Sbagliare

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Dopo aver chiarito la situazione con Logan - spero una volta per tutte - mi ha presentato alla sua famiglia.
Sono andata a cena nella grande dimora lussuosa (più lussuosa di quella dei nonni, e ci vuole) degli Huntzberger, e ho incontrato suo padre, sua madre, suo nonno, sua sorella e il futuro marito di sua sorella.
Le cose però non sono andate esattamente nel migliore dei modi.
Dopo vari battibecchi fra Logan e il nonno e il nonno e il fidanzato della sorella, è toccato il mio turno.
Mi hanno definita 'non degna per un Huntzberger'. Così Logan si è alterato ancora di più e alla fine ce ne siamo andati prima di iniziare a mangiare.

Per scusarsi dell'inconveniente, il padre di Logan, Mitchum Huntzberger, mi ha offerto un lavoro come stagista nel giornale che lui dirige.
Ho iniziato a lavorare lì, già da qualche settimana. Mi piace veramente tanto. Ho avuto così la conferma che questo è ciò che voglio fare quando finirò l'università. È proprio la mia strada. Certo, non faccio granché, sono solo una stagista, però ho potuto vedere come lavorano i veri giornalisti sul campo, ed è strabiliante.

È in corso una riunione del giornale. È una di quelle importanti, perché c'è anche Mitchum. Sono seduta su una sedia in angolo: essendo una stagista non mi è concesso sedermi al tavolo con tutti gli altri, ma mi sta bene.

Finita la riunione escono tutti e rimaniamo solo io e Huntzberger, che mi gurda e sorride.
"Divertente." Dico.
"Già. Va più o meno sempre così."
"Vuole bere qualcosa?"
"No, grazie, sto per andarmene."
"Okay."
"Sai, penso che mollerò presto."
"Il giornale?"
"Ho fatto i miei danni. È tempo di fare qualcosa di buono."
"Ah, d'accordo."
"Forse sarò qui il lunedì... o anche il martedì, ma non di più."
"Beh... io spero di andare avanti anche senza di lei."
"Rory, non abbiamo mai parlato della situazione... del tuo ruolo qui dentro e di come te la cavi."
"Beh... era impegnato, non volevo rubarle tempo."
"Avrei voluto. Ti ho offerto il lavoro sotto la mia ala. Parliamone meglio."
"Grazie! Apprezzo molto."
"Sediamoci." Ci sediamo al tavolo. "Lavoro da anni con voi giovani, sai? Stagisti, nuovi assunti... ho una specie di sesto senso per le persone che hanno un certo non so chè per diventare giornalisti. È un mestiere duro, molto stressante."
"Decisamente." Sorrido, forse vuole darmi un altro incarico?
"Devo dirtelo... tu non ce l'hai."
Il sorriso sparisce subito dal mio volto.
"L'istinto può sbagliare, a volte mi è accaduto, ma. molto raramente."
Non capisco...
"Io pensavo di andare bene..." Dico, confusa.
"Non credo che tu abbia la grinta e la tenacia per emergere, onestamente. Per scavare a fondo nelle storie... anche prima, alla riunione, ho incoraggiato tutti a parlare, e tu niente."
"Ehm, non sapevo di poter parlare."
"Già, esatto. Hai visto Harry, lui si è buttato nella mischia, tu no."
"Ma lui non è uno stagista."
"Non importa."
Come non importa?
"Ho sempre fatto quello che mi ha chiesto."
"Si ma vedi, nel mondo del lavoro non è sufficiente fare solo ciò che ti viene chiesto di fare."
"Pensavo di aver lavorato discretamente."
"Infatti sei competente, intelligente, bravissima. Giochi d'anticipo. Saresti un'ottima assistente." Un'ottima... assistente!? "Ah..." Abbasso lo sguardo.
"Mi dispiace. Non è gradevole deludere qualcuno come te. Soprattutto te. Visto le particolari circostanze. Però non conosco altri modi, io non mento mai."
"Allora io vado." Dico, alzandomi di scatto. Non vorrei fare una brutta figura non riuscendo a rispondere, o addirittura mettendomi a piangere.
"Ascolta, so che è duro, ma... forse ti ho fatto un grande favore."
"... Grazie."
Esco dalla stanza, con il blocco degli appunti stretto al petto. Cammino guardando il vuoto fino alla mia postazione.
Mi siedo sulla mia sedia e faccio un grande sospiro.
Non ci posso credere.

~

Dovevo andare a cena dai nonni, ma non ci sono andata. Vado invece al porto, dove c'è una festa per la sorella di Logan sul loro yacht.

"Ciao! Sei in anticipo." Mi fa Logan da sopra la barca non appena mi vede.
"Lo so."
"È presto, hai saltato la cena?"
"Scendi, così non urliamo."
Scende dalla barca, lasciando una ragazza da sola.
"Sei andata via prima?" Mi chiede.
"No, non ci sono proprio andata."
"Fantastico."
"Chi è lei?"
"Chi?"
"La ragazza sulla barca."
"È un'amica di mia sorella."
"Forse ho interrotto qualcosa."
"Non hai interrotto niente."
"Sembrava di sì."
"La conosco da sempre."
"Non volevo distrarti."
"Stavamo solo parlando. Io, lei e suo marito. Se vuoi posso mostrarti le foto di quando eravamo piccoli."
"Mi vuoi ancora qui?" Gli chiedo, insicura.
Le parole di suo padre mi hanno sconvolta e ora non mi sento più sicura di niente.
"Ehi, ti ho invitato io."
"Già, di venerdì, perché sai che non posso."
"Ma la festa per mia sorella era proprio oggi."
"C'è un sacco di gente qui."
"Mi dispiace, ma non posso farci niente. Spostiamoci un po'." Ci spostiamo su un molo isolato. "Che c'è che non va?"
"Niente, sono... sono di cattivo umore."
"Lo vedo."
"Mi dispiace." Dico. "Andiamo da un'altra parte?"
"Cosa?"
"Andiamo da un'altra parte, non sopporto tutta questa gente."
"Okay, dove?"
"Tua sorella si arrabbia?"
"Sono qui da più di un'ora, il mio dovere l'ho fatto. Dimmi dove vuoi andare."
"Non lo so. In giro. Lontano. Lontano."
"Dove?"
"Per mare."
"Come dici?"
"Si, prendiamo il tuo yacht e facciamo un giro."
"Non possiamo, ci sono gli amici di mia sorella sopra."
"Non ne hai un altro?"
"Non qui."
"Dov'è l'altro?"
"Lontano. Prendiamo la macchina, andiamo a New York."
"Non mi va. Voglio solo stare fuori, con te. Da soli."
"Bene."
"Ti ricordi in Moby Dick? Dove il narratore dice che quando gli sta per venire un ghigno sulla bocca e non sopporta più la gente, prende il mare?"
"Si."
"Beh, ho un ghigno sulla bocca, e non sopporto la gente."
"È meglio prendere il mare."
Indico un piccolo yacht. "Quello sembra carino."
"Si..."
"Degno di prendere il mare."
"Però non è nostro."
"E questo è un problema?"
"Mi fa male stare con te, scheggia."
"Andiamo, Huntzberger." Dico prendendogli la mano.
"Andiamo."

Che mi sta succedendo?
Che cosa sto facendo?
Che cosa sto per fare?
Voglio solo non pensare a niente.

Credo Di Amarti | Rory & JessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora