POV di Harry.
"Non posso credere di aver perso tutti i miei vestiti in una mano di poker!" Janine entra inciampando in cucina, una sigaretta in una mano e un bicchiere rosso nell'altra.
"Beh, adesso potresti anche metterti qualcosa addosso." Le dice una ragazza bruna sconosciuta.
"Sto bene, davvero." Scatta Janine in risposta. Le donne sono così dispettose.
Mi ci vuole un momento per rendermi conto che Janine ha il seno nudo, beh, il seno e tutto il resto del corpo a parte per una minuscola corda che penso potrebbe passare per un tanga in un giorno fortunato.
Non riesco davvero a scorgere molte cose al momento. Il fumo di troppe sigarette, innumerevoli canne e bonghi ha trasformato questo appartamento nella casa degli orrori. Ragazze nude, cocaina e alcol scorrono in abbondanza. Si comportano tutti in modo spensierato, proprio come vorrei io. Anche io devo essere spensierato. Devo togliermi il suo viso dalla mia fottuta testa.
Quando riporto lo sguardo su Janine, si sta infilando una felpa. "Felice?" Alza gli occhi al cielo in direzione della bruna, spostandosi i capelli neri drammaticamente.
Si gira troppo velocemente e colpisce la gamba del tavolo con un piede. Inciampa e cade su di me, facendo rovesciare il mio drink sulla felpa che si era messa meno di un minuto fa.
"Dannazione, Harry!" Si lamenta, togliendosi la felpa e esponendo di nuovo il seno. Non che gliene freghi qualcosa di essere nuda davanti ad un appartamento pieno di gente, ma la ragazza bruna sbuffa irritata e si precipita fuori dalla cucina, assicurandosi di portare con sé una bottiglia di tequila.
"Qual è il suo problema?" Chiede James a Janine.
"Non le piaccio perché mi sono scopata il suo fidanzato, beh, ex." Sorride. È un sorriso fiero.
"Dammi la tua maglia." Janine allunga una mano verso James, ma lui scuote la testa.
"Non esiste, Carla arriverà in mattinata e mi appenderà per le palle se vede che indossi di nuovo la mia roba." Alza le mani e lascia la cucina.
"Dammi la tua felpa." Si gira verso di me. Scuoto la testa, negandogliela. "E dai, fa freddo e non ho vestiti." Scuote il suo seno a malapena esistente per dimostrarmelo.
"Con cosa sei arrivata qui allora?" Alzo un sopracciglio.
"Qualcuno mi ha nascosto i vestiti. Forse è stata proprio quella puttana gelosa." Incrocia le braccia magre davanti al petto. "Dai, c'è mio fratello nell'altra stanza. Dammi la felpa, tanto hai una maglia sotto."
"Sono sicuro che tuo fratello ti ha visto nuda molte volte." Chiudo gli occhi e lascio che il fumo mi riempia i polmoni, godendomi il forte sapore di marijuana sulla lingua.
"Ha-ha. Adesso dammi la maglia e io condividerò un po' di roba buona con te. Mark ha della nuova droga che ha appena avuto ed è meglio di quella merda." Prende la canna dalle mie dita, facendone un tiro.
"Okay. Cazzo, sei fastidiosa." Brontolo e mi tolgo la felpa. Non le do questa, ma le lancio la t-shirt nera. Tessa ha sempre amato come mi sta questa felpa, me lo dice ogni volta che la indosso.
Cazzo.
Ero quasi riuscito a non pensarla.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Qualche minuto dopo, Janine mi raggiunge di nuovo in cucina. La mia maglia le sta come una fottuta tenda. Non la riempie come Tessa-
"Sbrigati." Le dico. Ho bisogno di cancellare il suo nome dalla mia mente.
"Sì. L'ho già rollata, tieni." Mi mette la droga in mano e si siede sul bancone dietro di me.
"Styles! Dammi quella dannata vodka, devo fare un drink alla mia nuova amica Bambi." Dice Mark, entrando in cucina.
"Dio, quanto è irritante. Ricordi quando irrompeste in quel negozio di liquori?" Mi chiede Janine all'orecchio. Stringe di nuovo le gambe intorno alla mia vita, ma non mi importa abbastanza da togliergliele ancora. Si è già presa la mia dannata maglia.
Invece di combatterla, sorrido al ricordo di quando provammo a scappare dalla polizia. La risata di Janine si dissolve nello spazio vuoto che mi circonda, tutto si dissolve, spostandosi e concentrandosi su Tessa. Perché.. cosa?
"Cosa.. cosa stai.." Inciampo nelle parole. Janine aveva detto che questa roba era buona, ma dannazione, non pensavo causasse anche le allucinazioni.
"Vi conoscete?" Dice Mark, attraverso la nuvola di fumo. È davvero qui. Tessa è qui, in questo appartamento. Come cazzo ha fatto a sapere dov'ero?
Si avvicina. Come ha fatto a sapere come arrivarci? La canna che ho tra le dita diventa improvvisamente pesante quando gli occhi di Tessa puntano su di essa. Janine se la riprende e Tessa sposta lo sguardo su di lei.
"Lo prendo come un sì." Ride Mark e prende la bottiglia di alcol dalla mia mano. Voglio dirle qualcosa, ma cosa c'è da dire? Le ho già detto addio, a modo mio, e ora lei è qui e io sono ubriaco e fatto e non voglio più parlare. Non voglio sentire una lista delle cose che ho fatto e continuo a fare male.
Il fatto che mi stia vedendo così, con la gente alla quale appartengo dovrebbe darle la spinta per andare via e non tornare mai indietro.
Il mio silenzio e la presenza di Janine dietro di me funzionano perché se ne vada. Sparisce dalla cucina tanto velocemente quanto era arrivata. Il mio istinto naturale è di seguirla, assicurarmi che stia bene e chiederle scusa, ma non lo ascolto. Col tempo, questi istinti andranno via, devono.
"Chi diavolo era?" Mi chiede Mark. Non so davvero cosa dirgli, non so neanche cosa dire a me stesso. Penso che passi qualche minuto, o forse meno, non ne ho la più dannata idea, ma Mark continua a farmi la stessa fottuta domanda.
"Amico, dicci chi era quella pazza!" Chiede di nuovo.
"Nessuno, amico. È solo una-" Inizio a rispondergli, quando Tessa torna infuriata in cucina. Dannazione.
Riesco a malapena a vedere, sono talmente fatto. Mi tira la bottiglia di vodka di mano e la butta contro il muro prima che riesca a fermarla.
"Che cazzo, Bambi?" Urla Mark.
Dovrei dirgli di smetterla di chiamarla in quel fottuto modo, ma so che non cambierebbe niente e sinceramente, è un nomignolo abbastanza azzeccato. Lei è davvero un piccolo cervo, impaurito, e dolce, e ingenuo. E si sta dimostrando fedele ad esso, da sola in un circolo di leoni.
"Mi chiamo Tessa!" Urla, chiudo gli occhi, cercando di parlare attraverso il velo di cannabis e alcol che mi ha rallentato e annebbiato la mente.
"Non dovevi rompere la vodka!" Le dice Mark. So che non potrebbe fottergliene di meno del casino, gli importa solo della vodka. Ce ne sono almeno altre dieci bottiglie tra il bancone e il frigo.
"Ho imparato a distruggere le bottiglie contro il muro dal migliore." Tessa mi lancia un'occhiataccia. Le sue parole bruciano, solo parzialmente. Sono arrivato a quel livello di intossicazione dove sono quasi intoccabile. Qualche altro sorso, qualche altro tiro e nulla mi sfiorerà.
"Non mi avevi detto di avere una fidanzata adesso." Farfuglia Janine nel mio orecchio. So cosa Tessa deve star pensando di ciò che vede, ma non proverò neanche a fare chiarezza. Può pensare quello che vuole, alla fine l'aiuterà.
"Guarda se non è Styles che porta un'americana folle nel mio appartamento a buttare in giro bottiglie e merdate del genere." Mark guarda Tessa, chiaramente interessato a lei.
"Smettila." Faccio un passo verso i due. Non so se gli sto dicendo di non chiamarla più pazza o di non avvicinarsi di nuovo a lei.
"Chi è questa tipa?" Chiede Mark per la millesima fottuta volta.
"Te l'ho già detto." Guardo lui e Janine. Il respiro di Tessa echeggia nella stanza e nella mia mente incasinata. È sul punto di perdere la pazienza e ho solo bisogno che se ne vada, cazzo.
Riesco a vedere la rabbia nei suoi occhi e so che è pronta ad esplodere: "Che diavolo hai di sbagliato? Pensi di poter venire qui a fumare erba tutto il giorno e dimenticare i tuoi problemi?" Mi urla.
Non mi da occasione di rispondere, prima di andare avanti, "Sei così egoista! Pensi che spingermi via e chiuderti in te stesso sia un bene per me? Sai dannatamente bene come va ormai! Non puoi durare senza di me, sarai miserabile proprio quanto me. Non mi stai facendo alcun bene ferendomi, e poi ti trovo in questo stato?"
Certo che so di cosa sta parlando, ma nulla importa. L'infelicità ama la compagnia e io ho un appartamento pieno di anime sole con cui bere via il dolore.
"Non sai neanche di cosa stai parlando." Sputo. Deve andarsene via di qui e smetterla di cercare di convincermi a restare con lei. È esattamente questo il motivo per cui le ho lasciato la chiave e i biglietto senza una parola, per evitare un addio vero e proprio.
"No?" Alza le mani in aria, "Lei sta indossando la tua fottuta maglia!" Tessa sta urlando di nuovo e Janine finalmente capisce e scende dal bancone.
"Perché sei qui?" Le chiedo. È persa tra i pensieri, forse sta ancora cercando una ragione per la quale me ne dovrei andare via con lei.
"Cosa, pensi che ti avrei fatto passare il tuo essere un codardo?"
Sì. L'ho pensato.
"Ti do l'ultima possibilità per venire via con me e tornare a casa, ma se esco da quella porta senza di te, è finita." Mi minaccia.
Mi sta minacciando? Mi ha seguito dopo tutta questa merda e pensa di potermi minacciare?
"Come pensavo." Alza gli occhi al cielo. "Sai cosa, puoi avere tutto questo, puoi bere e fumare via la tua fottuta vita." Si avvicina e mi costringo a non accigliarmi per le sue parole, "Ma è tutto ciò che avari, quindi goditelo finché dura."
"Lo farò." Rispondo calmo. So che questo è tutto ciò che avrò e sono stanco di provare a combattervi contro. Stavo bene prima che lei arrivasse qui a cercare di farmi sentire una merda.
"Quindi se non è la tua ragazza.." Inizia Mark, i suoi occhi rossi cercano i miei.
"Non sono la fidanzata di nessuno." Scatta Tessa e Mark le sorride. Cazzo, no.
"Bene, è deciso allora." Le mette una mano sulla schiena e il rosso esplode nella nuvola della mia mente.
"Levati da lei!" Lo spingo. Questo è esattamente il motivo per cui non dovrebbe essere qui!
"Fuori, adesso." Le dico. Deve andarsene, ora. Conosco Mark e so com'è con le ragazze, soprattutto con quelle innocenti come Tessa. Lo so meglio di tutti, perché io sono esattamente come lui. La sento seguirmi mentre esco sul pianerottolo e sbatte la porta dietro di lei.
"Che cazzo era quello?" Mi avvicino a lei, mettendola all'angolo.
"Che cos'era cosa? Smascherare le tue merdate? Pensi di poter infilare un biglietto aereo e un portachiavi in una valigia e mandarmi via?" Mi da una spinta, spingendomi contro il muro.
Cosa vuole da me? Le ho già detto che ho chiuso con lei, come fa a non capirlo?
Gliel'ho detto? L'alcol mi sta dando alla testa, stendendo un altro velo di confusione sul mio senso della realtà.
"Sono così fottutamente perso nella mia stessa testa in questo momento, che non riesco neanche a pensare, lascia perdere darti una fottuta spiegazione per la millesima dannata volta!" Non provo niente mentre colpisco il muro con un pungo. L'unica prova dell'assalto è l'espressione di Tessa e il buco nel muro dietro di lei.
"Non ci hai neanche provato! Non ho fatto nulla di male!" Cerca di difendersi. Non ha bisogno di difendersi contro di me. So quanto è perfetta.
Mi tiro i capelli, pronto a strapparmeli dalla testa, nel tentativo di provare qualcosa, ma non ne proviene alcun dolore.
"Di cos'altro hai bisogno, Tessa? Vuoi che ti faccia un fottuto disegnino? Vattene da qua, torna dove devi stare! Non c'è niente per te, non c'è posto qui." Abbasso la voce, forse finalmente ascolterà.
"Sei felice adesso? Hai vinto, Harry. Hai vinto ancora una volta. Ma lo fai sempre, non è vero?"
Mi giro a guardarla, assicurandomi che mi stia fissando dritto negli occhi quando libero il colpo finale, "Lo sai meglio di chiunque altro, non credi?" Riesco letteralmente a vedere la sconfitta dietro i suoi occhi e so che l'ha finalmente capito.
Finalmente mi vede per ciò che sono realmente, una causa persa.
....
"Continuo a non capire perché non le hai semplicemente detto che mi avevi versato il drink addosso." Dice Janine, passandomi un bicchiere pieno di liquore. "Le avrebbe risparmiato il comportamento da fottuta pazza."
"Niente più bottiglie per te!" Ride Mark a fianco a me, cercando di fare una battuta sul fatto che Tessa ha rotto la bottiglia di vodka contro il muro.
Non me la sento di scherzare. Non mi sento niente.
Era così arrabbiata. Non l'avevo mai vista tanto arrabbiata quanto ora. So cosa ha pensato su di me e Janine. Non che abbia detto o fatto qualcosa per farle cambiare idea.
Con la consapevolezza del fatto che ha visto Janine con addosso la mia maglietta, so che in questo momento è su quell'aereo.
Ieri, avrei passato ore a fare qualsiasi cosa perché mi credesse, ma non oggi. Oggi berrò di più, fumerò di più e la cancellerò completamente.
"Lasciate perdere. Vi ho già detto che non ho intenzione di parlare di lei, quindi lasciate stare." Poggio la testa sul divano e chiudo gli occhi. L'appartamento è ancora pieno, troppi fottuti idioti ubriachi e strafatti in un solo spazio.
I Metallica divagano sui fantocci e sorrido al pensiero di non dover più ascoltare quella merda di musica.
Riesco a sentire molteplici occhi su di me, rendendomi paranoico. Ovviamente, ho attirato l'attenzione dopo l'arrivo di Tessa, e nelle ultime quattro ore mi sono state buttate addosso troppe domande sull'americana focosa.
"Abbiamo capito. Non dovremmo parlare delle sue tette allora, giusto? Perché, porca fottuta-"
"Basta!" Sbatto la mano malconcia contro il tavolo di legno massiccio. Sono al fottuto limite con questi stronzi e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non reagire, so che se lo facessi, non lascerebbero mai perdere.
"Va bene! Non mi rompere il bicchiere, stronzo." Mark indica il bicchiere tra le mie dita. Immagino i miei pugni connettersi con la sua mascella ancora e ancora e ancora e ancora, mentre finisco il resto del drink.
"Io vado a letto. Non dormo da due giorni." James si alza dal suo posto sul lato opposto del divano.
"Smettila di sniffare roba allora." Lo deride Janine. James alza gli occhi al cielo e si pulisce l'eccesso di polvere da sotto al naso.
"Parli tu. Sei tu che mi hai fatto iniziare." Fa un altro tiro da una canna che sta facendo il giro della stanza. Io riesco a malapena a tenere gli occhi aperti a questo punto. Voglio solo dileguarmi fino a domani e ripetere quello che ho fatto oggi, a parte l'interruzione.
Più riesco a farmi, meglio è. Più fumo, più bevo, più le sue immagini si dissolvono dietro i miei occhi. Ogni fottuta volta che li chiudo, è lì, beh, c'era. Ora vedo una visione di lei annebbiata dal fumo e che si dissolve con ogni respiro di fumo e ogni sorso di vodka.
...
"Ti tengo compagnia qui fuori." Mi dice la sorella di Mark, quando finalmente l'appartamento di svuota. Sono quasi le quattro del mattino e sono così fottutamente fatto che non riesco a sentire nulla, neanche le sue dita che disegnano cerchi sulla mia gamba.
"Sì." Mi sento rispondere.
Jolene.. Janine.. si è seduta a cavalcioni su di me ora, ma riesco a malapena a sentire il suo peso. È comunque minuscola, ma dovrei essere in grado di sentire qualcosa. Non so perché mi sto lamentando, dato che questo era l'obbiettivo: non sentire nulla.
"Ricordi la tua prima volta?" Mi sussurra all'orecchio.
"Mhm." In realtà, no, non ora, in ogni caso. Non ricordo niente.
"Anche io. Eri così spavaldo e sicuro di te. Mi faceva eccitare un sacco." Dovrei sentire del calore a causa della sua lingua sul mio collo, ma non riesco a sentire un cazzo. "Il tuo cazzo era enorme allora, non immagino ora."
Le sue mani coprono le mie e le spinge sotto la sua maglia, sul suo seno. Ha la bocca che sa di sigarette stantie e vodka, un miscuglio disgustoso. Giro la testa e la sua bocca si riattacca al mio collo. Le sue mani stanno ancora usando le mie per afferrare le sue piccole tette.
"Te la rendo più semplice." Si toglie la miglia e porta una mano sulla mia cerniera. Mi stringe, ma ancora una volta, non sento niente.
"Aspetta." Riesco a farfugliare.
"Non ti preoccupare, prendo la pillola." Penso che dica.
Lascio le mia mani cadere sul divano dopo che lei mi tira la felpa dalla testa e la butta da qualche parte dietro di lei.
"Quanti tatuaggi." Dice, la bocca sul mio petto. "So scopare come una pornostar adesso. James dice che dovrei davvero pensare di farne una carriera." Sembra fiera di sé stessa mentre continua a strofinare una mano sul mio pene per niente reattivo.
"Diamine, cosa sei, morto lì giù?" Strofina più forte, ma non succede nulla.
Fisso il muro mentre lei mi scende da dosso, mettendosi in ginocchio davanti a me. "Questo aiuterà, come sempre." Sorride e sono atterrito da ciò che mi vedo davanti. Gli occhi grigi nei quali sono abituato a guardare sono pieni di vita e amore. Gli occhi scuri di questa ragazza sono morti, vuoti di qualsiasi cosa remotamente vivace e non posso sopportare di guardarla oltre.
Mi alzo dal divano e spingo la porta del bagno prima che lei riesca rimettersi in piedi. "Stai bene?" La sento chiedermi mentre avvolgo le braccia intorno alla tazza del water e vi svuoto il mio stomaco al suo interno.
"Stai bene?" Mi chiede di nuovo, la sua voce acuta è più alta stavolta.
"Esci." Mi lamento, chiudendo gli occhi. La puzza di urina rende più facile vomitare in questo sudicio bagno.
"Mi sto solo-" Continua a seccarmi.
"Ho detto esci fuori, cazzo." Dico di nuovo, più forte stavolta.
"Okay!" Urla la donna nuda, sbattendo la porta senza neanche disturbarsi ad accendere la luce prima di andarsene.
Vengo lasciato solo e al buio, proprio come dovrebbe essere.
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