Capitolo 269

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POV di Tessa.
"Tessa? Tessa, stai bene?" Urla Kimberly dall'altro lato della porta del bagno.
"Bene." Riesco a dire, la voce distrutta quanto mi sento dentro.
No, non distrutta. Non sono distrutta, sono sconfitta. Ciò che sento in questo momento è pure sconfitta. Ho passato mesi a combattere contro l'inevitabile, a spingere contro una corrente che era troppo forte per riuscire a trattenere da sola, e ora ne sono stata sommersa senza scialuppe di salvataggio in vista.
L'acqua è fredda adesso, lo è ormai da minuti.. forse anche un'ora. Non ho la più pallida idea di quanto tempo ho passato qui dentro, accovacciata sul pavimento, le ginocchia piegate contro il petto, a lasciare che l'acqua fredda scivoli su di me. Era quasi al limite del doloroso prima, ma il corpo ne è diventato immune qualche controllo di Kimberly fa.
"Devi uscire da quella doccia. Non pensare che non butterò giù la porta." Mi avverte. Non dubito neanche per un secondo che lo farebbe.
Alzo un braccio e spengo la doccia, ma non accenno a alzarmi dal pavimento.
"Sto uscendo." Rispondo.
Quando mi alzo, ho le gambe traballanti e i capelli quasi asciutti. Prendo i jeans dalla borsa e li infilo meccanicamente, una gamba poi l'altra, alza le braccia sulla testa, tira già la maglia. Mi sento come un robot e quando strofino una mano sullo specchio, vedo che ne ho anche l'aspetto.
Quante altre volte lo farà? Chiedo al mio riflesso.
No, quante altre volte glielo lascerò fare? È questa la vera domanda.
"Non più." Dico ad alta voce all'estranea che sta ricambiano il mio sguardo.

POV di Harry.
"Dannazione, Styles! Guardati, sei un fottuto mammut!" James si alza dal divano e viene verso di me. È vero, in confronto a lui e Mark, sono un fottuto mammut.
"Quanto sei alto? Un fottuto metro e ottantacinque?" Mi chiede James. Gli occhi lucidi e rossi. E' a malapena l'una del pomeriggio.
"Uno e ottantatré." Lo correggo e lui mi saluto nello stesso modo di Mark, mettendomi amichevolmente una mano sulla spalla.
"E' fottutamente stupendo, dobbiamo spargere la voce che sei tornato. Sono ancora tutti qui, amico." James sfrega una mano contro l'altra come se stesse escogitando qualcosa di grosso e non voglio neanche sapere cosa potrebbe essere.
Tessa avrà trovato la borsa fuori la porta? Cosa avrà pensato?
Ha pianto? O ha ormai superato quella fase? Di sicuro non voglio la risposta a questa domanda. Non voglio immaginare il suo viso quando avrà aperto quella porta, non voglio neanche pensare a come si sarà sentita quando ha visto che c'era un solo biglietto aereo nella tasca anteriore della valigia. Vi ho tolto tutti i miei vestiti da dentro e li ho messi sui sedili anteriori della mia auto a noleggio.
La conosco abbastanza da sapere che si aspetterà un addio da parte mia. Mi cercherà prima di arrendersi, ma dopo un ultimo sforzo, lo farà. Non avrà scelta, perché non riuscirà mai a trovarmi prima del volo e da domani, sarà dall'altra parte del mondo.
"Amico!" La voce di Mark è alta e mi sta sventolando una mano di fronte al viso. "Ti sei fottutamente incantato?" Mi chiede.
"Colpa mia." Faccio spallucce.
Se Tessa si perdesse per Londra, non so cosa farei.
Mark e James iniziano a parlare di chi inviteranno alla festa, nominano un botto di nomi familiari e qualcuno che non ho mai sentito. Stanno già facendo le telefonate per una festa pomeridiana, abbaiando orari e ordinando alcolici.
Inizio a guardarmi intorno nell'appartamento per la prima volta da quando ho attraversato quella porta. È un fottuto casino. Ha lo stesso aspetto che aveva la casa della confraternita ogni sabato e domenica mattina. Il nostro appartamento non ha mai avuto questo aspetto, almeno quando c'era Tessa. I banconi non erano mai ricoperti di vecchie scatole di pizza e sui tavoli non c'erano bottiglie di birra e bonghi. Sto tornando indietro e lo so fottutamente bene.
A proposito di bonghi, non ho neanche bisogno di guardare Mark e James per sapere cosa stanno facendo. Riesco a sentire il rumore gorgogliante dell'acqua e il definito odore di erba riempie la stanza.
Come il masochista quale sono, prendo il telefono dalla tasca e lo riaccendo. La foto che ho messo come sfondo è la mia nuova foto preferita di lei, almeno per ora, cambia ogni dannata settimana, ma questa è la fottuta perfezione. Ha i capelli sciolti, appoggiati alle spalle e la luce splende su di lei, facendola quasi brillare. C'è un sorriso che le occupa tutto il volto e ha gli occhi chiusi, il naso arricciato nel modo più fottutamente adorabile.
Stava ridendo di me, anzi, mi stava sgridando per averle dato una pacca sul culo davanti a Kimberly e io scattai la foto appena scoppiò a ridere quando mi abbassai per sussurrarle all'orecchio le altre cose molto più sporche che avrei potuto fare davanti alla sua amica.
"Dammi un po' di quello che ti sei fatto!" James mi strappa il telefono di mano, ma lo riprendo prima che possa vedere la foto.
"Suscettibile." Mi prende in giro mentre cambio le impostazioni. Non c'è alcun bisogno di stuzzicare questi stronzi.
"Ho invitato Janine." Dice Mark, ridendo con James.
"Non capisco perché ridiate. È tua sorella." Indico Mark, "E te la sei scopato anche tu." Indico James. La sorella di Mark è conosciuta per essersi scopata tutti gli amici di suo fratello minore.
"Fanculo, amico!" James fa un altro tiro dal bongo e me lo passa.
Tessa mi ammazzerebbe, cazzo. Sarebbe così delusa, non approva che beva, figuriamoci se fumo erba.
"Fatti un tiro o passa." Urge Mark.
"Se viene Janine, ne avrai bisogno. È ancora fottutamente figa." Mi dice James, guadagnandosi un'occhiata da James e una risata da me.
Le ore passano così, a fumare, parlare, bere, parlare, fumare, e prima che me ne accorga, l'appartamento è pieno di persone, inclusa Janine.

^7:!:'snah&2!:!/890'slql@2!:'].*\!\+%|>]FazzoletticanecapraghuaiaassorbenetecucnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora