Capitolo 223

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POV di Tessa.
"La temperatura è diminuita di almeno dieci gradi." Mi dice Robert quando apre la porta del ristorante. L'aria fredda si muove intorno a me, quindi mi avvolgo le braccia intorno al corpo per cercare un po' di calore. "Non ho una giacca do offrirti, non sapevo avrebbe fatto così freddo. Mi offrirei di darti un passaggio, ma ho bevuto, non sono molto gentiluomo stasera."
"Non fa niente, davvero." Sorrido. "Sono abbastanza ubriaca, quindi sono calda.. non ha senso." Ridacchio e lo seguo lungo il marciapiede davanti al ristorante. "Anche se avrei dovuto mettere scarpe diverse."
"Possiamo scambiarle?" Scherza. Lo spingo gentilmente dalla spalla e lui arrossisce per quella che deve essere la centesima volta stasera.
"Le tue scarpe sembrano più comode di quelle di Harry, i suoi stivali sono pesantissimi e li lascia sempre a fianco alla porta, quindi io.. non importa." Scuoto la testa per fermarmi dal parlare di Harry e le sue scarpe.
"Io sono più un ragazzo da scarpe da ginnastica."
"Anch'io, beh, non un ragazzo." Rido. Il mio cervello sta nuotando nel vino e la mia bocca sembra rilasciare ogni singolo pensiero che mi viene in mene, privo di senso e tutto. "Sai da che parte sono le cabine?"
"Quali? Questo paese ne è pieno." Allunga un braccio per aiutarmi a riacquistare l'equilibrio mentre quasi cammino in un paletto.
"Uhm, beh, c'è una strada con un cartello e tipo tre o quattro cabine, poi un'altra strada?" Cerco di ricordare il tragitto dalla cabina al ristorante, ma nulla ha senso.
"Non sono molti indizi." Ridacchia. "Ma possiamo camminare finché non la troviamo?"
"Okay, ma se non la troviamo nell'arco di una ventina di minuti, vado in hotel." Mi lamento, temendo la camminata e l'imminente discussione che di sicuro io ed Harry avremo quando arriverò. Con discussione intendo una vera e propria rissa verbale, tirata per le lunghe e con qualche distruzione compresa. Soprattutto quando scoprirà che ho bevuto con Robert.
"Ti senti mai stufo delle persone che ti dicono sempre cosa fare?" Mi giro per guardarlo mentre camminiamo nel buio.
"Non lo fa nessuno, ma se lo facessero, allora sì."
"Sei fortunato. Io mi sento sempre come se qualcuno mi dicesse cosa fare, dove andare, con chi parlare, dove vivere, inizia a darmi sui nervi."
"Ne sono certo."
"Voglio fare qualcosa al riguardo, solo che non so cosa."
"Magari Seattle ti aiuterà."
"Magari.. ma voglio fare qualcosa adesso, tipo scappare o imprecare contro qualcuno."
"Imprecare contro qualcuno?" Ride e si ferma per piegarsi ad allacciarsi la scarpa. Smetto di camminare a qualche passo davanti a lui e mi guardo intorno. Ora che la mia mente sta correndo con tutte le possibilità di potenziali comportamenti spericolati, non posso fermarla.
"Sì, imprecare contro una persona in particolare." Il volto di Harry mi appare in mente.
"Probabilmente dovresti andarci piano, so che imprecare contro qualcuno è una cosa abbastanza selvaggia e tutto, ma magari inizia con qualcosa di un po' più leggero." Dice. Mi ci vuole un momento per comprendere che mi sta prendendo in giro, ma quando succede, capisco la parte divertente.
"Dico davvero però, al momento ho voglia di fare qualcosa.. di folle?" Porto il labbro inferiore tra i denti, ponderando l'idea.
"E' il vino, è abbastanza forte e ne hai bevuto un sacco in poco tempo." Ridiamo di nuovo e io non riesco a smettere. L'unica cosa che mi riporta alla normalità sono le piccole lanterne appese ad un piccolo edificio.
"Questo è il nostro bar." Mi informa Robert. "E' l'unico in città."
"E' piccolissimo!"
