Jess' Pov: Finalmente

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"Allora, alla fine sei venuto." Dico a mio zio, qui davanti a me, nel posto dove lavoro.
Sta guardando uno dei quadri che esponiamo.
"Cominciamo da questo, che diavolo è?" Mi dice, indicandomi un quadro.
"È pittura astratta."
"Si, ma cosa rappresenta?"
"Guarda il titolo."
"Si chiama Senza Titolo."
"Appunto."
"Ci rinuncio."
"Allora, a quanto pare hai ricevuto l'invito."
"Si, ho di ricevuto l'invito."
"Non pensavo di vederti." Gli dico.
Però ne sono felice.
"Hai pensato male, nipote."
"Bene. Vuoi fare il giro?"
"Si."
"Qui è dove lavoriamo, la Truncheon Books.
Di solito ci sono scrivanie e roba dappertutto, ma abbiamo ripulito per l'occasione. Questi sono i libri che abbiamo pubblicato, e pubblichiamo anche una rivista ogni mese. Lasciamo che gli artisti locali espongano qui i loro quadri. Laggiù facciamo degli spettacoli. Di sopra è meglio che tu non venga, non approveresti, è una zona disastrata."
Indica il mio libro. "Anche questo è vostro?"
"Si."
"Volevo prenderlo, ma non l'ho trovato."
"Non è esattamente un best seller."
"Beh, allora penso che lo comprerò oggi... Ah si, Jess." Mi indica una ragazzina di circa 14 anni, intenta a leggere la nostra rivista mensile. "Quella è tua cugina."
"Giusto! Liz mi ha raccontato tutto. Sei un papà, eh?"
"Lei mi chiama solo 'Luke'. Ha un gran cervello."
"Sicuro sia tua figlia?" Dico, sarcastico.
"Non fare l'idiota. Ehi, April! Voglio presentarti qualcuno." Lei si avvicina, ha gli occhiali. Mi piacciono gli occhiali. Avrei preferito essere miope, sinceramente. Da' un senso di intellettualità, di misteriosità, non so.
"Lui è tuo cugino Jess, il figlio di mia sorella."
"Ciao."
"Ciao."
Nessuno di noi aggiunge altro, proprio come quando sono sceso dal bus la prima volta che sono arrivato a Stars Hollow, incontrando Luke.
"Una famiglia di logorroici, a quanto pare." Fa April.
"Eh, già."
Si rivolge poi a Luke. "Io vado ad esplorare in giro."
"Va bene." Rimaniamo di nuovo soli.
"Come ti trovi a fare il papà?"
"Bene, lei mi piace, e credo di piacere anche a lei."
"Così sembra."
"Grazie per averlo detto."
"È la verità. State bene come padre e figlia. Vieni, ti faccio vedere delle sculture che ti faranno rabbrividire."

~

Sento una porta chiudersi. Strano, non pensavo arrivasse ancora gente a quest'ora.
Mi volto verso l'entrata e vedo l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere.
O la penultima, dato che l'ho invitata: Rory.

Quando la vedo, mi sembra di tornare indietro di quattro anni.
Siamo di nuovo lì, a parlare in carrozza, con la città imbiancata dalla neve e illuminata dalle luci natalizie tutto intorno a noi.
Siamo di nuovo lì, sul mio ponte, a ridere e scherzare sul cibo che aveva preparato per Dean.
Siamo di nuovo lì, in macchina, a guardarci e a sorriderci mentre io dovevo fare solo una cosa: guardare la strada.
Siamo di nuovo lì, a vagare in giro per le strade di New York, come se nessun altro esistesse, eccetto noi, in quell'enorme città.
Siamo di nuovo lì,  a baciarci al matrimonio di Sookie. Il nostro primo bacio.
Siamo di nuovo lì, bagnati fradici, a guardarci titubanti e impacciati nel giardino del suo vicino di casa.
Siamo di nuovo lì, a baciarci nel bel mezzo della notte, vicino al distributore di benzina.
Siamo di nuovo lì, al concerto dei The Distillers, a baciarci e a goderci una delle tante serate insieme, che avrei sperato non finissero mai.
Siamo di nuovo lì, a trascorrere pomeriggi infiniti ad ascoltare musica, leggere libri e a baciarci sul divano del diner.

Mi ritrovo a sorriderle come un ebete, senza rendermene del tutto conto.
È diversa dall'ultima volta che l'ho vista.
Sembra più serena. Il viso più rilassato.

"È il giorno delle sorprese, questo?"
Ricambia il mio sorriso. "Non ho risposto all'invito, scusami." Mi fa lei, avvicinandosi.
"Non c'era bisogno che mi confermassi niente. Sono contento, però, che tu sia qui."
"Anch'io." Ci guardiamo in silenzio per un momento che sembra sospeso nel tempo, indefinito, fino a quando lei non si gira e si guarda intorno. "Dunque questa è la Truncheon Books?"
"Già. È la Truncheon."
"Mi piace. È accogliente. Qui dentro mi sento creativa. Dammi penna e foglio..." Guarda ancora un po' introno a noi. "Luke?"
È sorpresa di vederlo.
"Già. Oggi c'è decisamente un'atmosfera da Tutti Insieme Appassionatamente." Ci avviciniamo a mio zio ed April. "Ehi Luke."
"Ciao Rory! Che ci fai qui?"
"Quello che fai tu."
"I tuoi libri sono facili da leggere." Mi fa April, con una copia di The Subsect in mano.
"Grazie, lo prendo come un complimento."
"Noi dovremmo raggiungere gli altri compagni di April" dice Luke.
Prima che vada via, però, devo dargli una cosetta.
"Ehi, Luke, puoi venire?" Mi allontano un po' dalle due ragazze, e Luke mi segue. "Tieni." Gli porgo una copia di The Subsect che conservavo nella tasca della giacca.
"Ma guarda che io lo voglio comprare, così ti entrano un po' di soldi."
"Ah, non importa."
Si accorge che fra le pagine c'è un foglietto bianco. Un assegno.
"Questo cos'è?" Mi chiede.
"Quello che ti devo." I soldi che gli ho preso quando sono tornato a Stars Hollow e ho detto a Rory di amarla.
"Tu non mi devi niente."
"Si, te li devo. Prendi l'assegno. E se lo strappi, te ne manderò un altro."
"Mmh, va bene. Sappi che sono molto orgoglioso di te. Di quello che fai facendo, i-io non ne capisco molto, ma è roba che vale."
Perché ho dovuto proprio farlo soffrire tanto?
"Grazie." Gli rispondo, sincero.
Dopodiché si avvicina di nuovo a mia cugina e le dice: "Dobbiamo andare."
"D'accordo. Spero di rivederti." Fa lei, rivolgendosi a Rory.
"Anch'io. Ci rivedremo senz'altro."
"Buona fortuna." Luke mi abbraccia.
"Grazie, Luke."
"Ci vediamo, April."
"Ciao!"

Del gruppetto restiamo io e Rory.
Finalmente, aggiungerei.
"Allora, sei qui da sola?"
"Esatto."
"Bene." Indico con il capo il gruppetto di persone sedute a cerchio intorno a un mio amico che sta recitando una poesia. "Andiamo."

~

L'incontro è ormai terminato.
Siamo rimasti io e due miei amici, Matthew e Finn. E Rory.
Noto Rory, seduta su un poof, intenta a leggere quello che penso sia il mio libro.
Matthew agita una mano davanti ai miei occhi, come per distrarmi da ciò che sto guardando.
"Terra chiama Jess. Oh! Ci senti?"
"C-cosa?"
"Noi andiamo in quel bar di cui parlavamo prima. Vieni anche tu?"
"Si... forse... voi andate avanti, vi raggiungo."

Rimaniamo completamente soli, io e lei.
Prendo uno sgabello, lo appoggio vicino al poof, e mi ci siedo sopra.
"Sai di cosa parla, non devi leggerlo per forza." Dico, riferendomi al libro.
"Lo so."
"Sai, ci sono un sacco di cose che cambierei."
"Del tipo?"
"Terrei il retro della copertina, tutto il resto lo butterei." Dico ridendo.
"Sai perché mi piace il tuo libro?"
Sono sinceramente curioso. "Perché?"
"Perché non mi ricorda assolutamente niente, non l'hai copiato, non mi sa di nessun altro. Sei tu."
"Bell'elogio dalla direttrice di un giornale."
Tocco leggermente il suo ginocchio con la mia mano chiusa a pugno. Non so più come comportarmi quando ho Rory vicino. Vorrei tornare a quando stavamo insieme, a quando non c'era nessun tipo di imbarazzo tra noi. A quando i nostri corpi si muovevano in sincronia, senza nessun tipo di impaccio.
"Lo so. Ma non riesco a scrivere tutto quello che mi piacerebbe. Per di più assegno incarichi, incoraggio autori, stringo mani."
"E questo ti piace. Ogni singolo momento, non è così?"
"È così. Mi piace, lo trovo entusiasmante."
"Mi sembri più felice dell'ultima volta che ti ho visto."
"Lo sono."
"Allora... hai sistemato tutto? Tutte le cose di cui mi hai parlato?"
Rimango vago, perché non ho il coraggio di chiederle ciò che vorrei davvero chiederle, e sapere.
"Si, è tutto a posto."
Questo vuol dire che ha sistemato proprio tutto? Tutto tutto? Yale, la sua sistemazione, il suo fidanzato?
Mi avvicino di più a lei, nonostante fossimo già molto vicini. "Sono contento che tu sia qui."
Rory fa lo stesso. "Si, anche io."
Mi avvicino al suo bellissimo viso candido ed elimino il piccolo spazio rimanente fra noi, posando le mie labbra sulle sue.

Non mi pare vero.
Dopo tutti questi anni, noi due, di nuovo, insieme.
Come se nulla di brutto fosse mai successo.
Mi pare ieri che la stuzzicavo per qualunque cosa o la baciavo sul divano sopra al Diner.
Ed ora, eccoci qua.
Grandi, cresciuti, ma di nuovo a toccarci, come tre anni fa.
Muovo lentamente le labbra, titubante, aspettandomi che si allontani, ancora non mi sembra vero.
Ma lei non si allontana. Le sue labbra non si staccano dalle mie.
Quando Rory ricambia il bacio inizio a muovere le mie labbra con più sicurezza, ma con la stessa dolcezza di prima.
Credo di essere morto, non può essere vero.
Non sta succedendo.
Ho sognato, letteralmente, sognato, così a lungo questo momento così tante volte che non mi capacito che stia succedendo realmente.
È mille volte più perfetto di qualunque mio sogno.
Probabilmente sono in paradiso.
Potrei sembrare esagerato, ma le sue labbra profumano di un dolce paradiso terreno.

Perché mi sembra tutto così sublime e perfetto? Forse è perché è passato troppo tempo dall'ultima volta che mi sono sentito così felice.

Avvicino lentamente il mio braccio al suo, per cingerla a me, ma, proprio mentre mi avvicino, sento il suo corpo staccarsi dal mio, allontanarsi da me, così come una massa di ghiaccio si stacca e si allontana da un'altra, lasciandola per sempre sola e immobile nell'acqua gelida.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora