"Credo di Averti Amato"

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Ho cercato di superare di tutto nella mia vita, lo giuro, di tutto.
Ma la separazione da Jess è una delle poche cose che penso di non riuscire a superare.
Se n'è andato, senza neanche una parola.
E vorrei averlo capito, vorrei aver capito prima, che c'era qualcosa che non andava.
Ha iniziato a comportarsi in modo strano da fine aprile, circa un mese e mezzo fa... e io ho lasciato stare, ho preferito non parlarne, non chiedergli nulla. Non mi sembrava una cosa seria.

Il fatto è che ha gestito male tutto...
Poteva parlarne con me, lo avrei aiutato, e non capisco ancora perché non me l'abbia detto.
Ho scoperto da Luke, non da lui, che suo padre era tornato.
È stato Luke a dirmi che aveva problemi a scuola, non Jess.
Il fatto che mi spezza il cuore è che non abbia voluto parlarne con me... mi chiedo il motivo.... non si fidava di me?
Oppure non voleva dirmelo per paura di deludermi? Si vergognava?

~

Sono alla Chilton, per la cerimonia di consegna dei diplomi. Sono qui mamma, i nonni, Sookie, Jackson e Luke. Papà non c'è.
Sono contenta che siamo qui per me, ma mi manca terribilmente la presenza di Jess... avrebbe dovuto esserci, ma non c'è.

Saluto tutti i miei amici, prima di mettermi in fila.
Il preside chiama mano a mano i nostri nomi.
Io dovrò presentare un discorso per tutta la classe, perché sono l'alunna con i voti più alti, e sono molto, molto nervosa. Ci ho perso ore per preparare il discorso perfetto.
Quando finalmente il preside dice: "Rory Gilmore" mi avvio verso il palco, accompagnata dalle urla di mamma e degli altri: "Vai Rory!"
Mi fermo davanti al microfono ed inizio a parlare.
"Preside, insegnati, studenti, famiglie e amici, benvenuti, questo giorno non arrivava mai. Abbiamo pregato purché arrivasse in fretta e ora che sono qui mi dispiace, perché lascerò gli amici che mi hanno ispirato, gli insegnanti che sono stati i miei mentori, e tante persone che hanno segnato per sempre la mia vita e quella dei miei compagni.
Io abito in due mondi: uno è quello dei libri. Sono vissuta nella contea di Yoknapatawpha di Faulkner, ho dato la caccia alla balena bianca sul Pequod, ho combattuto con Napoleone, ho viaggiato in zattera con Huck e Jim, ho commesso cose assurde con Ignatius J. Reilly, ho viaggiato in treno con Anna Karenina, sono stata nella Strada di Swann. È un mondo gratificante, ma il mio secondo mondo è molto più gratificante. È fatto di personaggi meno eccentrici, ma più veri, in carne ed ossa, pieni di amore, e sono la mia ispirazione per tutto il resto. Richard ed Emily Gilmore sono persone affidabili, brave e generose... sono i miei due pilastri, senza di loro non potrei stare in piedi, e sono fiera di essere loro nipote... ma l'ispirazione maggiore viene dalla mia migliore amica." Sento delle lacrime sulle guance, e vedo che anche mamma sta piangendo. "La meravigliosa donna che mi ha dato il nome e il sangue che mi scorre nelle vene: Lorelai Gilmore. Mia madre non mi ha mai fatto pensare che non potessi fare quello che volevo o che non potessi diventare quello che volevo diventare. Ha riempito la casa di amore, divertimento, libri e musica, sempre attenta a darmi dei modelli di vita: da Jane Austen a Patty Smith. Mi ha guidata in questi diciotto anni, e non so se si è mai accorta che la persona a cui vorrei assomigliare, più di tutte, è lei. Grazie mamma... sei il mio punto di riferimento per tutto."
Stringo la mano al preside, lui mi consegna la pergamena e io mi volto a guardare mia madre, le faccio una linguaccia, e lei ricambia, come avevamo deciso a casa... noi siamo fatte così.
Poi sposto dall'altro lato il cordino bianco e scendo dal palco.

Finita la cerimonia, prima di andare dai miei ospiti, mi avvicino a Paris.
"Allora, sembra che dovremo dirci addio." Le dico.
"Si..."
"Che strano, ti ho odiata per quasi tutto il tempo."
"Anche io." Mi dice lei. Poi ci abbracciamo.
Il nostro rapporto è strano... appena sono arrivata alla Chilton lei mi ha subito dichiarato guerra, ma poi, col tempo, abbiamo passato delle giornate insieme, e devo dire che non erano male.

Mi avvicino a mamma e a tutti gli altri, e li abbraccio, uno ad uno.
I nonni mi hanno fatto un regalo: una macchina!
"È quella con il fiocco." Mi dice nonno.
Io mi volto a guardare il parcheggio ma... ci saranno 50 automobili con 50 fiocchi diversi...
"Richard!" Esclama nonna.
"Quando l'ho messa qui era l'unica! Aspetta Rory, la vado a cercare."
"Grazie, nonni, non dovevate." Dico, abbracciandoli di nuovo.

Sento il mio cellulare squillare, allora rispondo, ma... mi chiudono in faccia.
Dopo qualche minuto chiamano di nuovo, e di nuovo nessuno dice niente.
So chi può essere: Jess... trovo un posto tranquillo, e dico: "Jess?"
Non mi dice niente.
"Jess? Avanti, lo so che sei tu... sono certa che mi vuoi dire qualcosa ma mi chiami e non parli... pronto..."
Ancora niente.
"Non vuoi parlare? Bene, parlo io. Hai gestito male tutto... insomma, potevi parlarne con me, potevi dirmi che andavi male a scuola e che non saresti passato... e anche la storia di tuo padre, ma non l'hai fatto, così non mi hai portata al ballo della scuola e non mi hai accompagnata oggi alla consegna dei diplomi, e sei andato via di nuovo, senza dirmi niente, un'altra volta, e... okay lo capisco, però con me... hai chiuso, domani parto per l'Europa e poi vado a Yale... e andrò avanti... non mi lamenterò. Non penserai che avrei piagnucolato?"
Gli dico... e delle lacrime iniziano ad annebbiarmi la vista: non doveva andare così.
"P-può darsi che io ti... credo... credo di averti amato... ma ora... devo.. ora devo dimenticarti." Riesco a trattenere a stento i singhiozzi.
Perché se n'è andato?
Perché mi ha lasciata sola?
Lui continua a non proferire parola.
"Allora... è tutto, mi pare... spero che tu stia bene e voglio che tu faccia il bravo e... si insomma, arrivederci. La parola sembra misera e stupida, ma è quella giusta, immagino... arrivederci."
Chiudo la chiamata.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora