"Notte, Dodger"

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È sera, ho deciso di andare in cartoleria a prendere un paio di penne nuove per la scuola. Spero di arrivare in tempo, prima che chiudano.

"Mamma! Vado in cartoleria." urlo per farmi sentire.
"Okay, torna presto!"
"Si, ci metto un secondo." chiudo la porta alle mie spalle.

È ancora settembre, ma fa già abbastanza fresco, di sera. Accelero il passo, voglio fare presto, ho troppa fame e voglia di mangiare schifezze guardando la tv con mamma, dopo aver finito i compiti. In più la cartoleria sta per chiudere. E le penne mi servono urgentemente.

La città è già ricoperta di luci e luminarie, che diventeranno ancora può numerose verso dicembre e nel periodo natalizio.
C'è qualcosa di questa piccola città che mi affascina moltissimo. Tutte queste luminarie e tutte le decorazioni, sempre a tema per ogni tipo di festività, danno un'atmosfera davvero speciale alla città.
Allo stesso tempo però ho questa sempre più insistente curiosità di conoscere nuove cose, nuovi luoghi, nuove persone. Di vedere posti più grandi, completamente diversi da Stars Hollow.

Oh, sono già arrivata in piazza.
Le luci della cartoleria sono accese: è ancora aperta, per fortuna.
Prendo qualche biro e già che ci sono qualche matita e qualche gomma... non si sa mai.
Pago ed esco, la temperatura sembra essersi abbassata ancora, nonostante il poco tempo trascorso.

Mi incammino, con lo sguardo leggermente abbassato sul sacchetto della cartoleria.
Percepisco una figura avvicinarsi e sento un: "Ciao."
Alzo lo sguardo e vedo Jess, il nipote di Luke.
Chissà che fine avrà fatto l'altro giorno.
È letteralmente scomparso.
"Ciao a te."
"Dove vai a quest'ora?" Mi chiede.
"Ero in cartoleria, cose per la scuola." rispondo mostrandogli il sacchetto. "E tu?"
"Anche io. Stessa cosa."
"Mm... hai organizzato proprio una bella sparizione l'altra sera."
"Sai, cibo e chiacchiere non sono proprio il mio forte."
"Tu sei troppo fico, immagino."
"Beh, non è colpa mia... Tu vai alla Stars Hollow High?"
Non mi aspettavo questa domanda.
"N-No, io frequento un'altra scuola ad Hartford."
"Ah, okay." risponde, abbassando lo sguardo.

Sto per salutarlo e andare a casa quando vedo che inizia a maneggiare qualcosa che ha appena tirato fuori dalla tasca anteriore dei jeans.
"Che cos'è?"
"Intendi questa?" mi mostra una monetina, poi fa un gesto con la mano, chiude il palmo, e lo riapre.
La monetina è scomparsa.
"Niente." mi fa, mostrandomi sia il palmo che il dorso della mano. "Solo un'altra piccola sparizione."
Non pensavo fosse un mago.
"Vuoi un consiglio?"
"Si."
"Se vuoi che parliamo, non tirarmela fuori dall'orecchio."
"Allora presumo che anche il naso sia off-limits, giusto?"
"Qualsiasi posto in cui non è solito trovare una monetina. Diciamo così."
"... Quindi, che fai adesso?" Mi chiede.
"Ho dei compiti da finire."
"Okay. Allora ti lascio con questo ultimo piccolo trucchetto."
Tira fuori qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans.
Vedo che è il libro che stava guardando quando è venuto a casa mia, Howl and Other Poems di Allen Ginsberg, ed esclamo:
"Ehi, hai comprato una copia! Ti avrei prestato la mia senza disturbo."
"Ah, no" dice. "Questo è la tua."
Faccio una pausa. Che intende? Che ha preso il mio libro da camera mia? Quando? E come ho fatto a non accorgermene?
"Mi hai rubato un libro?" Gli chiedo, stupita.
"Non te l'ho rubato. È preso in prestito."
"Questo non è un trucchetto. Questo è un furto."
"Volevo solo scriverti qualche nota a margine."
Qualche nota a margine?
Quindi:
1. mi ha mentito sul fatto che non legge molto;
2. scrive le note a margine sui libri... come Mark Twain. Interessante.
"Cosa?" Inizio a sfogliare il libro. È proprio vero, ci sono delle piccole iscrizioni in inchiostro nero sui margini delle pagine.
"Ma avevi detto che non l'avevi mai letto..."
"L'ho letto... almeno quaranta volte." Dice sorridendo e guardandomi negli occhi.
Quaranta volte? Quaranta volte!?!?!
Nemmeno io l'ho letto così tante volte!
"Mi sembrava di aver capito che non leggessi molto..." dico, sinceramente perplessa.
"Beh, in fondo, che cos'è molto?" Risponde sorridendo.

Ha proprio un bel sorriso. Devo dire che mi ha davvero stupito.

"... Notte, Rory" Comincia a camminare.
Continuo a sfogliare il libro e cercare di leggere velocemente alcune delle sue annotazioni.
"Notte... Dodger"
Si ferma, e si volta, perplesso. "Dodger?"
Gli rispondo, ridendo: "Vediamo se lo sai."
Mi volto e comincio a camminare, sempre con lo sguardo fisso sulle pagine del libro.

"Oliver Twist!" Esclama, dopo qualche secondo.
Mi volto di nuovo verso di lui e annuisco, sorridendo.
Sapevo che avrebbe capito la citazione.

Mi incammino velocemente verso casa. Ci ho messo troppo, e sicuramente mamma mi chiederà che cosa ho fatto per tutto questo tempo.

Varco la porta di casa e sento subito mamma accogliermi con un: "Ehi! Ma dove sei stata? Ci hai messo una vita!"
Ripenso a quello che è successo e, guardando il libro, sorrido.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora