Un Nuovo Incontro

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Dopo la chiacchierata fuori casa di Dean non l'ho più visto, devo trovare un momento per sistemare le cose per bene.
Sono già di ritorno a Yale ormai.
Mi mancava questo posto, aver passato tre mesi via di qui è stato brutto.
Questa università è diventata la mia seconda casa.

Sto riportando le mie cose nel mio nuovo alloggio quando vedo Marty, il ragazzo che ho visto nudo un giorno dopo una festa all'inizio dell'anno scorso. Siamo diventati buoni amici da quel giorno.
"Marty! Sono contenta di rivederti." Gli dico, abbracciandolo. "Vivi qui?"
"Esatto."
"Bene, anche io. Come è andata l'estate?"
"Niente di ché."
Provo ad aprire la porta, ma è chiusa, pensavo che Paris fosse già arrivata... uso le chiavi ed entro nella stanza.
"Carino." Fa Marty.
"Strano che Paris non ci sia, di solito si precipita ad occupare tutti gli spazi migliori e a sistemare i mobili come vuole lei..."
"Sarà in ritardo."
"Paris non è mai in ritardo." Prendo dalla borsa il cellulare e compongo il numero della mia amica.

"Paris... sono arrivata nell'appartamento ma non ci sei. Tutto okay?"
"Rory... vengo più tardi."
"Ti sento strana."
"Asher è morto." Oh no... l'insegnante con cui si vedeva.
"Cosa?"
"È morto. Due settimane fa. Ad Oxford."
"Mi dispiace davvero Paris... come?"
"Attacco di cuore. Morte rapida."
"Attacco di cuore?"
"Si.."
"È stato durante... ehm.."
"No, Rory. Quell'uomo stupendo non è morto mentre facevamo l'amore, okay?"
"Certo, ehm, scusa... è terribile. Dove sei?"
"A casa sua, sto cercando di sistemare le sue cose. I suoi parenti si comportano come pirañas, cercano di arraffare quello che possono. Lui voleva essere cremato, ma il crematorio di qui è un porcile, così l'ho traslato a Cambridge, che è famosa per i suoi servizi crematori. Il viaggio è stato un incubo."
"Posso fare qualcosa per te?"
"No, grazie. Sono triste."
"Lo so."
"Ciao."
"Fatti coraggio." Chiudo la chiamata.
"Asher Fleming è morto." Dico a Marty.
"Facendo sesso?"
"... No."
"Peccato, ci avrei scommesso."
"Andiamo a bere un caffè?"
"Volentieri."

Ci avviciniamo a uno dei soliti chioschetti.
Qualcuno dà uno spintone a Marty, credo per sbaglio.
"Oh, scusa." Gli fa Marty.
"Non mi hai visto arrivare?" Fa quello, in compagnia di altri due ragazzi, uno a braccetto con una ragazza. Quest'ultimo, biondo e con un sorrisetto in faccia che non mi piace per niente, gli dice: "Io ti conosco, aspetta aspetta, mi ricordo di te, portavi una divisa?"
"Sei un meccanico?" Chiede l'altro, ironicamente. Che stupidi, saranno sicuramente sbronzi, e non è neanche l'una del pomeriggio.
"Servivo al bar per te, per le tue feste." Gli fa Marty.
"È vero, hai un gran talento: prepari fantastici margaritas."
"Grazie."
"Scusa, come ti chiami?"
"Marty, e lei è Rory."
"Allora, sei disponibile, la tua situazione economica non è cambiata?" Mamma mia che simpaticone...
"No."
"Bene, allora ti chiamerò, ah, e dove ti trovo?"
"Branford."
"Ah, Branford. Bene, ciao."

~

Paris ha deciso di organizzare una veglia funebre per Asher per questa sera, io devo appendere gli annunci in corridoio.

