Capitolo 221

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POV di Harry.
"Non voglio rinunciare a Seattle per te e quindi ti rivolti contro di me?" Sbatte gli occhi, "Ti presenti qui con lei e mi dici tutte queste cose offensive, pensavo avessimo superato questa fase. Cos'è successo al tuo non essere in grado di vivere senza di me? Cos'è successo al tuo cercare di fare del tuo meglio per trattarmi come dovresti?"
Voglio ferirla, farla sentire una merda, come mi sono sentito io quando ho guardato fuori e l'ho vista ridere. Stava fottutamente ridendo quando avrebbe dovuto starsene seduta difronte a me a competere per la mia attenzione. Era come se non gliene fottesse un cazzo che mi avvicinavo a Lillian. Era troppo concentrata sul quel fottuto cameriere e quel diavolo che stava dicendo.
La mia mente passa in rassegna pensieri carichi di odio per sceglierne uno che sono sicuro l'abbatterà. La frase di Lillian di stamattina mi salta in mente e la dico prima di potermi fermare, "C'è una grande differenza tra il non poter vivere senza qualcuno e amare quel qualcuno." Indietreggia da me come se le parole l'avessero colpita. Quasi voglio rimangiarmele, quasi. Se le merita, davvero. Non avrebbe dovuto dire che non vuole che vado a Seattle con lei.
Mi giro e la lascio da sola. Ha detto che mi sono rivoltato contro di lei, ma non è vero. Io sono qui per lei, sono dalla sua parte. È lei che cerca di lasciarmi ad ogni dannata occasione. Lillian mi aveva consigliato di seguire Tessa fuori e dirle del suo orientamento sessuale, ma non si era resa conto che Tessa era fuori a flirtare col il nostro coglione di un cameriere.
"Me ne vado." Annuncio quando raggiungo il tavolo. Sei paia di occhi mi guardano e Liam alza i suoi al cielo prima di guardare verso la porta. "Sta fuori." Gli dico sarcasticamente. Può andare lì fuori e mettersi dei fottuti guanti di lana per lei, sicuro come la morte io non lo farò.
"Cos'hai fatto adesso?" Ha il coraggio di chiedermi davanti a tutti.
"Fatti i fottuti affari tuoi." Gli lancio un'occhiata.
"Harry." Mi avverte mio padre. Non anche lui, a quanto pare sono tutti fottutamente contro di me. Se mio padre vuole iniziare a litigare con me, cazzo, lo sfido a farlo.
"Vado anche io." Dice Lillian, alzandosi dal tavolo.
"No." Scatto, ma lei mi ignora e mi segue mentre attraverso il ristorante ed esco dalla porta d'ingresso.
"Che cavolo è successo?" Mi chiede quando usciamo.
"Era lì fuori con quel fottuto tizio, ecco cosa è successo."
"E poi? Cosa ha detto quando le hai detto che non sono una minaccia?" Inciampa leggermente nei suoi tacchi alti, ma non mi fermo per aiutarla mentre cerco di decidere dove diavolo sto andando. Sapevo che sarei dovuto venire con la mia fottuta auto, ma no, Tessa doveva fare a modo suo. Che sorpresona.
"Non gliel'ho detto."
"Perché no? Sai cosa starà pensando adesso?"
"Non me ne fotte un cazzo di quello che pensa, spero pensi che voglio scoparti."
Smette di camminare.
"Perché? Se la ami, perché vuoi che pensi questo?"
Oh, fantastico, adesso anche Lillian mi si sta rivoltando contro. "Perché deve imparare che.."
"Smettila, smettila qui, perché lei non deve imparare niente. A me sembra che sei tu quello a dover imparare qualcosa, cosa le hai detto?"
"Le ho detto quello che mi hai detto tu stamattina sul fatto che c'è differenza tra il non essere in grado di vivere senza qualcuno e l'amare quel qualcuno." Le dico e lei inizia a camminare di nuovo.
"Gliel'hai detto nel senso che non puoi vivere senza di lei ma non la ami?"
"Sì, non te l'ho appena detto?" Deve andarsene e basta perché mi sta dando sui fottuti nervi proprio come Tessa.
"Wow." Ride. Adesso ride anche di me?
"Cosa? Cosa c'è di così divertente?" Quasi urlo contro la ragazza.
"Proprio non ti rendi conto." Continua a deridermi. "Quando ti ho detto quella cosa stamattina, non mi riferivo a te, stavo parlando di lei. Intendevo che solo che perché pensi che non possa vivere senza di te, questo non significa che ti ami."
"Che?"
"Tu presumi di averla così legata al dito che lei non ti lascerà perché non può vivere senza di te, quando in realtà sembra che tu la tenga in trappola ed è per questo che non ti lascia, non perché ti ama, ma perché l'hai fatta sentire come se non potesse vivere senza di te."
"No, lei mi ama." So che è così ed è per questo che mi seguirà qui fuori a momenti.
"Davvero? Perché dovrebbe quando fai cose per ferirla di proposito?"
Ne ho avuto abbastanza delle sue merdate. Mi giro a guardarla, "Non sei nella posizione per fare una dannata ramanzina a qualcun altro, quando la tua ragazza probabilmente si sta scopando qualcun altro in questo momento, mentre tu sei qui a cercare di combinare un matrimonio tra me e Tessa." Ringhio, buttando le mani in aria.
Lei spalanca gli occhi e fa un passo via da me, proprio come Tessa qualche minuto fa. I suoi occhi blu iniziano a bagnarsi, brillando nel buio. Lillian scuote la testa e inizia a tornare verso il parcheggio del ristorante.
"Dove sai andando?" La richiamo nel vento.
"Dentro. Tessa potrà essere abbastanza stupida da sopportare la tua merda, ma io no." Per un momento, quasi seguo la ragazza che pensavo fosse mia.. amica? Non lo so, ma sentivo di potermi fidare di lei, anche se la conosco solo da due giorni.
Fanculo, io non seguo nessuno. Tessa o Tessa numero due. Possono andare entrambe all'inferno, non ho bisogno di loro.
POV di Tessa.
Lo guardo fare grandi passi attraverso la sala affollata e tornare al tavolo. Ogni mio nervo è al limite, pronto ad infiammarsi mentre l'attenzione di tutti è su Harry. Trattengo il respiro, pregando che non si risieda a fianco a Lillian e la baci per farmi un dispetto.
Mi fa male il petto, ho la gola secca, e mi gira la testa. Harry mi ha praticamente detto che non mi ama e che mi segue solo per fare sesso. La cosa peggiore di quello che mi ha detto è che so che non lo pensa davvero. So che mi ama, lo so. A modo suo mi ama più di tutto, me l'ha dimostrato più volte negli ultimi sei mesi. Ma mi ha anche dimostrato che non si ferma davanti a nulla pur di ferirmi, pur di farmi sentire debole solo perché il suo ego è stato ferito. Se mi amasse come dovrebbe, non mi ferirebbe di proposito.
Non può essere vero che vuole solo fare sesso con me. Non mi vede davvero come un giocattolo, vero? Certo che no.
Ma l'ha detto con una tale convinzione, senza neanche battere ciglio. Sinceramente non lo so più. Attraverso tutti i litigi, le lacrime, i buchi nei muri, ho sempre avuto la piccola certezza che mi ama, senza quella, non abbiamo niente. Io non ho niente, senza di lui.
"C'è una differenza tra il non essere in grado di amare qualcuno e amare quel qualcuno," le parole mi tagliano ancora una volta.
All'interno del ristorante, Lillian si acciglia e guarda Harry che adesso sta parlando con Ken, o Liam, non riesco a capire. Affondo le unghie nei palmi delle mani e accolgo il dolore, non ho intenzione di spezzarmi e seguirlo. Le sue parole sono state offensive e le ha dette per avere una reazione da me.
