COME AVEVO GIA' ANTICIPATO, E' UN FLASHBACK, ACCADUTO PRIMA DEI CAPITOLI PRECEDENTI, PRIMA CHE HARRY TORNASSE AD ESSERE COGLIONE. NON CONFONDETEVI, OKAY? OKAY.
Ah, un'ultima cosa: penso che ormai siate abituati alle scene hot degli Hessa, ma a mio parere questa è più dettagliata del solito, quindi evitate commenti tipo "bleah, eww" personalente mi infastidiscono, perché anche quelle scene sono parte integrante della storia e se non vi piacciono, semplicemente non leggete la storia o saltatele, anche se per me sono fondamentali come tutto il resto, a modo loro.
Buona lettura x
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POV di Liam.
"Spero che Danielle riceva i fiori che le ho mandato." Dico ad Harry. Lui non sembra starmi ascoltando, come al solito. Guardo lo schermo del computer per controllare lo stato delle tre dozzine di rose che ho mandato alla mia ragazza.
Il sito mi assicura che le saranno spedite durante la sua ultima lezione della giornata, ma stiamo parlando di New York City e sono certo che oggi abbiano milioni di ordini. Il giorno di San Valentino ovviamente è quello più impegnato dell'anno per le industrie di fiori e la possibilità di commettere errori è molto più alta. Magari dovrei chiamarli e spiegare loro che sono dall'altra parte del paese e che farei qualsiasi cosa per assicurarmi che quei fiori arrivino alla mia bellissima ragazza. Vorrei solo essere lì con lei per poter vedere il suo lucente sorriso quando aprirà la cartolina, per sentire la sua risata quando leggerà la semplice ma dolce poesia che vi ho fatto stampare.
"Fiori per cosa?" Harry alza lo sguardo su di me, pizzicando il buco sui suoi jeans.
"San Valentino." Gli dico. L'espressione inconsapevole sul suo viso mi dice che non aveva idea che la ricorrenza fosse oggi. "Oggi è San Valentino. Non hai comprato nulla a Tessa?" Chiedo, anche se conosco già la risposta.
Tessa è di sotto con mia mamma a preparare qualcosa che ha diffuso un odore di cannella in tutta la casa. Amo che ami passare del tempo con lei, soprattutto adesso che ha bisogno di tutto l'amore possibile. Non voglio pensarci, devo essere positivo e andrà tutto bene.
"Merda." Brontola Harry.
"Non le hai comprato niente?" Gli chiedo di nuovo. Sapevo non l'avrebbe fatto e Tessa non ne ha parlato neanche una volta.
"No, non mi ero neanche reso conto fosse oggi. San Valentino è letteralmente la più idiota delle ricorrenze, non ha senso comportarsi da fottuto fiorellino per un giorno." Si lamenta.
"Già, perché tu ti comporti da fiorellino così spesso, giusto?" Commento sarcasticamente. Forse dovrei aspettare che se ne vada per dare a Tessa l'orsacchiotto e la scatola di cioccolatini che le ho comprato.
"Fanculo."
"Non è neanche mezzogiorno, potresti sempre andarle a prendere qualcosa ora." Suggerisco. "Potrei aiutarti."
"Non ho bisogno del tuo aiuto." Si alza e attraversa la stanza. "Come faccio a sapere cosa comprare? A Tessa non piacciono i fiori né nulla di quella roba dozzinale e superficiale."
Non posso evitare di ridere per il suo insulto indiretto. Ogni giorno mi sento sempre meno insultato dai suoi commenti rudi e dalle sue occhiatacce. Gli voglio bene come se fosse mio fratello, anche se so che lui non prova lo stesso per me. Finché continua a provare a trattare Tessa in modo migliore, non abbiamo problemi.
"Beh, a volte alle donne piacciono i regali dozzinali." Prendo l'orsacchiotto dall'ultimo cassetto della scrivania per farglielo vedere.
"No, grazie, sono già impegnato." Dice, sorridendomi come il sarcastico stronzo che è.
"Non è per te. È per Tessa." Gli dico e vedo il suo sorriso sparire nel momento in cui pronuncio il suo nome.
"Scusami? No, col cazzo." Mi strappa l'orsacchiotto dalle mane e arriccia il naso come se quel peluche carino fosse contaminato.
"Sì, invece." Mi alzo e me lo riprendo prima che gli strappi la testa o qualcosa del genere.
"Perché hai comprato un regalo per San Valentino alla mia ragazza?" Alza la voce, lanciandomi occhiatacce.
"Perché è la mia migliore amica, e qui c'è chiaramente scritto 'grazie per essere una grandiosa amica orso'." Indico il piccolo cuore sul petto del peluche. So che non aiuterà molto perché quando si tratta di Tessa, Harry è la persona più territoriale del mondo.
"Non puoi darglielo." Si riprendo l'orsacchiotto. Voglio dirgli che si sta comportando come un bambino viziato di cinque anni, ma immagino che ora non sia il momento per un indesiderato consiglio fraterno.
"Non devi essere così possessivo. Sono il suo migliore amico e lei si arrabbierà con te, se le dico che hai staccato la testa all'orsacchiotto che avrei dovuto darle." Gli faccio notare.
"Sei odioso, non sono possessivo." Alza gli occhi al cielo e butta il peluche sul letto. Lo trovo divertente che sostenga che io sia odioso, ma eccolo qui con me mentre Tessa cucina con mia mamma. Si sta affezionando a me, lo so.
"Non sei possessivo?" Scoppio a ridere. "Sei sempre possessivo!" So che Harry è bravo a negare, ma è impossibile che non veda quanto è possessivo con lei.
"Beh, tu non sai cosa si prova ad avere finalmente qualcosa di mio. Lei è tutto ciò che ho, okay? Quindi fanculo a te e a chiunque abbia un problema con la mia possessività. Torna quando avrai passato tutta la tua vita solo e triste, e poi finalmente avrai trovato qualcuno che ti ama, allora potrei lamentarti della mia possessività."
Non protesto, perché in uno strano modo, ha senso e sono contento della sua risposta. A parte il fatto che ha chiamato Tessa "qualcosa", perché non è un oggetto, è una bellissima persona che si merita il meglio dalla vita, ma per ora glielo lascio passare, perché so che lo intende in senso buono.
"Adesso devo andarle a comprare qualcosa perché tu le hai preso quello stupido orsacchiotto."
"E cioccolatini." Aggiungo, solo per infastidirlo.
"E dei dannati cioccolatini." Si lamenta, facendomi ridere.
"Non è divertente, stronzo. È colpa tua." Si risiede sul bordo del mio letto.
"Beh, sono felice di prendermi la colpa se ti ho portato a fare qualcosa che renderà felice Tessa." Le mie parole sembrano smuovere qualcosa in cui, sembra pensieroso piuttosto che irritato come al solito.
"Immagino tu abbia ragione, in un certo senso." Concorda, nel suo modo alla Harry. "Non ho ancora la più fottuta idea di cosa prenderle, ma se la renderà felice, cercherò di pensare a qualcosa."
La sua risposta è esattamente il motivo per cui faccio del mio meglio nel supportare Tessa quando si tratta di Harry. So che non è perfetto, ben lontano dall'esserlo, ma ci prova. Ci prova davvero. Lo vedo nei suoi occhi, lo sento nella sua voce. Non esiste che Harry non potrebbe essere una persona migliore per Tessa, quando qualcuno ti ama e crede in te tanto quanto Tessa fa con lui, non è possibile fallire.
POV di Harry.
Due ore.
È questa la quantità di tempo che ho sprecato a girare nel centro commerciale con Liam, nella speranza di andarmene con il regalo di San Valentino perfetto per Tessa. Ma non è successo. Il centro commerciale era gremito, pieno di stronzi come me che aspettano fino all'ultimo minuto per compare un regalo alle loro ragazze, e io non sono riuscito a trovare nulla degno di Tessa.
Prenderle un enorme orso di peluche o una scimmia di peluche mi sembra null'altro che un insulto. Lei è troppo per delle dozzinali e insignificanti merdate del genere e io so che a lei piace il salato più del dolce, quindi perché comprarle una scatola di cioccolatini quando so dannatamente bene che ne mangerei comunque più io?
"L'aspetto qui, dille di sbrigarsi." Dico a Liam, entrando nel viale di mio padre.
"Certo." Concorda e dopo qualche secondo, sparisce nell'enorme casa.
Sei lei si comportasse come le donne in tv, sarei più preparato per questa merda di ricorrenza. Se mi avesse lasciato degli indizi, cerchiando articoli di gioielleria sui cataloghi da lasciare sul tavolino in salotto dove io di sicuro avrei potuto vederli, le avrei comprato qualcosa.
La delusione verso me stesso cresce quando esce dalla porta con in mano quello stupido orso e i cioccolatini da parte di Liam. So che sono solo amici, ma non mi fa piacere che lui le compri un regalo, soprattutto dato che io non l'ho fatto. Lui può viziare e mandare fiori e merdate del genere a Deliah, quindi non deve farne un'abitudine.
"Bell'orsacchiotto." Borbotto, perfettamente consapevole di sembrare un fottuto bambino, ma non me ne frega un cazzo.
"E' carino, non è vero? È stato dolce da parte di Liam prendermelo, ma ora mi sento una stronza perché io non ho pensato di prendergli nulla." Dice, ammirando quello stupido animale tra le sue mani.
"Io non ti ho preso niente." Le dico, a questo punto posso anche dirglielo prima che ne parli lei.
"Lo so." Risponde. La guardo e cerco di leggere la sua espressione.
"Ho cercato di trovarti qualcosa al centro commerciale, ma era tutto così ridicolo e semplicemente non sono riuscito a trovare niente. Era tutto rosso e rosa e svolazzante, proprio non volevo-"
"Non fa niente." Sorride, premendo due dita sulle mie labbra per fermarmi dal parlare. "Davvero, non fa niente. E comunque non mi piace così tanto San Valentino." Dice.
"Sei sicura? Perché Liam ti ha preso qualcosa e io no e ora mi sento uno stronzo." Parlo attraverso le sue dita.
"Sì, sono sicura. Lo sai che non mi piacciono molto i fiori e preferirei mangiare popcorn o pizza piuttosto che dolci." Sorride e lancia un'occhiata alla scatola di cioccolatini ai suoi piedi. "Non fa niente, te lo giuro, ma trovo davvero adorabile che tu sia andato al centro commerciale con Liam per cercarmi qualcosa."
"Adorabile? Io non sono adorabile, piccola." Faccio scorrere lentamente il pollice sulle sue labbra, pensando a tutte le cose sporche che vorrei fare alla sua bocca.
"Sì, invece." Deglutisce, percependo le intenzioni dietro il mio tono e il mio tocco. "E neanche io ti ho preso nulla." La voce bassa e sexy e seducente e non ci sta neanche provando. Prima di lei ho scopato con un sacco di ragazze e fatto un sacco di merdate idiote, merdate che mi fanno rivoltare lo stomaco solo al pensiero, ma con lei è come se ogni parte di lei avesse un contatto diretto con il mio pene. Il più semplice dei commenti, dei contatti, o persino uno sguardo, mi fanno eccitare nel giro di qualche secondo.
"Ho qualcosa in mente." La stuzzico e fermo le lente carezze.
"Come sempre." Sorride, ma riesco a vederla arrossire, facendomi capire che ha in mente la stessa cosa.
"Un pompino nel viale di mio padre? Aww, piccola, come sei romantica." Continuo a torturarla, amando le sue risatine che riempiono l'interno dell'auto.
"Ti piacerebbe." Alza gli occhi al cielo. "Adesso andiamo a casa. Voglio preparare la cena." Mi da degli schiaffetti impazienti sul braccio.
"Poi mi fai un pompino?" Accendo l'auto e rido quando mi da uno schiaffo più forte sul braccio per la mia perversione.
...
"Cos'è quello?" Tessa arriccia il naso per la bevanda rosa-rossastra-nerastra davanti a lei.
"Un milkshake. Un milkshake di San Valentino." Spiego. L'idea sembrava migliore quando l'ho letto su internet. Diceva che tutto quello che dovevo fare era aggiungere del colorante alimentare e non pensavo che aggiungere un po' di nero per scurirlo avrebbe fatto tutta questa differenza, ma mi sbagliavo terribilmente.
Avevamo del gelato in frigo e Tessa ha due mobili piene di cose per i dolci, quindi la cosa più innocua da preparare erano i milkshake. Sono riuscito a finirli in meno di dieci minuti, mentre lei si metteva il pigiama.
È stata la mia unica richiesta della giornata: che passasse tutto il giorno in pantaloncini da ginnastica e una delle mie magliette. Lei dice sempre che i pantaloncini non le stanno bene, ma io penso che sia fottutamente folle per pensare una cosa del genere. Tutto le sta bene, anche quelle orrende gonne lunghe che tiene nascoste nel retro dell'armadio.
"Oh." Guarda il miscuglio. "Sembra buono." Mi fa un sorriso educato e alza il bicchiere per prenderne un sorso.
"E' anche buono." Mi elogia. Ne prendo un sorso, aspettandomi il peggio, ma ha ragione, ha un aspetto di merda, ma il sapore non è male. "Grazie per il milkshake di San Valentino." Sorride Tessa e io mi siedo di fronte a lei.
"Quanto buono?" Le chiedo, volendo altri suoi dolci complimenti. Sono a questo livello di pateticità, voglio sempre i suoi elogi.
Lei mi guarda sospettosa e prende un altro sorso di milkshake, prima di venire verso di me e mettersi in ginocchio. Questa è una risposta inaspettata.. fottutamente stupenda, ma inaspettata.
"Che stai facendo?" Le chiedo, quando le sue mani tirano la molla dei miei bermuda.
"Ti do il tuo regalo di San Valentino." Dice, come se fosse ovvio. Suppongo lo sia.
Resto seduto, ma alzo i fianchi in modo che possa tirare i pantaloni e i boxer verso il pavimento. È così brava a comportarsi da innocente che mi lancia persino un'occhiata attraverso le ciglia e da un bacio sulla testa del mio pene. Sobbalza sotto le sue labbra e lei sorride prima di prenderlo in bocca. Il contrasto tra la sua lingua e il caldo tunnel della sua gola mi fa sentire immediatamente pronto a venire. Avrei dovuto farle bere tutto il.. cazzo. Il mio treno di pensieri deraglia quando geme, mandando il suono dritto attraverso me.
"Ti vengo in bocca anche adesso se lo rifai, quindi se vuoi che ti scopi, meglio di no." Ringhio, tenendo gli occhi sul suo viso perfetto mentre mi porta fuori e dentro la sua bocca. Geme di nuovo, stavolta più forte e io le afferro gentilmente i capelli per farla alzare davanti a me. Voglio essere dentro di lei quando finisco e capisco dalle sue guance arrossate, che lo vuole anche lei.
"Alzati." La aiuto, prendendole la mano per farla alzare dal pavimento. Lo fa e io le tolgo la mia maglietta, compiaciuto oltre l'esprimibile che lei sia l'unica donna ad aver mai indossato i miei vestiti. Non potrebbero mai star così bene a nessun altro.
Il fatto che lei non si sia disturbata ad indossare un reggiseno sotto, rende più facile spogliarla. La alzo dai fianchi per metterla sul tavolo, facendo contemporaneamente cadere uno dei milkshake. "Harry." Si lamenta debolmente, mentre gocciola sul pavimento.
"Shh, l'ho fatto apposta." Affondo le dita nel liquido freddo e lo stendo sulla sua pancia nuda. Lei rabbrividisce e io ripeto l'azione, stavolta mi sposto sul suo seno. Spendendo più tempo per strofinarlo su ognuno dei capezzoli, geme e io avvolgo un braccio intorno a lei, reggendo il suo corpo in contrazione prima che scivoli dal tavolo.
"Oddio." Geme, quando le succhio la pelle sensibile. Il milkshake ha un sapore molto migliore sulla sua pelle.
Porto e dita tra le sue gambe e spingo i pantaloncini e le mutandine al lato. Lei scuote la testa e prende il mio pene nella sua piccola mano, dicendomi cosa vuole. Mi allontano da lei, godendomi i mugolii di protesta dalle sue labbra, e prendo velocemente il preservativo dalla tasca dei miei bermuda sul pavimento.
"Togliti i pantaloncini." Le dico, infilando il preservativo. "Poi stenditi sul tavolo."
Fa come detto e mi metto tra le sue gambe, allargandole di più, mi prendo un momento semplicemente per ammirare il panorama. Il petto e la pancia sono macchiati di milkshake e il suo corpo, cazzo, il suo corpo è così formoso e fottutamente sexy, ma è la fiducia, la fiducia che brilla attraverso i suoi occhi annebbiati mentre aspetta che la prenda. Tessa, questa donna perfetta, si fida e mi ama e non c'è nulla che possa comprare in un dannato centro commerciale che possa mostrarle quanto lei significhi per me.
"Per favore." Mi supplica e io sorrido per il bisogno nella sua voce. Io sento lo stesso bisogno, solo ingrandito per un numero che non esiste neanche, è impossibile misurare quanto la voglio e la necessito.
Scivolo lentamente in lei, riempendola completamente, corpo, mentre e tutto ciò che c'è nel mezzo. Il mio ritmo resta costante, colpendo quel punto in fondo dentro di lei che fa diventare entrambi fottutamente pazzi, finché lei non mi sta graffiando la schiena e io le sto dicendo che bellissima fottuta sensazione è averla avvolta intorno a me.
"Guardami, guardami mentre vengo." Dico tra i denti, sentendo l'orgasmo alla base della spina dorsale. "Cazzo." Dico nel suo collo, stringendo le braccia intorno a lei, la tiro in modo che sia seduta direttamente di fronte a me, le cosce avvolte intorno alla mia vita mentre spingo in lei.
Mi guarda, mi fissa negli occhi, con la fronte premuta contro la mia mentre entrambi raggiungiamo il culmine. Mi trattengo, voglio aspettare finché lei non è altro che un mucchio di respiri tremanti. Esco da lei nel momento in cui finisce e butto il preservativo a terra, venendo su di lei mentre lei mi guarda con gli occhi spalancati.
"Felice San Valentino." Le dico, ammirando l'aspetto che hanno il casino che ho combinato sulla sua pelle e il colore del milkshake.
"Sei disgustoso." Arriccia il naso e finge un'espressione disgustata. So che ama quando lo faccio, me l'ha detto qualche volta in passato. Mi abbasso e le do un bacio sulla fronte, guadagnandomi un sorriso stanco ma sarcastico dalla mia ragazza.
"Devo mettere a preparare la cena." Dice con gli occhi chiusi.
"Ordino la pizza e ci vediamo nella doccia tra cinque minuti." Le dico e lei annuisce in accordo.
"Quanto siamo romantici, milkshake, sesso, e pizza nella festa degli innamorati. Cosa ne direbbe la Austen?" Ride Tessa e scende dal tavolo.
"Te lo dico, io mi trasformo in Darcy ogni giorno di più." Ridacchio, prendendo il suo sedere nudo tra le mani.
"Non esagererei." Ride, schiaffeggiandomi via.
"Vatti a fare la doccia prima che ti pieghi di nuovo sul tavolo." La minaccio, pensando ogni parola.
Va via, coprendosi il fondoschiena con le mani. "Hai ragione, sai.. anche questa citazione l'hai presa da lui?" Dice in tono esuberante dal corridoio. Scuoto la testa, continuando a ridere, mentre pendo il telefono dal bancone e ordino la pizza.
...
Tessa sorride e fa una foto della pizza a forma di cuore con il suo telefono primitivo. Ha i capelli ancora bagnati dalla doccia ed indossa solo la mia maglietta e delle mutande, seduta a gambe incrociate sul divano.
"Preferisco la pizza a forma di cuore e sesso sul tavolo alle rose e i cioccolatini, ogni giorno." Mi dice, prendendo un morso della nostra bellissima cena di San Valentino. È così sdolcinata ed adorabile mentre mi guarda alzando le sopracciglia, che non riesco a fermami dal prendere la pizza dalle due mani e riportarla sul tavolo della cucina per darle un altro regalo.
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