Ambientarsi

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Fra poco ho la mia prima lezione!
Sono così eccitata: la mia prima lezione a Yale!
Preparo la borsa ed esco dalla stanza che divido con altre tre ragazze, di cui una è Paris.
Sono in anticipo di molto, ma sono fatta così: quando c'è qualcosa di importante io arrivo sempre un'ora prima.
Entro nell'aula vuota, c'è un grande tavolo in centro, con le sedie a tutti i lati. Una grande finestra che da' sul bel cortile.
Mi siedo su una sedia di fronte alla finestra, poi realizzo che dare la faccia alla finestra mi distrarrebbe troppo dalla lezione, così mi alzo e mi siedo dall'altra parte del tavolo, dando le spalle alla finestra.

Prendo dalla borsa un libro che sto leggendo in questo periodo e inizio a leggere, quando qualcun'altro arriva nella stanza.
È un ragazzo alto, riccio, con l'espressione persa, deve essere una matricola, come me.
Mi sorride e si siede ad alcune sedie di distanza.
Tira fuori dallo zaino un libro, e io gli sorrido. Abbassiamo gli sguardi sulle pagine nello stesso momento.

Non so quanto tempo sia passato quando finalmente entrano nell'aula una ventina di studenti, seguiti dal professore.
Io e il ragazzo rimettiamo nelle borse i nostri libri e ci concentriamo sugli altri studenti.

~

La prima lezione è stata bellissima, torno in camera e trovo Paris che parla con mia mamma al telefono.
"C'è una festa al nostro piano, e Rory non vuole aprire la porta della nostra camera. Se l'apriamo ci coinvolgeranno e...
"Paris! Hai chiamato mia madre!?" Le urlo io, prendendo il cellulare.
"Mamma... scusali "
"Tranquilla, ma che succede?"
"Vogliono dare una festa, ma io non voglio aprire la porta ad estranei, tutto qui..."
"Una festa può essere un'idea carina."
"Mi stai dicendo che devo permettere a Paris di far entrare un miliardo di estranei?"
"No, voglio che sia tu a decidere, ma spero che in questi quattro anni a Yale, oltre che a leggere l'intera biblioteca, tu possa anche divertirti."
"Certo che mi divertirò."
"Già ti vedo il giorno della festa in camera tua tutta sola a leggere."
"Ma io non lo faccio per nascondermi, mi piace, e ho già degli amici."
"Non parlo solo di fare nuove conoscenze, ma proprio di sperimentare nuove cose, esperienze..."
"Bene, apriamo la porta."
"Sii!" Urla Paris dalla nostra stanza.
"Non lo faccio per te!"
"A me interessa il risultato!"
"Spero tu ti diverta alla festa." Mi fa mamma. "Ciao."

~

È arrivata la sera della festa, io e Paris abbiamo messo un po' in ordine.
"Ho dato un'occhiata agli altri alloggi, nessuno ha una sua chiara identità, così abbiamo campo libero... Noi cosa potremmo fare? Con questi divani potremmo essere l'alloggio coppia-in-amore, oppure possiamo spostare i mobili, alzare il volume ed essere l'alloggio discoteca..."
"Non voglio un'identità, volevi la porta aperta e la porta è aperta, è l'alloggio-porta-aperta..."
"Ma Rory... qui nessuno mi conosce, okay? Questo significa che posso ricominciare da capo, cancellare i miei 18 anni di vita e far conoscere la nuova Paris Geller, la Paris amichevole... vorrei che quest'anno sia completamente diverso, ecco tutto."
"E va bene."

Le persone sono qui da un paio d'ore, la festa per me non potrebbe essere più noiosa, sono seduta sul nostro divano e nessuno mi parla... mi si avvicina Paris e mi dice: "Mi sto annoiando.."
"La festa non è ancora finita."
"Tutti hanno qualcuno tranne noi."
"In che senso?"
"Janet fa jogging, quindi sta con il gruppo degli sportivi, Tanna è una strana quindi sta con gli sfigati. Tutti hanno qualcuno tranne noi, non lo sopporto."
"Beh, potremmo mandare via tutti e andare a letto."
"No, devo solo provarci ancora, quest'anno dev'essere diverso."
Un ragazzo con una birra in mano le si avvicina e le dice: "Bucami l'orecchio."
"Okay ora basta tutti fuori, tutti fuori, la festa è finita!" Urla Paris a tutti.

Una volta finito di pulire ce ne andiamo tutte a letto. Mi addormento non appena poggio la testa sul cuscino.
Sento però dei rumori provenire da fuori, allora mi alzo e vado a controllare, vengono dal corridoio fuori dal nostro alloggio. Apro la porta e vedo un ragazzo nudo, nella penombra, disteso a pancia in giù... sta russando. Sarà stato questo il rumore che ho sentito.
Si sveglia e mi guarda."Ciao." "Ciao."
Ma io lo conosco: è il ragazzo che è entrato pochi minuti dopo di me alla prima lezione!
"Ehm... sono per terra... nudo... tu sei una ragazza... quindi probabilmente sono...
"Al piano sbagliato."
"Sai da quanto sono qui?"
"No..."
"Quindi non sai quante persone sono passate di qui..."
"Non saprei."
"Perfetto... qui a Yale sarò per sempre Il nudista. La cosa più brutta è che domani, quando tutti mi chiameranno il nudista, io sarò in bagno a vomitare."
"Bè, qui era tranquillo da un pezzo, perciò, credo che ti abbia visto solo io. Non lo dirò a nessuno."
"Sei davvero molto gentile." Mi dice lui facendo per alzarsi.
"Oh no... aspetta." Gli porgo la mia vestaglia e mi giro mente lui se la mette.
"C'eri anche tu oggi al corso di narrativa giapponese?"
"Si, c'ero anche io."
"Ne ero sicuro... io sono Marty."
"Rory."
"Domani non me lo ricorderò."
"È perfettamente comprensibile."
"Ora devo trovare la mia camera, sarà un po' difficile dato che le mie chiavi sono nella tasca dei jeans..."
"Allora trova prima i pantaloni."
"Già... i pantaloni... notte." Dice, cominciando a salire le scale.
"Notte."

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora