Capitolo 219

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CAPITOLO 219
POV di Harry.
"Beh, non è abbastanza come spiegazione. Io voglio andarci, e sai una cosa? Non voglio più che vieni con me."
"Che?"
"Non voglio che vieni." Si alza dalla sedia e il mio cuore inizia ad accelerare. "Tu hai provato a rovinarmi questa cosa, questo è il mio sogno da quando ne ho memoria e tu hai tentato di rovinarmelo. Hai trasformato una cosa che non dovrei vedere l'ora di fare, in qualcosa che posso a malapena sopportare. Dovrei essere emozionata e pronta ad andare, invece tu ti sei assicurato che non abbia un posto in cui vivere e nessun sistema di supporto. Quindi no, non voglio che vieni."
Chi cazzo crede di essere? Pensa che solo perché non voglio andare a Seattle con lei può dirmi merdate del genere? Non vuole fottutamente che vada?
Il mio temperamento si alza e faccio del mio meglio per ingoiarlo.
"Non voglio che vieni."
"Tu.." Riesco a vedere solo rosso mentre cammino avanti e indietro sul balcone. "Tu.. sai cosa, Tessa? A nessuno fotte un cazzo di Seattle a parte te, chi diavolo cresce pianificando di trasferirsi a Seattle fottutamente Washington, davvero ambizioso."  Dico tra i denti stretti. "E nel caso te lo fossi dimenticato, io sono l'unica ragione per cui tu hai quest'opportunità, tanto per iniziare. Pensi che qualcun altro abbia un fottuto stage pagato come matricola al college? Cazzo, no! La maggior parte delle persone lottano per ottenerlo anche dopo essersi laureati, quindi tu dovresti baciarmi i dannati piedi per averti fatto ottenere quel fottuto lavoro, ingrata stro.."  Vengo interrotto da lei che fa un passo verso di me e alza una mano.
Le afferro il polso prima che possa darmi lo schiaffo. Ha fottutamente ritirato l'invito a Seattle ed è lei che prova a schiaffeggiarmi? Cazzo, non penso proprio.
"No." Respiro, a pochi centimetri dal suo viso. Ho il respiro irregolare, a malapena controllato, mentre le abbasso la mano.
Ha gli occhi spalancati, le pupille dilatate, le do le spalle ed entro in camera da letto, scendo le scale, e cerco di allontanarmi il più possibile da queste cazzate.
È troppo presto per questa merda. Mi ritrovo alla piccola caffetteria in città, il caffè sa di catrame e il muffin è anche peggio. Odio questa cittadina del cazzo e anca di ogni fottuta cosa.
Adesso l'ho fottutamente fatto, lei non vuole neanche più che vada con lei. Non volessi o avessi intenzione di andarci, ma ora all'improvviso ha ritirato la sua offerta e ho la sensazione che lo pensi davvero. Apro tre bustine di zucchero in una volta e le scarico nel caffè disgustoso, mescolandolo con un cucchiaino di plastica.
"Buongiorno." Mi saluta una voce familiare. Ma non quella che volevo sentire.
"Perché sei qui?" Chiedo a Lillian.
"Beh, ovviamente non sei una persona mattiniera." Alza gli occhi al cielo e si siede difronte a me.
"Va' via." Sbuffo e i guardo intorno. Si è formata una fila che arriva quasi alla porta e quasi tutti i tavoli sono pieni. Probabilmente dovrei fare un favore a tutte le persone in fila e dir loro di cercare un fottuto Starbucks perché questo posto fa schifo.
"Non ti sei scusato, eh?"
"Dio, sei così dannatamente ficcanaso." Mi pizzico il naso e lei sorride.
"Lo finisci?" Indica il muffin di pietra davanti a me.
Le passo il piatto e lei ne prende un pezzo, "Io non lo mangerei." L'avverto, ma lei lo fa comunque.
"Non è così male." Mente, posso dire che vuole sputarlo, ma lo ingoia comunque. "Allora, mi dici perché non ti sei scusato con Tamara?"
"Cazzo, si chiama Tessa, se la chiami.."
"Whoa, calmati. L'ho fatto apposta." Ridacchia, fiera del suo scherzetto irritante.
"Ha-ah." Commento freddamente, prima di ingurgitare il resto del caffè.
"Comunque, perché non l'hai fatto?"
"Non lo so."
"Sì, invece." Insiste.
"Perché ti importa?" Mi allungo verso di lei e lei si appoggia allo schienale della sua sedia.
"Non lo so.. perché sembri amarla e sei mio amico."
"Tuo amico? Non ti conosco neanche e sicuro come la morte, tu non conosci me." Sibilo.
La sua espressione neutrale vacilla per un momento e sbatte gli occhi. Se si mette a piangere, do un pugno a qualcuno. Non posso gestire questi drammi così fottutamente presto.
"Senti, sei figa e tutto, ma questa" Indico me e lei, "non è amicizia. Io non ho amicizie."
"Non hai amici? Neanche uno?"
"No, ho persone con cui vado alle feste e Tessa."
"Dovresti avere degli amici, almeno uno."
"Quale sarebbe il punto della nostra amicizia? Restiamo qui solo fino a domani pomeriggio."
"Potremmo essere amici fino ad allora." Fa spallucce.
"Ovviamente neanche tu hai nessun amico."
"Non molti, a Riley non sembrano piacere."
"E? Perché importa?"
"Perché non voglio litigare con lei, quindi semplicemente non sto molto con loro."
"Scusa, ma Riley sembra una stronza."
"Non dire così." Le guance di Lillian arrossiscono e per la prima volta da quando l'ho incontrata, si sta arrabbiando.
"Tanto per dire, io non lascerei che qualcuno mi dicesse con chi posso e non posso essere amico."
"Quindi mi stai dicendo che Tessa ha degli amici con cui può stare a parte te?" Alza un sopracciglio e io distolgo lo sguardo per pensare alla domanda.
Ha degli amici.. ha Liam.
"Sì."
"Tu non conti."
"No, non io. Liam."
"Liam è il tuo fratellastro, non conta."
Steph più o meno è amica di Tessa, ma non esattamente, e Zayn.. non è più un problema.
"Ha me."
"Esattamente quello che pensavo."
"Che importa? Quando ce ne saremo andati da qui e avremo ricominciato da capo, potrà farsi degli amici, noi potremo farci degli amici."
"Il problema è che non andrete nello stesso posto." Mi ricorda.
"Verrà con me, so che non sembra, ma tu non la conosci, io sì, e so che non può vivere senza di me."
Lillian alza lo sguardo su di me con un'espressione pensierosa. "Sai, c'è una grande differenza tra il non essere in grado di vivere senza qualcuno e amare quel qualcuno."
"Lei mi ama." Mi difendo, ignorando l'improvviso dolore nel petto.
"Okay." Abbassa lo sguardo sulla sua tazza di caffè.
"Non voglio più parlare di lei, se dobbiamo essere amici, devo sapere qualcosa di te e Regan."
"Riley." Scatta e io ridacchio leggermente.
"Fastidioso, eh?" Le chiedo e lei mi manda un'occhiata torva.
Lillian inizia a raccontarmi di come ha incontrato Riley. Erano state messe insieme per l'orientamento del primo anno di università di Lillian. Riley era stata rude all'inizio, ma poi ci ha provato con Lillian, sorprendendo entrambe. A quanto pare, Riley ha una vena gelosa e un temperamento irritabile. Suona familiare.
"La maggior parte dei nostri litigi nascono dalla sua gelosia. Ha sempre paura che mi allontanerò da lei, non so perché, è lei quella che ottiene attenzioni sempre da tutti, maschi e femmine. Ha avuto storie con entrambi i sessi." Sospira.
"Tu no?"
"No, io non sono mai stata con un ragazzo." Arriccia il naso. "Beh, una volta in terza media perché sentivo di dovere, i miei amici mi assillavano per non aver mai avuto un ragazzo."
