harry ha una sfumatura più scura del solito e i muscoli del petto sono molto più prominenti rispetto all'ultima volta che l'ho visto.
È sempre stato incredibilmente bellissimo, ma adesso è persino meglio ed è la forma di tortura più dolce essere stesa qui, contro il suo petto nudo, con un suo braccio avvolto intorno alla mia schiena e l'altro alzato a spostarmi i capelli dal viso.
"'Giorno." Poggio il mento sul suo petto, concedendomi l'angolo perfetto per ammirare il suo volto.
"Dormito bene?" Le sue dita mi accarezzano dolcemente i capelli e il suo sorriso è ancora perfettamente evidente.
"Sì." Chiudo gli occhi per un momento per schiarirmi la mente che si è improvvisamente trasformata in poltiglia.
Lui non parla, si limita a guardarmi. Sento i suoi occhi bruciare in me e so che sta sorridendo anche se non posso vederlo.
Apro gli occhi quando sento la porta della camera di Liam aprirsi, ma quando mi sposto per mettermi seduta, Harry stringe le sue braccia intorno a me. "No, io non penso." Ride. Spinge la schiena contro il divano, portandosi più in altro, e me con lui.
Liam entra nel salotto, senza maglietta, con Sophia dietro di lui. Lei indossa la divisa da lavoro di ieri, i vestiti neri accompagnati da un sorriso luminoso che le sta proprio bene.
"Ehi." Liam arrossisce e Sophia gli prende la mano, sorridendomi. Penso di vederla farmi l'occhiolino, ma sono ancora un po' annebbiata dall'essermi svegliata con Harry.
"Ti chiamo dopo il turno." Si alza e da un bacio leggero a Liam sulla guancia. Il fatto che abbia la barba è una cosa a cui sto ancora cercando di abituarmi, ma gli sta bene.
Liam le sorride e le apre la porta. "Beh, ora sappiamo perché Liam non è uscito dalla sua camera ieri notte." Mi sussurra Harry all'orecchio, il fiato caldo contro di me. Ipersensibile e tesa, cerco di spostare il mio corpo dal suo.
"Ho bisogno di caffè." Protesto. Lui annuisce e mi permette di scendere dalle sue gambe.
Ignoro Liam che scuote la testa sorridendo, ed entro nella cucina. Il tegame di ieri, ancora pieno di salsa è sul fornello e quando alzo il coperchio, vi trovo i petti di pollo ancora all'interno.
Non ricordo di aver spento il forno né il fornello, ma in realtà, non stavo pensando molto ieri notte. Il mio cervello non riusciva ad andare oltre Harry e la sensazione delle sue labbro contro le mie dopo mesi di privazione.
"Menomale che ho spento il fuoco, giusto?" Harry entra in cucina, i pantaloni della tuta bassi sui fianchi. I nuovi tatuaggi mettono in risalto il ventre piatto, attirando i miei occhi sul fondo dell'addome scolpito.
"Uhm, già." Mi schiarisco la gola e cerco di arrivare ad una conclusione del perché tutto ad un tratto sono così ormonale.
"A che ora lavori oggi?" Si poggia contro il bancone di fronte a me e mi guarda iniziare a pulire il casino di ieri.
"Mezzogiorno." Rispondo, riversando la salsa nello scarico del lavello. "Ho solo un turno, dovrei essere a casa per le cinque."
"Ti porto fuori a cena." Sorride, incrociando le braccia al petto. Piego la testa di lato, alzando un sopracciglio, e accendo lo smaltimento rifiuti. "Stai pensando di infilarci dentro la mia mano, non è vero?" La risata, leggera ed affascinante, mi stordisce.
"Forse." Sorrido. "Quindi devi riformulare quella frase e trasformarla in una domanda."
"Questa è la Theresa sfacciata che conosco e amo." Scherza, facendo scivolare i palmi sul bancone.
"Theresa, di nuovo?" Cerco di lanciargli un'occhiata torva, ma il suo sorriso non me lo permette.
"Sì, di nuovo, quindi mi farai, per favore, l'onore di concedermi il tuo tempo per consumare un pasto in un luogo comune, stasera?" Il suo sarcasmo scherzoso mi fa ridere e quando Liam entra in cucina, si limita a lanciarci un'occhiatina e poggiarsi al bancone.
"Stai bene?" Gli chiedo.
"Sì, solo stanco." Risponde.
