POV di Harry.
Cosa? Cosa sta succedendo? Per una delle poche volte nella mia vita, mi trovo senza parole. Mia mamma sposta le mani dai capelli di Vance lungo la sua mascella, spingendo la bocca più forte contro la sua.
Devo aver prodotto un suono, forse un respiro ansante, cazzo, non lo so, comunque mia mamma apre gli occhi di scatto e spinge immediatamente Vance dalle spalle. Lui gira velocemente la testa verso di me, spalanca gli occhi e si allontana dal bancone. Come hanno fatto a non sentirmi scendere la scale? Perché lui è qui, in questa cucina?
Sul serio, che cazzo sta succedendo?
"Harry!" Dice mia mamma, la voce alta per il panico, mentre salta giù dal bancone della cucina.
"Harry, posso-" Alzo una mano per zittirli mentre la mia bocca e il mio cervello lavorano insieme, cercando di dare un senso alla scena incasinata davanti a me.
"Come-" Inizio, le parole confuse che mi volano nella testa non si connettono, "Come?" Ripeto, i miei piedi iniziano a muoversi all'indietro. Voglio allontanarmi da loro il più velocemente possibile, ma allo stesso tempo ho bisogno di una spiegazione.
Muovo lo sguardo tra di loro, cercando di riconoscere le persone che pensavo di conoscere, ma non riesco a vedere alcuna somiglianza. Non ha senso.
I miei talloni colpiscono il primo gradino delle scale e mia mamma fa un passo avanti. "Non è-" Inizia.
Sono sollevato nel sentire il familiare bruciore di rabbia iniziare a scheggiare lo shock, avanza impetuoso verso di me, spingendo via ogni vulnerabilità che poteva essere presente qualche secondo prima. La rabbia posso gestirla, l'accolgo, lo shock e il silenzio attonito, non particolarmente.
"Che cazzo di problemi hai?" La interrompo, ignorando le lacrime egoistiche che le brillano negli occhi, "Tu ti sposi domani!" Alzo la voce drasticamente.
"E tu," Gorgoglio verso Christian, "sei fottutamente fidanzato ed eccoti qui sul punto di scoparti mia mamma sul dannato bancone di una cucina!" Abbasso la mano in un duro gesto contro la fragile isola. Il rumore del legno che si scheggia sotto di me mi anima, mi porta a volerne di più.
"Harry!" Urla mia mamma.
"Cazzo, non urlarmi contro!" Quasi grido. Sento dei passi affrettati sopra di me, un segnale che le nostre voci hanno svegliato Tessa e so che mi sta cercando.
"Non parlare così a tua madre." La voce di Christian non è alta, ma chiaramente minacciosa.
"Tu non hai il diritto di dirmi cosa cazzo fare! Non sei nessuno, chi cazzo sei?" Affondo le unghie nei palmi delle mani, mentre la mia rabbia cresce, accumulandosi in una grande massa pronta ad esplodere.
"Io-" Inizia, mia mamma gli mette una mano sulla spalla e lo tira indietro.
"Christian, no." Lo supplica.
"Harry?" La voce di Tessa mi chiama dalle scale ed entra in cucina solo qualche secondo dopo. Si guarda intorno, prima verso l'ospite inaspettato, poi ferma i suoi occhi su di me mentre resta in piedi a fianco a me. "Va tutto bene?" Quasi sussurra, avvolgendo la sua piccola mano intorno al mio braccio.
"Va tutto benissimo! Perfettamente, anzi!" Tiro via il braccio dalla sua presa e lo agito davanti a me, "Anche se potresti voler avvertire la tua amica Kimberly che ho beccato il suo amato fidanzato con mia mamma."
Gli occhi di Tessa quasi cadono sul pavimento a causa della confessione, ma resta zitta. Vorrei fosse rimasta di sopra, ma so che se fossi stato in lei, neanch'io l'avrei fatto.
"Dov'è la tua bellissima Kimberly? In un hotel nelle vicinanze con tuo figlio?" Gli chiedo, il sarcasmo evidente tra le mie parole. Non mi piace Kimberly, è fottutamente ficcanaso e insopportabile, ma lei ama Vance ed ero fortemente convinto che anche lui l'amasse. Chiaramente, mi sbagliavo. Non gliene fotte un cazzo di lei o del loro imminente matrimonio, altrimenti, non starebbe succedendo quello che sta succedendo.
"Harry, abbiamo tutti bisogno di calmarci." Mia mamma cerca di mediare la situazione. Ha lasciato cadere la mano dalla spalla di lui.
"Calmarci?" Sbuffo una risata. È incredibile. "Ti sposi domani e ti trovo qui, nel mezzo della notte, stesa sul bancone della cucina come una troia." Nel momento in cui emetto le parole, Christian mi sta addosso. Il suo corpo entra in collisione col mio e la mia testa sbatte contro il pavimento della cucina appena mi butta a terra.
"Christian!" Sento mia mamma urlare. Lui usa il peso del suo corpo per tenermi fermo, ma riesco a tirare le mani dalla sua presa. Nel momento in cui il suo pugno si connette col mio naso, l'adrenalina mi inonda il corpo, impossessandosi di me, e tutto ciò che vedo è rosso.
POV di Tessa.
Sto sognando? Per favore, fa che sia un incubo, di sicuro non può essere reale.
Christian è su Harry, il suo pugno si connette con il naso di Harry, emettendo il più orrendo dei suoni. Il suono mi fa bruciare le orecchie e precipitare il cuore. Harry alza le mani tra di loro, mandando un colpo di uguale forza verso la sua mascella, facendo scivolare la presa di Christian su di lui.
Nel giro di qualche secondo, Harry rotola da sotto di lui e gli da uno spintone sulle spalle, spingendolo sul pavimento. Non riesco a tenere il conto di quanti pugni si scambiano e non riesco a capire chi ha il sopravvento.
"Fermali!" Urlo ad Anne. Ogni parte di me vuole mettersi tra i due, sapendo che se Harry mi vede, si fermerà immediatamente, ma c'è comunque quel minimo di paura che potrebbe essere troppo arrabbiato, troppo fuori controllo, e accidentalmente fare qualcosa che lo farebbe impazzire dal senso di colpa.
"Harry!" Anne afferra una spalla nuda di Harry nel tentativo di tirarlo via dalla violenza, ma passa inosservata da entrambi.
In aggiunta al caos, la porta sul retro viene aperta con forza, rivelando un Robin nel panico. Oddio.
"Anne? Cosa-" Sbatte gli occhi sotto gli occhiali doppi mentre registra quello che sta succedendo. Meno di un secondo dopo, si unisce alla zuffa, mettendosi dietro Harry e afferrandolo da entrambe le braccia. Il grosso uomo lo alza senza sforzo e lo spinge verso il muro. Christian si arrampica sui piedi e Anne lo tira vero la parete opposta. Harry sta tremando, fumando dalla rabbia, respirando così pesantemente che ho paura che i suoi polmoni possano collassare per l'esaurimento. Mi affretto verso di lui, non sapendo cosa fare ma sentendo il bisogno di essergli vicina.
"Che diavolo sta succedendo?" La voce di Robin richiede attenzione, la pretende.
Sta tutto accadendo così velocemente, il terrore negli occhi marroni di Anne, il volto livido di rabbia di Christian, la scia di sangue rossa e consistente che scorre sul viso di Harry dal naso sin dentro la bocca, è tutto troppo.
"Chiedilo a loro!" Urla Harry, piccole gocce di rosso schizzano sul suo petto. Indica un'Anne spaventata e un Christian arrabbiato.
"Harry." Dico gentilmente. "Andiamo di sopra." Cerco di prendergli la mano, cercando di tenere a bada le mie emozioni. Sto tremando e sento le lacrime calde sulle guance, ma qui non si tratta di me.
"No!" Sobbalza via da me. "Diteglielo! Ditegli cosa cazzo stavate facendo!" Harry cerca di lanciarsi di nuovo verso Christian, ma Robin si mette velocemente tra loro. Chiudo gli occhi per un momento, pregando che Harry non assalirà anche lui.
Sono di nuovo nella mia vecchia stanza al college, Harry da un lato e Noah dall'altro, mentre Harry mi costringe a confessare la mia infedeltà al ragazzo con il quale ho passato metà della mia vita. L'espressione sul volto di Noah non era straziante neanche la metà di quella davanti a me.
"Harry, ti prego, non lo fare." Lo supplico. Quando guardo Robin, li vedo. Vedo la realizzazione , la confusione, il dolore.
"Harry." Ripeto, pregandolo di non imbarazzare quest'uomo. Anne deve dirglielo a modo suo, non davanti ad un pubblico. Non è giusto.
"Fanculo! Fanculo tutti!" Urla Harry, abbassa un pugno sul bancone, spezzando in due la superfice.
"Sono sicuro che a Robin non dispiacerà se voi due domani ne approfittate." Harry abbassa la voce, ogni parola deliberatamente misurata e crudele. "Sono sicuro che ve lo permetterà, visto l'enorme somma di denaro che probabilmente ha speso per questo scherzo di matrimonio." Fa una mezza risata. Sento un profondo brivido sulla schiena e fisso il pavimento. Non c'è modo di fermarlo quando fa così, non ci prova nessuno. Restano tutti zitti mentre Harry continua.