Non noto la porta del balcone aprirsi finché Robert non è a fianco a me.
"Ti ho portato qualcosa." Alza la bottiglia di vino tra le sue mani, scuotendola scherzosamente. Abbassa una spalla e un sorriso si espande sul suo bel viso.
Mi sorprendo sorridendo, un sorriso vero, nonostante dentro stia urlando, accucciata in un angolo a piangere.
"Il vino della pietà?" Chiedo, allungando una mano verso la bottiglia con l'etichetta bianca. Riconosco che è la stessa che aveva ordinato Max, deve costare una fortuna.
"Quale altro tipo di vino esiste?" Ghigna, poggiandola nelle mie mani. La bottiglia è fredda, ma quasi non sento più le mani a causa dell'aria di febbraio.
"Bicchieri." Sorride, affondando le mani nelle tasche del suo grembiule. "Non sono riuscito a farci entrare veri bicchieri da vino, quindi ho preso questi." Mi passa un bicchiere di polistirolo bianco e io lo alzo mentre lui stappa la bottiglia.
"Grazie." Il vino riempie il piccolo bicchiere e me lo porto alle labbra nel momento in cui smette di versarlo.
"Possiamo entrare, sai? Ci sono delle sezioni già chiuse, quindi possiamo sederci lì." Dice Robert e poi prende un sorso.
"Non lo so." Sospiro, spostando lo sguardo verso il tavolo.
"Se n'è andato," Posso sentire la compassione nella sua voce, "e anche lei." Aggiunge.
Oh.
"Oh." Se n'è andato con lei. "Ovviamente."
"Vuoi parlarne?"
"Non proprio." Faccio spallucce. "Dimmi di questo vino." Cerco di cogliere un argomento neutrale e non deprimente.
"Il vino? Okay. Beh, il vino è vecchio e invecchiato alla perfezione." Ride e mi unisco a lui.
"Okay, allora non del vino." Alzo il bicchiere per finire il resto il più velocemente possibile.
"Uhm." Dice lui, guardando dietro di me. Il mio stomaco affonda per la sua espressione nervosa e spero che Harry non sia tornato per sputarmi altro veleno. Quando mi giro, Lillian è sull'entrata, apparentemente insicura se uscire o no.
"Che vuoi?" Le chiedo. Sto cercando di controllare la mia gelosia, ma il vino che scorre in me non lavora in mio favore. Robert afferra il mio bicchiere vuoto quando il vento lo fa cadere e inizia a riempirlo di nuovo. Ho la sensazione che stia cercando di tenersi occupato per evitare qualsiasi tipo di situazione drammatica o imbarazzante che sta per accadere.
"Posso parlarti?" Mi chiede la ragazza.
"Di cosa dobbiamo parlare? A me è tutto abbastanza chiaro." Il vino freddo mi riempie la bocca e lei sospira, avvicinandosi a me.
"Sono gay."
Che?
Se gli occhi azzurri di Robert non fossero stati su di me, avrei risputato il vino nel bicchiere.
"E' vero, ho una fidanzata. Io ed Harry siamo solo amici, se proprio devi chiamarci in un modo." Si acciglia. Conosco quell'espressione. Deve averla insultata.
"Allora perché.." E' sincera? "Ma stavate tutti avvinghiati." Sono confusa.
"No, diamo che lui aveva un po'.. le mani lunghe, tipo quando ha messo il braccio sulla mia sedia, ma lo stava facendo solo per farti ingelosire."
"Perché l'ha fatto? Di proposito?" Le chiedo, so che lo farebbe, ma quel è il punto? A parte ferirmi, ovviamente.
"Gli avevo detto di dirtelo, mi dispiace se hai pensato che ci fosse qualcosa tra noi. Non è così, ho una relazione e non sono una minaccia per te."
"Mi sembravi abbastanza a tuo agio a stare al suo gioco." Commento duramente.
"Non era mia intenzione, mi dispiace davvero molto se sei stata ferita da tutta questa storia." Dice. Annaspo per cercare una ragione per mandarla a quel paese, ma non riesco a trovarne nessuna.
Il fatto che Lillian sia gay è un gran sollievo per me e vorrei averlo saputo prima, ma non cambia molto con Harry. Al massimo, rende il suo comportamento persino peggiore perché stava provando a farmi ingelosire di proposito e peggio ancora, mi ha detto le cose più offensive. Vederlo flirtare con lei non mi ha fatto male neanche la metà che sentirlo dire che non mi ama.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea nel dirmelo? Si è sfogato su di te, non è vero?" Alzo un sopracciglio e Robert mi riempe di nuovo il bicchiere.
"Sì, infatti." Fa un mezzo sorriso.
"E' bravo in questo." Dico e lei annuisce. Posso dire che è leggermente nervosa e io continuo a ricordare a me stessa che non è lei il problema, ma Harry.
"Hai altri bicchieri?" Chiedo a Robert e lui annuisce, rivolgendomi un sorriso fiero. Sento leggermente le farfalle nello stomaco, ma sono sicura che è a causa del vino.
"Non in tasca, ma posso prenderne un altro dentro." Propone educatamente. "Dovremmo comunque entrare, le tue labbra stanno diventando blu."
Alzo lo sguardo su di lui e gli guardo le labbra. Sono piene e rosa, sembrano morbide. Perché gli sto fissando le labbra? Ecco cosa mi fa il vino. Voglio fissare le labbra di Harry, ma ultimamente sembra usarle solo per urlarmi contro.
"E' dentro?" Chiedo a Lillian e lei scuote la testa. "Okay, andiamo allora. Devo comunque salvare Liam da quel tavolo, soprattutto da quel tizio, Max." Dico senza pensare. "Merda, scusa."
Lei mi sorprende ridendo. "Non fa niente, credimi. So che mio padre è uno stronzo."
Non le rispondo, potrà non essere una minaccia per la mia relazione con Harry, ma questo non significa che mi piaccia. Sembra dolce, ma fa lo stesso.
"Entriamo o.." Robert si dondola sui tacchi delle sue scarpe nere eleganti.
"Sì." Ingoio il resto del mio vino e mi dirigo dentro. "Vado a prendere Liam, tu sei sicuro di poter bere qui? Con la divisa?" Chiedo al mio nuovo amico. Non voglio metterlo nei guai. Ho la testa confusa e il pensiero di lui che viene arrestato da suo padre mi fa ridacchiare.
"Che c'è?" Mi chiede, i suoi occhi cercano il mio viso.
"Niente." Mento.
Io e Lillian andiamo verso il tavolo. Poggio le mani sullo schienale della sedia di Liam e lui si gira a guardarmi.
"Stai bene?" Mi chiede a bassa voce, mentre Lillian parla con i suoi genitori.
"Sì, più o meno." Faccio spallucce. Non starei bene, se non fossi quasi ubriaca a causa del vino. "Vuoi stare con noi? Ci mettiamo un po' qui a bere del vino.. altro vino." Sorrido.
"Chi? Anche lei?" Guarda verso Lillian.
"Sì, lei è.. beh, è a posto." Non voglio dire gli affari personali della ragazza davanti a tutti.
"Ho detto a Ken che avrei guardato la partita con loro nella cabina di Max, ma se vuoi che resti qui, resto."
"No." Voglio che resti, ma non voglio che cambi i suoi piani per me. "Non fa niente, avevo solo pensato che potessi voler andar via da loro." Sussurro e lui sorride.
"Infatti, ma Ken è emozionato che vada anche io, perché a Max piace l'altra squadra. Sicura di voler stare con quel ragazzo? Sembra simpatico, ma probabilmente Harry proverà ad ucciderlo." Dice Liam, in modo che solo io possa sentire.
