Capitolo 213

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"Il ponte è un po' instabile, ma è abbastanza robusto.  Devo chiamare qualcuno per farlo ristrutturare." Dice Ken, mentre lo seguiamo verso il ponte dietro la cabina.
Il giardino sul retro porta direttamente al ponte, la vista è incredibile.
"Grandioso." Commenta Harry.
Le onde si infrangono sulle rocce che costeggiano la riva e io mi metto istintivamente dietro Harry.
"Che succede?" Mi chiede a bassa voce.
"Niente, sono solo un po' nervosa."
Lui si gira per guardarmi, infilando entrambe le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans, "E' solo acqua, piccola, andrà tutto bene." Sorride.
Non riesco a capire se mi sta prendendo in giro o è sincero, ma quando le sue labbra mi sfiorano la guancia, i miei dubbi spariscono.
"Avevo dimenticato che non ti piace l'acqua." Mi attira più vicina.
"Mi piace l'acqua, nelle piscine."
"E i laghi?" I suoi occhi brillano di divertimento.
"Solo di un lago." Sorrido al ricordo.
Anche quel giorno ero nervosa. Harry mi fece entrare in acqua solo attraverso la corruzione. Aveva promesso di rispondere ad una delle mie infinite domande su di lui, ma in cambio dovevo entrare in acqua con lui. Quei giorni sembrano così lontani, antichi, ma il tema comune della segretezza continua a mettere in disordine anche il nostro presente.
Harry mi prende la mano mentre seguiamo la sua famiglia lungo il ponte verso l'esemplare incredibilmente intimidatorio parcheggiato alla fine. Non so molto di barche, ma questa sembra enorme. So che non è uno yacht, ma è più grande di qualsiasi motoscafo abbia mai visto.
"E' enorme." Sussurro ad Harry.
"Shh, non dovresti parlare del mio pene in questo momento." Scherza, sorridendo.
Amo questo suo umore scherzoso ma scontroso, il suo sorriso è contagioso.
"Attenti a dove mettete i piedi." Ci dice Ken appena sale sulla scala che connette la barca al ponte.
Harry porta una mano sulla mia schiena e mi aiuta a salirci. Cerco di costringermi ad immaginare che sto salendo solo sulla piccola scala al parco giochi, non una barca enorme. La rassicurazione che mi da il tocco di Harry è l'unica cosa che mi trattiene dal ritornare di corsa sul ponte instabile e nella cabina, per nascondermi sotto il letto.
"Non è uno yacht, ma a noi va bene."
La barca è bella, rivestita di pelle bianca a caramello. L'area per sedersi è grande, abbastanza grande perché tutti noi possiamo sederci comodamente.
E' bello vedere che la tua barca è più bella di casa di mamma." Commenta Harry e il sorriso orgoglioso di Ken svanisce.
"Harry." Sussurro, tirandogli la mano.
"Scusa." Sbuffa.
Ken sospira, ma accetta le scuse di suo figlio prima di andare verso l'altro lato della barca.
"Stai bene?" Harry si abbassa verso di me.
"Sì, solo sii carino, per favore. Ho già la nausea."
"Sarò carino, mi sono già scusato."
Si siede su uno dei divani e io lo raggiungo. Liam prende la busta degli alimenti dalle sue braccia e si abbassa per aprire delle lattine e buste di snack.
Guardo oltre la barca, verso l'acqua. È bellissimo, il sole balla sull'oceano.
"Ti amo." Dice dolcemente la voce di Harry al mio orecchio.
La barca si accende con un leggero ronzio e io mi avvicino ad Harry.
"Ti amo." Rispondo, riportando lo sguardo sull'acqua.
"Se andiamo abbastanza lontano, potremmo vedere qualche delfino, o se siamo fortunati, una balena!" Dice Ken ad alta voce.
"Una balena di sicuro rovescerebbe questa barca nel tempo di un attimo." Osserva Harry e io sussulto al pensiero.
"Merda, scusa." Dice.
Quanto più ci allontaniamo dalla costa, più divento calma. È strano, pensavo sarebbe stato il contrario, ma mi arriva una certa serenità alla consapevolezza di essere così disconnessa dalla terra ferma.
"Vedete spesso i delfini qui?" Chiedo a Karen, mentre sorseggia la sua bevanda.
"No, solo una volta, ma continuiamo a provare." Sorride.
"Non posso credere che bel tempo c'è oggi, sembra giugno." Commenta Liam, togliendosi la t-shirt.
"Stai lavorando sulla tua abbronzatura?" Gli chiedo, vedendo il suo torso pallido.
"Sì, anche se non avrò bisogno dell'abbronzatura in città."
"Se l'acqua non fosse ghiacciata, potremmo andare a fare un bagno più vicino alla costa." Dice Karen.
"Magari in estate." Le ricordo e lei annuisce felice.
"Almeno abbiamo la Jacuzzi in cabina." Dice Ken.
"Pensavo fosse rotta?" Chiede Liam a sua madre.
"No, adesso l'abbiamo fatta aggiustare. È sul balcone della stanza di Harry e Tessa." Dice.
Harry resta in silenzio a fissare lontano.
"Guardate! Lì!" Ken indica dietro di noi.
Io ed Harry ci giriamo velocemente e mi ci vuole un momento per vedere cosa sta indicando. Un gruppetto di delfini stanno nuotando a filo d'acqua. Non sono vicini alla barca, ma lo sono abbastanza perché si veda come si muovano in sincrono attraverso le onde.
"E' il nostro giorno fortunato!" Ride Karen.
Il vento soffia i miei capelli sul mio viso, bloccandomi la vista per un momento, ma Harry alza una mano per sistemarmeli dietro l'orecchio. Sono sempre le piccole cose che fa, i modi che trova per toccarmi senza pensarci, che mi fanno sentire le farfalle nello stomaco.
"Che bello che è stato." Gli dico.
"Sì, è vero." Sembra sorpreso.
Dopo due ore di conversazione sul canottaggio, le belle estati qui, gli sport e un'imbarazzante menzione di Seattle che Harry ha bloccato appena è iniziata, Ken si dirige di nuovo verso la costa.
"Non è stato così male, vero?" Ci chiediamo io ed Harry a vicenda nello stesso momento.
"Immagino di no." Ride, aiutandomi a scendere la scala verso il ponte.
Il sole gli ha colorato le guance e il naso, i capelli sono indomati e gonfi a causa del vento. È così bello, che fa male.
"Vado a preparare il pranzo, sono sicura che abbiamo tutti fame." Annuncia Karen quando entriamo nella cabina.
"Cos'altro c'è da fare qui?" Chiede Harry a suo padre.
"Beh, c'è un bel ristornate in città, stavamo pensando di cenare tutti lì domani, c'è un cinema vecchio stile, una libreria.."
"Quindi un mucchio di roba pallosa?" Dice Harry, le parole dure, ma il tono scherzoso.
"E' un bel posto, dovresti dargli un'occasione." Dice Ken. Non sembra offeso dalle parole di suo figlio.
Restiamo tutti e cinque in cucina mentre Karen mette insieme un piatto di panini e frutta. Harry, che oggi si sta comportando in modo estremamente affettuoso, poggia una mano sulla mia coscia ancora una volta.
Magari questo posto gli fa bene.
Dopo pranzo, aiuto Karen a pulire la cucina e preparare una limonata, mentre Harry e Liam discutono di quanto è terribile la letteratura moderna. Non posso evitare di ridere quando Liam nomina Harry Potter. Questo manda Harry in un discorso lungo cinque minuti sul perché non ha mai letto e mai leggerà i libri, e Liam prova disperatamente a fargli cambiare idea.
"Io e Karen andiamo alla cabina di un nostro amico a qualche porta di distanza, se volete venire." Ci propone Ken.
Harry mi guarda dall'altra parte della stanza e io aspetto la sua risposta.
"Io passo." Dice alla fine, continuando a guardarmi.
Liam sposta lo sguardo tra me e Harry, prima di dare la sua risposta, "Io vengo." Dice, e giuro di coglierlo fare un sorrisetto ad Harry prima di girarsi di nuovo verso Ken.
"Se avete bisogno di qualcosa, chiamatemi sul cellulare, non dovremmo stare via per più di un'ora o due." Dice Ken.
Appena si chiude la porta d'ingresso, Harry si sposta per raggiungermi sul divano.
"Non volevi andare?" Gli chiedo.
"Cazzo, no, perché diavolo dovrei voler andare? Preferisco molto di più stare qui con te, da soli." Mi sposta i capelli dal collo, mandandomi un leggero brivido per tutto il corpo.
POV di Harry.
"Tu volevi andare a sederti ad ascoltare un mucchio di persone noiose del cazzo che parlano di merdate noiose del cazzo?" Le chiedo, le mie labbra a stento le sfiorano la mascella.
"No." Il suo respiro è già cambiato.
"Sei sicura?" Scherzo e faccio scorrere il naso sul suo collo, facendo in modo che pieghi la testa.
"Non lo so, sarebbe potuto essere più divertente di questo." Dice e io ridacchio nel suo collo, baciandola dove appaiono brividi sulla sua pelle grazie al mio tocco.
Per niente fottutamente probabile.
"Io non penso, abbiamo una vasca idromassaggio nella nostra camera, ricordi?"
"Sì, ma non possiamo farcene niente, perché io non ho un costume." Le succhio leggermente la pelle sul collo e immagino come starebbe con addosso un costume.
Cazzo.
"Non ne hai bisogno."
"Sì, invece! Non ho intenzione di entrare in una vasca idromassaggio senza vestiti."
"Perché no?"
A me sembra una cosa proprio abbastanza divertente.
"Perché c'è la tua famiglia."
"Non so perché usi sempre questa cosa come scusa." Sposto la mano sul suo grembo e la premo contro la cintura dei suoi jeans. "A volte penso che potrebbe piacerti."
"Piacermi cosa?" Chiede, praticamente fottutamente ansimando.
"La possibilità di essere beccata."
"Perché mai a qualcuno dovrebbe piacere?"
"A molte persone piace, l'ebrezza di essere scoperti, sai?" Applico più pressione tra le sue gambe e lei cerca di tenerle chiuse.
"No, è.. non lo so, ma a me non piace." Mente.
Sono dannatamente abbastanza sicuro che le piaccia.
"Mhmm.."
"Non mi piace!" Si difende, le guance arrossate e gli occhi spalancati per l'imbarazzo.
"Tess, va bene che ti piaccia. È davvero fottutamente sexy." Le assicuro.
"Ma non è così."
Come no, Tessa.
"Okay, non è così." Alzo le mani in segno di resa. Sapevo che non esisteva al mondo che lo ammettesse, ma ehi, valeva la pena tentare.
"Hai intenzione di alzarti e venire nella Jacuzzi con me?" Le chiedo e tolgo la mano da lei.
"Vengo, ma non entro."
"Accomodati." Sorrido e mi alzo dal divano.
So che finirà con l'entrarci con me, ha solo bisogno di più persuasione della maggior parte delle ragazze. A pensarci, non sono mai stato in una Jacuzzi con una ragazza, nudo o meno.
Si alza con me e avvolge la sua piccola mano intorno al mio polso mentre saliamo verso la stanza che è considerata nostra per i prossimi pochi giorni. Il balcone connesso alla stanza è quello che mi ha portato a sceglierla, nel momento in cui ho visto la Jacuzzi, dovevo farci entrare Tessa.
Neanche il letto è male, è piccolo, ma noi non abbiamo bisogno di un letto grande, dato che dormiamo in ogni dannato modo.
"Amo davvero questo posto, è così pacifico." Dice e si siede sul letto per togliersi le scarpe mentre io apro la doppia porta del balcone.
"Non è male." Se mio padre, sua moglie e Liam non ci fossero, sicuro come la morte sarebbe meglio.
"Non ho niente da mettere per domani al ristorante di cui stava parlando tuo padre."
"Allora non ci andremo." Faccio spallucce e mi abbasso per accendere la Jacuzzi.
"Io voglio andare, solo che non sapevo saremmo usciti."
"E' colpa loro che non si sono organizzati bene, allora, andremo con i jeans."
Sfido chiunque a dirle qualcosa per quello che indossa.
"Non lo so."
"Beh, se non vuoi mettere i jeans, possiamo trovare un negozio in questa discarica per comparti qualcos'altro." Le propongo e lei sorride.
"Come mai sei così di buon umore?" Tessa alza un sopracciglio.
"Non lo so.. lo sono e basta."
"Okay.. devo preoccuparmi?" Mi chiede, uscendo sul balcone con me.
"No."
Sì.
"Almeno ti siedi con me qui fuori mentre io mi godo il relax dell'acqua bollente?" Lei ride e annuisce, sedendosi sulla sedia di vimini a fianco alla vasca.
Guardo i suoi occhi innocenti mentre mi guarda togliermi la maglietta e i pantaloni. Mi lascio i boxer, così può toglierli lei.
"Sicura di non voler entrare?" Le chiedo, alzando una gamba sul bordo, ed entro.
Cazzo, è bollente come l'infermo. Qualche secondo dopo, il bruciore sparisce e mi poggio contro la plastica dura.
"Sono sicura." Dice e si guarda intorno.
"Non può vederci nessuno, pensi davvero che ti proporrei di entrare qui dentro nuda se qualcuno potesse vederti?" Le chiedo.
Dovrebbe saperlo.
"E se tornano?" Chiede a bassa voce, come se qualcuno potesse sentirla.
"Hanno detto un'ora o due."
"Sì, ma.."
"Pensavo stessi imparando a vivere un po'?" Prendo in giro la mia bellissima ragazza.
"Infatti."
"Sei lì seduta su una sedia con il broncio, mentre io mi godo la vista." Le faccio notare.
"Non ho il broncio." Si imbroncia ancora di più.
"Okay." Le faccio un sorrisetto, sapendo che questo la irriterà ancora di più.
Chiudo gli occhi, mentre lei increspa le labbra.
"Di sicuro mi sento solo qui, potrei dovermi prendere cura di me stesso."
"Non ho niente da mettere."
"Deja-vù." Commento, pensando alla nostra volta al lago, per la seconda volta in una giornata.
"Io.."
"Entra in questa dannata vasca e basta."
"Va bene, okay!"
Non è stato difficile come pensavo. Quando apro gli occhi, quasi mi affogo. Si sta alzando la maglietta dalla testa e ovviamente, indossa quel dannato reggiseno rosso.
"Togliti il reggiseno."
Lei si guarda intorno e io scuoto la testa. L'unica cosa che può vedere da questo balcone sono alberi e acqua.
"Toglilo." La persuado e lei annuisce, facendo scivolare le spalline lungo le braccia.
Non ne avrò mai abbastanza di lei, non importa quante volte la tocco, la scopo, la bacio, la stringo, non sarà mai abbastanza, vorrò sempre di più. Non si tratta neanche del sesso, che facciamo spesso, è che sono l'unico con cui lei è mai stata e si fida abbastanza di me da spogliarsi su un fottuto balcone.
Perché sono un tale casino?
I suoi jeans raggiungono la sua maglietta e il suo reggiseno sulla sedia, piegati perfettamente, ovviamente.
"Mutandine." Le ricordo.
"No, tu ti sei lasciato i boxer." Dice ed entra in acqua. "Ahia." Squittisce, ritirando il piede, prima di entrare.
Sospira, suppongo sia perché si è abituata all'acqua.
"Vieni qui." Allungo un braccio e me la metto sulle gambe.
Suppongo che queste scomode sedute di plastica possano risultare utili dopo tutto. La sensazione sul suo corpo contro il mio con i getti che pulsano, mi fanno venire voglia di strapparle immediatamente quelle mutande.
"Potrebbe essere così a Seattle, sempre." Dice, avvolgendo le braccia intorno al mio collo.
"Così come?" L'ultima cosa che voglio fare è fottutamente parlare di Seattle. Se potessi trovare un modo per cancellare quella dannata città dalla cartina, lo farei.
"Così." Indica noi due. "Solo noi, niente problemi con i tuoi amici, tipo Molly, nessun trascorso negativo, solo io e te in una nuova città. Potremmo iniziare da capo, Harry, insieme."
"Non è così semplice." Le dico.
"Sì, invece, niente più Zayn."
"Pensavo che fossi venuta qui dentro per scoparmi, non parlare di Zayn." Scherzo e lei si irrigidisce.
"Scusa, io.."
"Calmati sto scherzando. Beh, riguardo la cosa di Zayn." Sposto il suo corpo sul mio, in modo che mi stia a cavalcioni, il suo petto nudo contro il mio.
"Sei tutto per me, lo sai, non è vero?" Ripeto la domanda che le ho posto fin troppe volte.
Questa volta non mi risponde, poggia i gomiti sulle mie spalle, infila le dita tra i miei capelli e mi bacia.

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