"Che bella coppia che formate. L'ex moglie di un ubriacone fidanzata e il suo leale migliore amico." Sbuffa una risata. "Mi dispiace, Robin, ma sei in ritardo di circa cinque minuti per lo spettacolo. Ti sei perso la parte in cui la tua sposa infilava la lingua nella sua gola." Christian cerca di puntare di nuovo Harry, ma Anne si precipita davanti a lui. Gli occhi di Harry sono su Christian e quelli di Christian su Harry.
Sto vedendo un lato completamente nuovo di Christian. Non è scherzoso o spiritoso, emana rabbia in grosse onde furiose. Il Christian che stringe Kimberly dalla vita e le sussurra quanto è bella è al momento introvabile.
"Irrispettoso-" Dice Christian a denti stretti.
"Io sono irrispettoso? Sei tu quello che non fa altro che parlarmi di matrimonio, e poi hai una tresca con mia mamma!"
Non riesco a capacitarmene. Christian e Anne? Anne e Christian? Non ha senso. So che sono amici da molti anni e Harry mi ha detto che Christian li ha accolti in casa sua, si è preso cura di loro, dopo che Ken se ne andò, ma una tresca?
Non avevo mai pensato ad Anne come quel tipo di persona e Christian sembra essere innamorato di Kimberly. Mi fa male il cuore per lei, lo ama così tanto. È nel bel mezzo dell'organizzazione del matrimonio dei suoi sogni con l'uomo dei suoi sogni, e ora sembra che non lo conosca affatto. Ne sarà devastata. Ha costruito una vita con lui e suo figlio. Non importa cosa dovrò fare, non permetterò ad Harry di dirglielo. Non gli permetterò di umiliarla e deriderla come ha appena fatto con Robin.
"Non è così!" Il temperamento di Christian è forte proprio come quello di Harry. I suoi occhi verdi brillano, brucianti di rabbia, e so che non vuole altro se non avvolgere le mani intorno al collo di Harry.
Robin è in silenzio, i suoi occhi focalizzati sulla sua fidanzata e le sue guance rigate.
"Mi dispiace tantissimo, non doveva succedere. Non so-" La voce di Anne si spezza in un singhiozzo straziante, distolgo lo sguardo.
Robin scuote la testa, negando le sue scuse, e resta in silenzio mentre attraversa a grandi passi la piccola cucina e sbatte la porta sul retro alle sue spalle. Anne cade a terra, in ginocchio, le mani a coprirle il volto per soffocare il pianto.
Christian abbassa le spalle, la sua rabbia ridotta a preoccupazione mentre si inginocchia a fianco a lei, attirandola tra le sue braccia. A fianco a me, il respiro di Harry aumenta di nuovo, i pugni stretti lungo i fianchi, quindi mi metto davanti a lui, portando le mani sulle sue guance. Mi si rivolta lo stomaco alla vista del sangue, la scia adesso gli ha coperto anche il mento. Ha le labbra macchiate di rosso, c'è un sacco di sangue.
"No." Mi avverte, spingendo le mie mani via dal suo corpo. Sta fissando oltre me, verso sua madre avvolte tra le braccia di Christian Vance. Loro sembrano aver dimenticato che ci siamo anche noi, o semplicemente non gli importa. Sono così confusa.
"Harry, per favore." Piango e porto le mie mani tremanti ancora una volta sul suo viso.
Finalmente mi guarda e vedo il senso di colpa crescere dietro i suoi occhi. "Per favore, andiamo sopra." Lo supplico. Lui resta focalizzato sul mio viso, e mi costringo a non distogliere lo sguardo dai suoi occhi mentre la sua rabbia decresce.
"Portami via da loro." Balbetta. "Portami fuori di qui."
Abbasso le mani e ne avvolgo una intorno al suo braccio, guidandolo gentilmente fuori dalla cucina. Quando raggiungiamo le scale, Harry si blocca, "No, voglio andarmene da questa casa." Dice.
"Okay." Concordo velocemente. Anch'io voglio andarmene da questa casa. "Prendo le nostre borse, tu vai a prendere la macchina." Suggerisco.
"No, se vado di là-" Non c'è bisogno che finisca la frase, so esattamente cosa succederebbe se lo lasciassi da solo con sua madre e Vance.
"Vieni sopra, non ci vorrà molto." Gli prometto. Sto cercando di fare del mio meglio per restare calma, per essere forte per lui, per adesso funziona.
Mi lascia andare avanti e mi segue lungo le scale e lungo il corridoio, verso la piccola stanza. Infilo velocemente le nostre cose nelle borse, senza sprecare tempo a sistemarle. Salto e soffoco un urlo quando il comò viene sbattuto a terra, il pesante pezzo di arredamento atterra con un forte rumore sordo contro il pavimento. Harry si inginocchia e tira via il primo cassetto vuoto. Lo lancia di lato prima di prendere il prossimo. Distruggerà tutto ciò che c'è in questa camera se non lo tiro fuori.
Proprio appena lancia l'ultimo cassetto contro il muro, avvolgo le braccia intorno al suo corpo. "Vieni in bagno con me." Lo guido lungo il corridoio e chiudo la porta dietro di noi. Prendendo un asciugamano dall'attaccapanni, accendo il lavandino e dico ad Harry di sedersi sulla tazza. Il suo silenzio mette i brividi, ma non voglio insistere.
Non parla né batte ciglio quando porto l'asciugamano caldo sulla sua guancia, muovendolo sul sangue accumulato e secco sotto il suo naso, sul suo labbro e lungo il suo mento.
"Non è rotto." Noto a bassa voce, dopo aver esaminato velocemente il naso. Il labbro inferiore è già gonfio e livido, ma non sanguina più. Ho la mente ancora a mille, immagini arrabbiate dei due uomini che si assaltano.
Lui non risponde.
Quando ho tolto la maggior parte del sangue, risciacquo l'asciugamano e lo lascio nel lavello. "Vado a prendere le borse, resta qui." Dico, sperando che mi dia ascolto.
Mi affretto nella stanza per raccogliere entrambe le borse e chiudere la valigia. Harry non indossa una maglietta né delle scarpe, solo dei bermuda, mentre io ho addosso solo la sua t-shirt. Non avevo tempo di pensare a vestirmi né sentirmi imbarazzata quando ho sentito le urla dal piano inferiore della casa. Non so cosa mi aspettassi, ma trovare Christian e Anne non era una delle opzioni che mi erano passate per la testa mentre scendevo le scale due alla volta per arrivare alla voce urlante di Harry.
Lui resta con un'aria sconfortata mentre gli infilo una maglietta dalla testa e dei calzini ai piedi. Io indosso una felpa e dei jeans, non interessandomi minimamente del mio aspetto. Mi sciacquo di nuovo le mani, cercando di sfregar via il sangue da sotto le unghie.
Il silenzio si espande tra noi mentre raggiungiamo le scale e Harry prende entrambe le borse da me. Emette un sibilo quando si alza la cinghia della mia borsa sulla spalle e io rabbrividisco immaginando il livido nascosto dalla maglietta.
Sento i singhiozzi di Anne e la voce bassa di Christian che la conforta mentre usciamo dalla casa. Quando raggiungiamo l'auto in affitto, Harry si gira per guardare di nuovo la casa, e vedo un brivido scuotergli le spalle.
"Posso guidare io." Prendo le chiavi, ma lui le riafferra velocemente.
"No, guido io." Dice alla fine. Non protesto.
Voglio chiedergli dove stiamo andando, ma scelgo di non fargli domande ora come ora, si sta a malapena controllando e ho bisogno di andarci piano. Metto la mano sulla sua e mi sento sollevata quando non scatta via al mio tocco.
I minuti sembrano ore mente guidiamo attraverso il paese, in silenzio, con ogni chilometro si aggiunge un altro strato di tensione. Fisso fuori dal finestrino e riconosco la strada familiare di questo pomeriggio mentre superiamo l'atelier di Susan. L'immagine di Anne che si asciuga le lacrime guardandosi nello specchio con addosso il vestito da sposa porta anche a me le lacrime agli occhi. Come ha potuto farlo? Dovrebbe sposarsi domani, perché l'ha fatto?
"E' tutto così incasinato." La voce di Harry mi riporta bruscamente al presente.
"Non lo capisco." Dico, stringendo gentilmente la sua mano sotto la mia.
"Tutto e tutti nella mia vita sono così incasinati." Dice, il suo viso privo di emozioni.
"Lo so." Concordo con lui, anche se non potrei essere meno d'accordo, adesso non è il momento giusto per correggerlo.
Harry rallenta l'auto entrando nel parcheggio di un piccolo motel, "staremo qui stanotte e ce ne andremo domani mattina." Fissa fuori dal parabrezza. "Non so cosa dire riguardo il tuo lavoro e dove vivrai." Dice, ed esce dalla macchina.
Ero troppo occupata a preoccuparmi per Harry e la scena di violenza in cucina che avevo momentaneamente dimenticato che l'uomo che si rotolava sul pavimento con Harry non è solo il mio capo, ma che io vivo in casa sua.
"Vieni?" Mi chiede Harry, interrompendo i miei pensieri.
Invece di rispondere, esco dall'auto e lo seguo verso l'ingresso in silenzio.
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