POV di Harry.
"Non so perché sono qui, ma non so dove altro andare." Poggio la testa sulle mani e mio padre si siede sul bordo della sua scrivania in mogano.
"Sono contento che sei venuto da me." Dice a bassa voce, valutando la mia reazione.
"Non direi esattamente che sono venuto da te." Gli ricordo. In realtà sì, sono venuto da lui, ma non voglio che pensi che è una grande rivelazione o una merdata del genere.
Lo guardo deglutire e annuire lentamente, i suoi occhi guardano ovunque tranne che me.
"Non devi essere nervoso, non ho intenzione di dare di matto o rompere qualcosa. Non ne ho la forza." Sospiro, quando non risponde.
"Vuoi dirmi cosa è successo?"
"No." Sospiro.
"Okay."
"Non voglio, ma devo, immagino."
Sembra perplesso per un momento e i suoi occhi marroni si spalancano, assorbendo la mia presenza, guardandomi attentamente, in attesa della trappola, ne sono certo.
"Credimi, se avessi qualcun altro da cui andare, non sarei qui, ma Liam è uno stronzo prevenuto e prende sempre le parti di Tessa." Mi lamento, sapendo che non è vero neanche per metà, ma non voglio i consigli di Liam al momento. Ma soprattutto, non voglio ammettere con lui che razza di stronzo sono stato e le merdate che ho detto a Tessa negli ultimi giorni. La sua opinione non conta per me, ma per qualche ragione, conta più di quella di chiunque altro, a parte Tess, ovviamente.
"Lo so, figliolo."
"Bene." Non so da dove iniziare e sinceramente, continuo a non sapere cosa mi ha portato a venire qui. Avevo tutte le intenzione di andare ad un bar a bere, ma in qualche modo, sono finito per fermarmi nel viale di mio padre, no, mio papà. Il modo in cui Tessa dice solo 'madre' e 'padre' invece di 'mamma' e 'papà' mi faceva impazzire, ma adesso è diventata quasi un'abitudine anche per me. Lui è fortunato che mi riferisca a lui come padre e non come Ken o stronzo, cosa che ho fatto per la maggior parte della mia vita.
"Beh, come avrai immaginato, alla fine Tessa mi ha lasciato." Ammetto e alzo lo sguardo su mio padre. Fa del suo meglio per tenere un'espressione neutrale mentre aspetta che continui, "E io non l'ho fermata."
"Sei sicuro che non tornerà?" Mi chiede.
"Sì, sono sicuro, mi ha dato molteplici opportunità per fermarla, e non ha provato a chiamarmi o a mandarmi un messaggio da" Guardo l'orologio sul muro, "quasi ventotto ore e non ho la più pallida idea di dove sia." Mi aspettavo di vedere la sua auto nel viale quando sono arrivato, ma non c'era. Dove altro potrebbe essere? Spero non sia andata fino a casa di sua mamma.
"Ma vi è già successo in passato, voi due sembrate sempre trovare un modo.."
"Mi stai ascoltando? Ti ho detto che non tornerà." Dico stizzito, interrompendolo.
"Ti sto ascoltando, sono solo curioso di cosa rende questa volta diversa." Quando lo guardo, mi sta fissando impassibile e resisto il bisogno di alzarmi e uscire dal suo ufficio esageratamente decorato.
"Lo è e basta. Non so come faccio a saperlo e tu probabilmente pensi che sono un cretino per essere venuto qui, ma sono stanco, papà, sono così fottutamente stanco di essere così e non so cosa farci." Cazzo, sembro così disperato e fottutamente patetico. "Incolpo te, davvero, incolpo te perché se ci fossi stato per me, magari avresti potuto mostrarmi come.. non lo so, come non trattare di merda la gente. Se avessi avuto un uomo in casa mentre crescevo, magari non sarei una persona così di merda. Se non trovo una sorta di soluzione tra noi, finirò proprio come te. Beh, il te che eri prima di diventare così." Indico il suo gilet e i suoi pantaloni perfettamente stirati. "Se non trovo un modo di smetterla di odiarti, non sarò mai in grado di.." Non voglio finire la frase davanti a lui. Quello che voglio dire è che se non la smetto di odiarlo, non sarò mai in grado di mostrare a Tessa quanto la amo né riuscirò a trattarla come dovrei, come lei merita.
"Hai ragione." Mi sorprende concordando.
"Davvero?"
"Sì. Se avessi avuto un padre che ti avesse guidato e mostrato come essere uomo, saresti meglio attrezzato per gestire queste cose e la vita in generale. Ho incolpato me stesso per il tuo.." Lo guardo sforzarsi di cercare le parole, "comportamento, se sei così è colpa mia. Deriva tutto da me e dai miei errori. Porterò il peso dei miei peccati per tutta la mia vita e per quei peccati, mi dispiace tantissimo." La sua voce si spezza alla fine e mi sento incredibilmente nauseato.
"Cosa posso farci adesso? Deve esserci qualcosa." Mi pizzico la pelle rotta intorno alle unghie. Sorprendentemente non ho le nocche gonfie. Non ho ancora sfogato la mia frustrazione su un muro.
"Penso che dovresti parlare con qualcuno." Suggerisce.
Sì, niente stronzate, cazzo, tu dici?!
"E cosa stiamo facendo adesso? Stiamo parlando." Sventolo la mano nello spazio tra noi.
"Intendo un professionista, hai molta rabbia repressa dalla tua infanzia e a meno che non trovi un modo per lasciarla andare, o almeno affrontarla in modo sano, ho paura che non farai nessun progresso."
"Quindi venire qui è stato uno spreco di tempo? Non c'è niente che puoi fare?" Sapevo che non sarei dovuto venire. Potrei essere al secondo whisky e coca adesso.
"Non è stato uno spreco di tempo, è un passo molto buono per essere una persona migliore." Crea un contatto visivo con me di nuovo e posso letteralmente sentire il sapore del whisky che dovrei star bevendo in questo momento, invece di avere questa conversazione. "Tessa sarà così fiera di te." Aggiunge.
Fiera? Perché diavolo qualcuno dovrebbe essere fiero di me? Scioccata che sono qui, forse, ma fiera.. no.
"Mi ha chiamato alcolizzato." Confesso senza pensare.
"Ha ragione?" Mi chiede, preoccupazione chiara sul suo viso.
"Non lo so. Non penso di esserlo, ma non lo so."
"Se non sai se sei alcolizzato, potresti voler trovare una risposta prima che sia troppo tardi."
"Tu perché hai iniziato a bere?" Ho sempre voluto sapere la risposta a questa domanda, ma non sono mai stato abbastanza tempo con lui per chiederglielo.
Sospira e alza una mano per passarla sui suoi capelli corti. "Beh, io e tua mamma non eravamo nella migliore delle posizioni al tempo e la spirale è iniziata quando una sera me ne andai e mi ubriacai. Con ubriacarmi intendo che non riuscivo neanche a camminare per tornare a casa e scoprii che mi piaceva sentirmi in quel modo, immobile o meno, non mi sentivo il dolore che provavo e dopo quella volta, divenne un'abitudine. Passavo più tempo in quel dannato bar dall'altra parte della strada che con te e lei. Arrivai al punto che non riuscivo a ragionare senza l'alcol, ma non riuscivo a ragionare neanche con, era una battaglia persa."
"Cosa c'era di così doloroso da cui volevi scappare?" Non ricordo niente di quello che succedeva prima che mio padre diventasse un alcolizzato, avevo sempre pensato che fosse così sin da quando ero nato.
"Questo non è importante, quello che conta è che alla fine un giorno mi sono svegliato e sono diventato sobrio."
"E ci hai lasciato." Gli ricordo.
"Stavate entrambi meglio senza di me, non ero nella posizione per essere un padre o un marito. Tua madre ha fatto un lavoro eccellente nel crescerti, vorrei non avesse dovuto farlo da sola, ma io non andavo bene per nessuno di voi due."
La rabbia mi invade e si accende dentro di me, premo le dita sui braccioli della sedia nel tentativo di controllarla. "Ma puoi essere un marito per Karen e un padre per Liam."
Ecco, l'ho detto. Ho così tanto fottuto risentimento verso quest'uomo che è stato uno stronzo alcolizzato per tutta la mia vita, ma si risposa e si prende un nuovo figlio e una nuova moglie. Per non parlare del fatto che adesso è ricco e noi non avevamo un cazzo durante la mia crescita. Karen e Liam hanno tutto quello che invece avremmo dovuto avere io e mia mamma.
"So che è quello che sembra, Harry, ma non è vero. Ho incontrato Karen due anni dopo che avevo smesso di bere. Liam aveva già sedici anni e non provavo ad essere una figura paterna per lui, neanche lui è cresciuto con un uomo in casa, quindi ha fatto presto ad accogliermi. Non era mia intenzione avere una nuova famiglia e rimpiazzarti, non potrei mai rimpiazzarti. Tu non hai mai voluto avere niente a che fare con me e non ti biasimo, ma, figliolo, ho passato la maggior parte della mia vita a vivere al buio, un accecante buio desolato, e Karen è stata la mia luce, come Tessa lo è per te." Il mio cuore quasi si ferma al nome di Tessa, ero così perso nel rivivere la mia infanzia di merda che quasi ero riuscito a smettere di pensarla per un momento. "Non potevo fare a meno di essere felice e grato che fosse arrivata nella mia vita, Liam incluso. Darei qualsiasi cosa per avere una relazione con te come ce l'ho con lui, magari un giorno potrà succedere." Ha il fiatone dopo la sua lunga confessione e io sono senza parole. Non ho mai avuto questo tipo di conversazione con lui, con nessuno nella mia vita, a parte Tessa, lei sembra sempre essere l'eccezione.
Non so cosa dirgli, non lo perdono per avermi fottuto la vita e aver scelto l'alcol a me e mia mamma, ma penso davvero quello che ho detto sul perdonarlo. Se non lo faccio, non sarò mai in grado di essere normale. Non so neanche se sarò mai 'normale', ma voglio poter passare una settimana senza rompere cose, o persone.
L'umiliazione sul volto di Tessa quando le ho detto di lasciare l'appartamento è chiara nella mia mente, ma invece di combatterla come faccio sempre, l'accolgo. Devo ricordare cosa le ho fatto, basta nascondersi.
"Non hai detto niente." Mio padre interrompe i miei pensieri, facendo svanire il volto di Tessa e io cerco di aggrapparmi all'immagine mentre scivola via. L'unico conforto che ho è che so che tornerà a tormentarmi presto.
"Non so davvero che diavolo dire, è molto per me. Non so cosa pensare." Ammetto. L'onestà nelle mie parole mi terrorizza e aspetto che lui renda tutto imbarazzante, ma non lo fa. Si limita ad annuire in accordo e si alza.
"Karen sta preparando la cena, se vuoi restare."
"No, passo." Mi lamento, voglio andare a casa. L'unico problema con la casa è che Tessa non c'è. Ma è dannatamente colpa mia. Finalmente lo sto iniziando a capire, ora che è troppo tardi, ovviamente.
Vado dritto all'appartamento da casa di mio padre. Avevo incontrato Liam nel corridoio mentre me ne andavo, ma l'ho ignorato e sono uscito prima che potesse costringermi ad ascoltare i suoi consigli ingiustificati. Però vorrei avergli chiesto dov'è Tessa, voglio saperlo disperatamente, ma mi conosco e so che andrei ovunque si trova e la trascinerei fuori. Ascoltare il perché mio padre è stato un padre tanto di merda è stato un passo nella direzione giusta, ma non smetterò miracolosamente di essere un bastardo manipolatore tutto a un tratto, e se Tessa è in un posto in cui non voglio sia, tipo con Zayn per esempio..
E' con Zayn? Porca puttana, uscirebbe mai con lui? Non penso, ma non è che le abbia dato l'opportunità di avere molti amici e se non è con Liam..
No, non è con Zayn.
No.
Continuo ad auto convincermi mentre sono nell'ascensore del mio palazzo. Una parte di me spera che chiunque sia stato lo stronzo ad entrare nel nostro appartamento, adesso sia tornato, potrebbe davvero essermi utile per sfogare un po' della mia paranoia e rabbia crescente.
Mi percorre un brivido al pensiero di un intruso mentre Tessa era a casa. E se fosse stata a casa da sola? Il viso arrossato e rigato di lacrime della Tessa dei miei incubi mi balena davanti e mi irrigidisco al pensiero. Se qualcuno provasse a farle del male fisico, sarebbe l'ultima fottuta cosa che farebbe nella sua vita, questo è dannatamente certo.
Sono proprio un fottuto ipocrita! Minaccio di uccidere qualcuno se la ferisse, ma questo è tutto ciò che sembro essere capace di fare io. Per tenermi occupato mi metto a curiosare tra la collezione di libri di Tessa. Ne ha lasciati troppi e so che l'ha uccisa farlo, ma non voleva fare due viaggi per prenderli. Non la biasimo.
Un diario di pelle nascosto tra due copie di Emma coglie il mio sguardo e faccio scorrere le dita lungo la fibbia. Che diavolo è? Sfoglio le pagine e scopro che la scrittura di Tessa ricopre ogni pagina. È una specie di diario che non sapevo tenesse?
'Introduzione alla religione' è scritto ordinatamente sulla prima pagina. Mi siedo sul letto con il diario tra le mani e inizio a leggere.
POV di Tessa.
"Figo che sei venuta, non ne ero sicuro!" Mi richiama Louis dall'altra parte della cucina, mentre viene verso di me.
"Non mi sarei persa la mia festa d'addio." Sorrido, tenendo un bicchiere rosso tra le mani tremanti.
"Mi sei mancata da queste parti, nessuno strozza più Molly da un sacco." Ride, alzando la testa per lasciare che l'alcol gli riempia la bocca, dritto dalla bottiglia. Lo ingoia, sbatte gli occhi e si schiarisce la gola, scuotendo la testa, e io rabbrividisco al pensiero di quanto debba bruciare. "Sarai sempre la mia eroina per quello." Scherza e mi offre la bottiglia. Scuoto la testa e alzo il bicchiere mezzo vuoto che ho in mano.
"Sono sicura che non ci vorrà molto prima che arrivi qualcuno a farlo di nuovo." Sorrido al pensiero.
"Uh-oh! Parli del diavolo.." Gli occhi di Louis sono concentrati dietro di me e non voglio girarmi.
"Perché!" Mi lamento a bassa voce, poggiando un gomito sul bancone e Louis mi offre scherzosamente di nuovo la bottiglia. Questa volta accetto l'offerta.
"Bevici su." Sorride e va via lasciandomi la bottiglia.
"Per quanto mi renda triste che tu ti trasferisca, sono felice che non dovrò più rivederti. Ma mi mancherà Harry, le cose che quel ragazzo può fare con la lingua.." La voce di Molly è dolce e leggera e io alzo gli occhi al cielo mentre cerco di pensare ad una risposta tagliente, ma fallisco.
La gelosia mi congela il sangue nelle vene e prendo in considerazione di strozzarla di nuovo, proprio qui, proprio ora.
"Va' via." Dico alla fine e lei ride. È davvero un rumore odioso.
"Oh, dai, Tessa, sono stata la tua prima nemica al college, questo conta qualcosa, giusto?" Mi fa l'occhiolino e mi da un colpetto con il fianco mentre mi passa a fianco.
È stata un'idea terribile, avrei dovuto sapere che non dovevo venire, soprattutto senza Harry. Steph è sparita e Louis è stato abbastanza carino da tenermi compagnia per un po', ma adesso ha trovato interesse in una ragazza che sembra essere immacolata da una parte, ma quando si gira, ha metà volto tatuato. Ahia. Mi inizio a chiedere se è realmente permanente mentre mi verso dell'alcol nel bicchiere. Ho deciso di continuare a riempire questo bicchiere per tutta la serata e bere molto lentamente, altrimenti la facciata che mi sono sforzata tanto di costruire, verrà demolita e finirò per essere l'irritante ragazza ubriaca che piange ogni volta che qualcuno la guarda.
Mi costringo a fare un giretto per la casa alla ricerca dei capelli rossi di Steph, ma è introvabile. Quando alla fine intravedo il volto familiare di Niall, anche lui ha trovato una compagnia femminile e non voglio interrompere. Mi sento stranamente fuori posto, non perché non mi adatti a queste persone, ma perché ho la sensazione che anche se questa festa è stata etichettata come la "mia festa d'addio", non penso che a qualcuno qui interessi davvero che io ed Harry andiamo via. Forse mostrerebbero più interesse se lui fosse venuto con me, è loro amico dopo tutto.
"Eccoti!" Sento finalmente la voce di Steph, dopo essere stata seduta da sola al bancone della cucina per quasi un'ora. Ho mangiato un'intera ciotola di pretzel e bevuto due drink. Ero indecisa se chiamare o no un taxi, ma ora che Steph è finalmente riapparsa, cercherò di restare un altro po'. Tristan, Molly e Dan sono dietro di lei e io faccio del mio meglio per mantenere un'espressione neutrale.
Mi manca Harry.
"Pensavo te ne fossi andata o qualcosa del genere!" Richiamo sulla musica, distraendomi dai pensieri di Harry e di quanto sembri sbagliato essere qui senza di lui. Mi sto combattendo per stare lontana dalla vecchia camera di Harry al piano di sopra, voglio andarci tantissimo, per nascondermi da questa scomoda massa di persone, per ricordare, non lo so, ma continuo a ritrovarmi gravitare verso le scale e questa cosa mi sta lentamente uccidendo.
"Ma cosa! Ti ho preso da bere." Sorride Steph e prende il bicchiere dalla mia mano. Lo rimpiazza con uno ugualmente rosso, riempito di un liquido rosa.
"Vodka alla ciliegia, duh!" Squittisce, vedendo la mia confusione e io mi costringo a ridere goffamente mentre porto il bicchiere alle labbra.
"Alla tua ultima festa con noi!" Acclama Steph e molteplici sconosciuti applaudono. Molly distoglie lo sguardo quando alzo la testa e permetto al sapore dolce della ciliegia di invadermi i sensi.
"Quando si dice il tempismo perfetto." Dice Molly a Steph e io mi giro velocemente. Non riesco a decidere se voglio che sia Harry o no, ma il mio dilemma viene messo a tacere quando Zayn entra in cucina vestito tutto di nero.
Apro lentamente la bocca e mi giro verso Steph, "Avevi detto che non ci sarebbe stato."
L'ultima cosa che voglio in questo momento è un altro promemoria del casino che ho fatto della mia vita. Ho detto addio a Zayn nel mio ufficio e non ero pronta a riaprire quella ferita.
"Scusa, è venuto e basta. Non lo sapevo." Fa spallucce e si appoggia a Tristan.
"Sei sicura che questa festa sia per me?" So che sembro ingrata, ma avere qui sia Molly che Zayn mi infastidisce molto. Se Harry fosse venuto, avrebbe dato i numeri alla vista di Zayn.
"Ovvio! Mi dispiace che ci sia anche lui. Gli dirò di starti lontano." Mi assicura e inizia ad andare verso di lui, ma le prendo il braccio.
"No, no. Non voglio essere cattiva. Non fa niente."
Zayn sta avendo una conversazione con una ragazza bionda mentre avanza nella cucina. Le sta sorridendo mentre lei ride, ma quando alza lo sguardo e nota la mia presenza, il suo sorriso svanisce. I suoi occhi guizzano verso Steph e Tristan, ma loro lo evitano e lasciano la stanza con Molly e Dan che li seguono. Ancora una volta, vengo lasciata da sola.
Guardo Zayn abbassarsi e dire qualcosa all'orecchio della ragazza bionda, lei sorride e va via.
"Ehi." Sorride goffamente e sposta il peso da un piede all'altro, appena mi raggiunge.
"Ehi." Faccio un altro sorso.
"Non sapevo ci saresti stata", "Non sapevo ci saresti stato" Diciamo all'unisono.
"Prima tu." Sorride. Sono contanta che non sembri avercela con me.
"Stavo solo dicendo che non avevo idea saresti venuto."
"Neanch'io."
"Come pensavo. Steph continua a dire che questa è una festa d'addio per me, ma adesso sono certa che l'ha detto solo per essere carina." Un altro sorso.
La vodka alla ciliegia è molto più forte degli altri due drink che ho preso.
"Sei.. sei qui con Steph?" Mi chiede, chiudendo lo spazio tra di noi.
"Sì, Harry non c'è, se è quello che ti stai chiedendo."
"No, io.." I suoi occhi si spostano sulla mia mano quando poggio il bicchiere vuoto sul bancone. "Che cos'è?"
"Vdoka alla ciliegia, ironico, eh?" Dico, ma lui non ride. Il suo viso assume un'espressione confusa mentre guarda il mio viso, poi il bicchiere e poi di nuovo il mio viso.
"Te l'ha data Steph?" Il tono serio, troppo serio e la mia mente è lenta. Troppo lenta.
"Sì, quindi?"
"Cazzo." Scatta e prende con violenza il bicchiere dal bancone. "Resta qui." Mi ordina e io annuisco lentamente, mi sento la testa pesante. Cerco di concentrarmi su di lui mentre sparisce dalla cucina, ma mi ritrovo distratta dal modo in cui le luci su di me sembrano girare in tondo.
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