Sto per appenderne un paio quando sento qualcuno dire: "Questo è l'ultimo edificio."
Sono i tre ragazzi che ho incontrato ieri con Marty, non sembrano molto più seri di quanto lo fossero ieri.
"Ti prego Finn, dimmi che lo riconosci."
Uno, credo si chiami Finn, risponde: "Si, è questo, è qui che stava." Poi si avvicina alla mia porta e inizia a scrivere qualcosa sulla lavagnetta dei messaggi.
"Vi serve aiuto?" Chiedo.
"No, grazie." Mi dice quel biondino che ieri stava insieme ad un ragazza, senza nemmeno guardarmi.
"Stai scrivendo il tuo numero?" Gli chiede sempre il biondino.
"No, il tuo."
"Ehi! Perché il mio?"
"Ehm... quella è la mia camera." Faccio io, a bassa voce.
"Mettilo pure, il mio." Fa il biondino, guardandomi con un sorrisetto che proprio non sopporto.
"Cercavamo una ragazza."
"Sapete come si chiama?" Chiedo.
"... Un nome corto..."
"Mi dispiace, ma questa è la mia camera."
"Scusa, non voleva molestarti. Ora ti lasciamo affiggere il tuo manifesto su... un uomo vecchio." Mi fa il biondino.
"È il professor Asher Fleming, è morto la settimana scorsa. Ci sarà una veglia."
"Quindi tu e Fleming..." Chiede, sarcastico, sempre il biondino.
"No!"
"Scusa. Affiggi un manifesto per lui, è normale che abbia pensato che era più di un insegnante per te."
"Certo che era più di un insegnante, era un grande scrittore, un maestro di vita e altre cose che vanno al di là della tua comprensione."
"Non ti piaccio, eh? Non mi conosci, ma non ti piaccio."
"Ti conosco."
"No.."
"Ti ho visto ieri."
"Ieri?"
"Con Marty."
"Marty?"
"Faceva il barista alle tue feste!"
"Ah, sisi, vero, e tu sei?"
"Ro-ry!"
"Sei bella quando sei arrabbiata."
"Non sono arrabbiata, sono irritata."
"Con me?"
"Si."
"Perché ho scordato il tuo nome?"
"Perché parli come se fossi superiore."
"A chi?"
"A Marty."
"Il tuo amico Marty."
"Si, il mio amico, e tu gli hai parlato come se fosse un pidocchio, perciò ti detesto."
"Cosa avrò mai fatto? L'ho salutato e gli ho detto che fa buoni margaritas."
"È il modo in cui glielo hai detto."
"E che modo era?"
"Padronale. Se una persona non ha soldi o non è di una famiglia altolocata, non è inferiore a te."
"Sono d'accordo."
"Il fatto che abbia preparato da bere per te e i tuoi amici non ti autorizza assolutamente a trattarlo come se fosse un tuo servo." Mi volto, e faccio per andarmene, perché questo qui è proprio insopportabile.
"Beh.."
Gli vado incontro e dico: "Cosa!?"
"L'ho assunto, l'ho pagato, ha servito. È un servo."
"Stai scherzando, spero."
"Mi limito a rispondere."
"Stava facendo un lavoro."
"Di sua volontà."
"Perché ne aveva bisogno."
"E se glielo chiedessi ti direbbe che ha ricevuto molte mance perché i miei amici hanno apprezzato."
"Il punto non è questo."
"Per un barista è proprio questo."
"Il fatto di pagare qualcuno non significa che puoi parlargli come se fosse inferiore."
"Il fatto che siamo in un paese libero fa sì che io possa parlare a chiunque come mi pare. Il tuo ragionament-"
"Non è un ragionamento."
"Formulane uno se vuoi continuare a discutere."
"Ho da fare."
"Allora ti arrendi?"
"Detesto chi infastidisce i miei amici."
"Ti ho stuzzicata?"
"Non mi hai stuzzicata!"
Al che uno dei sui amici urla, da un altro corridoio: "Logan, l'ho trovata!"
"Salutami Marty, e la prossima volta mi ricorderò il tuo nome."
Io non rispondo.
"Dai, dimmi che non è stato divertente." Dice, facendo un sorrisino, e raggiungendo i suoi amici.

Ma chi si crede di essere?

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora