POV di Harry.
"Non fare lo stronzo." Apro la porta con una spinta e lui indietreggia.
"Perché sei qui?" Mi chiede, il viso segnato da un profondo cipiglio. Dovrei essere io a chiedergli perché cazzo è qui, non ci siamo lasciati neanche da tre giorni e questo stronzo è già qui con lei.
"Per lasciarle la macchina. Lei c'è?" Guardo dietro di lui, ma non vedo un cazzo. Mi sono detto per tutto il tragitto che non volevo farmi vedere o ricordarle che ieri notte sono stato qui, ma so che mi stavo solo raccontando cazzate.
"Forse, lei sa che saresti venuto?" Noah incrocia le braccia e mi ci vuole ogni più minima parte del mio autocontrollo per non sbatterlo a terra, scavalcarlo.. no, camminargli sopra.. e andare da lei.
"No, voglio assicurarmi che stia bene. Cosa ti ha detto?" Gli chiedo, facendo un passo indietro sul portico.
"Niente, non ce n'è stato bisogno. Non deve dirmi niente, so che non verrebbe qui se tu non le avessi fatto qualcosa."
"In realtà ti sbagli, non sono stato io.. stavolta." Mi acciglio e lui sembra sorpreso dalla mia piccola ammissione. "Senti, so che mi odi e ne hai tutte le ragioni, ma io in un modo o nell'altro la vedrò, quindi o ti levi di mezzo o.."
"Harry?" La voce di Tessa è un piccolo sussurro, quasi perso nel vento, quando appare dietro Noah.
"Ehi." I miei piedi mi portano a salire le poche scale del portico verso di lei e Noah si sposta.
"Stai bene?" Le chiedo, prendendole il viso nelle mie mani fredde. Lei si sposta di scatto, a causa del freddo, mi costringo a credere, e si allontana da me.
"Sì, sto bene." Mente.
"Sei sicura? Come ti senti? Hai dormito? Ti fa male la testa?" Le
domande ruzzolano giù dalla mia bocca e lei annuisce.
"Sì, bene, un po', sì." Risponde a tutte le mie domande, ma io ho già dimenticato quali fossero.
"Chi te l'ha detto?" Mi chiede, le guance rosse.
"Molly."
"Molly?"
"Sì, mi ha chiamato quando eri.. uhm, nella mia vecchia stanza." Non riesco a nascondere il panico ancora presente nella mia voce.
"Oh." Sposta lo sguardo oltre me, focalizzando nel vuoto, le sopracciglia aggrottate in concentrazione.
Ricorda che ero qui?
Voglio che lo ricordi?
Sì, perché sono uno stronzo disgustato da se stesso.
"Ma stai bene?"
"Sì."
"Cos'è successo esattamente?" Chiede Noah e io guardo Tessa direttamente negli occhi. Capisco dalla sua espressione che non gliel'ha detto e non vuole che lo sappia. Questa cosa mi piace più di quanto dovrebbe.
"Niente, non ti preoccupare." Gli rispondo, così che non deve farlo lei.
"Era una cosa seria?" Insiste.
"Ho detto non ti preoccupare." Ringhio e lui deglutisce. Riporto lo sguardo su Tessa, "Ti ho portato la tua macchina." Le dico.
"Davvero?" Mi chiede.
"Sì, era parcheggiata davanti ai dormitori e dentro c'è tutta la tua roba."
"Grazie, pensavo che Steph mi avrebbe rotto il parabrezza o qualcosa del genere." Sospira, le spalle che si incurvano di più ad ogni parola.
"Comunque perché sei andata da lei? Tra tutte le persone, perché da lei?" Le chiedo.
Lei guarda Noah, poi di nuovo me.
"Puoi darci un minuto?" Gli chiede dolcemente. Lui annuisce e mi rivolge quello che penso debba essere una specie di sguardo d'avvertimento, prima di lasciarci da soli nel piccolo salotto.
"Perché lei? Dimmelo." Ripeto.
"Non lo so, non avevo nessun altro posto dove andare, Harry."
"Saresti potuta andare da Liam, praticamente hai la tua stanza in quella casa."
"Non voglio continuare a trascinarli in questa storia, l'ho fatto abbastanza e non è giusto nei loro confronti."
"E sapevi che io sarei venuto?" Aggiungo e lei abbassa lo sguardo sulle sue mani. "Non l'avrei fatto."
"Okay."
Cazzo, non intendevo in quel senso.
"Non intendevo in quel senso, intendo che ti avrei dato spazio." Ammetto.
"Oh." Sussurra, pizzicandosi le unghie.
"Sei molto silenziosa."
"È solo che.. non lo so. È stata una lunga nottata, e una lunga mattinata." Si acciglia.
Voglio andare verso di lei e appianare la rifletta tra le sue sopracciglia e baciarla per farle dimenticare tutto.
"Harry no, Zayn." Aveva detto nel suo stato d'incoscienza.
"Lo so, ricordi qualcosa?" Le chiedo, non sicuro di poter sopportare la sua risposta.
Mi aspetto che mi dica di andarmene o mi imprechi contro, ma non lo fa. Annuisce e si siede sul divano, facendomi segno di sedermi dall'altra parte.
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RandomParte 3