"Infatti, ma è un sacco divertente. Le bariste ballano sul bancone e tutto."
"Come in 'Le ragazze del Coyote Ugly'?"
"Sì, solo che queste ragazze hanno tutte più di quarant'anni e sono un po' più vestite." Il suo sorriso si illumina.
"Dovremmo entrare e vedere!" Afferro la manica della sua maglietta e praticamente lo tiro nel bar.

POV di Harry.
"No, ti ho detto un solo drink. Intendevo un solo drink." Alzo gli occhi al cielo e faccio girare il ghiaccio nel bicchiere vuoto con un dito.
"Come vuoi." Fa un cenno alla barista e ordina altri due drink.
"Ho detto che non.."
"Nessuno ha detto che sono per te." Mi interrompe.
"Beh, divertiti, io adesso vado a prendere Tessa." Mi alzo dallo sgabello e lei mi afferra la maglietta. Di nuovo. "Smettila di toccarmi."
"Smettila di fare lo stronzo, ho detto che sarei venuta, fammi solo finire questi drink. Almeno sai cosa dirle, o hai pensato di fare stile uomo delle caverne?"
"No." Mi risiedo. Non ho davvero pensato cosa le dirò, non ho bisogno di niente se non fottutamente andarmene. "Tu cosa diresti?" Oso chiedere.
"Beh, prima di tutto, Lillian non starebbe in un ristorante con un'altra ragazza.. o ragazzo, senza di me. O avrei già dato fuoco a quella merda."
"Eppure vieni a dire a me di farmi una bevuta prima di andare?"
"Non ho detto che il mio metodo era giusto, sto solo dicendo." Fa spallucce.
"Sono cazzate, tu sei una cazzata. Io vado."
La musica country da mal di testa che risuona nel piccolo bar, inizia gradualmente ad aumentare di volume mentre vado verso la porta e so cosa sta per succedere. Non sarei neanche dovuto venire in questa merda di bar, tanto per cominciare, sarei dovuto andare direttamente a prendere Tessa. I clienti iniziano tutti ad acclamare quando due bariste di mezz'età salgono sul bancone. È così dannatamente imbarazzante, divertente, ma comunque fottutamente strano.
"Ti perderai lo spettacolo!" Schiamazza Riley dal bar.
"L'ho già visto due volte da quando sono arrivato, credimi, non mi perdo.." Mi si secca la bocca e il sangue inizia immediatamente a ribollire nelle vene quando Tessa entra leggermente barcollando nel piccolo bar. Con lui.
Torno al bancone e mi avvicino a Riley. "E' qui, con lui. E' quella." Sibilo.
"Porca merda, è sexy." Riley resta a bocca aperta e io le lancio un'occhiataccia.
"Smettila. Non guardarla in quel modo."
"Lillian mi aveva detto che era carina, ma cazzo, guarda quelle tett.."
"Non finire quella frase." Fisso Tessa. È così fottutamente sexy, lo so, ma più importante, è ubriaca e sta ridendo mentre va verso i tavoli alti. Ne sceglie uno vuoto vicino ai bagni e si siede. "Io vado lì." Dico a Riley.
Non ho la più fottuta idea del perché glielo sto dicendo, ma una parte di me più o meno vuole sapere cosa farebbe lei al mio posto. So che Tessa è incazzata con me per un'intera lista di merdate e non ho esattamente voglia di aggiungerne altre. Comunque non ha nessun diritto di essere arrabbiata con me, è lei quella che sta con uno stronzo a caso dalla cena e ora entra qui barcollando e ridendo. Con lui.
"Perché non aspetti.. sai, di guardarla per un po'." Suggerisce.
"Che idea stupida, perché dovrei volerla guardare buttarsi addosso a quel coglione? E' mia e.."
"Se la prende quando dici che è tua?" Gli occhi di Riley sono curiosi.
"No. Le piace, credo." Me l'ha detto una volta mentre gemeva sotto di me.
"Tua, Harry, tua." Aveva mugolato nel mio collo appena avevo spostato i miei fianchi, affondando ancora di più dentro di lei.
"Lil si incazza quando glielo dico, pensa che la sto reclamando come una proprietà o qualcosa del genere." Dice Riley a fianco a me, ma tutto quello su cui riesco a concentrarmi è Tessa. Il modo in cui si raccoglie i capelli in una mano e li sposta su una spalla. La mia rabbia sta salendo, l'irritazione crescendo, e la vista annebbiandosi. Come fa a non sapere che sono qui? Io lo capisco sempre quando lei entra in una stanza, è come se l'aria cambiasse o una merdata del genere. Lei è troppo occupata a dare attenzioni a lui, probabilmente le sta dicendo come versare l'acqua in un dannato bicchiere.
"Beh, Tessa è mia, quindi non mi interessa cosa pensa sull'essere reclamata."
"Detto da vero stronzo." Dice, guardando Tessa. "Dovete trovare un compromesso, però, se assomiglia anche solo un po' a Lillian, si stancherà e tu finirai con un ultimatum."
"Cosa?" Tiro via gli occhi da lei per un momento ed è una tortura.
"Lillian si era stufata delle mie merdate e mi aveva lasciata. Lei," Alza il bicchiere verso Tessa, "farà lo stesso se qualche volta non ascolti quello che vuole."
"Non sai neanche niente della nostra relazione, quindi non sai di cosa stai parlando." Riporto lo sguardo su Tessa, che ora è seduta da sola al tavolo a giocherellare con una ciocca di capelli. Mi guardo intorno, trovando il cameriere in piedi alla fine del bancone. I miei nervi si calmano leggermente grazie alla loro distanza e la guardo muovere le spalle a tempo di musica.
"Non ho bisogno di sapere i dettagli, ho passato l'ultima.. quasi ora con te. So che tu sei un'idiota e lei una bisognosa d'affetto..." Continua quando apro la bocca per imprecarle contro, "Anche Lillian lo è, quindi non fare tutto l'incazzato. È bisognosa d'affetto e lo sai. Ma sai la parte migliore dell'avere una fidanzata bisognosa? A parte il sesso frequente, ovviamente." Il suo sorriso è peccaminoso.
"Arriva al punto." Alzo gli occhi al cielo e riporto lo sguardo su Tessa. Ha le guance rosse e gli occhi spalancati per il divertimento mentre le donne iniziano a ballare sul bancone davanti a noi. Mi vedrà a momenti.
"La parte migliore è che hanno bisogno di noi, solo non nel modo in cui ti aspetti. A volte hanno bisogno che anche noi ci siamo per loro, Lillian era sempre così impegnata nel cercare di salvarmi o quel diavolo che faceva, che i suoi bisogni non venivano soddisfatti. Cioè, non le feci neanche gli auguri per il compleanno, non facevo un cazzo per lei. Pensavo di essere tosta, perché stavo con lei e a volte le dicevo che la amavo, ma non era abbastanza."
"Ma ora sta on te." Un brivido indesiderato mi attraversa la schiena.
"Sì, ma solo perché le ho fatto capire che può dipendere da me e che non sono la stessa stronza che ero quando ci siamo conosciute." Guarda Tessa, poi di nuovo me. "Conosci quel detto che tutte le ragazze stupide postano sempre online? Penso sia tipo, mentre tu.. se tu non.. cazzo. Non me lo ricordo, ma praticamente dice: tratta bene la tua ragazza, o lo farà qualcun altro."
"Non la tratto male." Non tutto il tempo, almeno.
"Amico, ammettilo e basta. Guarda, io non sono una santa. Continuo a non trattare Lillian come dovrei, ma almeno lo ammetto. Tu sei in una specie di fase di profonda negazione se te ne stai qua a pensare che non la tratti di merda, se non fosse così, non sarebbe seduta lì con quel coglione, che guarda caso, è il tuo esatto opposto e abbastanza dannatamente sexy."
Non posso neanche contraddirla, ha ragione per la maggior parte. Non tratto Tessa sempre di merda, solo quando fa qualcosa per farmi incazzare. Tipo ora. E prima.
"Ti sta guardando." Mi dice Riley e mi si congela il sangue. Giro la testa il più lentamente possibile per guardarla.
I suoi occhi sono fissi su di me, fiammeggianti, e giuro di vedervi una traccia di rosso quando guarda Riley e poi me. Non si muove, non batte ciglio. Il suo sguardo passa da sorpreso a primitivo in un istante e sono sorpreso dall'occhiata assassina che dirige verso me e Riley.
"E' incazzatissima." Ride Riley a fianco a me e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non rovesciarle il drink in testa.
"Stai zitta." Prendo il drink in più davanti a Riley e vado verso Tessa.
Il cameriere è ancora alla fine del bancone quando la raggiungo. "Woah, non avrei mai pensato di trovarti qui, in un bar, a bere con un'altra ragazza. Sorpresa, sorpresa." Dice con un sorriso sarcastico.
Che diavolo?
"Perché sei qui?" Le chiedo, avvicinandomi. Lei si allontana.
"E tu?"
"Tessa." L'avverto e lei alza gli occhi al cielo.
"Non stasera, Harry, proprio no." Scende dallo sgabello e si abbassa il vestito.
"Non ti allontanare da me." Dal mio tono di voce risulta un ordine, ma è più una supplica.
Cerco di prenderle il braccio, ma lei lo tira via. "Perché no? Tu lo fai sempre con me. Siamo entrambi qui con un'altra persona." Lancia di nuovo un'occhiata a Riley.
"Che?" Seguo i suoi occhi verso Riley. "Cazzo, no, quella è la fidanzata di Lillian." Le sue spalle si rilassano immediatamente.
"Oh." Mi guarda negli occhi e si tira il labbro inferiore tra i denti.
"Adesso dobbiamo andarcene."
"Allora vai."
"Io e te." Chiarisco.
"Io non vado da nessuna parte, eccetto un posto divertente, più divertente di questo, dato che ci sei tu che fermi sempre il mio divertimento, sei tipo il poliziotto del divertimento." Sorride e continua. "Sei esattamente questo! Il poliziotto del divertimento, devo farti fare un distintivo, così lo puoi portare in giro, sai, per fermare il divertimento di tutti." Divaga e scoppia a ridere. Cristo, è fottutamente ubriaca marcia.
"Quanto hai bevuto?" Urlo sulla musica ascendente.
"Non lo so." Fa spallucce. "Dammelo." Prende il bicchiere dalla mia mano prima che possa rispondere e lo poggia sul tavolo, prima di sedersi di nuovo.
"Non dovresti bere ancora. Sei chiaramente sbronza."
"Non è vero." Mette il broncio come una bambina e poi ride. "Vattene se devi togliermi il divertimento." Tessa si porta il bicchiere alla bocca e prende un sorso generoso della bevanda. Lo dimezza in meno di un minuto.
"Ti sentirai male."
"Bla, bla, bla." Mi prende in giro, muovendo la testa avanti e indietro con ogni parola. "Conosci Robert, giusto?" Un sorrisetto si esibisce sul suo viso.
Lo stronzo adesso è a fianco a me con due drink in mano. "Piacere di rivederti." Fa un mezzo sorriso, gli occhi rossi. È ubriaco anche lui. Si è approfittato di lei? L'ha baciata?
Suo padre è lo sceriffo.
Suo padre è lo sceriffo.
Suo padre è lo sceriffo.
Solo uno..
Suo padre è il fottuto sceriffo di questo fottuto buco di città.
"Va' via." Riporto lo sguardo su Tessa e lei alza gli occhi al cielo. Avevo dimenticato quanto diventa coraggiosa con l'alcol nelle vene.
"Non andare." Dice, sfidandomi, e lui si siede al tavolo. "Non hai una compagnia da intrattenere?" Mi schernisce.
"No. Andiamo a casa." Il mio temperamento è a malapena sotto controllo, se fosse stata una qualsiasi altra serata, la testa di quello stronzo a quest'ora sarebbe stampata sul tavolo.
"Quella cabina non è casa, siamo ore lontani da casa." Finisce il drink che mi ha rubato. "In realtà, da lunedì non avrò proprio più una casa, grazie a te." Mi ricorda.
POV di Tessa.
"Possiamo parlarne dopo, andiamo." Insiste. Gli si allargano le narici mentre cerca di controllare il suo temperamento.
"Non voglio, mi sto divertendo." Guardo Robert, sembra leggermente a disagio, ma per niente intimidito da Harry.
"Se stai cercando di farmi incazzare, ci stai riuscendo."
"No, voglio solo divertirmi. Voglio bere ed essere giovane e divertirmi!" Dico, appena la musica si interrompe. Si girano tutti verso di me, non sono sicura di cosa fare con tutta questa attenzione addosso, quindi agito goffamente una mano in aria. Robert ride, mentre Harry mi guarda in cagnesco.
"E' chiaro che hai già bevuto abbastanza." Dice, guardando il bicchiere ora mezzo vuoto che mi ha portato Robert.
"Notizia flash, Harry, sono un'adulta." Commento con tono infantile.
"Dannazione, Tessa."
"Forse dovrei andare.." Robert si alza dalla sedia.
"Ovviamente." Risponde Harry, nello stesso momento in cui io dico: "No."
Per quanto mi stessi divertendo con Robert, so che Harry resterà qui tutto il tempo a fare commenti rudi, minacce, qualsiasi cosa pur di farlo andar via. È meglio se va.
"Mi dispiace, vado via io, tu puoi restare." Gli dico.
Lui scuote la testa, "No, non ti preoccupare. Ho comunque avuto una giornata lunga." Robert è così calmo e tranquillo riguardo qualsiasi cosa. È rinfrescante.
"Ti accompagno fuori." Gli dico. Non so se lo rivedrò mai ed è stato così gentile con me stasera.
"Anche no." Dice Harry, ma lo ignoro e seguo Robert verso la porta del piccolo bar. Quando riporto lo sguardo sul tavolo, Harry vi si è poggiato contro e ha gli occhi chiusi. Spero stia espirando e inspirando, perché non sono dell'umore per le sue merdate stasera.
"Mi dispiace davvero, non sapevo fosse qui. Stavo solo cercando di passare una serata divertente." Dico, una volta fuori.
"Ricordi quando ti ho detto di smetterla di scusarti per tutto?" Sorride Robert. Mette una mano in tasca e prende un blocchetto di carta e una penna. "Non mi aspetto niente, ma se un giorno sarai annoiata e sola a Seattle, fammi uno squillo. O no, dipende da te se vuoi o meno." Da un calcio ad una pietruzza sull'asfalto.
"Okay." Non voglio fare promesse che non posso mantenere, quindi mi limito a sorridere e infilare il foglio nella parte superiore del mio vestito. "Scusa!" Squittisco quando realizzo che mi sono praticamente toccata davanti a lui.
"Smettila di scusarti! E soprattutto non per questo." Ride. "Beh, farò meglio ad andare, è stato bello conoscerti, magari ci rivedremo?"
Annuisco e sorriso mentre lui cammina lungo il marciapiede.
"Fa freddo qui fuori." La voce di Harry mi sorprende.
Sbuffo e gli passo a fianco per entrare nel bar. Il tavolo a cui ero seduta, adesso è occupato da un uomo pelato e la sua super enorme tazza di birra.
"Andiamocene e basta, per favore." Harry è dietro di me. Di nuovo.
"Posso avere mezzo metro di spazio? Non voglio neanche stare con te in questo momento. Mi hai detto cose abbastanza offensive prima." Gli ricordo.
"Sai che non le pensavo." Si difende, cercando di creare un contatto visivo con me. Non ci casco.
"Questo non significa che puoi dirle." Guardo verso la ragazza che sta guardando me ed Harry. "Non voglio parlarne adesso, stavo passando una bella serata e tu non me la rovinerai."
"Quindi non mi vuoi qui?" I suoi occhi lampeggiano di dolore e faccio marcia indietro.
"Non dico questo, ma se hai intenzione di dirmi di nuovo che non mi ami o che mi usi solo per il sesso, allora devi andartene. O lo farò io." Sto facendo del mio meglio per mantenere il mio atteggiamento spumeggiante e ridacchiante, invece di cadere e lasciare che il dolore e la frustrazione si impadroniscano di me.
"Sei tu che hai iniziato tutta questa merdata quando sei venuta qui con quello, ubriaca potrei aggiungere.." Inizia.
"Eccoci." Sospiro. Harry è il re del due pesi e due misure. Il suo ultimo esempio sta venendo verso di noi proprio ora.
"Gesù, state zitti. Siamo in un luogo pubblico." Ci interrompe la bellissima ragazza con cui era seduto.
"Non ora." Scatta Harry.
"Forza, andiamo a sederci al bancone."Dice, ignorandomi.
"Non sono abbastanza grande." La informo. Bere nel retro del bar con qualcuno che mi porta il drink è una cosa, stare seduta al bancone e ordinarne uno è un'altra.
"E quindi? Con quel vestito addosso riuscirai ad avere un drink." Mi fissa il petto e io alzo leggermente l'orlo superiore del vestito.
"Se vengo cacciata, è colpa tua." Le dico e lei butta la testa all'indietro per le risate.
"Ti tirerò fuori di prigione." Mi fa l'occhiolino e Harry si irrigidisce a fianco a lei. La guarda, avvertendola con gli occhi e io non posso fare a meno di ridere. Ha cercato di farmi ingelosire con Lillian per tutta la sera e ora è geloso se la sua ragazza mi fa l'occhiolino.
Tutti questi infantili avanti e indietro, lui è geloso, io sono gelosa, la vecchia signora al bancone è gelosa, tutti sono gelosi, è fastidioso. Leggermente divertente, soprattutto ora, ma comunque fastidioso.
"Io mi chiamo Riley, comunque, sono sicura che il tuo fidanzato rude del cazzo non ha intenzione di presentarci." Si siede alla fine del bancone. Guardo Harry aspettandomi che le imprechi contro, ma lui alza solo gli occhi al cielo. Che strano..
Harry cerca di sedersi sullo sgabello tra di noi, ma io ne afferro il retro prima che possa farlo. Poggio la mano sul suo braccio per aiutarmi a salire sullo sgabello. So che non dovrei toccarlo né sedermi a fianco a lui ad un bancone, ma non me la sento di litigarci adesso. Invece, mi siederò qui e mi godrò l'ultima serata di questa mini vacanza che si è trasformata in un disastro.
Harry ha spaventato il mio nuovo amico e Liam probabilmente sta già dormendo. Non avrei altra opzione se non starmene seduta da sola nella camera della cabina. Quello che sto facendo adesso sembra meglio.
"Cosa ti porto?" Mi chiede la barista con i capelli rame e una giacca di jeans.
"Tre bicchierini di jack, prima li raffreddi." Risponde Riley al posto mio. La donna studia il mio viso per qualche secondo e il mio cuore inizia ad accelerare.
"Arrivano." Dice alla fine e prende tre piccoli bicchieri da sotto il bancone e li mette davanti a noi.
"Non volevo bere, ho preso solo un drink prima che arrivasti tu." Harry si allunga e mi dice all'orecchio.
"Bevi quello che vuoi, io lo sto facendo." Prego silenziosamente che non si ubriachi troppo. Non so mai come si comporterà quando è intossicato.
"Lo vedo." Gli fisso la bocca mentre cerca di rimproverarmi. A volte me ne sto semplicemente a fissare i movimenti lenti delle sue labbra mentre parla, è una delle mie cose preferite. "Sei ancora arrabbiata con me?" Mi chiede.
"Sì, molto."
"Allora perché ti comporti come se non lo fossi?" Le sue labbra si muovono ancora più lentamente. Devo davvero scoprire il nome di quel vino.
"Te l'ho già detto, voglio divertirmi." Ripeto. "Tu sei arrabbiato con me?"
"Sempre." Risponde.
"Quanta verità." Rido tra me e me.
"Che hai detto?"
"Niente." Sorrido innocentemente e lui si strofina il retro del collo con la mano, pizzicandosi una spalla tra il pollice e l'indice.
Un bicchierino di liquore marrone viene posizionato davanti a me qualche secondo dopo e Riley alza il suo verso Harry e me. "Alle relazioni disfunzionali, al limite dello psicotico." Fa un sorrisetto e butta la testa all'indietro per bere.
"Sta parlando della sua." Mente Harry e ripete l'azione.
Faccio un respiro profondo prima di accogliere il fresco bruciore del whiskey lungo la gola.
..
"Un altro." Acclama Riley, mettendomi un altro bicchierino davanti.
"Non so se posso." Farfuglio. "E' ufficiale, non sono mai stata così ubriaca, mai."
Il whiskey si è ufficialmente impossessato della mia mente, ha proprio messo le tende, e non sembra volersene andare tanto presto. Harry ne ha bevuti cinque, io ho perso il conto dei miei dopo il terzo e Riley dovrebbe essere ansante sul pavimento per intossicazione da alcol a quest'ora.
"Questo whiskey ha un buon sapore." Commento, infilando la lingua nel bicchierino.
Harry ride a fianco a me, mi poggio sulla sua spalla e metto la mano sulla sua coscia. I suoi occhi seguono immediatamente la mia mano e io la tiro via velocemente. Non dovrei comportarmi come se non fosse successo niente prima, so che non dovrei, ma è più facile a dirsi che a farsi. Soprattutto quando posso a malapena pensare e Harry è così bello con la camicia bianca. Affronterò i nostri problemi domani.
"Vedi, tutto quello di cui avevi bisogno era del whiskey per scioglierti." Riley sbatte il suo bicchierino sul bancone, facendomi ridacchiare.
"Che c'è?" Abbaia.
"Tu ed Harry siete uguali." Mi copro la bocca per nascondere le mie risatine odiose.
"No, per niente." Harry parla ancora più lentamente quando è ubriaco. E anche Riley.
"Sì, invece! È come se foste davanti ad uno specchio." Rido. "Lillian sa che sei qui?" Le chiedo.
"Per ora dorme, ma ho tutte le intenzioni di svegliarla quando torno." Si lecca le labbra e so esattamente a cosa si sta riferendo.
La musica inizia ad aumentare di volume e vedo la donna dai capelli rame salire si nuovo sul bancone.
"Di nuovo?" Harry storce il naso, facendomi ridere.
"Io penso sia divertente." Al momento penso tutto sia divertente.
"Io penso sia palloso e mi interrompe ogni trenta minuti." Dice.
"Dovresti salire." Riey mi da una gomitata leggera.
"Dove?"
"Sul bancone, dovresti ballare sul bancone."
"Non esiste!" Scuoto la testa.
"Forza, prima piagnucolavi sul fatto di essere giovane e divertirti o quel diavolo di cui stavi parlando, ora è la tua occasione. Balla sul bancone."
"Non so ballare." E' vero. Ho ballato una sola volta, escludendo i lenti, ed è stato nel nightclub a Seattle.
"Non se ne accorgerà nessuno, sono tutti più ubriachi di te." Alza un sopracciglio, sfidandomi.
"Cazzo, no." Dice Harry.
Nella mia confusione ubriaca ricordo una cosa, sono sicura come la morte di essermi stufata di farmi dire da lui cosa posso e non posso fare.
Senza una parola, mi abbasso per scioglermi i cinturini orribilmente scomodi dalle caviglie e lascio cadere le scarpe sul pavimento.
"Che stai facendo" Harry ha gli occhi spalancati mentre salgo sullo sgabello e poi sul bancone.
"Tess." Harry si alza e guarda indietro verso qualche cliente del bar che inizia ad applaudire.
La canzone diventa più alta e la donna che ci ha servito mi sorride peccaminosamente, prendendomi la mano.
"Conosci la Line Dance, tesoro?" Urla.
"No!"
"Ti insegno io!" Sembra abbastanza simpatica e sono già sul bancone. A che diavolo stavo pensando? Volevo solo dimostrare qualcosa ad Harry e guarda dove mi ha portato, su un bancone a prepararmi a fare una Line Dance, non so neanche esattamente di cosa si tratti. Avevo prestato poca attenzione alle donne mentre ballavano prima, ma di sicuro ci sarei stata più attenta se avessi saputo che mi sarei unita a loro.

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