"Perché non gliel'hai detto e basta?" Le chiedo.
"Non è così semplice."
"Dovrebbe."
Sorride, "Sì, dovrebbe, ma non lo è. Comunque, non sono mai stata con nessuno a parte Riley e un'altra ragazza, ma Riley ha avuto molte storie." Si acciglia.
Il resto della mattinata e del pomeriggio passano così, ad ascoltare i problemi di questa ragazza. Non mi dispiace tanto come pensavo però. È bello sapere che non sono l'unico con questo genere di problematiche. Lillian mi ricorda molto Tessa e Liam, se venissero uniti in una sola persona, di sicuro sarebbero questa ragazza. Odio ammetterlo, ma non mi dispiace tanto la sua compagnia, è un'emarginata, come me, e non mi giudica perché a malapena mi conosce. Estranei entrano ed escono dalla caffetteria e ogni volta che entra una persona bionda, non posso evitare di alzare lo sguardo, nella speranza che sia la mia straniera.
"Mi sta chiamando mio padre." Abbassa lo sguardo sul suo telefono che vibra sul tavolo. "Merda, sono quasi le cinque." La voce trasuda panico. "Dobbiamo andare, beh, io devo andare. Non ho ancora niente da mettere stasera."
"Per cosa?" Le chiedo quando si alza.
"La cena, andiamo a cena con i tuoi."
"Karen non è mia.." Inizio, ma decido di lasciar stare. Lo sa che Karen non è mia madre.
La seguo lungo l'isolato verso un piccolo negozio d'abbigliamento pieno di vestiti colorati e gioielli sgargianti. Odora di naftalina e acqua salata.
"Non c'è niente tra cui scegliere." Si lamenta, tenendo un vestito svolazzante di un rosa brillante.
"E' osceno." Le dico e lei annuisce, riappendendolo.
Non posso evitare di pensare a cosa sta facendo Tessa adesso. Si sta chiedendo dove sono? Sono sicuro che pensa che sono Lillian, il che è vero, ma non ha niente di cui preoccuparli. Lo sa.
No, non è vero. Non le ho detto della ragazza di Lillian.
"Tessa non sa che sei gay." Dico senza pensare, mentre lei mi mostra un vestito nero di perline. "Non ho intenzione di darti consigli di moda, quindi smettila di provare." Mi lamento e lei alza gli occhi al cielo.
"Perché non gliel'hai detto?"
"Non lo so, non ci ho pensato."
"Dovresti dirglielo, non c'è da stupirsi se ti ha quasi schiaffeggiato." Sorride. Sapevo che non avrei dovuto dirle del tentativo di Tessa di darmi uno schiaffo.
"Sta' zitta, glielo dirò.." Anche se potrebbe andare in mio favore non dirglielo. "Forse." Aggiungo e Lillian alza gli occhi al cielo, di nuovo. Alza gli occhi al cielo quasi quanto Tessa. "Lei è difficile e io so quello che faccio, okay?" Almeno penso. So esattamente come spingere i suoi tasti per ottenere quello che voglio.
"Devi vestirti elegante stasera, il posto in cui andiamo è disgustosamente pretenzioso." Mi avverte.
"Diavolo, anche no."
"Perché no? Vuoi che la signora sia un po' meno incazzata, no?"
"La signora? Non chiamarla così." Il suono mi lascia stupito per un momento.
"Almeno metti una camicia, altrimenti mio padre ti farà una merda tutta la serata." Dice, schiaffandomi una camicia bianca contro il petto.
Entra nel camerino e ne esce qualche minuto dopo con addosso un vestito nero. Le sta bene, è sexy e tutto, ma inizio immediatamente a fantasticare su come starebbe a Tessa. Sarebbe molto più stretto sopra, le tette di Tessa sono più grandi di quelle di Lillian, e i fianchi un po' più larghi, quindi riempirebbe il vestito molto meglio. "Non è brutto come il resto della merda qui dentro." Le faccio un mezzo complimento e lei chiude la tendina del camerino alzando ancora una volta gli occhi e il dito medio.
...
"Oh, mio dio.." Sussurra forte Lillian. Vengo interrotto dai miei pensieri riguardo il mio litigio di prima con Tessa e quando alzo lo sguardo, vedo ciò per cui è rimasta a bocca aperta.
Tessa.
Vestita.. con un vestito.. quel fottuto vestito che fa sembrare il suo seno già grande.. cazzo. Sbatto gli occhi rapidamente, cercando di riprendermi prima che raggiunga il tavolo. Per un momento, sono convito di star avendo le allucinazioni, sono tornato nel negozio d'abbigliamento ad immaginare quell'esatto vestito su di lei. È ancora più sexy di quanto avessi immaginato. Porca puttana. Guardo come ogni uomo a cui passa a fianco si gira a guardarla, uno fa persino cadere il bicchiere. Afferro il bordo del tavolo in attesa che lo stronzo le rivolga la parola. Se lo fa, cazzo, giuro che..
"Quella è Tessa? Oddio mio." Lillian praticamente ansima.
"Smetti di fissarla." L'avverto e lei ride.
L'uomo si allontana da sua moglie mentre i suo occhi seguono la mia ragazza.
"Rilassati." Dice Lillian, indicando le mie mani. Le mie nocche sfregiate adesso sono bianche a causa della forte presa sul tavolo. Liam attira Tessa più vicino a lui e via dallo stronzo sposato, lei gli sorride e lui l'attira ancora più vicino mentre camminano.
Che cazzo significa?
Tessa resta dietro Liam mentre tutti fanno la normale merdata del 'sono così fottutamente di classe perché ti stringo la mano anche se ti ho visto ieri sera'. Prima che me ne accorga, i suoi occhi trovano Lillian e li spalanca prima di assottigliarli. È gelosa. Ci speravo.
POV di Tessa.
Cerco di ignorare il panico che mi scorre dentro alla vista di Harry seduto a fianco alla ragazza. Non fa neanche un cenno alla mia presenza mentre mi siedo a fianco a Liam, dall'altra parte de tavolo rispetto ad Harry.
"Ciao, e tu saresti?" Mi chiede l'uomo con un sorriso. Posso dire dal suo tono che è uno di quegli uomini che pensano di essere migliori di tutti gli altri nella stanza.
"Io sono un'amica di Liam, mi chiamo Tessa." Sorrido seccamente per la mia presentazione. I miei occhi saettano verso Harry e ha le labbra premute in una linea sottile. Avrei potuto presentarmi come la sua ragazza, ma quale sarebbe stato il punto? Si sta chiaramente intrattenendo con la figlia di quest'uomo, perché rovinare loro il divertimento?
"E' bello conoscerti. Siete una coppia adorabile." Scampanella la donna alla sua destra e Harry tossisce o si affoga, non ne sono sicura e non voglio guardarlo, ma non posso evitarlo. Quando lo faccio, ha gli occhi stretti e mi manda un'occhiataccia.
"Non siamo una coppia." Ride Liam e guarda Harry, aspettando che dica qualcosa, ma non lo fa.
La ragazza sembra leggermente persa e un po' a disagio. Bene. Harry si avvicina a lei e le dice qualcosa all'orecchio, lei gli sorride prima di scuotere la testa. Che diavolo sta succedendo?
"Io sono Lillian, è un piacere conoscerti." Si presenta con un sorriso amichevole.
Stronza.
"Anche per me." Riesco a dire in risposta. Il cuore mi martella nel cesto e riesco a stento a vedere. Se non fossimo al tavolo con la famiglia di Harry e gli amici di Ken, butterei un drink in faccia ad Harry e non avrebbe occasione di fermarmi dallo schiaffeggiarlo stavolta.
"Sai cosa vuoi?" Mi chiede Liam a bassa voce. S che sta cercando di distrarmi da Harry e la sua nuova amica.
"Non.. non lo so." Sussurro e guardo il menù laminato. Non riesco ad immaginare di mangiare al momento, il mio stomaco non la smette di rivoltarsi e sembro non riuscire a controllare il mio respiro.
"Vuoi andartene?" Mi dice all'orecchio. Guardo dall'altra parte del tavolo, verso Harry, e i suoi occhi incontrano i miei prima di girarsi di nuovo verso Lillian.
Sì. voglio andarmene fottutamente da qui e dire ad Harry non rivolgermi mai più la parola.
"No, non voglio andare da nessuna parte." Dico e mi sistemo sulla sedia, drizzando la schiena contro lo schienale.
"Bene." Mi elogia Liam mentre un bel cameriere raggiunge il nostro tavolo.
"Vogliamo tre bottiglie del vostro miglior vino bianco." Gli dice l'amico di Ken e lui annuisce prima di prendere un piccolo taccuino dalla tasca frontale del suo grembiule nero. Si pulisce la mano sulla maglietta bianca prima di usare la penna presa da dietro l'orecchio per scribacchiare li ordini. Non ho mai sentito nominare nessuno dei piatti che sono stati ordinati, ma non penso che mangerò molto comunque.
Cerco disperatamente di non guardare dall'altra parte del tavolo ad Harry, ma è difficile, dannatamente difficile. Perché è venuto qui con lei? Si è anche vestito elegante, se sotto il tavolo non indossa dei jeans, penso che ciò che è rimasto del mio cuore ne sarà distrutto. Mi ci vuole un'ora per far vestire Harry in qualcosa di diverso da jeans neri e una t-shirt, eppure eccolo seduto difronte a me con addosso una camicia bianca.
"Siete tutti pronti ad ordinare?" Il cameriere, Robert, è questo il nome stampato sulla targhetta attaccata alla maglietta. I suoi occhi incontrano i miei e apre leggermente la bocca, prima di distogliere velocemente lo sguardo, solo per guardarmi di nuovo. È questo vestito e la dannata scollatura. Gli rivolgo un piccolo sorriso imbarazzato e lui lo ricambia, le guance e il collo leggermente arrossati.
Mi aspetto che guardi Harry, ma poi realizzo che visto il modo in cui siamo seduti, siamo io e Liam a sembrare una coppia, insieme ad Harry e Lillian. Il mio stomaco fa un'altra capriola.
"Prendi gli ordini o vattene." Harry interrompe i miei pensieri e tutta l'attenzione viene portata sul timido cameriere.
"S.. scusate." Balbetta e lascia il tavolo in fretta.
Lancio un'occhiataccia ad Harry, ma a lui non sembra importare, è troppo infatuato da quei dannati occhi blu. Mentre li guardo, mi sento come se fosse un estraneo, come se mi stessi intromettendo in un momento privato condiviso tra una coppia innamorata. Il pensiero mi fa salire della bile in gola. La ingoio e sono grata quando l'uomo torna col vino e secchielli per il ghiaccio. Harry lo guarda tutto il tempo e io alzo gli occhi al cielo per la sua audacia nel mandare occhiatacce al ragazzo, quando lui si sta comportando come se non mi conoscesse affatto.
Il mio bicchiere viene riempito fino all'orlo e lo ringrazio silenziosamente, lui sorride meno timidamente stavolta e si sposta a riempire quello di Liam. Non ho mai visto Liam bere, a parte al matrimonio, e anche in quell'occasione, bevve solo un bicchiere di champagne. Se non mi sentissi così in disordine a causa del comportamento di Harry, rifiuterei il vino e non berrei davanti a Ken e Karen, ma ho avuto una lunga giornata e senza il vino, non penso di farcela a superare questa cena.
"No, grazie." Karen copre il suo bicchiere con una mano per prevenire il ragazzo biondo dal vessarle del vino.
Alzo lo sguardo su Harry per assicurarmi che non stia pianificando di lanciare un commento maligno a suo padre, ma ancora una volta, sta parlando a bassa voce con Lillian. Sono così confusa al momento, perché lo sta facendo? Sì, abbiamo litigato, ma questo è troppo.
