Cena a Casa Gilmore

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Nonna mi ha praticamente costretta a invitare Jess a una cena del venerdì sera, per conoscerlo...
Non le avevo detto che mi ero lasciata con Dean (anche se lei lo aveva già capito, perché non parlavo più di lui) e ha voluto 'vendicarsi' invitando Jess.
So che lui non è il tipo da presenziare a cene con i parenti della propria ragazza, ma non posso farci niente. Ormai nonna è irremovibile.

Come di consueto io e Jess ci vediamo da Luke's e facciamo una camminata.
Ci sediamo su una panchina in centro e gli mostro il libro che sto leggendo, I Sacri Barbari.
"Ti piace davvero?"
"Si, molto."
"I Sacri Barbari. Il titolo mi ha incuriosita. Tratta della storia di un bitnik, ed è ambientato nella laguna di Venezia, e sai chi è l'autore? Il padre di quel tizio dell'Actor Studio che ha rilasciato l'intervista in tv."
"Quello con la barba?"
"Si, quello con la barba a punta!"
Lui guarda la foto dell'autore sul retro della copertina.
"Quello è il padre alla scrivania." Dico.
"Un padre bitnik con un figlio così conservatore, incredibile."
"Magari è tutta apparenza. Forse di notte va alle feste e si mette tutto nudo."
"Mamma mia, che immagine terrificante."
"È un gran bel libro, comunque."
"Sì, hai ragione. Grazie."
"Ah no, non l'ho ancora finito!" Dico, riprendendomi il libro.
"Allora perché me lo hai mostrato?"
"Voglio che tu sappia quello che leggo."
"Insomma mi mostri lo zuccherino, e mi lasci a bocca asciutta?"
"Lo leggo e te lo do."
"Donna crudele." Mi bacia sulla guancia, poi si alza.
"Vai a lavorare?" Chiedo, alzandomi a mia volta.
"Nelle miniere di sale." Adoro il suo sarcasmo.
"Tu non hai orari fissi, vero? Potresti anche modificarli, volendo?" Gli chiedo.
"C'è qualche flessibilità."
"E puoi liberarti venerdì sera?"
"Si, perché?"
"Pensavo che potresti cenare con noi."
"Noi?"
"Da mia nonna."
"Per presentarmi?"
"Bè, saremo a casa sua, e credo che sarebbe scortese non dirle chi sei."
"Ah, non posso, lavoro."
"Hai detto che potevi liberarti!" Uffa, sapevo che non avrebbe voluto venire.
"Non per quello."
"Jess..."
"No."
"Ma l'ho dato quasi per sicuro..."
"Ahh, ma perché?"
"Sono stata intrappolata."
"Mi ha già visto per caso?"
"No, non credo."
"Perfetto, trovi uno che mi somigli e ci porti lui. Non baciarlo, però."
"Non può funzionare..."
"Andy Warhol lo faceva sempre."
Allora gli porgo il libro. Forse se glielo cedo, si convincerà a venire.
"Aggiungi cinque dollari e ci sto." Lo bacio e gli dico: "Questo ne valeva dieci."
"Voi Gilmore sapete trattare, eh? D'accordo."
"Grazie, grazie, grazie!" Gli dico, baciandolo di nuovo e salutandolo.
"Manipolatrice." Sento dirmi alle spalle.

Mi avvio verso casa.
Passando davanti la scuola di danza di Miss Patty (dove si tengono anche le riunioni cittadine), noto la porta scorrevole aprirsi.
Miss Patty mi vede, e mi sussurra di entrare.
"Cosa?"
"Entra, subito, senza fare domande."
"Ehm... okay."
"Da quanto sei qui?"
"Un'ora."
"Povero."
"Non ti sei persa molto. Praticamente solo Kirk e Patty che discutono. Apparentemente Kirk è il regista."
"Scusa se non ti ho salvata. Quando ti ho vista, era troppo tardi"
"Penso che nessuno avrebbe potuto salvarmi."

Dopo aver passato lì dentro un'ora, le prove finiscono, e io e Dean usciamo, e, facendo un pezzo di strada insieme, ci scambiamo le nostre opinioni.

~

Sono in camera mia, quando Jess chiama.
"Ehi, come è andata al lavoro?" Gli chiedo.
"Una rottura di scatole infinita."
"Reggi bene le rotture, posso testimoniare."
"E tu come stai?" Mi chiede.
"Bene, ho studiato molto." Gli dico.
"Solo questo?"
"Direi di sì."
"Diresti?"
"... Jess, che c'è?"
"Sei andata in giro con Dean?"
"L'ho incontrato da Miss Patty, chi te l'ha detto?"
"È di dominio pubblico, non hai letto i volantini?"
"Sono a casa da un pezzo, che cosa dicono i volantini?"
"Che c'è stata una prova per il nuovo musical di Patty. Voi due siete citati, come molti altri. Qua dice: Dean e Rory non smettevano di parlarne."
"Li ha scritti lei quei volantini." Dico, ridendo. "Comunque, sì, Patty mi ha trascinata alla prova di questo nuovo musical e ho incontrato Dean, poi ne abbiamo parlato un po' e ci siamo salutati subito... Jess, io e Dean siamo rimasti amici, ma non l'ho visto volutamente, non era programmato, okay?"
"La vostra amicizia mi fa venir voglia di picchiarlo..."
"Dai.."
"Okay, okay. Però dimmele, queste cose, così evito di venirle a sapere da altri e di innervosirmi per niente."
"Okay, sì, scusami."

~

Mi avvio da Luke's, ho appuntamento con Jess, spero non sia ancora arrabbiato per la faccenda di Dean di ieri, perché non ce n'è davvero motivo.

Ci salutiamo e mi assicuro che non sia ancora arrabbiato.
Guardiamo un film e verso la fine ci ritroviamo distesi sul divano a baciarci.
Jess è stupendo, seriamente.
Mi fa impazzire.
L'odore del suo gel per capelli mi perfora le narici, ma mi piace.
Ci rifugiamo sempre qui a guardare film e poi finire sempre così. È bello, è quasi il nostro posto... Luke ha iniziato a venire qui sopra ogni dieci minuti con delle scuse per vedere che cosa facciamo... È un po' snervante, ma noi lo lasciamo fare, in fondo è casa sua...

La porta si apre di scatto ed entra mamma.
Oh, cavolo.
Lei tira un mini urlo di stupore e dice: "Sorpresa!"
Io e Jess ci rimettiamo seduti, guardandoci imbarazzati.
"Cosa ci fai qui?" Le chiedo.
"Devo prendere un libro."
"Un libro?" Dice Jess.
"Sì."
"Ce ne sono molti, qui. Quale vuoi?"
"È un libro di Luke."
"Se non è un dizionario o un libro di cucina, allora restringe di molto la ricerca." Le dice Jess.
"È sulla vecchia New York."
"Eccolo, è qui ." Jess prende un libro dal tavolino vicino alla mia parte del divano, e glielo porge.
"Ecco... grazie... scusate il disturbo."
"Figurati." Dico.
Si volta per andarsene.
Poi si gira di nuovo verso di noi: "Ci serve un segnale, non è vero?"
"Infatti."
"Deja vu, eh?"
"Deja vu."
"Mi capita di venire nell'appartamento di Luke, quindi... non so, inventate un sistema di allarme."
"D'accordo."
"Okay... continuate... ciao."
Se ne va velocemente.

~

Stasera c'è la cena a casa di nonna.
Mamma non ci sarà perché va a New York con Alex.
"Okay, quindi come vi siete organizzati, tu e Jess, per la serata?"
"Vado a scuola, da lì vado dritta dalla nonna, Jess ci raggiunge lì da lavoro, poi a fine serata mi riaccompagna a casa."
"A casa? A casa, qui?"
"Si, mi riaccompagna qui."
"Sì, suppongo abbia senso."
"Già."
"Anche se... non so."
"Cosa?"
"Sei sicura sia la cosa migliore?"
"Sì, perché?"
"Bè, torni in una casa vuota."
"Colpa tua, non mia."
"Bè, potresti sentirti sola, qui. Non hai pensato di poter restare dalla nonna?"
"Per la notte?"
"Sì!"
"Preferirei semplicemente tornare a casa."
"Okay, certo... ma restare dalla nonna vorrebbe dire anche non scomodare Jess a tarda serata per riaccompagnarti fino a casa."
"Le nostre case sono a poco più di 300 metri di distanza."
"Sei sicura che avrà abbastanza benzina?"
"Fa sempre il pieno." Dico, seccata.
So dove vuole arrivare: avendoci visti ieri avrà pensato male... e le dà fastidio che non sarà a casa quando lui mi accompagnerà.
"E se invece se ne dimenticasse? È più sicuro che resti dalla nonna, perché se la benzina dovesse finire, restereste bloccati in balia di chiunque."
"Mamma! Sei troppo agitata."
"Non sono agitata."
"È perché tu non ci sarai e lui sì?"
"Ehm, mi è passato per la testa, sì."
"E che cosa temi che capiti?"
"Bè, voi eravate andati un bel pezzo avanti, ieri, da Luke... non sempre una ragazza sa controllarsi. Specialmente con un ragazzo nuovo e focoso."
"Il ragazzo è diverso, ma io sono io, questo non è cambiato."
"Sì, lo so."
"E ho tante cose per la testa, tanti cambiamenti nella mia vita che non ho neanche il tempo di pensare... a quello.
"Sicura? Non ci pensi, per niente?"
"No, te lo giuro."
"Sisi..."
"Noi due parliamo sempre di tutto, ricordi? Se decidessi di fare l'amore con lui, si sicuro te ne parlerei."
"Grazie."

~

"È in ritardo, mi dispiace." Dico a nonna, mentre aspettiamo Jess in salotto.
Dove si è cacciato? Perché non è arrivato puntuale?
Cosa può essere successo?
"Non importa, la cena aspetta."
"Ma so che ti piace la puntualità."
"La radio ha detto che c'è un enorme ingorgo sull'84. Forse è rimasto bloccato nel traffico."
Speriamo sia solo il traffico, e non qualcos'altro.
"Telefonagli, così sappiamo cos'è successo."
"Non ha il cellulare."
"Davvero?"
"È contrario."
"Ma guarda. Lo trovo interessante. La tecnologia ha occupato troppo in fretta tutti gli aspetti della nostra vita... arriveremo al punto che esigeremo un robot che ci porti da una stanza all'altra."
Suona il campanello.

È arrivato.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora