Capitolo 249

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POV di Tessa.
Inghilterra? Perché Harry dovrebbe andare in Inghilterra? Vuole trasferirsi dopo essersi laureato? Rileggo il messaggio,
*Sapevi che Loverboy andrà a Londra il prossimo fine settimana?*
Il prossimo fine settimana!
Poggio la fronte contro il volante dell'auto e chiudo gli occhi. Pensavo che io ed Harry stessimo finalmente imparando a comunicare l'uno con l'altra, perché non mi ha detto che andrà in Inghilterra così a breve?
Il mio primo istinto è di chiamarlo e chiedergli perché mi sta nascondendo questo viaggio. Mi blocco dal farlo perché questa è l'occasione perfetta per me per provare a non saltare alle conclusioni senza prima chiedere a lui. C'è una possibilità, una piccola possibilità, che Kimberly abbia capito male e che Harry non andrà in Inghilterra il prossimo fine settimana. Mi si stringe il petto al pensiero che potrebbe ancora voler tornare lì.
Sto ancora cercando di convincere me stessa che io basterò a farlo restare qua.

POV di Harry.
Sembrano anni da quando mi sono fermato in questo parcheggio. Ho guidato per l'ultima ora, pensando a tutti i possibili risultati del venire qui. Dopo aver fatto una lista mentale di pro e contro, cosa che non faccio mai, spengo la macchina ed mi immergo nell'aria del freddo pomeriggio.
Mi guardo intorno e vedo il suo fuoristrada parcheggiato direttamente fuori all'edificio. Immagino sia a casa, altrimenti ho appena sprecato tutto il mio pomeriggio e sarò ancora più irritato di quanto non sia già. Questo palazzo marrone è posizionato giusto fuori la strada e una scalinata arrugginita porta al secondo piano, dove c'è il suo appartamento. Con ogni passo dei miei stivali contro le scale di metallo, penso in primo luogo al perché sono qui.
Proprio quando raggiungo l'appartamento contrassegnato "C", il mio telefono vibra nella mia tasca posteriore. O è Tessa o mia mamma, e non voglio parlare con nessuna delle due al momento. Se parlassi con Tessa adesso, mi farebbe sbarazzare del mio piano e mia mamma mi farebbe solo incazzare col suo insistere perché vada in Inghilterra per il suo matrimonio.
Ignorando la vibrazione del telefono, busso alla porta. Dopo qualche secondo, apre, con addosso solo dei pantaloni. È a piedi scalzi e posso vedergli un tatuaggio sulla pancia che non avevo mai visto prima. Deve esserselo fatto dopo aver provato a mettersi con la mia fottuta ragazza.
Zayn non mi saluta. Resta sulla porta con un'espressione ovviamente sconvolta e sospettosa.
"Dobbiamo parlare." Dico alla fine, e lo sposto di lato per entrare nell'appartamento.
"Devo chiamare la polizia?" Chiede, il tono piatto.
"Quello dipende da se tu collabori con me o no." Mi siedo sul divano di pelle consunta di Zayn e lo fisso.
Peli scuri gli ricoprono la mascella e gli incorniciano la bocca. Sembrano mesi da quando l'ho visto fuori casa della mamma di Tessa, invece che solo una settimana e mezza.
"Beh, parla, allora." Sospira e poggia la schiena contro il muro sul lato opposto del suo piccolo salotto.
"Sai che riguarda Tessa."
"L'avevo immaginato." Si acciglia e incrocia le braccia tatuate.
"Tu non andrai a Seattle."
Alza un sopracciglio spesso prima di sorridere, "Ma invece sì. Mi sono già organizzato."
La sta rendendo più difficile del necessario e sto iniziando a prendermi a calci in culo per aver pensato che questa cosa sarebbe potuta finire in modo diverso da lui che va via su una barella.
"Il fatto è che.." Faccio un respiro profondo per mantenere la calma e restare fedele al mio piano, "tu non andrai a Seattle."
"Vado a trovare i miei amici." Mi sfida.
"Cazzate. So esattamente cosa vuoi fare." Mordo in risposta.
"Starò con qualche amico a Seattle, ma nel caso te lo stessi chiedendo, mi ha inviato lei ad andarla a trovare." Nel momento in cui le parole lasciano la sua bocca, sono in piedi.
"Non insistere, sto cercando di farlo nel modo giusto." Lo minaccio. "Non hai ragione per andarla a trovare, lei è mia."
"Ti rendi conto di come lo dici? Che lei è tua come se fosse di tua proprietà?"
"Non me ne fotte un cazzo di come lo dico, è vero." Faccio un altro passo verso di lui. L'aria tra di noi è passata da tesa a completamente primitiva. Entrambi stiamo provando a sostenere una pretesa e io non ho intenzione di tirarmi indietro.
"Allora perché non sei a Seattle?" Insiste.
"Mi laureo dopo questo semestre, ecco perché." Perché sto rispondendo alle sue domande? Sono venuto qui per parlare, non per ascoltarlo e impegnarmi in una conversazione. Che sia dannato se cerca di rigirarmela contro. "Il fatto che io non sia lì è irrilevante. Tu non la vedrai."
"Questo sta a lei deciderlo, non pensi?"
"Se la pensassi così, non sarei qui, giusto?" Stringo i pugni lungo i fianchi e distolgo lo sguardo da lui per fissare la pila di libri di scienze sul suo tavolo. "Perché non la lasci in pace e basta? E' per quello che ho fatto a-"
"No." Mi interrompe. "Non ha niente a che fare con quello. Mi importa di Tessa, proprio come a te. Ma a differenza tua, io la tratto come lei merita di essere trattata."
"Non sai niente di come va trattata." Sibilo.
"Sì, amico, in realtà sì. Quante volte è corsa piangendo da me per qualcosa che avevi fatto o detto? Troppe. Tutto ciò che tu fai è ferirla e lo sai."
"Prima di tutto, tu neanche la conosci, e secondo, non pensi sia un po' patetico continuare a provarci con una persona che non avrai mai? Quante altre volte dobbiamo avere questa conversazione?"
Mi guarda attentamente, rendendosi conto della mia rabbia apparente, "No," caccia la lingua per bagnarsi le labbra, "non è patetico. È geniale, in realtà. Aspetterò dietro le quinte il giorno in cui tu farai un'altra cazzata, cosa inevitabile, e quando succederà, io sarò lì."
"Sei un fottuto-" Attraverso la stanza per mettere quanto più spazio possibile tra il mio corpo e il suo prima che la sua testa finisca contro il muro. "Cosa ti ci vuole allora? Vuoi che te lo dica lei stessa che non ti vuole? Pensavo l'avesse già fatto, eppure eccoti qui.."
"Sei tu ad essere nel mio appartamento."
"Dannazione, Zayn!" Urlo, "Perché non puoi fottutamente smetterla? Sai cosa lei significa per me e cerchi sempre di metterti in mezzo. Cerca qualcun'altra con cui distrarti, ci sono un sacco di puttane in giro per il campus."
"Puttane?" Mi deride.
"Sai che non intendevo Tessa." Ringhio, sforzandomi di tenere i pungi lungo i fianchi.
"Se lei significasse così tanto per te, non avresti fatto neanche la metà delle merdate che hai fatto. Sa che ti sei scopato Molly mentre ci provavi con lei?"
"Sì, lo sa. Gliel'ho detto."
"E non le è importato?" La sua voce è il completo opposto della mia. Lui è così controllato e calmo, mentre io sto cercando di tenere il coperchio sulla mia rabbia in ebollizione.
"Sa che non ha significato niente per me ed è successo prima di tutto. Non sono venuto qui per discutere della mia relazione."
"E perché sei venuto esattamente?" E' proprio un viscido bastardo.
"Per farti sapere che non la vedrai a Seattle. Pensavo potessimo discuterne in una maniera più.." Cerco la parola giusta, "civile."
"Civile? Scusa, ma trovo difficile credere che tu sia venuto qui con delle buone intenzioni." Sbuffa una risata, indicando il suo naso con un piccolo rigonfiamento sul ponte. Chiudo momentaneamente gli occhi e visualizzo il suo naso gonfio e sanguinante che si spezzava contro la ringhiera di metallo quando gli sbattei la testa contro. La memoria del ricordo aumenta la mia adrenalina già vibrante.
"Questo è civile per me!" Alzo la voce. "Sono venuto qui per parlare, non per combattere. Però, se non starai lontano da lei, non ho altre opzioni."
"Quindi cosa?" Chiede Zayn.
"Cosa?"
"Quindi cosa? Ci siamo già passati, c'è un limite al numero di volte in cui puoi assalirmi prima di essere arrestato, e questa volta ti denuncerei."
Ha un valido punto. Questo mi fa incazzare ancora di più. Odio non poter fare un cazzo al riguardo, a parte ammazzarlo completamente, il che non è un'opzione.. almeno al momento.
"Sono venuto qui pensando che saremmo potuti arrivare ad una sorta di accordo." Propongo la mia ultima opzione. Una che non volevo usare, ma non mi sta dando molta scelta.
"Che tipo di accordo? Un'altra scommessa?" Piega la testa di lato nel modo più spavaldo possibile.
"Mi stai davvero mettendo alla prova." Dico attraverso i denti. "Dimmi cosa vuoi per lasciarla in pace. Cosa posso darti per farti andare via? Dillo ed è tuo."
Zayn mi fissa, sbattendo rapidamente gli occhi come se mi fosse cresciuta un'altra testa.
"Beh, forza. Ogni uomo ha un prezzo." Mormoro seccamente. Mi fa infuriare dover negoziare con lui, ma ha ragione, non c'è niente che posso fare per farlo andar via.
"Lascia che ci vediamo di nuovo," propone. "Giovedì sarò a Seattle."
"No. Assolutamente no."
E' fottutamente stupido?
"Non ti sto chiedendo il permesso, sto cercando di metterti più a tuo agio con la cosa."
"Non succederà. Non avete motivo di passare del tempo insieme, lei non è disponibile per te, o qualsiasi altro uomo, e mai lo sarà."
"Eccoti che diventi tutto possessivo." Alza gli occhi al cielo e io mi chiedo cosa direbbe Tessa se potesse vedere questo lato di lui, l'unico lato che io ho mai conosciuto.
Mi mordo la lingua mentre lui fissa il soffitto come se stesse decidendo la sua prossima offerta. Questa è proprio una fottuta porcheria, una pura e totale fottuta porcheria. Mi gira la testa e mi sto sinceramente iniziando a chiedere per quanto ancora riuscirò a mantenere la calma.
"La tua auto." Dice alla fine.
Spalanco la bocca per il suo coraggio e non posso evitare di ridere.
"Cazzo, non esiste al mondo!" Faccio due passi verso di lui. "Non ti do la mia fottuta auto in cambio di te che la lasci in pace. Sei fuori dalla tua fottuta testa?" Le mie mani volano nell'aria.
"Scusa allora, sembra che non possiamo arrivare ad un accordo, dopo tutto." I suoi occhi brillano attraverso le ciglia folte e si passa le dita sulla barba che gli ricopre il viso.
Immagini dal mio incubo galleggiano nella mia testa, lui che spinge in lei, facendola venire..
Scuoto la testa per liberarmene. Prendo le chiavi dalla tasca e le butto sul tavolino tra di noi.
"Sei serio?" Dice sconvolto, piegandosi per prendere il portachiavi. Le studia, rigirandosele nel palmo un paio di volte, prima di tornare a guardarmi, "Ti stavo sfottendo!" Mi lancia le chiavi, ma io non le afferro e atterrano a pochi centimetri dalla punta del mio stivale.
"Mi farò indietro, cazzo. Non mi aspettavo mi avresti realmente dato le chiavi." Ride, prendendosi gioco di me.
"Non mi stavi dando molte opzioni."
"Eravamo amici una volta, ricordi?" Commenta Zayn.
Resto in silenzio mentre entrambi ricordiamo com'erano prima le cose, prima di tutta questa merda, prima che a me importasse realmente un cazzo di qualcosa, prima di lei.
E' difficile ricordare questi supposti giorni, "Ero troppo ubriaco per ricordare."
"Sai che non è vero, hai smesso di bere dopo-"
"Non sono venuto qui per fare una passeggiate nel viale dei ricordi con te. Ti farai indietro o no?" Lo interrompo.
"Certo, sì."
"Sono serio."
"Anch'io."
"Questo significa assolutamente zero contatti con lei. Zero." Gli ricordo di nuovo.
"Lei si chiederà il perché. Prima le ho mandato un messaggio." Mi informa. Decido di ignorare l'informazione.
"Dille che non vuoi più essere suo amico."
"Non voglio ferire i suoi sentimenti." Dice.
"Non me ne fotte un cazzo di ferire i suoi sentimenti, devi chiarire che non ci proverai mai più con lei." La momentanea calma che avevo sentito è sparita, il mio temperamento sta risalendo. La possibilità che i sentimenti di Tessa sarebbero feriti dal fatto che Zayn non vuole più essere suo amico mi fa diventare fottutamente pazzo.
Vado verso la porta, conoscendomi abbastanza bene da sapere che non posso farcela neanche per altri cinque minuti in questo appartamento stantio. Sono abbastanza dannatamente orgoglioso di me stesso per essere durato così tanto in una stanza con Zayn, dopo tutte le merdate che ha fatto per interferire con la mia relazione.
Poggio la mano sulla maglia arrugginita e lui dice, "Farò quello che devo fare per ora, ma comunque non cambierà il risultato di tutta questa situazione."
"Hai ragione. Non lo farà." Concordo, sapendo che lui intende l'esatto opposto di quello che ho in mente io.
Prima che possa dire un'altra parola, esco dall'appartamento e scendo le scale il più velocemente possibile.
...
Quando entro nel viale di mio padre, il sole sta tramontando e non sono ancora riuscito a parlare con Tessa. Il suo telefono va dritto alla segreteria. Ho anche chiamato Christian due volte, deve ancora richiamarmi. Tessa si incazzerà per il fatto che sono andato da Zayn, lei sente qualcosa per lui che io non capirò né tollererò mai.
Dopo oggi, spero di non dovermi più preoccupare anche di lui.
A meno che lei non si aggrappi a lui..
No. Mi blocco dal dubitare di lei. So che Steph mi stava solo raccontando cazzate, che sono penetrate nelle crepe di ogni insicurezza sulla mia dura facciata. Se Zayn si fosse davvero scopato Tessa, avrebbe usato questo pomeriggio come la perfetta occasione per rinfacciarmelo.
Entro in casa di mio padre senza bussare e cerco Karen e Liam al piano di sotto. Karen è in cucina, vicino al fornello con una frusta in mano. Si gira e mi accoglie con un sorriso caldo ma occhi turbati. Il familiare senso di colpa si sparge in me mentre ricordo il suo vaso rotto.
"Stai cercando Liam?" Mi chiede. Poggia la frusta su un piatto e si pulisce le mani sull'orlo del suo grembiule con fantasia di fragole.
"Non.. non lo so in realtà." Ammetto. Cosa ci faccio qui?
Quanto è patetica la mia vita in questo momento, se trovo conforto nel venire in questa casa, tra tutti i posti? So che è per i ricordi che qui ho con Tessa.
"E' di sopra, al telefono con Danielle." Qualcosa nel tono di Karen mi sorprende.
"Sta.." Non sono molto bravo ad interagire con le persone a parte Tessa, e faccio particolarmente schifo nell'avere a che fare con le emozioni degli altri, "Sta avendo una brutta giornata o qualcosa del genere?" Chiedo, sembrando un idiota.
"Penso di sì. Sta avendo un periodo difficile, credo, non mi ha parlato di niente, ma sembra dispiaciuto ultimamente."
"Già." Io non ho notato niente di diverso nel comportamento di mio fratello adottivo. Ma in realtà, sono stato troppo occupato a costringerlo a fare da babysitter a Richard per notarlo.
"Quand'è che se ne va per New York?"
"Tra tre settimane." Cerca di nascondere il dolore dietro la sua voce che arriva con le parole, ma fallisce miseramente.
"Oh." Mi sento sempre più a disagio con ogni minuto che passa. "Beh, io andrei.."
"Non vuoi restare per cena?" Mi chiede in aspettativa.
"Uh, no. Sono apposto."
Tra la chiacchierata con mio padre stamattina, il tempo passato con Zayn e ora questa merdata imbarazzante con Karen, sono in sovraccarico. Non posso correre il rischio che ci sia davvero qualcosa che non va con Liam. Non riuscirei ad averci a che fare se è tutto emotivo e roba del genere, non oggi. Devo già tornare a casa da un drogato in riabilitazione e un letto fottutamente vuoto.

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