Il vino è fresco e frizzante, deliziosamente dolce sulla lingua e io cerco di darmi una regolata. L'ultima cosa di cui ho bisogno è ubriacarmi e diventare emotiva davanti a tutti. Harry non rifiuta il vino, ma Lillian sì. Lui alza gli occhi al cielo, prendendola in giro, e io mi costringo a distogliere lo sguardo da loro, prima di trasformarmi in una pozzanghera di lacrime sul pavimento di legno ridipinto.
...
"Max si era messo a scalare il muro, era talmente ubriaco che fu dovuto essere tirato giù dalla polizia del campus." Dice Ken e tutti ridono, a parte Harry ovviamente.
Ruoto la forchetta tra la pasta e prendo un altro boccone. Mi concentro su come  le tagliatelle si avvolgono strette intorno ai pioli della forchetta, altrimenti dovrei concentrarmi su Harry.
"Penso tu abbia un ammiratore." Mi dice la moglie di Max. alzo lo sguardo e seguo il suo su Rober che sta togliendo i piatti dal tavolo di fianco al nostro, i suoi occhi su di me.
"Non prestargli troppa attenzione, è un cameriere dopo tutto." Afferma Max con un sorriso sornione e io sono sorpresa dal suo commento insensibile.
"Papà." Lillian lancia un'occhiata a suo padre e lui le sorride, prima di tagliare la bistecca.
"Scusa, tesoro, sto solo dicendo la verità.. Una ragazza bella come Tessa non dovrebbe guardare nessuno che fa un lavoro del genere." Mox continua con i suoi commenti degradanti, e io faccio cadere la forchetta sul piatto.
"No." Mi dice Harry, rivolgendomi la parola per la prima volta da quando sono arrivata. Distolgo lo sguardo da lui e torno a guardare Max, pesando le mie opzioni. Si sta comportando da stronzo e ho bevuto quasi un intero bicchiere di vino. Probabilmente dovrei tenere la bocca chiusa, come ha detto Harry.
"Non puoi parlare in questo modo delle persone." Lillian guarda suo padre e lui fa spallucce.
"Va bene, non voglio far dispiacere nessuno." Brontola, masticando la sua carne. Sua moglie sembra imbarazzata mentre si pulisce gli angoli della bocca con un tovagliolo di stoffa.
"Ho bisogno di più vino." Dico a Liam e lui sorride, passandomi il suo bicchiere mezzo vuoto.
"Aspetterò che il cameriere torni al tavolo, grazie lo stesso." Sorrido. Posso sentire gli occhi di Harry su di me, mentre mi guardo intorno nel ristorante. Non vedo i suoi capelli biondi, quindi mi allungo e prendo la bottiglia da sola per riempirmi il bicchiere.
Un po' mi aspetto che Max faccia un commento sulle mie azioni, ma non lo fa. Harry fissa freddamente dall'altra parte della stanza e Lillian parla con sua madre. Io sono nel mio mondo, un modo in cui Harry è seduto a fianco a me, la mano sulla mia coscia mentre si avvicina per fare qualche commento sfacciato, facendomi ridere e arrossire febbrilmente.
Mi sento la testa un po' leggera mentre ripulisco il mio piatto dal cibo e finisco il mio secondo bicchiere di vino. Liam sta avendo una conversazione sullo sport con Max e Ken, ovviamente. Io fisso la tovaglia decorata, cercando dei volti tra i vortici bianchi e neri. Ne trovo uno che assomiglia ad una H e lo traccio ripetutamente con le dita. Fermo i miei movimenti e alzo velocemente lo sguardo, paranoica che lui abbia potuto vedermi tracciare la lettera. Ma Harry non mi sta prestando attenzione, i suoi occhi sono concentrati su di lei.
"Ho bisogno di un po' d'aria." Dico a Liam e mi alzo, la sedia stride contro il pavimento di legno e Harry alza lo sguardo dalla sua conversazione, ma lo distoglie immediatamente.

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