"Penso sappia il fatto suo." Lo assicuro. "Divertiti a guardare la partita." Mi abbasso e premo le labbra contro la sua guancia. Mi allontano velocemente e mi copro la bocca. "Scusa. Non ho idea del perché.."
"Non fa niente." Ride, mi guardo intorno e sono sollevata nel vedere che tutti al tavolo sembrano essere immersi nella propria conversazione, per fortuna la mia imbarazzante dimostrazione d'affetto è passata inosservata. "Sta' attenta, okay? E chiamami se hai bisogno."
"Certo, tu se ti annoi, torna qui."
"Certo." Sorride. So che non si annoierà a guardare la partita con Ken. Ama passare del tempo con l'unica figura paterna della sua vita.
"Papà, sono un'adulta." Sento Lillian dire stizzita dall'altra parte del tavolo.
"Non c'è assolutamente alcun bisogno di stare buttata in mezzo ad una strada, tu torni in cabina con noi. Fine della discussione." Dice Max. E' ovvio che è uno di quegli uomini che amano avere il controllo sulla vita di tutti. Lo sgradevole ghigno sul suo viso ne è la conferma.
"Okay." Risponde la sua figlia frustrata. Guarda sua madre, ma la donna resta in silenzio. Se avessi un altro bicchiere di vino, lo butterei in faccio a quello stronzo, ma non voglio far dispiacere Ken e Karen.
"Tessa, tu torni con noi?" Mi chiede Karen.
"No, vorrei restare qui un altro po', se va bene." Spero non le dispiaccia. La vedo guardare dietro di me, verso Robert e poi Lillian. Ho la sensazione che non abbia idea dell'orientamento sessuale di Lillian e abbia sentimenti cattivi nei suoi confronti per il modo in cui Harry si stava comportando con lei. Amo Karen.
"Per noi va bene, divertiti." Mi fa un sorriso d'approvazione.
"Okay." Ricambio il sorriso e vado via dal tavolo senza salutare Max e sua moglie.
"Possiamo andare, a lei non è permesso restare." Dico a Robert quando lo raggiungo.
"Non le è permesso?"
"Suo padre è uno stronzo, però più o meno ne sono contena, non sono sicura di come mi sento nei suoi confronti. Mi ricorda qualcuno, ma non riesco a capire chi." La mia voce si affievolisce e lo seguo verso una sezione vuota del ristorante. Ci sono pochi tavoli, tutti vuoti a parte saliere e pepiere.
"Sicuro di voler stare con me? Lui potrebbe tornare ed ha la tendenza ad assalire le persone." Il viso ferito di Zayn fa capolino nella mia mente.
Robert tira una sedia per me e ride, "Sicuro." Risponde, prendendo la sedia di fronte alla mia e riempiendo di nuovo i nostri bicchieri di polistirolo col vino.

POV di Harry.
Ho chiamato ogni dannata compagnia di taxi tra qui e Pullman nel tentativo di trovare un passaggio a casa. Ovviamente nessuno ha accettato, è un tragitto troppo lungo. Potrei prendere il pullman, ma i trasporti pubblici non fanno davvero per me. Ricordo come rabbrividivo quando Steph diceva che Tessa prendere l'autobus per andare al centro commerciale o da Target, anche quando non mi piaceva.. beh, pensavo non mi piacesse, entravo comunque nel panico al pensiero di lei seduta da sola su un autobus con un pugno di fottuti tipi viscidi.
È cambiato tutto da allora, da quei giorni in cui la prendevo in giro e la schernivo per avere una sua reazione. Il suo viso quando l'ho lasciata sul balcone.. forse non è cambiato niente. Io non sono cambiato.
E' questo che sto facendo? Sto torturando la ragazza che amo. È esattamente ciò che sto facendo e sembro non riuscire a fermarmi. Ma non è tutta colpa mia, è anche sua. Continua ad insistere perché vada a Seattle e io ho reso chiaro che non ho intenzione di arrendermi. Invece di continuare a farmi battaglia per Seattle, dovrebbe semplicemente fare le valige e venire in Inghilterra con me. Non voglio restare qui, espulso o meno, mi annoio qui e non è stato altro che un posto di merda per me. Sono stufo di vedere mio padre tutto il tempo, sono stufo di tutto ciò che c'è qui.
"Guarda dove vai, stronzo." Una voce femminile nel buio mi spaventa e faccio un passo di lato prima di scontrarmici.
"Tu guarda dove vai." Dico. Perché diavolo è fuori la cabina di Max poi? Si gira a guardarmi e riesco a vederla bene sotto la luce del lampione. Pelle scura, capelli ricci, jeans strappati, stivali da motociclista. "Fammi indovinare, Riley, giusto?" Alzo gli occhi al cielo per l'ironia della situazione.
"Chi diavolo sei?" Si mette una mano su un fianco.
"Sì, sei Riley. Se cerchi Lillian, non è qui."
"Dov'è? E tu come fai a saperlo?" Mi sfida la ragazza esuberante.
"Perché me la sono appena scopata."
"Che hai detto?" Fa un passo verso di me.
"Cristo, ti sto sfottendo. È al ristorante in fondo alla strada con i suoi genitori."
"Oh, come la conosci?"
"L'ho conosciuta solo ieri. Mi pare che suo padre andasse al college con il mio. Lei sa che sei qui?"
"No, sto cercando di contattarla da un sacco, ma dato che sta fottutamente nel mezzo del niente, non mi ha risposto."
"C'è suo padre, ti lascerà vederla?"
"Sei dannatamente ficcanaso." Mi lancia un'occhiata torva. "Ma sì, è uno stronzo, ma ha paura di me." Sorride fiera.
Dei fari balenano nel buio e io mi sposto sul prato. "Eccoli." Le dico quando l'auto entra nel viale e si ferma. Lillian praticamente salta fuori dalla macchina verso le braccia di Riley.
"Come hai fatto ad arrivare qui?" Praticamente squittisce.
"Con la macchina." Risponde aridamente la sua ragazza.
"Come hai fatto a trovarmi? Non ho linea da tutta la settimana." Fruga la testa nel collo di Riley e vedo la facciata da dura della ragazza iniziare a rompersi. Riley muove la mano su e giù lungo la schiena di Lillian.
"E' un piccolo posto, piccola, non è stato così difficile." Risponde. "Tuo padre mi romperà il cazzo per essere venuta?"
"No, beh, forse, ma sai che non te ne farà andare."
"Beh, io, uhm, andrei." Inizio a camminare lungo il viale.
"Ciao." Commenta Riley. Lillian non mi dice niente mentre raggiungo il cancello della cabina di mio padre e cammino lungo il suo viale.
Tessa sarà qui a minuti e voglio essere dentro prima che arrivi il SUV. Starà piangendo, ne sono certo, e dovrò scusarmi per farla smettere e fare in modo che mi ascolti.
Non sono ancora arrivato sul portico quando Karen e la madre di Lillian escono dall'auto.
"Dove sono tutti gli altri?" Le chiedo, i miei occhi alla ricerca di Tess.
"Oh, beh, tuo padre e Liam sono tornati con Max per guardare una partita in televisione."
"Dov'è Tessa?" Il panico cresce nel mio petto.
"Al ristorante."
"Che?"
Che cazzo. Non è così che dovrebbe andare.
"E' con lui, non è vero?" Chiedo alla donna, anche se conosco già la risposta. È con lo stronzo biondo con il padre sceriffo.
"Sì." Dice Karen e se non fossi bloccato nel bel mezzo del nulla con lei, le imprecherei contro per il piccolo sorriso che sta cercando di nascondere.

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