"Immagino." Harry muove le sopracciglia su e giù e Liam gli da uno spintone alla spalla.
Io li guardo, sentendomi in una specie di universo alternativo. Uno dove Liam spinge Harry ed Harry ride, chiamandolo stronzo, invece di guardarlo in cagnesco o minacciarlo.
Mi piace questo universo, penso che mi farebbe piacere fermarmici per un po'.
"Non è così. Stai zitto." Liam aggiunge fondi di caffè nella caffettiera e prende tre tazze dal mobile, poggiandole sul bancone.
"Certo, certo." Harry alza gli occhi al cielo e Liam gli fa il verso, ripetendo, "Ciarto, ciarto." [accento inglese italianizzato, non potevo fare di meglio lol ndt.]
Io li ascolto battibeccare e prendersi in giro innocentemente l'un l'altro, mentre cerco di prendere una scatola di cereali dallo scaffale più alto. Sono sulle mezze punte, quando sento le dita di Harry tirarmi i pantaloncini e abbassarli per coprirmi quanta più pelle possibile.
Una parte di me vuole alzarli ancora di più o persino toglierli completamente, solo per vedere che faccia farebbe, ma per il bene di Liam, non lo faccio.
Invece, trovo dell'umorismo nel suo gesto ed alzo gli occhi al cielo, prendendo la busta di cereali dalla scatola.
"Cereali glassati?" Chiede Harry.
"Nel mobile." Risponde Liam. Un'immagine annebbiata di Harry e mio padre che battibeccano sul fatto che mio padre mangiasse tutti i cereali di Harry mi attraversa la mente. Sorrido al ricordo e lo archivio.
Un'ora più tardi, sono vestita e pronta ad uscire per andare al ristorante. Quando entro nel salotto, Harry è seduto sul divano per infilare gli stivali.
"Pronta?" Mi guarda con un sorriso.
"Per cosa?" Prendo il grembiule dallo schienale della sedia e infilo il cellulare in tasca.
"Andare a lavoro, ovviamente."
Adorando la cosa, annuisco, sorridendo come un'idiota e seguendolo verso la porta d'ingresso.
Il tragitto verso il lavoro è piacevole, Harry mi pone domande su domande riguardo cosa ho fatto negli ultimi cinque mesi e io gli dico di mia madre, David e sua figlia. Gli dico del fatto che Noah ha ottenuto un posto nella squadra di calcio del suo college in California e di quando mia madre e David mi hanno riportata nella stessa città in cui ero stata con la famiglia di Harry.
Gli dico delle prime due notti a New York City e di come il rumore mi ha tenuta sveglia per tutta la notte e di come la terza notte, sono scesa dal letto per fare un giro intorno all'isolato, ed è in quell'occasione che ho incontrato Joe per la prima volta. Gli dico di come il dolce senzatetto mi ricorda mio padre, in un certo senso, e che mi piace pensare che il fatto che gli porti del cibo lo aiuti in un modo in cui non sono riuscita ad aiutare mio padre.
Questa confessione porta Harry a stringermi la mano, e io non cerco di tirarla via.
Gli dico di quanto fossi preoccupata per il trasferimento e gli dico che sono contenta sia qui in visita. Lui non parla del fatto che si è rifiutato di fare sesso con me, ma mi ha stuzzicato finché alla fine non mi sono addormentata tra le sue braccia. Non parla della sua proposta di matrimonio, e a me sta bene. Sto ancora cercando di dare un senso alla cosa, così come sto cercando un senso ai sentimenti che provo per lui sin dal giorno in cui è arrivato come un ciclone nella mia vita un anno fa.
Quando incontriamo Robert all'angolo, come succede sempre quando abbiamo gli stessi turni, Harry si avvicina e mi stringe un po' di più la mano. Nessuno di loro dice molto, si limitano a guardarsi dall'alto in basso, e io alzo gli occhi al cielo per il modo in cui gli uomini si comportano in presenza di una donna.
"Sarò qui quando stacchi." Harry si abbassa a premere le sue labbra contro la mia guancia, usando le dita per sistemarmi i capelli dietro un orecchio. "Non affaticarti troppo." Sussurra contro la mia guancia. Posso sentire il sorriso nella sua voce, ma so anche che c'è una traccia di serietà dietro il suggerimento.
Il "non affaticarti troppo" di Harry mi ha maledetto. Eravamo sommersi, tavoli e tavoli di donne e uomini che bevevano troppo vino o brandy, e disposti a pagare di più solo per avere delle porzioni minuscole di cibo su piatti decorati. Non riesco ad avere una pausa per tutto il turno e quando finalmente il mio finisco, cinque ore dopo, i piedi mi stanno uccidendo.
Come promesso, Harry mi sta aspettando all'ingresso. Sophia è in piedi a fianco alla panchina su cui lui è seduto.
"I piedi mi stanno ammazzando." Mi lamento, togliendomi le scarpe e buttandole di lato. Harry le segue con gli occhi e posso praticamente vedere i commenti sarcastici formarsi in quella testa di capelli. "Ovviamente tra un minuto le risistemo."
"Come pensavo." Sorride e si siede a fianco a me sul mio letto. "Vieni qui." Raccoglie entrambe le mie caviglie tra le sue mani, e mi giro a guardarlo, quando si poggia i miei piedi in grembo. Inizia a massaggiarmeli e io mi ristendo sul materasso, cercando di ignorare il fatto che i miei piedi sono rimasti in quelle scarpe per ore.
"Grazie." Faccio un mezzo gemito. Mi si chiudono gli occhi per l'istantanea sensazione di rilassamento che proviene dalle mani di Harry che mi massaggiano i piedi, ma voglio anche guardarlo. Ho sofferto mesi senza poterlo vedere, e ora non voglio distogliere lo sguardo.
"Non c'è problema. Posso sopportare la puzza per vedere quell'espressione rilassata e fottutamente trasognata." Alzo una mano, colpendo il vuoto e lui ride, continuando a fare miracoli sui miei piedi.
Porta le mani sui miei polpacci, fino alle cosce, e non mi disturbo a fermare i suoni proveniente dalla mia bocca, è semplicemente così rilassante e calmante sentire il suo tocco, i suoi massaggi sui miei muscoli doloranti.
"Siediti davanti a me." Istruisce, spingendo gentilmente i miei piedi dalle sue game. Mi alzo a sedere, salendogli sulle gambe e sedendomi tra esse. Le sue mani si chiudono prima sulle mie spalle, premendo le dita nei muscoli tesi, e strofinando.
"Se non stessi indossando una maglietta, sarebbe molto meglio." Commenta.
Rido per un momento, ma vengo zittita dal ricordo delle sue azioni stuzzicanti di ieri notte in cucina. Piegandomi in avanti, prendo l'orlo della maglietta larga del lavoro e la tiro dalla vita dei pantaloni. Sento Harry sussultare, quando la tolgo insieme alla canotta.
"Che c'è? È stata una tua idea." Gli ricordo, poggiandomi contro di lui. Le sue mani sono più ruvide adesso, spingono nella mia pelle con intenzione e la testa mi ricade contro il suo petto.
Lui mormora qualcosa sottovoce e io mi do mentalmente una pacca sulla spalla per aver indossato un reggiseno decente. Certo, è uno degli unici due decenti che posseggo, ma non li vede nessuno, a parte io. E Liam, ma solo a causa di un paio di imbarazzanti incidenti di bucato.
"Questo è nuovo." Harry spinge le dita sotto una bretellina. La alza e la lascia ricadere.
Non parlo, mi limito solo ad indietreggiare un po', premendo la schiena contro le sue gambe aperte. Lui geme, avvolgendo il palmo di una mano sulla base del mio collo, le dita ad accarezzarmi gentilmente la mascella, salendo verso la pelle delicata sollo l'orecchio.
"E' una bella sensazione?" Mi chiede, conoscendo la risposta.
"Mhmm." E' l'unico suono coerente che riesco ad emettere. Quando ridacchia, spingo di più in lui, essenzialmente strofinando il mio corpo contro il suo cavallo. Porto una mano su una bretellina del mio reggiseno e la faccio scivolare lungo la spalla.
Lui stringe la mano sulla mia gola, "Non provocarmi." Mi avverte, risistemandomi la spallina con la mano con cui stava massaggiandomi le spalle.
"Disse il maestro dell'arte." Mi lamento e riabbasso la spallina. Stare seduta senza maglietta davanti a lui a togliermi il reggiseno mentre la sua mano continua a tenermi ferma mi sta facendo impazzire. Sono eccitata e Harry sta amplificando i miei ormoni ansimando e strofinandosi contro di me.
"Non provocarmi." Imito le sue parole. Non ho l'occasione di ridere a sua spese, prima che lui metta le mani sulle mie spalle e mi faccia girare la testa verso di lui.
"Non scopo nessuno da cinque mesi, Theresa, stai spingendo ogni tasto del mio autocontrollo." Sussurra duramente, giusto al di sopra delle mie labbra. Faccio la prima mossa, premendo la mia bocca alla sua, ricordando la prima volta che ci baciammo nella sua camera in quella dannata casa della confraternita.
"No?" Dico, stupita, ringraziando le stelle per il fatto che non sia stato con nessuna durante la nostra separazione. Sento che in qualche modo lo sapevo, sapevo non l'avrebbe fatto. Quello, o mi ero costretta a credere che non avrebbe mai toccato un'altra.
Non è la stessa persona di un anno fa. Non usa lussuria e parole dure per arrivare alle perone. Non ha bisogno di una ragazza diversa ogni notte, adesso è più forte.. E' lo stesso Harry che amo, ma molto più forte.
"Non avevo notato quanto sono grigi i tuoi occhi" mi disse. Fu tutto ciò che mi ci volle. Tra l'alcol e la sua gentilezza improvvisa, non riuscii a bloccarmi dal baciarlo. La sua bocca sapeva di, cos'altro, menta, ovviamente, e il suo piercing al labbro era freddo contro la mia bocca. Era una sensazione sconosciuta e strana, ma l'amavo.
Adesso salgo sulle gambe di Harry, proprio come feci quella volta, e le sue mani mi afferrano la vita, spingendomi gentilmente a muovermi con il suo corpo quando si stende sul letto. "Tess." Geme, proprio come nel mio ricordo. Questo mi accende ancora di più, mi spinge più a fondo nella travolgente passione tra di noi. Mi ci sono persa, e sicuro come la morte, non voglio trovare una via d'uscita.
Sono a cavalcioni sul suo torso e affondo le mani tra i suoi capelli. Sono indigente e frenetica e affrettata e tutto ciò a cui riesco a pensare è come le sue dita stanno scorrendo, così gentilmente, lungo la mia spina dorsale.
POV di Harry.
Tutto il mio piano è andato in fumo adesso. Non esiste al mondo che la fermi, avrei dovuto sapere di non avere speranza. La amo, la amo da quella che sembra tutta la vita, e mi è mancato essere con lei in questo modo.
Mi sono mancati i rumori dannatamente sexy che cadono da quelle labbra scopabili. Mi è mancato il modo in cui muove i suoi fianchi pieni, facendoli scivolare su di me, facendomi eccitare così fottutamente tanto che tutto ciò a cui riesco a pensare è amarla, mostrarle quando fottutamente bene mi fa sentire sia a livello emotivo che fisico.
"Ti ho bramata ogni secondo di ogni fottuto giorno." Dico nella sua bocca aperta. Struscia la lingua contro la mia e io vi chiudo intorno le labbra, succhiandola scherzosamente. Le si blocca il respiro e le sue mani raggiungono l'orlo della mia maglietta, spingendola lungo le mie braccia. Mi alzo a sedere, portando il suo corpo mezzo nudo con me, per semplificarle l'azione.
"Non hai idea di quante volte ti ho pensata, quante volte mi sono accarezzato il pene, ricordando la sensazione delle tue mani su di me, della tua bocca calda su di me."
"Oddio." Il suo gemito non fa altro che incitare le mie parole.
"Ti è mancato, non è vero? Il modo in cui ti fanno sentire le mie parole, come ti rendono fottutamente bagnata?"
Annuisce e geme di nuovo quando la mia lingua si muove lungo il suo collo, baciando e succhiando lentamente la sua pelle. Mi è mancata così tanto questa sensazione, il modo in cui lei riesce completamente ed interamente a coinvolgermi, portandomi sotto e riattirarandomi al di sopra della superfice con il suo tocco.
Avvolgo le braccia intorno alla sua vita e giro i nostri corpi, in modo che possa stenderla sotto di me. Le sbottono i pantaloni con le dita e glieli tiro fino alle caviglie nel giro di qualche secondo. Tessa si spazientisce e scalcia i piedi, buttando i pantaloni a terra.
"Togli i tuoi." Ordina, le guance accaldate, le mani che tremano, poggiate sul fondo della mia schiena. La amo, amo fottutamente lei e il fatto che mi ami ancora anche dopo tutto questo tempo.
Siamo davvero fottutamente inevitabili, nemmeno il tempo può mettersi tra di noi.
Faccio come detto e torno su di lei, tirandole le mutande mentre lei inarca la schiena per togliersi il reggiseno.
"Cazzo." Ammiro la curva dei sui fianchi e come le sue cosce semplicemente fottutamente urlano di essere afferrate dalle mie mani. Lo faccio e lei mi fissa con quei suoi occhi fottutamente grigi che mi hanno fatto superare ore di stronzate con il dottor Tran. Quegli occhi mi hanno persino fatto chiamare Vance un po' di volte.
"Per favore, Harry." Mugola Tessa, alzando il sedere dal materasso.
"Lo so, piccola." Porto le dita all'apice delle sue cosce e strofino l'indice su di lei, raccogliendo il bagnato lì. Il mio pene si contrare e lei sospira, desiderosa di più sollievo. Spingo un dito in lei e con il pollice le accarezzo il clitoride, facendola contorcere sotto di me e causando il verso più fottutamente sexy che abbia mai sentito, quando aggiungo un altro dito in lei.
Cazzo.
Cazzo.
"Bellissimo." Ansima, le dita che si aggrappano alle orrende lenzuola floreali del suo letto minuscolo.
"Sì?" La sollecito, muovendo più velocemente il pollice sul punto che la fa fottutamente impazzire. Annuisce freneticamente e porta una mano sul mio pene, facendola scivolare su e giù in movimenti lenti ma decisi.
"Volevo assaporarti, è passato così tanto tempo, ma se non infilo il mio pene dentro di te in questo momento, vengo su tutte le lenzuola."
Spalanca ancora di più gli occhi e io pompo le dita qualche altra volta dentro di lei, prima di allineare il mio corpo al suo. Lei continua a tenermi in una mano, guidandomi dentro lei, e i suoi occhi si chiudono quando la riempio.
"Ti amo, cazzo, ti amo così dannatamente tanto." Le dico e mi poggio sui gomiti, spingendo e tirando, spingendo e tirando. Lei artiglia la mia schiena con una mano e con l'altra avvolge le dita tra i miei capelli. Li tira quando sposto i fianchi, facendo in modo che allarghi di più le cosce.
Dopo mesi di miglioramento personale, guardare il lato positivo della vita e merdate del genere, è una sensazione così fottutamente meravigliosa essere con lei. Tutto nella mia vita gira intorno a questa donna e alcune persone potrebbero dire che è malsano o ossessivo, folle anche, ma sai una cosa?
Non me ne fotte un cazzo, proprio neanche un fottuto cazzo. La amo ed è tutto per me. Se qualcuno ha qualcosa da dire, può anche portarsi i suoi giudizi del cazzo da qualche altra parte, perché nessuno è fottutamente perfetto, e Tessa mi porta quanto più vicino alla perfezione è per me possibile.
"Ti amo, Harry, sempre." Le sue parole mi fermano, ed un altro pezzo di me viene rincollato al suo posto. Tessa è tutto per me e sentirle dire queste cose, e l'espressione sul suo viso quando la guardo, sono tutto per me.
"Dovevi sapere che ti avrei sempre amato, tu mi hai reso.. me, Tessa, e non lo dimenticherò mai." Entro di nuovo in lei, sperando di non mettermi a piangere come una stronzetta mentre la faccio venire.
"Anche tu mi hai reso.. me." Concorda, sorridendomi.
"Guarda se non finiamo per avere una conversazione sentimentale mentre facciamo cose del genere." Scherzo, dandole un bacio sulla fronte. "Ma in realtà, non c'è momento migliore per questo tipo di conversazioni." Le bacio le labbra sorridenti e lei avvolge le cosce intorno alla mia vita.
Mi sto avvicinando adesso, mi formicola la schiena e riesco a sentirmi avvicinarmi sempre di più all'orgasmo mentre i suoi respiri si fanno più profondi, veloci, e stringe le cosce.
"Adesso vieni." Le ansimo all'orecchio. Le sue dita mi tirano i capelli, spedendomi direttamente all'orlo. "Adesso vieni, con me, e io ti riempio." Le prometto, sapendo quanto ama la mia fottuta bocca sporca del cazzo. Potrò essere un po' meno stronzo, ma non perderò mai il mio atteggiamento.
Chiamando il mio nome, Tessa viene intorno a me. La seguo ed è la sensazione più liberatoria, fottutamente quasi magica di tutto il fottuto mondo. Questo è il periodo più lungo che abbia mai passato senza scoparmi qualcuno, ma avrei felicemente passato un altro anno ad aspettarla.
"Lo sai," Inizio, rotolando via da lei per stendermi al suo fianco, "facendo l'amore con me, hai appena accettato di sposarmi."
"Zitto." Arriccia il naso. "Stai rovinando il momento."
Rido, "Per quanto forte sei venuta, dubito ci sia qualcosa che potrebbe rovinare il tuo momento."
"Il nostro momento." Mi prende in giro, sorridendo come una pazzoide, con gli occhi serrati.
"Sul serio, però, hai accettato, quindi quando ti compri il vestito?" Insisto.
Lei rotola verso di me, mettendomi le tette dannatamente in faccia e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non alzare la testa e leccarle. Non potrebbe davvero biasimarmi, sono stato sessualmente inattivo per un tempo fottutamente lungo.
"Sei ancora pazzo come sempre." Dice.
"La terapia funziona solo per la rabbia, non per la mia ossessione di averti per sempre."
Alza gli occhi al cielo e alza un braccio per coprirsi la faccia.
"E' vero." Rido e la trascino scherzosamente dal letto.
"Che fai?" Strilla, quando la porto su una spalla. "Ti farai male prendendomi in braccio!" Cerca di dimenarsi dalla mia presa, ma stringo il braccio intorno al retro delle sue gambe.
Non so se Liam è qui o no, ma non si sa mai, quindi urlo un avvertimento. L'ultima cosa che ha bisogno di vedere è me che porto in braccio una Tessa nuda lungo il corridoio di questo appartamento della grandezza di una scatoletta di fiammiferi. "Liam! Se sei in casa, resta nella tua dannata stanza!"
"Mettimi giù!" Scalcia di nuovo le gambe.
"Hai bisogno di una doccia." Le do uno schiaffo sul sedere e lei guaisce, schiaffeggiando il mio in risposta.
"Posso andarci da sola!" Sta ridendo adesso, ridacchiando e lanciando urletti come una ragazzina, ed è una cosa che fottutamente amo. Amo il fatto di poterla ancora far ridere, che mi conceda ancora di sentire questi suoni così meravigliosi.
Alla fine la metto giù il più gentilmente possibile sul pavimento del bagno, ed accendo l'acqua.
"Mi sei mancato." Alza lo sguardo su di me dal pavimento. Mi si stringe il petto, ho fottutamente bisogno di passare la mia vita con questa donna. Ho bisogno di dirle tutto quello che ho fatto da quando mi ha lasciato, ma questo non è il momento. Domani, glielo dirò domani.
Stasera, mi godrò i suoi commenti insolenti, assaporerò le sue risate, e cercherò di guadagnarmi quante più dimostrazioni d'affetto possibile.
POV di Tessa.
Quando mi sveglio lunedì mattina, Harry non è nel mio letto. So che ha una specie di colloquio o incontro, ma non mi ha detto esattamente che tipo di colloquio né in che parte della città è. Non ho idea se tornerà prima che io debba andarmene a lavoro.
Rotolo verso il suo lato, aggrappandomi alle lenzuola che profumano ancora di lui, e premo la guancia contro il materasso. Ieri sera.. beh, ieri sera è stata stupenda. Harry è stato stupendo, noi eravamo stupendi. La chimica, l'esplosiva chimica tra di noi è più innegabile che mai, e ora siamo finalmente ad un punto delle nostre vite in cui possiamo vedere le nostre colpe, dell'uno e dell'altra, e accettarle e superarle in un modo che non potevamo prima.
Avevamo bisogno di questo tempo separati, avevamo bisogno di imparare a stare in piedi da soli, prima di poterlo fare insieme, e sono così felice che siamo riusciti a superare l'oscurità, i litigi, il dolore, riemergendo mano nella mano, più forti che mai.
Lo amo, il Signore sa quanto amo quest'uomo, tra tutte le separazioni, tutto il caos, mi è entrato nell'anima e l'ha marchiata come sua, per non dimenticare. Non avrei potuto neanche a provarci, e ci ho provato, ci ho provato per mesi ad andare avanti, giorno per giorno, tenendomi occupata nel tentativo di non pensare a lui.
Ovviamente, non ha funzionato e i pensieri di lui non si sono mai allontanati troppo dalla mia mente, e ora che abbiamo deciso di provare a risolvere le cose, a modo nostro, finalmente sento che tutto può funzionare per noi. Potremmo essere ciò che una volta volevo più di tutto.
"Dovevi sapere che ti avrei sempre amato. Mi hai reso.. me, Tessa, e non lo dimenticherò mai." Ha detto, spingendo in me.
È stato mozzafiato, gentile e passionale. Ero persa nel suo tocco, nel modo in cui le sue dita mi scorrevano sulla lunghezza della schiena.
Il suono della porta che si apre mi porta fuori dai miei sogni ad occhi aperti e il ricordo di ieri sera. Scendo dal letto, prendo i pantaloncini dal pavimento e li infilo. Ho i capelli che sono un casino, farli asciugare all'aria dopo la doccia è stata un'idea terribile. Sono annodati e crespi, ma ci passo le dita attraverso nel miglior modo possibile, prima di legarli in una coda.
Harry è in piedi nel salotto, il telefono premuto all'orecchio, quando lo raggiungo. È vestito nel suo solito stile tutto nero e i capelli lunghi sono un casino, come i miei, ma su di lui sono perfetti.
"Sì, lo so. Ben ti farà sapere la mia decisione." Dice, notandomi vicino al divano. "Ti richiamo." Il tono conciso, quasi impaziente, e termina la chiamata. L'espressione irritata sparisce quando fa un passo verso di me.
"Va tutto bene?" Gli chiedo.
"Sì." Annuisce, abbassando di nuovo lo sguardo sul cellulare. Si passa una mano tra i capelli e io chiudo la mia intorno al suo polso.
"Sei sicuro?" Non voglio essere insistente, ma ha un'aria strana. Il suo cellulare inizia a squillare e lui guarda lo schermo.
"Devo rispondere." Sospira. "Torno subito." Mi da un bacio sulla fronte, prima di uscire nel corridoio e chiudersi la porta d'ingresso alle spalle.
I miei occhi si spostano sul raccoglitore sul tavolo, è aperto e gli angoli di una pila di fogli fuoriescono dall'interno. Riconosco che il raccoglitore è quello che gli comprai io, e sorrido al fatto che continui ad usarlo.
La curiosità ha la meglio e mi ritrovo ad aprire il raccoglitore per prendere la prima pagina.
AFTER: DI HARRY STYLES
E' stampato sulla prima pagina. Giro verso la seconda,
Quando la incontrò, era autunno, la maggior parte delle persone era ossessionata da come le foglie cambiavano colore e l'odore della legna che sembra sempre permeare l'aria durante questo periodo dell'anno, ma non lui, lui si preoccupava di una cosa sola. Sé stesso.
Cosa? Volto pagina dopo pagina, in cerca di una qualche sorta di spiegazione per calmare i pensieri caotici e la confusione. Non può essere quello che penso sia..
I suoi lamenti gli sembravano soffocanti, alle due del mattino, quando barcollò nel loro appartamento, poteva a malapena sopportare il suono della sua voce.
Le lacrime riempiono i miei occhi e tremo quando alcuni fogli ricadono sul pavimento.
In un gesto ispirato da Darcy, lui pagò per il funerale di suo padre così come Darcy coprì le spese del matrimonio di Lydia. In questo caso, lui stava cercando di mascherare l'imbarazzo di una famiglia causato da una tossicodipendenza, non una sorella minorenne che si sposa spontaneamente, ma il risultato fu lo stesso. La sua Elizabeth tornò da lui correndo, dopo che ebbe sperperato un po' di denaro, proprio come aveva fatto quella di Darcy.
Sento l'acido salirmi in gola. Tornata da lui correndo dopo aver sperperato un po' di denaro? Io non avevo idea che avesse pagato per il funerale di mio padre.
Anche se lei non poteva avere figli suoi, non riusciva ad abbandonare quel sogno. Lui lo sapeva e l'amava comunque. Cercava di non essere egoista, ma non poteva evitare di pensare a piccole versioni di sé stesso che lei gli aveva rubato.
Proprio quando decido che non posso sopportare oltre, la porta d'ingresso si apre ed Harry entra dentro. I suoi occhi vanno dritti al casino di fogli bianchi sporcati da disgustose parole nere. Il telefono gli di mano, unendosi al macello sul pavimento.
STAI LEGGENDO
^7:!:'snah&2!:!/890'slql@2!:'].*\!\+%|>]Fazzoletticanecapraghuaiaassorbenetecucn
RandomParte 3