POV di Harry.
"Dannazione, non pensavo l'avrebbe fatto davvero!" Richiama Riley, guardando in alto verso Tessa in piedi sul bancone davanti a lei.
Neanche io, ma in realtà, sembra decisa a farmi incazzare stasera.
"E' proprio una bimba selvaggia." La schernisce Riley.
"No, per niente." Dissento a bassa voce. Tessa sembra mortificata, ovviamente si sta pentendo della sua decisione impulsiva di salire sul bancone. "L'aiuto a scendere." Inizio ad alzare la mano, ma Riley la spinge giù.
"Lasciaglielo fare." Dice e io guardo di nuovo Tessa.
La donna che ci ha fatto i drink le sta parlando, ma non riesco a sentire cosa le sta dicendo. È un'assoluta cazzata, lei che balla su un bancone con addosso un cazzo di vestito cortissimo. Se mi abbassassi sul bancone, potrei vederle al di sotto, come può chiunque altro. Mi guardo a fianco su entrambi i lati e prendo nota dei due uomini untosi seduti sul lato destro, nessuno dei due sta guardando Tessa. Ancora.
Lei sta guardando la donna a fianco a lei, le sopracciglia aggrottate in concentrazione, in completa opposizione al suo improvviso bisogno di essere 'selvaggia'. Segue i movimenti della donna e scalcia una gamba, poi l'altra, il tutto seguito da un movimento veloce dei fianchi.
"Siediti e goditi lo spettacolo." Dice Riley a fianco a me, passandomi un drink.
Sono ubriaco, troppo ubriaco, ma la mia mente è chiara quando la guardo iniziare a muoversi, davvero fottutamente muoversi. Si porta le mani sui fianchi e finalmente sorride, non importandosi più di avere la piena attenzione di quasi tutti nel bar. I suoi occhi incontrano i miei e annaspa momentaneamente nei suoi movimenti, prima di riprendersi e dirigere il suo sguardo verso il retro della stanza.
"Sexy, no?" Sorride Riley mentre si porta il suo bicchiere alle labbra.
Sì, ovviamente guardare Tessa sul bancone è fottutamente sexy, ma è anche infuriante e inaspettato. Non so cosa pensare, il primo pensiero che mi viene in mente è: cazzo, questa cosa è sexy. So che non dovrei esserne così assorbito, dovrei essere irritato dal suo costante bisogno di sfidarmi, ma non riesco a pensare bene con lei che balla davanti a me.
Il modo in cui il vestito le sale sulle cosce, il modo in cui si sta tenendo i capelli in una mano e ridendo mentre cerca di tenere il passo con la donna a fianco a lei. Amo vederla così, spensierata. Non la vedo ridere così molto spesso. Un sottile strato di sudore le ha ricoperto il corpo, facendola brillare sotto le luci. Mi muovo a disagio e tiro la ridicola camicia che sto indossando a coprire la cerniera dei pantaloni.
"Uh oh." Dice la ragazza di Lillian.
"Cosa?" Esco dalla mia trance e seguo i suoi occhi lungo il bancone. Due uomini stanno guardando con aria da cretini Tessa, e con guardando con aria da cretini intendo che i loro fottuti occhi stanno sporgendo dalle orbite peggio del mio fottuto cazzo al momento.
Riporto lo sguardo su Tessa e il suo vestito si è alzato pericolosamente, ogni volta che scalcia una gamba si alza ancora di più.
Basta con questa merdata.
"Calmo, killer, la canzone finisce tra.." Dice Riley mentre il volume della musica diminuisce.
POV di Tessa.
"Visto, non se n'è accorto nessuno che facevi schifo a ballare!" Ride Riley mentre mi siedo sul bancone freddo per scendere.
La mano di Harry raggiunge la mia per aiutarmi, sorprendendomi. Dal modo in cui mi ha guardata con aria torva e tenuto il broncio per tutto il tempo in cui ho ballato, pensavo che mi avrebbe urlato contro adesso. O peggio, un po' mi aspettavo che salisse e mi trascinasse giù dal bancone.
"In realtà è stato divertentissimo!" Urlo e la musica si ferma. "Sempre." Rido e salto giù dal bancone. Harry avvolge il braccio in modo protettivo intorno a me, finché non mi sente abbastanza stabile da lasciarmi.
"Dovresti salirci tu la prossima volta!" Gli dico all'orecchio e lui scuote la testa.
"No."
"Non imbronciarti, non è carino." Allungo un braccio e gli tocco le labbra. In realtà è carino, lo è il modo in cui sporge il labbro inferiore. I suoi occhi brillano al contatto, il mio battito accelera. Mi sento già brilla a causa dell'adrenalina che mi ha portato ballare sul bancone, una cosa che mai nella mia vita avrei pensato di fare. Per quanto è stato divertente, so che non lo rifarò mai più. Harry si siede sullo sgabello e io resto in piedi tra lui e Riley, a fianco al mio sgabello vuoto.
"Lo ami." Sorride, le mie dita ancora premute contro le sue labbra.
"La tua bocca?" Faccio un sorrisetto e lui scuote la testa. È scherzoso e molto serio contemporaneamente ed è intossicante, lui è intossicante, e io sono altamente intossicata. Sembra interessante.
"No, farmi incazzare. Ami farmi incazzare." Il tono arido.
"No, sei tu che ti incazzi troppo facilmente."
"Hai ballato su un bancone in una stanza piena di gente, è ovvio che mi avrebbe fatto incazzare, Tessa. Sei fortunata che non ti ho tirato giù, messa in spalla e trascinata via da questo posto." Il suo viso a pochi centimetri dal mio e il suo fiato è un'eccitante combinazione di menta e whiskey.
"Sulla spalla, non sulle ginocchia?" Lo stuzzico, fissandolo negli occhi, disarmandolo completamente.
"Co..cosa?" Balbetta e io rido, prima di girarmi verso Riley.
"Non lasciarti ingannare, ha amato quella roba." Mi sussurra e io annuisco. Mi si stringe lo stomaco al pensiero di Harry che mi guardava, ma la mia mente cerca di annullare i miei pensieri indecenti. Dovrei essere arrabbiata nera, dovrei ignorarlo o urlargli contro per avermi sabotato Seattle, di nuovo, o per le parole offensive che mi ha detto, ma è quasi impossibile essere incazzata quando sono ubriaca.
Consento a me stessa di fingere che nulla di tutto ciò è successo, almeno per ora, e immaginare che io ed Harry siamo una coppia normale fuori con un'amica a bere. Nessuna bugia, nessun drammatico litigio, solo divertimento e balli sui tavoli.
"Non riesco ancora a credere di averlo fatto davvero!" Dico ad entrambi.
"Neanch'io." Brontola Harry.
"Non lo rifarò mai più, questo è certo." Mi passo una mano sulla fronte. Sono sudata e fa caldo in questo piccolo bar, l'aria è pensate e ho bisogno di respirare.
"Che succede?" Mi chiede Harry.
"Niente, fa caldo." Mi sventolo con la mano e lui annuisce.
"Andiamocene allora, prima che svieni."
"No, voglio restare ancora. Mi sto diverto, cioè, mi sto divertendo."
"Non riesci neanche a formare una frase coerente."
"E quindi? Magari non voglio farlo. O ti rilassi o te ne vai."
"Tu.." Inizia e io gli copro la bocca con una mano.
"Shh.. per una volta, shh e basta. Divertiamoci." Uso l'altra mano per toccargli di nuovo la coscia e stringergliela, stavolta.
"Okay." Dice nella mia mano, la tolgo dalla sua bocca, ma la tengo a pochi centimetri di distanza, così posso coprirgliela di nuovo se ne ho bisogno, "Ma basta ballare sul bancone." Cerca di negoziare.
"Okay, e basta imbronciarsi e accigliarsi." Dico, facendolo sorridere.
"Okay."
"Smettila di dire okay." Mi mordo le labbra per non sorridere.
"Okay."
"Sei fastidiosino."
"Fastidiosino? Cosa direbbe il tuo professore di letteratura?" Gli occhi di Harry sono di un profondo verde giada, accesi di divertimento, macchiati di rosso a causa dell'alcol.
"A volte sei divertente." Mi appoggio a lui. Avvolge il braccio intorno alla mia vita e mi porta tra le sue gambe.
"A volte?" Mi da un bacio tra i capelli e io mi rilasso nella sua presa.
"Sì, solo a volte."
Ridacchia e non mi lascia. Non penso di volere che lo faccia, so che dovrei, ma non voglio. È ubriaco e scherzoso e l'alcol nel mio sistema mi fa perdere completamente di vista il buon senso, come sempre.
"Guardate come andate d'accordo." Riley alza una mano verso di noi.
"E' così fastidiosa." Sbuffa Harry.
"Siete gemelli." Rido e lui scuote la testa.
..
"Ultimo!" Richiama la mia nuova amica dal retro del bancone. Nell'ultima ora ho saputo che si chiama Cami, ha quasi cinquant'anni ed ha appena avuto il suo primo nipotino a dicembre. Mi ha praticamente spiaccicato le foto in faccia, come fa ogni nonna, e io l'ho elogiata, dicendole quanto era bello il bambino. Harry ha a malapena lanciato un'occhiata alle immagini, iniziando a borbottare qualcosa riguardo i troll, quindi ho velocemente tirato via la foto da lui, prima che Cami lo sentisse.
"Un altro e basta." Oscillo a destra e sinistra.
"Non so come fai a non essere ancora svenuta!" Dice Riley. Io sì, Harry ha preso i miei drink appena arrivavo a metà, finendoli tutti lui.
"Tu hai bevuto più di me, e forse anche più di lui." Farfuglio, indicando l'uomo alla fine del bancone che è letteralmente svenuto con la testa poggiata sul legno. "Vorrei che Lillian fosse venuta con noi." Dico e Harry arriccia il naso.
"Pensavo la odiassi?" Mi chiede e Riley gira la testa di scatto verso di me.
"Non la odio." Lo correggo. "Non mi piaceva quando tu cercavi di farmi ingelosire stando con lei."
Riley si irrigidisce, guardando Harry dietro di me. "Cosa?"
Merda.
"Non fare marcia indietro adesso." Insiste. Sono intrappolata e ubriaca e non ho idea di che diavolo dire. Non voglio farla arrabbiare, questo è certo.
"Niente, mi stavo comportando da stronzo e non avevo detto a Tessa che lei è gay. Già lo sai." Le dice Harry.
"Oh, okay, allora." Le sue spalle si rilassano. Cavolo, è proprio come lui.
"Vedi, non è successo niente, quindi rilassati." Le dice Harry.
"Sono rilassata, fidati." Tuba e sposta lo sgabello più vicino al mio. "Non c'è niente di male in un po' di gelosia, giusto?"
"Hai mai baciato una ragazza, Tessa?" Mi chiede e sento un formicolio sul cuoio capelluto.
"Che?" Boccheggio drammaticamente.
"Riley, che ca.." Dice Harry, ma lei lo interrompe.
"Le sto solo facendo una domanda, hai mai baciato una ragazza?"
"No."
"Ci hai mai pensato?"
Ubriaca o meno, sento l'imbarazzo farsi strada sulle mie guance.
"Io.."
"Stare con una ragazza è molto meglio, sinceramente. Sono morbide," Porta una mano sul mio braccio. Harry alza il suo e le da un colpetto per toglierla via dalla mia pelle. "Sanno esattamente cosa vuoi.. dove lo vuoi."
"Basta." Ringhia Harry. Tiro via il braccio e Riley ride.
"Mi dispiace!" La sua risata è quasi incontrollabile. "Non sono riuscita a resistere. Ha iniziato lui." Indica Harry con la testa. "Ti avevo avvertito prima di non fare lo stronzo con me." Sono estremamente sollevata che stava solo cercando di avere una reazione da Harry.
Una risatina mi scappa dalla bocca e Harry sembra mortificato, incazzato e forse leggermente eccitato.
Okay..
"Paghi tu per i drink, dato che vuoi che faccia lo stronzo." Dice Harry, spingendo il lungo pezzo di carta oltre me e davanti a lei.
Riley alza gli occhi al cielo e infila una mano in tasca, prendendo una carta e mettendola sullo scontrino.
"Abbiamo praticamente chiuso noi il bar, Lil si incazzerà." Annuncia Riley, mentre Harry mi tiene la porta aperta per farmi uscire. Quest'ultima quasi si chiude in faccia a Riley, ma allungo un braccio per fermarla, prima di lanciare un'occhiata dura ad Harry. Lui ride e fa spallucce, come se non avesse fatto niente di male e io non posso fermare il sorriso sul mio volto. È uno stronzo, ma è il mio stronzo.
Non è vero?
Non ne sono sicura, ma sicuro come la morte non voglio pensarci mentre torno in cabina alle due di mattina. "Starà ancora dormendo?" Le chiedo.
"Sicuro come la morte ci spero."
Anch'io spero che tutti stiano dormendo nella nostra cabina. L'ultima cosa che voglio è che Karen o Ken siano svegli mentre barcolliamo attraverso la porta.
"Cosa? Hai paura che ti rimproveri per aver passato tutta la sera fuori a bere?" Harry schernisce la ragazza.
"No.. beh, sì. Non voglio farla incazzare, sto già camminando sulle uova."
"Perché" Le chiedo, da ficcanaso.
"Non importa." Mi congeda Harry e Riley sembra persa tra i suoi pensieri.
Il resto della camminata lo passiamo quasi completamente in silenzio, io conto i passi e rido occasionalmente quando ricordo l'esperienza del ballo sul bancone.
Quando raggiungiamo la cabina di Max, Riley esita prima di allontanarsi. "E' stato.. un piacere conoscervi." Dice. Non posso evitare di ridere per il modo comico in cui arriccia le labbra, come se le parole avessero un brutto sapore nella sua bocca.
"Anche per noi, è stato divertente." Sorrido. Per un momento penso di abbracciarla, ma sarebbe imbarazzane e ho la sensazione che ad Harry non piacerebbe per niente.
"Ciao." Dice semplicemente Harry e continua a camminare mentre Riley arranca nel vialetto.
Sono così felice che siamo quasi arrivati alla cabina. Mi fanno male i piedi e questo vestito pruriginoso e scomodo mi ha sicuramente graffiato la pelle sotto il tessuto duro.
"Mi fanno male i piedi."
"Vieni qua, ti porto in braccio." Si offre. Che? "Perché mi guardi così?" Sorride.
"Ti sei appena offerto di portarmi in braccio." Ridacchio.
"E.."
"Non è da te, ecco tutto." Faccio spallucce e lui si avvicina, aggancia un braccio sotto le mie gambe e mi alza tra le sue braccia.
"Farei qualsiasi cosa per te, Tessa, non dovrebbe sorprenderti che ti porterei in braccio su un dannato viale."
Non parlo, rido e basta. Forte. Incontrollabili risate rastrellano il mio corpo, mi copro la bocca per fermarle, ma non aiuta neanche un po'.
"Perché ridi?" L'espressione di pietra, seria e intimidatoria.
"Non lo so.. era divertente."
"Io che ti dico che farei qualsiasi cosa per te è divertente?" Raggiungiamo il portico e lui mi tiene ancora tra le braccia, spostando il mio peso in modo da poter abbassare la maniglia della porta.
"Faresti qualsiasi cosa per me, tranne andare a Seattle, sposarmi, o avere dei figli con me?" Non mi perdo l'ironia della cosa.
"Non iniziare con me, siamo troppo ubriachi per avere questa conversazione al momento."
"Ooohh." Commento immaturamente, sapendo che ha ragione. Harry scuote la testa e sale le scale, avvolgo le braccia intorno al suo collo e lui mi sorride, nonostante il suo comportamento tagliente.
"Non farmi cadere." Sussurro e lui mi lascia abbastanza solo da farmi scivolare lungo il suo torso, mi giro e avvolgo le gambe intorno alla sua vita, dando un piccolo urletto, aggrappandomi al suo corpo.
"Shh, se volessi farti cadere, sarebbe dal tetto." Mi minaccia scherzosamente e io faccio del mio meglio per sembrare costernata. Un ghigno peccaminoso si allarga sul suo viso e io mi alzo un po' per fargli la linguaccia, toccando la punta del suo naso con la lingua. Colpa del whiskey.
Una luce si accende alla fine del corridoio e Harry si affretta verso la stanza che condividiamo. "Li hai svegliati." Dice e mi mette sul letto. Mi abbasso per togliermi le scarpe, strofinando le caviglie doloranti, lasciando cadere le scarpe mostruose sul pavimento.
"E' stata colpa tua." Lo supero e apro il comò per prendere qualcosa di più comodo con cui dormire. "Questo vestito mi sta uccidendo." Mi lamento, portando un braccio dietro la schiena per abbassare la cerniera. Era molto più facile quando ero sobria.
"Ecco." Harry si mette dietro di me e mi sposta la mano. "Che diavolo?"
"Cosa?" Mi traccia la pelle con le dita, portandomi i brividi.
"Hai la pelle rossa, tipo che il vestito ti ha lasciato i segni." Tocca un punto sotto la scapola e spinge il vestito finché non cade sul pavimento.
"Era scomodo." Piagnucolo.
"Lo vedo." Mi aggira con occhi affamati. "Niente dovrebbe lasciarti dei segni, a parte me."
Deglutisco.
E' ubriaco, scherzoso, e i suoi occhi scuri mi fanno capire esattamente cosa sta pensando.
"Vieni qui." Fa un passo verso di me, chiudendo il piccolo spazio tra di noi. Lui è completamente vestito e io ho addosso solo le mutandine e il reggiseno.
"No." Scuoto la testa. So che c'è qualcosa che devo dirgli, solo che non riesco a ricordare cosa. A malapena ricordo come mi chiamo quando mi guarda in quel modo.
"Sì." Contrappone e io indietreggio.
"Non ho intenzione di fare sesso con te." Mi afferra il braccio e avvolge la mano libera intorno ai miei capelli, tirandoli gentilmente dalle punte, in modo che sia costretta a guardarlo.
"E come mai?" Il suo fiato mi colpisce il viso, le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.
"Perché.." La mia mente si affretta a cercare una risposta, mentre il mio subconscio mi prega di togliermi il resto dei vestiti. "Sono arrabbiata con te."
"Quindi? Anche io sono incazzato con te." Le sue labbra mi sfiorano la pelle, muovendosi lungo la mia mascella. Ho le ginocchia deboli, la mente pesante e annebbiata.
"E perché? Io non ho fatto niente." Mi si stringe lo stomaco quando porta le mani sul mio sedere, stringendolo e massaggiandolo lentamente.
"Il tuo piccolo show sul bancone era abbastanza da mandarmi in manicomio, lasciamo perdere il fatto che stavi sfilando per la città con quel fottuto cameriere, mi hai mancato di rispetto davanti a tutti stando con lui." Il suo tono è minaccioso, ma le labbra morbide mentre si muovono lungo il mio collo. "Ti voglio così tanto, ti volevo anche in quella merda di bar. Dopo averti vista ballare in quel modo, volevo portarti in bagno e scoparti contro il muro." Preme il suo corpo contro il mio e posso sentire quanto è duro. Per quanto anch'io voglia lui, non posso permettergli di incolparmi di tutto.
"Tu.." Chiudo gli occhi, assaporando le sue mani su di me, le sue labbra su di me. "Sei stato tu," Non riesco a formare un pensiero completo, lasciamo perdere una frase. "Smettila." Gli prendo le mani per fermarlo dal toccarmi ancora.
"Non mi vuoi?" I suoi occhi lampeggiano e lascia cadere le mani lungo i fianchi.
"Certo che sì, sempre. Solo che.. dovrei essere arrabbiata."
"Arrabbiati domani."
"Lo faccio sempre, devo.."
"Shh.." Copre la mia bocca con le sue labbra e mi bacia, forte. Le mie labbra si separano e lui ne approfitta, tirandomi ancora una volta i capelli, affondando la sua lingua nella mia bocca e attirandomi quanto più vicino possibile al suo corpo.
"Toccami." Mi supplica, prendendomi le mani. Non deve dirmelo due volte, voglio toccarlo e lui ha bisogno di rassicurazione. È così che noi affrontiamo le cose, per quanto sia malsano, non è questa l'impressione che ho quando mi bacia in questo modo e mi supplica di toccarlo.
Armeggio con i bottoni della sua camicia e lui emette un verso di lamento impaziente, usando entrambe le mani per tirare ai lati della camicia bianca, facendo saltare i bottoni.
"Mi piaceva quella camicia." Dico nella sua bocca e lui sorride, le sue labbra contro le mie.
"Io la odiavo."
Spingo il tessuto oltre le sue spalle e la lascio cadere sul pavimento. La sua lingua si muove lentamente nella mia bocca, mi sto sciogliendo tra le sue braccia per il bacio violento e dolce contemporaneamente. Sento la sua rabbia e frustrazione dietro le sue labbra, ma fa del suo meglio per nasconderlo. Si nasconde sempre.
"So che mi lascerai presto." Dice, portando di nuovo le labbra sul mio collo.
"Che?" Sono sorpresa dalle sue parole, e confusa.
Mi fa male il cuore per lui, l'alcol mi rende ancora più compassionevole verso i suoi sentimenti. Lo amo, lo amo tantissimo, ma mi fa sentire debole, così vulnerabile. Nel momento in cui sono portata a credere che è preoccupato, triste o dispiaciuto in qualche modo, è come se tutte le mie emozioni cambiassero, concentrandosi solo su di lui e non su me stessa o su come mi sento.
"Ti amo tanto." Sussurra, muovendo il pollice lentamente sulle mie labbra. Il suo petto e il suo torso nudi sono paradisiaci in contrasto con i jeans neri e la pelle abbronzata, e so che sono a sua completa disposizione.
"Parliamo dopo, voglio sentirti." Mi guida sul letto e io cerco di dimenticare le sue parole e ignorare la mia mente che mi urla di fermarlo, di non arrendermi a lui. Ma non posso, non sono abbastanza forte da fermarmi quando le sue mani callose scorrono sulle mie cosce, spingendole per aprirle leggermente, stuzzicandomi facendo scorrere l'indice sulle mutandine.
"Preservativo." Ansimo e i suoi occhi rossi incontrano i miei.
"E se non lo usiamo? Se vengo dentro di te, tu non saresti.." Si blocca e ne sono contenta. Non penso di essere preparata per qualsiasi cosa avesse intenzione di dire. Si alza da me e va verso la valigia sul pavimento. Mi stendo, fissando il soffitto, cercando di setacciare i miei pensieri ubriachi. Ho davvero bisogno di Seattle? Seattle è abbastanza importante per me da perdere Harry? Il dolore che fluisce in me al pensiero è quasi insopportabile.
"Mi stai fottutamente prendendo in giro?" Dice dall'altra parte della stanza. Quando mi metto seduta, lo vedo fissare un piccolo pezzo di carta nella sua mano. "Che cazzo è questo?" Si sforza di dire, i suoi occhi incontrano i miei.
"Cosa?" Abbasso lo sguardo sul pavimento, il mio vestito è ammucchiato sul legno scuro insieme alle mie scarpe. Mi ci vuole un momento per mettere insieme la situazione. Merda. Mi alzo velocemente e cerco di prendere il foglio da lui.
"Non fare la stupida con me, hai preso il suo fottuto numero?" Resta a bocca aperta, tenendo il foglio sulla sua testa, così che non ho possibilità di riprenderlo.
"Non è così, ero arrabbiata e lui.."
"Cazzate!" Urla. Eccoci.
"Harry." Conosco quello sguardo. Ricordo ancora la prima volta che vidi quell'espressione sul suo viso. Stava sbattendo a terra la vetrina a casa di suo padre, la prima volta che vidi il suo viso torcersi per la rabbia in questo modo.
"Vai, chiamalo. Fatti scopare da lui, perché sicuro come la morte, io non voglio."
"Non esagerare." Lo supplico. Sono troppo ubriaca per iniziare una gara di urla con lui.
"Esagerare? Ho appena trovato il numero di un altro tizio nel tuo vestito." Sibila tra i denti, la mascella serrata per l'irritazione.
"Neanche tu sei innocente qui." Commento e lui inizia a camminare avanti e indietro. "Sei hai intenzione di urlarmi contro, risparmia il fiato. Sono stanca di litigare con te ogni singolo giorno." Sospiro.
"E' colpa tua! Sei tu che mi fai incazzare costantemente, è colpa tua se sono così e lo sai."
"No! Non è vero." Mi sforzo di tenere la voce bassa. "Non puoi incolparmi di tutto, entrambi commettiamo errori."
"No, tu commetti errori. Una tonnellata, e sono stanco. Pensi che io voglia essere così? Cazzo, no, non voglio. Tu mi rendi così!" Si tira i capelli.
Resto in silenzio.
"Vai, piangi." Mi prende in giro.
"Non ho intenzione di piangere."
"Sorpresa, sorpresa." Batte le mani nel modo più degradante possibile.
Mi viene da ridere.
"Perché ridi?" Mi fissa. "Rispondimi."
"Sei un casino, cioè, proprio un casino colossale." Scuoto la testa.
"E tu una stronza egoista, che novità." Scatta e le mie risate si arrestano.
Mi alzo dal letto senza una parola, senza una lacrima, e prendo una maglietta e dei pantaloncini dal comò. Li infilo velocemente mentre lui mi guarda.
"Dove pensi di andare?" Mi chiede.
"Lasciami stare."
"No, vieni qua." Allunga un braccio verso di me e io voglio disperatamente dargli uno schiaffo, ma so che mi fermerebbe.
"No, levati di dosso!" Scuoto il braccio dalla sua presa. "Sono stanca, sono stanca di questo avanti e indietro. Sono stanca ed esausta e non voglio più farlo. Tu non mi ami, tu vuoi possedermi e non te lo permetterò. Sei rotto, Harry, e io non poso aggiustarti." Il suo viso cambia espressione quando realizza ciò che gli ho detto, è in piedi davanti a me senza alcuna emozione.
Trattengo il respiro, aspettando di sentire i suoi passi seguirmi lungo il corridoio. Quando non succede, busso leggermente sulla porta davanti a me. Qualche momento dopo, Liam la apre, strofinandosi gli occhi. È mezzo vestito, indossa solo dei semplici pantaloni, niente maglietta o calzini.
"Posso dormire con te?" Gli chiedo e lui annuisce, senza farmi nessuna domanda.
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